Concetti Chiave
- Immanuel Kant visse in un contesto politico prussiano caratterizzato dal regno illuminato di Federico II, il quale promuoveva l'uso della ragione e la libertà religiosa.
- Kant studiò filosofia, teologia e matematica, influenzato dal pietismo e dall'illuminismo, sviluppando un pensiero critico sul ruolo della ragione e dell'autonomia individuale.
- Le opere principali di Kant, tra cui la "Critica della ragion pura" e la "Critica del giudizio", esplorano i limiti della conoscenza umana e l'importanza della ragione critica.
- Il pensiero di Kant si articola in tre periodi: precritico, critico e postcritico, ognuno dei quali contribuisce alla sua visione sistematica del sapere e della moralità.
- Kant distingue tra conoscenza sensibile e intelligibile, sottolineando che la nostra comprensione del mondo fenomenico è mediata da categorie come spazio e tempo, mentre il noumeno rimane inconoscibile.
Indice
- La Germania del 700
- Federico II e il pietismo
- Kant e la sua formazione
- Le opere di Kant
- L'influenza dell'illuminismo
- Le domande fondamentali di Kant
- L'illuminismo secondo Kant
- La conoscenza secondo Kant
- Il trascendentale e l'estetica
- L'analitica trascendentale
- La dialettica e la metafisica
- Le tradizioni filosofiche di Kant
La Germania del 700
Ad inizio del 700 la Germania era in ritardo rispetto al resto d’Europa per quanto riguarda le correnti filosofiche, lo sviluppo della borghesia e del pensiero borghese, mentre la Francia non era in ritardo in quanto si sviluppa l’illuminismo e la borghesia (1789 rivoluzione francese).
Federico II e il pietismo
In questi anni si diffuse il pietismo = corrente luterana che si concentra sulla visione intimistica della religione e la radicalizza
→ conoscenze di Dio e rapporto con Dio sono un rapporto interiore e personale
E’ governata da Federico II = re filosofo, imperatore di dispotismo illuminato, utilizzava la ragione per il bene del popolo
→ è celebrato da Kant ed Hegel per il carattere illuminato del suo regno, egli riteneva che ognuno potesse professare la religione/confessare
Kant e la sua formazione
Kant nasce nel 1724 a Königsberg = Prussia orientale, città ricca ed un porto attivo → apertura al commercio e agli altri popoli durante l’impero di Federico II
Egli è il 4 di 9 figli di una famiglia modesta e amava fare una vita mondana, abitudinaria.
Nel 1796 decide di lasciare l’insegnamento
Kant muore nel 1804 e sulla lapide fece scrivere un estratto della critica della ragion pratica (1788) “il cielo stellato sopra dirà di me (conoscenza, la critica della ragion pura) e la legge morale dentro di me (la critica della ragion pratica)”
● Nel 1732 Kant fu orientato al pietismo ed entra nel “collegium fridericianum di Konisberg” (per 8 anni)
● Nel 1740 Kant entra “nell’università albertiana” di Konisberg dove studia filosofia, teologia, matematica
● Kant studia a Leibniz dove avviene un’ampia formazione prevalentemente scientifica: mette al centro la ragione e le sue potenzialità
→ concetto illuminista: Kant ritiene che bisogna valutare e guardare con i propri occhi senza mai fidarsi ciecamente delle autorità: il suo intento era quello di insegnare a filosofare, a pensare, voleva capire da dove viene il ragionamento per poter ragionare
Le opere di Kant
Tra il 1755 e il 1770 scrive testi di carattere scientifico, filosofico e morale:
● Critica della ragion pura: 1 edizione nel 1781, 2 edizione nel 1787
● Prolegomeni ad ogni futura metafisica: 1783
● La fondazione della metafisica dei costumi: 1785
● Critica della ragion pratica: 1788
● Critica del giudizio: 1790
● La ragione dei limiti della semplice ragione: 1793
● Per la pace perpetua: 1795
● La metafisica dei costumi: 1797
● L’antropologia da un punto di vista pragmatico: 1798
Stampo illuministico:
● L’idea per una storia universale dal punto di vista cosmopolitico: 1784
● La risposta alla domanda “che cos’è l’illuminismo”: 1784
L'influenza dell'illuminismo
● Kant è figlio dell’illuminismo tedesco dal quale lui prende l’importanza di migliorare le condizioni sociali dell’uomo, attraverso l’educazione come parte fondamentale ed essenziale per la condizione sociale degli uomini, deriva proprio dall’illuminismo tedesco
● Kant dall’illuminismo francese prende l’idea del trionfo della ragione, la quale andrà poi sottoposta alla critica: si interrogherà sulle capacità e sulle possibilità della ragione, fino a dove può arrivare la conoscenza attraverso la ragione
→ Kant è il filosofo della ragione e della critica della metafisica, ma è anche l’uomo dell’autonomia e dell’indipendenza della morale, dell’impegno a rendere maggiorenne il genere umano
La vita di Kant è una produzione sistematica che dividiamo in tre fasi che sono uno sviluppo unitario:
→ Kant scrive un testo nel 1786 intitolato “sogni di un visionario chiariti con i sogni della metafisica” in cui la tesi principale è quella secondo cui la metafisica è illusoria come un sogno, perché non è fondata sull’esperienza, ma conduce a illusioni e a idee stravaganti
→ Kant scrive nel 1770 la “dissertazione sulla forma e i principi del mondo sensibile e intelligibile” che contiene elementi come la questione dello spazio o il rapporto tra la sensibilità e l’intelletto
→ Nel 1781 scrive “La critica della ragion pura” che viene viene criticata perché c’è una difficoltà di comprensione e un linguaggio nuovo
→ Nel 1783 ne scrive uno più semplificato chiamato “i prolegomeni ad ogni metafisica futura che vorrà presentarsi come scienza”
● tradizione razionalista (Leibniz): centralità del pensiero → la fonte della conoscenza è interna
● tradizione empiristica (Locke): l’esperienza → la fonte della conoscenza è esterna
● scienza del tempo (Galileo e Newton): Kant fa riferimento alla scienza del tempo e ritiene che sia capace di esprimere l’idea dell’ordine, della regolarità e sistematicità dei fenomeni naturali
● illuminismo: centralità dell’uomo, della libertà e della religione, universalità e cosmopolitismo (Rousseau)
→ Kant ritiene che Rousseau abbia permesso di capire molti elementi della storia e il comportamento della prassi umana
→ Kant dall’illuminismo apprende anche l’attenzione ai diritti degli uomini e dell’umanità oltre che la razionalità, la centralità (uomo, libertà, religione)
Le domande fondamentali di Kant
1. Che cosa posso sapere?
= Kant si interroga sulle condizioni di una conoscenza scientifica, è una domanda fondamentale della “critica della ragion pura” (questo testo si conclude si conclude con questo quesito: giungerà alla fine a dire di no)
Nella prefazione all’opera si trova un elogio della scienza moderna:
→ Kant ritiene che nella scienza moderna si possa trovare un giudizio, un'interrogazione su cosa sia la natura stessa
→ Kant dice che la scienza moderna è come un giudice che pone delle domande alla natura e in questo modo riesce a dare le risposte a favore della nostra conoscenza
2. Che cosa devo fare?
= Kant si interroga in campo morale e politico → nella “critica della ragion pratica” egli da importanza all’agire nella vita umana
→ La filosofia di Kant mette in rilievo l'importanza dell’agire morale della vita dell’uomo
→ L’obiettivo di Kant era quello di indagare criticamente il fondamento della moralità (come possiamo fondare la morale) per raggiungere una legge morale che sia universale e necessaria
→ L’uomo è dotato di capacità libera e autonoma tramite cui può giungere a questo fondamento della moralità (influenza illuminismo)
3. Che cosa ho diritto di sperare?
= Kant si basa su una visione finalistica del mondo e che egli definisce nella “critica del giudizio” (l’opera è anche una risposta alla domanda: che cosa posso sperare?)
4. domanda che non fa parte delle 3 critiche, ma che possiamo considerare noi: che cos’è l’illuminismo?
L'illuminismo secondo Kant
Kant in questo periodo pubblica il suo testo intitolato risposta alla domanda provocatoria: “che cos'è l’illuminismo” a cui risponde agli altri autori in un articolo della rivista mensile di Berlino nel 1784
● L’illuminismo appare nella visione kantiana come un compito infinito di assumere e diffondere un atteggiamento mentale centrato sull’autonomia dell’uomo come essere razionale.
● Kant invita gli uomini a uscire dallo stato di minorità, nel quale si trovano per responsabilità loro, e quando rinunciano ad essere razionali e ad usare la ragione (fonte di emancipazione, di autonomia), ed è la chiave dell’illuminismo.
minorità = equivale all’incapacità di avvalersi del proprio intelletto senza l’aiuto di qualcun altro, dipende dalla mancanza di decisione e di coraggio di far uso del proprio intelletto (motto illuminismo: “abbi il coraggio di servirti della tua proprio intelligenza”)
● Kant spiega la società in cui noi non viviamo ancora, un'età illuminata verso un percorso di giustizia, libertà e indipendenza, ma esse non sono ancora acquisite, poiché la società illuminata deve ancora venire.
● Nel 700 l’idea del progresso del genere umano che è perfettibile (può migliorarsi nel tempo) è molto forte, ma è ancora una meta da raggiungere.
● Kant conclude che la maggior età è ancora lontana anche se ci sono esempi di emancipazione nella direzione dell’autonomia e dei diritti (es. Federico II).
● Il testo è un inno alla ragione e alla libertà di pensiero, a dire seguendo la ragione quello che si pensa, con il fine non solo di migliorare le proprie condizioni (leggi) ma di migliorare le condizioni degli altri (azione e morale per gli altri)
“Sapere aude” = Kant invita ad avere il coraggio di sapere ed è un invito a contribuire alla diffusione dei lumi, quindi della ragione
→ la luce è anche una delle immagini dell’illuminismo riferito alla ragione, quindi è un invito alla società a progredire, ad una maggiore indipendenza dei singoli, ad una maggiore emancipazione, al distacco e all’autonomia delle autorità che non sia la ragione stessa
“Naturaliter maiorennes” = nel diritto romano sono emancipati dalla potestà paterna perché raggiungano la maggiore età, ma molti per pigrizia restano minorenni per tutta la vita perché non intendono utilizzare la ragione, ma farsi guidare da altri; danno agli altri la propria autonomia, la propria capacità, perchè non usano la ragione
→ Secondo Kant la pigrizia è un atteggiamento che segna la contrarietà e mantenerla è segno di un uomo che è nemico dell’illuminismo e diventa anche un comportamento grave per sé stesso e per la posteriorità, quindi la conseguenza è che in tal modo sarebbero calpestati i diritti sacri dell’uomo
→ Un uomo illuminato dalla ragione non può non cercare per sé e per gli altri, i propri diritti, ma deve abbandonare la pigrizia e la forma di dominio verso se stesso in cerca di formalizzare dei diritti per sé e per gli altri che vengono formalizzati dalle leggi
“Cosa serve a questo l’illuminismo?” = serve la libertà di fare pubblico uso della ragione in tutti i campi
● Pubblico: deve essere libero in ogni tempo ed esso può attuare l’illuminismo fra gli uomini
→ Per Kant l’intellettuale opera in una dimensione pubblica (dimensione di un funzionario dello stato) e deve rispondere alle verità: nella filosofia di Kant ha un ruolo centrale la pubblicità, intesa come libertà di esercizio dell’attività intellettuale
→ Kant afferma che questo favorisce l’illuminismo
La dimensione della pubblica ragione conduce alla verità: le leggi per Kant sono espressione dei diritti di tutti, ma la libertà e l’attività intellettuale deve essere libera nella sua azione.
● Privato: può anche essere limitato senza che ne venga ostacolato l'illuminismo
→ Per Kant il funzionario opera in una dimensione privata (libertà di opinione) in quanto usa la propria ragione e rispetta il suo ruolo in un ambito più ristretto rispetto alla comunità universale
→ Kant afferma che questo può essere limitato senza che ostacoli l’illuminismo, in quanto è di chi esercita una funzione
L’ecclesiastico, dice Kant che è tenuto a insegnare i precetti della chiesa, ma ha piena libertà, ha il compito di comunicare al pubblico tutti i pensieri che la ragione esaminatrice gli ha suggerito anche circa i difetti della chiesa, le proposte di una riforma di una religione o della chiesa stessa
● L’illuminismo è responsabilità, termine che in Kant è richiamato: viltà, pigrizia, dipendenza
● L’illuminismo è un gesto teoretico, perché ha a che fare con la conoscenza e con la morale, perché consiste nella decisione pratica di assumersi una responsabilità universale.
→ Per Kant il “coraggio di sapere” consiste nel riconoscere i limiti della conoscenza, una ragione consapevole delle proprie possibilità e dei propri limiti, una ragione critica che per Kant si dispiega nell’illuminismo
→ Per Kant il concetto di “uomo uguale agli altri uomini” viene acquisito lentamente e si consolida in Francia con la formalizzazione dei diritti e la scrittura delle costituzioni dopo il 1786
→ Per kant assumere il compito di usare la propria ragione è un dovere politico (ogni uomo deve raggiungere i pieni diritti) e morale (nei confronti della umanità futura), un dovere verso sé e verso gli altri
→ Per Kant la volontà generale non è intesa come la somma degli individui, ma come l’essenza degli individui stessi, una totalità che è accomunata da diritti che sono universali, ovvero l’umanità
Le domande che si pone kant sono:
1. Come è possibile la matematica pura?
2. Come è possibile la fisica pura?
3. E’ possibile la metafisica come scienza? → il termine stesso metafisico implica una rinuncia al mondo dell’esperienza
La conoscenza secondo Kant
La ragione è la facoltà che conosce tutti gli uomini che la possiedono, ma dice che questa è pura, perchè pur utilizzando l’esperienza una ragione che prescinde dall’esperienza.
Secondo Kant è come se ricevessimo dall’esterno i dati sensibili, quindi non sono conoscenza (non si ferma all’empirismo di locke, ma va oltre), ma essi diventano conoscenza quando siamo capaci di organizzare l’intelletto.
> L’opera è un'indagine sulle capacità e sui limiti della ragione umana, nel suo uso sia teorico sia conoscitivo → è il come noi conosciamo, noi conosciamo tramite i sensi, ma noi non riceviamo semplicemente la realtà dall’esterna
L’intento di Kant era quello di criticare, cioè sottoporre a giudizio la ragione come facoltà conoscitiva quando questa ragione prescinde dall'esperienza, cioè è pura.
→ la ragione stessa, secondo Kant, è un tribunale che stabilisce i limiti della conoscenza e nello stesso tempo della ragione
Kant afferma che è vero che riceviamo gli stimoli dai sensi, ma poi quegli stimoli noi gli possiamo conoscere perché possediamo delle forme a priori, delle strutture intellettive che ci mettono nelle condizioni di poter conoscere quegli stimoli
→ noi possediamo la forma dello spazio che circoscrive spazialmente quali sono gli stimoli che riceviamo
→ il concetto di tempo noi lo possediamo, è dentro di noi, altrimenti non riusciremmo a vivere la realtà
Questo indagare, da parte della ragione, in maniera autonoma è segno dell’esercizio della libertà e questa autonomia permette alla ragione stessa di indagare su di sé in maniera libera per riconoscere ed individuare i propri limiti
→ pensare da sé è un’azione rischiaratrice della ragione, perché consente di individuare i suoi limiti nell’assoluta libertà
→ se la ragione non ha quest’opera di autonomia su se stessa, anche la libertà di pensiero si identifica e sono universali
Kant parte dal mondo dell’esperienza per superarlo e inizia analizzando i giudizi = strutture che ci permettono di esprimere il nostro sapere
→ noi esprimiamo un giudizio attraverso una proposizione che mette in relazione un predicato e un soggetto G = P + S da cui si può cercare la validità o la falsità
Kant vuole verificare se c’è una radice certa di quelle che sono le conoscenze, ossia analisi dei giudizi che escludiamo quando parliamo, e questo rapporto è possibile in:
1. analitici: giudizi che vengono dalla tradizione razionalistica secondo la quale la ragione è fonte di verità: il soggetto dice qualcosa che è già contenuto nel predicato
→ caratteristiche: sono universali, necessari e a priori, quindi non devono essere dimostrati (non hanno bisogno della verifica empirica)
→ Il razionalismo non ha bisogno dell’esperienza, conosce la realtà attraverso la ragione ed è per questo che è a priori: Kant non elimina l’esperienza, ma dice che è superabile
→ è a priori perchè è presente nella mente e procede discendente dall’universale per poi andare a specificare
2. sintetici: vengono dalla tradizione empirista, non è la ragione fonte della verità, ma è l’esperienza (esterna a noi): il predicato dice qualcosa di nuovo arricchendo il soggetto, aggiunge una connotazione diversa, da un’ulteriore conoscenza rispetto al soggetto
→ caratteristiche: non sono universali, non sono necessari, non sono a priori (necessita di esperienza)
3. sintetici a priori: equivale a quello della scienza (matematica e fisica) che ha le caratteristiche sia del giudizio analitico sia del giudizio sintetico
→ indagine trascendentale delle facoltà: il trascendentale riguarda la conoscenza, quindi il modo di conoscere dei soggetti di ciò che è fornito dall’esperienza (non ha origine dall’esperienza) attraverso l’intelletto
Kant afferma che non è l’oggetto al centro della conoscenza, ma il soggetto → sposta l’attenzione dall'oggetto al soggetto e questo ragionamento può essere applicato a tutta la conoscenza
● L’intento di Kant è quello di indagare in maniera trascendentale = riguarda il modo di conoscere di ciò che ci è fornito dall’esperienza e la nostra conoscenza non ha origine dall’esperienza, ma è a priori
● Kant non nega la nostra esperienza sensibile, ma dice che questa non è conoscenza → a noi arrivano tanti dati sensibili dall’esperienza in maniera disordinata, quindi l’intelletto deve riordinare tutti i dati che arrivano dall’esterno
→ sono quindi anche forme del nostro modo di ricevere gli oggetti dall’esterno che noi indaghiamo come fenomeni, cioè come inseriti in uno spazio e in un tempo
Nella prima critica alla ragione pura: la nostra conoscenza scaturisce da due fonti fondamentali dello spirito
1. facoltà di ricevere le rappresentazioni
2. facoltà di conoscere, pensare un oggetto mediante quelle rappresentazioni, cioe’ le sensazioni esterne
> e’ una facoltà dell'intelletto il quale pensa all’oggetto e la sensibilità deriva dall’oggetto → senza sensibilità nessun oggetto ci sarebbe dato
> Intuizione e concetti costituiscono gli elementi necessari della nostra conoscenza e Kant afferma che per conoscere l’intuizione è necessario il concetto
La sensibilità è ricettiva e passiva perché attraverso queste rappresentazioni gli oggetti esterni arrivano a noi → per arrivare alla conoscenza abbiamo bisogni sia delle intuizioni sia del concetto
Dalla sensibilità riceviamo una serie di qualità, inserito in uno spazio e in un tempo che l’intelletto unifica mediante il concetto puro = è una categoria che permette un giudizio di esperienza (un giudizio su un oggetto che è arrivato a noi sensibilmente)
● giudizio sintetico a priori → concetto universale
● giudizio empirico-percettivo dato dall’esperienza → ha bisogno di esperienza e cercare una ragione
Kant essendo sistematico ritiene che si possa anche enumerare le categorie a partire dall’attività dell’intelletto che ordina e unifica il molteplice sotto un unica rappresentazione cioè il giudizio
> e’ il frutto dell’unificazione del molteplice e il modo di essere del pensiero, che lo caratterizza e prende forma grazie ad esso
> le categorie sono ciò che permette il giudizio, quindi sono le condizioni dei giudizi stessi
> Kant ritiene che a partire dall’attività dell’intelletto che ordina, unifica il molteplice e ci fornisce una rappresentazione unica
> le categorie sono universali e a priori, sono le forme necessarie perché i fenomeni possano essere pensati
Kant enumera le categorie a partire dai giudizi e costruisce una tavola di 12 categorie riunite in 4 gruppi di 3 ciascuno, necessarie per il giudizio e sono le condizioni per giudicare → I dati dall’esterno vengono ordinati dall’intelletto che non ha un'attività creatrice ma di tipo ordinatrice.
La realtà e gli oggetti sottostanno ai nostri pensieri, l'intelletto conosce attraverso le categorie e senza queste ha un limite nella nostra conoscenza.
Kant afferma riprende che il valore conoscitivo delle categorie può essere superato → nella conoscenza sensibile noi conosciamo il dato sensibile come un fenomeno che poniamo al di fuori di noi nello spazio e nel tempo attraverso queste intuizioni pure.
Nella conoscenza intelligibile conosciamo il fenomeno in quanto sottoposto a delle categorie che sono forme universali che i fenomeni devono assumere per essere pensati → per Kant la conoscenza parte dal sensibile e dall’azione quando l’intelletto è attivo.
Kant introduce il concetto di “io penso” che chiama anche "percezione trascendentale" come unita’ di coscienza e autocoscienza (sta più in alto = suprema) che unifica e consente al soggetto in questo modo di riconoscere come proprie le intuizioni empiriche (spazio e tempo) e i concetti.
L’io penso diventa per Kant il punto più alto per l’uso dell’intelletto perché è:
● la condizione a priori che permette un’unità sintetica del molteplice che è di fronte a noi (consente di dare unità alle categorie)
● la coscienza di sé
● è distinto tra le unità e cioè autocoscienza
L’io penso rimane sempre identico perché consentirà a noi di conoscere i fenomeni come prodotti del nostro pensiero e secondo Kant si trova di fronte al problema di unificare le rappresentazioni di spazio e tempo. Lo fa grazie all’io penso, che rimarrà identico.
Cio’ che conosciamo e’ il mondo dei fenomeni, la realtà ordinata dal soggetto grazie alle forme a priori della sensibilità e dell’intelletto e poi amplificata dall’io penso.
= il trascendentale si distingue da trascendente (=ciò che va al di là delle facoltà conoscitive dell’uomo)
il trascendentale è ogni conoscenza che ha a che fare non con oggetti ma con il modo in cui conosco gli oggetti, quindi con il soggetto in quanto deve essere possibile a priori
→ e’ l’indagine delle condizioni di possibilita’ della nostra conoscenza, quindi cosa il soggetto puo’ conoscere; rinvia ad un problema gnoseologico e non ontologico dell’essere delle cose
= trascendentale e’ anche anche a priori, non ha origine dall’esperienza ma non perché è trascendente ma perché riguarda il modo di conoscere di ciò che è fornito dall’esperienza, il modo di conoscere del soggetto
Il trascendentale e l'estetica
Parla di spazio e tempo che Kant gli definisce intuizioni pure, sono le forme a priori dell’intelletto → spazio e tempo nessuno ce gli insegna, gli possediamo già (noi contestualizziamo una forma all’interno di uno spazio)
Nell’estetica trascendentale Kant analizza quello ciò che rende vero le nostre sensazioni le quali sono frutto del nostro conoscere → non è semplicemente ciò che appare, ma ciò che appare a me
estetica: è un concetto di metà 700, è la conoscenza sensibile → la conoscenza non è qualcosa di dato, ma è ciò che noi conosciamo
→ estetica trascendentale = derivazione etimologica, significa tramite i sensi, studia le condizioni a priori della conoscenza sensibile
→ l’estetica trascendentale indaga sulle condizioni di possibilità della nostra conoscenza in maniera aprioristica; studia le condizioni a priori della nostra conoscenza sensibile
Dalla conoscenza sensibile indaga 2 principi:
1. spazio: lo definisce il senso esterno → non è a posteriori, non è qualcosa che impariamo a seguito di una spiegazione o di una scoperta
2. tempo: lo definisce il senso interno
→ per Kant spazio e tempo non sono dati sensibili, ma sono modi soggettivi, cioè propri del soggetto conoscente quindi non possono esistere in assenza del soggetto in quanto sono propri del soggetto
→ questo spazio e tempo sono universali e necessari, sono dentro di noi, sono delle intuizioni, modi soggettivi a propri del soggetto conoscente e le chiama intuizioni pure = sono presupposti di ogni esperienza sensibile e non come realtà in sé, ma come condizioni necessarie affinché gli oggetti sensibili siano percepiti tramite i sensi
→ spazio e tempo assoluti Kant li definisce come intuizioni pure, quindi non possono essere modificati dal soggetto esterno in quanto a priori e non sono verificabili con l'esperienza
● puro = senza esperienza
● a priori = perchè non hanno bisogno di ricorrere all’esperienza empirica per essere conosciuti
Kant afferma che le verità matematiche non si fondano sull'esperienza, ma sulle forme a priori della sensibilità, sulle leggi → la geometria dipende dalle intuizioni pure dello spazio e del tempo, mentre l'aritmetica dipende dall’intuizione pura del tempo
Ognuno di noi organizza la realtà secondo spazio e tempo: tutti possediamo le forme a priori delle sensazioni e organizziamo la realtà sulla base di queste sensazioni
→ la conoscenza non è solo senso, ma vi è un passaggio ulteriore: l’analitica trascendentale
L'analitica trascendentale
Spazio e tempo non sono ancora conoscenza per Kant, perché non lo è neanche la sensibilità, quindi occorre individuare il loro legame (tra spazio-tempo e conoscenza) in relazione all’intelletto, quindi non più attraverso le intuizioni di spazio e tempo ma attraverso i principi puri o categorie
L'estetica trascendentale si è servita di queste intuizioni non è sufficiente per arrivare alla conoscenza, in quanto per farlo bisogna indagare attraverso l’intelletto tramite le categorie (la conoscenza sensibile è una conoscenza che non è ancora tale) → Kant studia le conoscenze dell’intelletto a priori e considera anche i contenuti del ragionamento
facoltà: ricettiva e passiva, riceve i dati dall’esterno, da forma grazie alle intuizioni pure date dall’esterno ad un oggetto che non potrebbe essere percepito sensibilmente
1. sensibilità: conoscenza attraverso spazio e tempo
2. intelletto: ci permette di categorizzare i dati sensibili tramite categorie
→ prende ciò che arriva dalla sensibilità e lo trasforma in conoscenza utilizzando le categorie o conoscenze pure
3. ragione: procede in maniera illegittima, perché cerca di spiegare le idee senza l’esperienza: vuole arrivare alla definizione eliminando la sensibilità
L’intelletto e la ragione per kant sono differenti in quanto l’intelletto compie un’azione di tipo legittimo tenendo conto della sensibilità, e la ragione invece salta questo stadio, vorrebbe arrivare alla conoscenza da sola, per cui giunge ad una illusione che è quella di spiegarsi la cosa in sé senza la sensibilità.
= cosa pensata e Kant lo chiama “cosa in sé"
> è inconoscibile pur essendo certo, ecco perché dice che è un'assurdità conoscere oltre all’esperienza
> per Kant è vero che esiste la cosa in sé, ma noi conosciamo l’oggetto che appartiene all’esperienza → la nostra ragione ci può portare ad una conoscenza scientifica ma non ad una conoscenza senza ragione
Kant ci dice che in questo modo abbiamo dei confini nella conoscenza, ma questi non corrispondono ai confini della possibilita’ delle cose stesse → può essere a prescindere dal soggetto, infatti è indipendente da esso
La dialettica e la metafisica
Il termine dialettica e’ utilizzato con il significato di discorso fallace (non vero), è la parte conclusiva della critica della ragion pura che si dedica alla dialettica.
→ nella dialettica e’ presente la ragione che per Kant è l’incondizionato dell’assoluto che noi possiamo pensare ma non possiamo conoscere, non possiamo raggiungerlo tramite la conoscenza.
S’intende l’analisi degli errori che la ragione commette quando pretende di conoscere senza l’esperienza.
Questa parte acquisisce il significato della ragion pura e la dialettica ha una valenza negativa e per spiegare questo Kant utilizza l’immagine della colomba in volo.
e’ una ragione che lui indaga, sono le capacità conoscitive dell'uomo che lui risalta.
Secondo Kant non è in volo la colomba, perché nella metafora di Kant la colomba vuole spingersi oltre l’aria nel vuoto → aspirazione naturale dell’uomo (spingersi oltre il mondo fenomenico per attingere all’assoluto)
L’illusione della metafisica nasce dal mondo noumenico e intellegibile: la metafisica ha la presunzione di pensare che può raggiungere con la conoscenza il noumeno, ma questo è soltanto un’illusione.
Nella critica della ragion pura parte analizzando diversi livelli di conoscenza: l’estetica e la conoscenza sensibile
Kant critica la ragione astratta che pensa di conoscere le cose assolute senza esperienza e dimostra le 3 idee metafisiche che danno origine a 3 scienze:
1. anima: psicologia razionale
2. mondo: cosmologia razionale → secondo Kant l’esistenza del mondo non è intesa come insieme di fenomeni, ma come totalità sostanziale in sé per sé (ha esistenza indipendente dal mondo sensibile)
3. Dio: teologia razionale
→ Le idee di Anima, Mondo e Dio sono idee pensabili e non conoscibili
In conclusione Kant si riferisce alla metafisica del passato dogmatica che si fonde sulla ragione senza l’esperienza
→ Kant dice che si può opporre una nuova metafisica concepita come scienza dei principi a priori del conoscere (= metafisica della natura) e dell’agire (= metafisica dei costumi)
→ Prima di Kant queste tre discipline erano indagate dalla metafisica che era ritenuta una scienza, la cosmologia indaga il mondo, lui critica il mondo indagato nella cosmologia come totalità in sé.
La ragione che vuole dimostrare l’esistenza del mondo in maniera indipendente dal sensibile si smarrisce in una serie di antinomie (anti nomos = ragionamento doppio e contrapposto uno all’altro) come vengono poste sia una tesi sia il suo opposto.
→ la ragione senza l’esperienza si smarrisce nella antinomie, non è in grado di mostrare una unità unica e dimostra sia la tesi che il suo contrario.
> tesi empirista → per la cosmologia l’esempio è che il mondo ha un inizio nel tempo che possiamo verificare (ha un inizio e una fine) → la tesi è la posizione dell'empirismo cioè solo tramite l’esperienza. (l’antitesi è la posizione del razionalismo)
> tesi razionalista → (dice l’opposto) il mondo non ha inizio.
Entrambe le tesi sono vere: sia che il mondo ha un’inizio sia che il mondo non ha inizio, quindi attraverso la metafisica si giunge a dei ragionamenti opposti che rendono possibile sia una cosa sia il suo contrario
Le tradizioni filosofiche di Kant
Le tradizioni filosofiche di Kant che tornano in diversi concetti:
● la tradizione razionalistica: ha come fonte della conoscenza interna la ragione → fa riferimento a Cartesio
● La tradizione empirista: ha come fonte di conoscenza esterna, cioè l’esperienza
● La tradizione illuministica: dall’illuminismo ricava la centralità dell’uomo, idea di libertà e ricordo
Kant parla di un dramma della ragione che prende coscienza dell’impossibilità di un sapere assoluto e avverte questa esigenza, irrinunciabile per l’uomo, nel cercare le radici di spiegare l’agire dell’uomo.
Domande da interrogazione
- In quale contesto politico viveva Kant?
- Quali sono i principali scritti di Kant?
- Cosa significa "illuminismo" secondo Kant?
- Quali sono le categorie fondamentali della conoscenza secondo Kant?
- Cosa significa "noumeno" secondo Kant?
Kant viveva nel contesto politico della Prussia governata da Federico II, un re filosofo che utilizzava la ragione per il bene del popolo.
I principali scritti di Kant includono la "Critica della ragion pura", i "Prolegomeni ad ogni futura metafisica", la "Critica della ragion pratica" e la "Critica del giudizio".
Secondo Kant, l'illuminismo è un atteggiamento mentale centrato sull'autonomia dell'uomo come essere razionale, che porta alla diffusione dei lumi e alla ricerca della verità attraverso la ragione.
Le categorie fondamentali della conoscenza secondo Kant sono spazio e tempo, che sono intuizioni pure, e le categorie dell'intelletto, che permettono di categorizzare i dati sensibili.
Il "noumeno" secondo Kant è la cosa in sé, l'oggetto che esiste al di là della nostra esperienza, ma che è inconoscibile per noi.