Concetti Chiave
- Le "Meditazioni metafisiche" di Cartesio cercano di superare il dubbio scettico, affrontando la conoscenza sensibile e l'ipotesi del dio ingannatore.
- L'esistenza certa del "cogito ergo sum" è la base per passare alla certezza del mondo esterno e delle altre verità, attraverso l'idea di Dio.
- Cartesio distingue tra idee avventizie, fattizie e innate, scoprendo che la nozione di Dio come essere perfetto è innata e non originata da cose finite.
- La perfezione divina implica la veracità, eliminando il dubbio sul dio ingannatore e stabilendo che l'errore deriva dalla volontà, non dall'intelletto.
- La distinzione tra res extensa e res cogitans porta alla separazione di anima e corpo, e alla dimostrazione dell'esistenza reale dei corpi attraverso la causa delle idee sensibili.
La pubblicazione delle "Meditazioni metafisiche" (1641) ha l'obbiettivo di mostrare come sia possibile anche in metafisica prevenire a una coscienza "certa e indubitabile".
Indice
Superamento del dubbio scettico
Il primo passo è il superamento del dubbio scettico, che riguarda innanzitutto la conoscenza sensibile.
Ipotesi del dio ingannatore
La strategia cartesiana reindirizza ulteriormente il dubbio scettico mediante l'ipotesi del dio ingannatore: immagina infatti che Dio sia così onnipotente da trarci in inganno anche da concepire le verità più chiare ed evidenti, come quelle delle matematiche, che pure prescindono dalla fallibilità dei sensi.
Cogito ergo sum
A questa totale sospensione del giudiziosi sottrae però la verità dell'esistenza d colui stesso che, dubitando, pensa ("cogito ergo sum": penso dunque sono).
Idea di Dio e verità
Ma per passare dalla certezza isolata della propria esistenza, come essere pensante, alla certezza del mondo esterno e di tutte le altre verità(comprese quella matematica) è necessario pervenire preliminarmente all'idea di Dio e attribuirle un valore fondativo.
Distinzione tra idee e nozione di Dio
Distinguendo fra "idee avventizie" (quelle che al soggetto sembrano "venute dal di fuori"), "fattizie" (quelle formate o trovate dal soggetto stesso), "innate" (quelle che sembrano a te con e nel soggetto), Cartesio scopre che la nozione di Dio come essere perfetto, eterno, immutabile non può trarre origine né da alcuna cosa finita, né da noi stessi in quanto enti perfetti: essa si rileva dunque "innata" e non potrà derivare se non da un essere che esiste realmente così come è pensato. Ma in questo modo cade anche il dubbio sul dio ingannatore: la veracità rientra infatti nella perfezione dell'ente infinito.
Garanzia della veracità divina
Ne consegue che Dio non farà mai in modo che ci inganniamo, almeno finché ci serviamo di conoscenze evidenti assunte per quel che esse realmente significano (l'errore trae origine non dall'intelletto bensì da un atto di volontà che ci porta a pronunciare giudizi errati sulle cose).
Ontologia cartesiana e res extensa
A partire da questa "garanzia" fornita dalla veracità divina, Cartesio procede a dipanare i nodi della sua ontologia: sotto il segno delle idee chiare e distinte, non riconosce nelle cose materiali null'altro che res extensa (sostanza estesa) e le separa in modo netto dall'altro tipo di sostanza, la res cogitans (sostanza pensante), il pensiero.
Distinzione tra anima e corpo
Da ciò deriva anche la conoscenza della distinzione reale di anima e corpo.
Esistenza reale dei corpi
Ultima viene la dimostrazione dell'esistenza reale dei corpi. In quanto effetto involontario, la facoltà passiva di ricevere le idee sensibili implica fuori di noi una causa attiva che produca queste idee. Questa causa avrà una realtà effettiva (realtà formale) uguale o superiore alla realtà ideale(realtà oggettiva) di tale idee. Nel primo caso si tratterà direttamente dei corpi; nel secondo caso, si potrebbe ipotizzare che l'autore sia Dio o una creatura più nobile del corpo. Ma Dio stesso ci ha dato una grande inclinazione a credere che tali idee derivino dai corpi e, poiché non possiamo ritenerlo ingannatore, neppure immagineremo che ci abbia instillato una convinzione da cui saremmo tratti sistematicamente in errore.
Domande da interrogazione
- Qual è l'obiettivo principale delle "Meditazioni metafisiche" di Cartesio?
- Come Cartesio affronta il dubbio scettico nelle sue meditazioni?
- Qual è il ruolo dell'idea di Dio nelle meditazioni di Cartesio?
- Come Cartesio distingue tra anima e corpo nelle sue meditazioni?
L'obiettivo principale delle "Meditazioni metafisiche" è dimostrare come sia possibile raggiungere una coscienza "certa e indubitabile" anche in metafisica, superando il dubbio scettico.
Cartesio affronta il dubbio scettico introducendo l'ipotesi del dio ingannatore, ma lo supera affermando la certezza dell'esistenza di colui che pensa ("cogito ergo sum") e attribuendo un valore fondativo all'idea di Dio.
L'idea di Dio, come essere perfetto e immutabile, è considerata innata e fondamentale per superare il dubbio del dio ingannatore, poiché la veracità divina garantisce che non siamo ingannati quando ci affidiamo a conoscenze evidenti.
Cartesio distingue tra anima e corpo riconoscendo nelle cose materiali solo la res extensa (sostanza estesa) e separandola nettamente dalla res cogitans (sostanza pensante), che è il pensiero, dimostrando così la distinzione reale tra anima e corpo.