gabri89
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Concetti Chiave

  • René Descartes fonda la sua filosofia sulla ragione, dichiarando che la frase "Cogito ergo sum" segna l'inizio del suo pensiero filosofico.
  • Il dubbio per Descartes è fondamentale, poiché permette di liberarsi delle vecchie conoscenze e costruire una nuova comprensione scientifica e certezze.
  • Descartes ha sviluppato un metodo diviso in quattro regole: evidenza, analisi, sintesi, ed enumerazione e revisione, per guidare il pensiero verso la certezza.
  • La sua filosofia distingue tra tre sostanze: Dio, la sostanza pensante, e la sostanza estesa, con Dio come anello di congiunzione tra le due sostanze.
  • Descartes critica Platone, affermando che le idee sono entità soggettive e non oggettivamente esistenti, con le idee innate che non dipendono dall'esperienza sensibile.

Signor Descartes, la sua recente pubblicazione ("Le passioni dell'anima" N.d.R.) ha consolidato ulteriormente il suo rapporto con i lettori ma ancora una volta ha surriscaldato gli animi della critica dei nostri giorni.

Oggi lei ha gentilmente accettato l'invito a partecipare al nostro talk show: la prego di essere più obiettivo possibile nella risposta alle domande che le porrò, domande che mi sono state inviate dai nostri più fedeli ascoltatori.

Quindi, è pronto?

Sì, certamente!

Indice

  1. Il cogito e la ragione
  2. Il dubbio e la conoscenza
  3. La morale e le regole
  4. Il metodo e le sue regole
  5. La sostanza e Dio
  6. Le idee e la loro origine
  7. Conclusione dell'intervista

Il cogito e la ragione

Era il 10 novembre 1619, era stata una giornata molto stressante e non riuscivo a dormire serenamente, mi svegliai di soprassalto e pronunciai nel buio della mia camera da letto 3 parole: "Cogito ergo sum", queste parole mi hanno cambiato l'esistenza.

Io fondo la mia filosofia sulla ragione, tutti gli uomini sono dotati della ragione...

...sì, è proprio la "bona mens" che permette all'uomo di "pensare" e, quindi, di essere tale, di distinguersi dalle bestie. Cartesio, Renato - Intervista a Cartesio articoloLa ragione è uno strumento che mi permette di indagare la realtà per conoscerne l'essenza.

Questo è un quesito che mi viene posto frequentemente.

Il dubbio e la conoscenza

L'individuo ragiona solo dal momento in cui dubita di qualcosa, il dubbio è molto importante: permette all'individuo di essere certo del suo "ragionare" ma allo stesso tempo lo libera dal vecchio sapere, dal vecchio impianto filosofico. Quindi solo l'individuo può avere la certezza di ragionare, io sono certo esclusivamente del mio ragionamento.

C'è chi vede il solo fatto che io dubiti come un'esplicita manifestazione di scetticismo, io ritengo che il dubbio aiuti l'uomo a radere al suolo tutte le vecchie conoscenze, l'uomo deve fare tabula rasa di tutto il vecchio sapere, deve sostituirlo a nuovo sapere strutturato, scientifico.

Tuttavia, ritengo che lo scettico compia, in linea di principio, un buon lavoro anche se con qualche imperfezione.

Il dubbio scettico è un dubbio "totale", questi, infatti, dubita perfino della propria esistenza nonché dell'esistenza di Dio stesso. Io, invece, come ho già detto, dubito di tutto il vecchio sapere, dubito perfino di quelle che certezze che mi possono sembrare tali perché dettate da un "genio maligno".

Sì, perfettamente, solo il dubbio con il ragionamento mi può portare alla certezza.

La morale e le regole

La morale occupa un capitolo tra i più importanti della sua filosofia.

Ogni uomo ha il dovere di darsi delle norme di comportamento che siano rigorose e che valgano per ogni situazione che egli debba affrontare.

Io ritengo che l'individuo debba dedicare l'intera esistenza alla ricerca di regole assolute, le quattro regole che io mi sono dato sono provvisorie, di transizione, sono tuttora alla ricerca delle regole definitive.

Mi sono imposto quattro regole delle quali una, la quarta, è una raccomandazione di carattere generale.

La prima regola prevede l'obbedienza alle leggi e ai costumi del paese in cui si vive.

La seconda detta il perseverare, da parte dell'uomo, nelle azioni e nelle iniziative intraprese anche se queste possono apparire fallaci: imboccata una strada questa deve essere percossa fino alla fine.

La terza regola della morale prevede che qualora le mie idee dovessero essere in contrasto con la realtà è bene che io modifichi i miei pensieri e non cerchi di stravolgere il mondo.

La quarta e ultima regola prevede la necessità che tutta la condotta degli uomini sia basata sulla bona mens e sul metodo da me messo a punto.

Il metodo e le sue regole

Il metodo è lo strumento che permette all'uomo di comprendere a fondo il mondo in cui vive per arrivare alla certezza. Il metodo consta di ventuno regole, che ho opportunamente ridotto a quattro allo scopo di ovviare all'esigenza di uno strumento gnoseologico che accompagni l'uomo verso la certezza.

Le regole del metodo sono le seguenti:

La prima regola è l'evidenza: ovvero non si può accettare nulla che non abbia il carattere della chiarezza e della distinzione. E' chiaro ciò che è evidente, la presenza e il manifestarsi della cosa stessa; è distinto ciò che non si confonde con le altre cose.

La seconda regola è l'analisi: il problema da analizzare non va affrontato nella sua interezza ma scomposto prima nelle parti più semplici.

La terza regola è la sintesi: il problema scomposto nella sue parti semplici va ricostruito a partire da questi dati, una volta siano stati accettati e provati corrispondenti alla realtà in modo certo e incontrovertibile.

La quarta regola è l'enumerazione e revisione: ovvero la verifica dell'affermazione, una regola prudenziale che impone l'esigenza di rivedere ogni fase del processo critico in modo da eliminare eventuali errori residui.

La sostanza e Dio

Il termine "sostanza" indica letteralmente l'ente che per esistere non necessità di nient'altro, è qualcosa di assolutamente autonomo.

...non è del tutto vero: Dio è la sostanza più alta, per antonomasia, ma, tuttavia, esistono altra due sostanze, la sostanza pensante e la sostanza estesa.

Le due sostanze sono separate, l'una è indipendente dall'altra.

Il mondo, la sostanza estesa, è oggettivamente esistente, è autonomo dal soggetto ed è sostanza in misura in cui è stato creato da Dio, l'essere perfetto, sostanza infinita, eterna, immutabile, onnisciente, onnipotente, e dalla quale io stesso, e tutte le altre cose siamo stati creati e prodotti.

La sostanza pensante, l'intelletto, è tale in quanto per esistere non necessita di alcuna cosa, è autofondante.

Dio è l'anello di congiungimento di tra le due sostanze.

Il mondo è estensione di un movimento, è composto da una realtà fisica, naturale e dal movimento.

Il movimento è dato al mondo da Dio in una determinata quantità che non varia mai con il passare del tempo: i corpi si cedono vicendevolmente il movimento alternandosi nel movimento.

Le idee e la loro origine

Le idee devono essere distinte relativamente alla loro origine in avventizie, fittizie e innate.

Le idee avventizie sarebbero quelle idee che provengono dall'esperienza sensibile, quindi da ciò che è a noi esterno.

Le idee fattizie sarebbero quelle idee prodotte in noi, a prescindere da una nostra esperienza sensibile, quindi solamente a partire dalla nostra mente.

Le idee innate non provengono, invece, né da una realtà esterna a noi, né dalla produttività della nostra mente. Esse sono infatti presenti in noi a prescindere da una nostra esperienza sensibile e a prescindere da una nostra creatività interiore, dunque le idee innate sono eterne.

Dio è l'idea innata per eccellenza, è sinonimo di perfezione.

Platone considerava erroneamente le idee oggettivamente esistenti, entità astratte che formerebbero un mondo intelligibile, perfetto.

Io ho motivo di ritenere che le idee siano delle entità estremamente soggettive, rappresentano il pensiero, la psicologia dell'individuo in base alla quale egli agisce nel mondo.

Conclusione dell'intervista

Bene, la ringrazio sentitamente per averci concesso questa intervista esclusiva, ricordo, inoltre, ai telespettatori il titolo della sua ultima "fatica editoriale": "le passioni dell'anima".

Arrivederci signor Descartes, alla prossima.

Ringrazio lei per aver ritagliato uno spazio nel suo show allo scopo di divulgare il mio pensiero e la ringrazio a nome della collettività per questi momenti di televisione "sana", educativa.

A presto!

Domande da interrogazione

  1. Quando e come è nata la filosofia di René Descartes?
  2. La filosofia di René Descartes è nata il 10 novembre 1619, quando, dopo una giornata stressante, si svegliò di soprassalto e pronunciò le parole "Cogito ergo sum", che cambiarono la sua esistenza.

  3. Cosa significa "cogito ergo sum" per Descartes?
  4. Per Descartes, "cogito ergo sum" significa che la ragione è la base della sua filosofia, e che la "bona mens" permette all'uomo di pensare e distinguersi dalle bestie.

  5. Qual è il ruolo del dubbio nella filosofia di Descartes?
  6. Il dubbio è fondamentale nella filosofia di Descartes perché permette all'individuo di essere certo del suo ragionamento e di liberarsi dal vecchio sapere, portando alla certezza attraverso il ragionamento.

  7. Quali sono le quattro regole morali che Descartes si è imposto?
  8. Le quattro regole morali di Descartes sono: obbedire alle leggi e costumi del paese, perseverare nelle azioni intraprese, modificare i pensieri se in contrasto con la realtà, e basare la condotta sulla "bona mens" e il suo metodo.

  9. Come Descartes distingue le idee rispetto alla loro origine?
  10. Descartes distingue le idee in avventizie, che provengono dall'esperienza sensibile; fattizie, prodotte dalla mente senza esperienza sensibile; e innate, che sono presenti indipendentemente dall'esperienza sensibile o creatività interiore.

Domande e risposte

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