Concetti Chiave
- L'Illuminismo rappresenta una corrente filosofica e un'epoca in cui la ragione è applicata a tutti i campi dello scibile, rifiutando l'autorità senza critica e promuovendo lo spirito critico.
- Gli Illuministi vedono la scienza come uno strumento fondamentale per il progresso sociale ed economico, puntando a migliorare la vita collettiva e individuale.
- In ambito religioso, l'Illuminismo promuove il Deismo, riducendo la religione a precetti morali e a una fiducia razionale in un essere supremo, evitando conflitti religiosi.
- Economicamente, gli Illuministi si allineano con la fisiocrazia di Adam Smith, valorizzando la produzione agricola e sostenendo il libero commercio per il benessere collettivo.
- I valori centrali dell'Illuminismo, secondo Paolo Viola, sono ragione, libertà, felicità e tolleranza, riflettendo l'importanza della conoscenza, della libertà di pensiero e della ricerca della felicità.
Indice
L'essenza dell'Illuminismo
L’Illuminismo è allo stesso tempo due cose: una corrente filosofica e un’epoca, cioè è un fenomeno intellettuale e filosofico, ma è anche la nascita di una nuova socialità, di nuove riviste, etc. L’Illuminismo è l’abbandono dell’ipse dixit, è l’idea che gli uomini non solo hanno una ragione e possono usarla, ma che possono usarla in tutti i campi: non c’è un ambito dello scibile (teologia, metafisica, biologica) al quale possa essere interdetto l’ingresso della ragione. Rinunciare alla guida di un altro significa rinunciare ad Aristotele, alla dottrina della Chiesa non come religione, ma come sudditanza ad idee espresse da altri: è il rifiuto del principio di autorità, l’uso dello spirito critico. Questo potrebbe già distinguerlo, ad esempio, dal Romanticismo: esso accettava che ci fosse un ambito inaccessibile alla ragione, il sentimento del patriottismo ad esempio non è razionale perché non corrisponde a dei criteri. La capitale indiscussa è Parigi, importanti centri sono la Scozia e l’Italia, in particolar modo a Milano e Napoli (non a caso, i paesi dove ci sono stati gli Austriaci).
Scienza e religione nell'Illuminismo
Gli Illuministi si occupano di molte cose e in modo diverso, ma su natura e scienza condividono grossomodo tutti la stessa idea in quanto sono al centro del loro interesse: dalla scienza si aspettano gli strumenti per migliorare la società, la vita collettiva, per migliorare la propria salute, il proprio grado economico e in generale per ottenere un progresso.
Dal punto di vista della religione, che è forse quello sul quale gli Illuministi espongono più che in altri settori, la si riduce alla fiducia nell’esistenza di un essere metafisico e ad un insieme di precetti morali: il Deismo è, in qualche misura, una forma di razionalizzazione della religione che passa attraverso l’idea che della religione presentava la massoneria (nata intorno agli anni ’20 del ‘700 in Inghilterra, parlava di Dio come di un “grande architetto” e del mondo come di un “grande orologio”: essa presenta l’idea di un Dio che, una volta fatto il mondo, gli ha dato delle regole proprio come un orologio ed esso funziona soltanto in quel modo, non c’è una provvidenza che interviene nella storia a determinarne gli esiti). Se la religione è questa cosa, allora non ha senso farsi la guerra per motivi religiosi, perché quello che conta è la fede in un essere supremo e il corretto comportamento morale.
Economia e politica illuminista
Dal punto di vista economico, gli Illuministi si posizionano tra autori del mercantilismo e di una nuova corrente filosofica, la fisiocrazia, la cui opera di riferimento è il Saggio sull’origine della ricchezza nelle nazioni (1786) di Adam Smith. Secondo Smith, la ricchezza di una nazione non è nei metalli preziosi, nelle monete che circolano all’interno di essa, non è nella potenza demografica ma è nella produzione agricola: l’economia reale è costituita dai beni che la physis, cioè la natura, riesce a dare a quel paese. È pertanto possibile classificare la società in base al ruolo che gli individui hanno nel processo produttivo, e non in base al loro status o alla loro dignità. Sempre secondo Smith, la libertà di commercio porterà al massimo utile per il maggior numero di persone: l’idea di utilitarismo elaborata da Bentham viene traslata anche in campo economico nel liberismo del mercato.
Dal punto di vista politico alcuni Illuministi sono favorevoli al dispotismo illuminato, ma non tutti: se Voltaire e Diderot lo sono, Rousseau non lo è. Le posizioni politiche dentro all’Illuminismo sono molto variegate, dal dispotismo illuminato ai sostenitori della democrazia con suffragio universale e sono presenti tutte le sfumature trovabili in questo spettro.
Valori fondamentali dell'Illuminismo
Ci sono due punti di riferimento: il primo è lo spirito critico, l’idea che la ragione possa essere applicata a tutti i campi dello scibile e quindi non importa se due persone la pensano diversamente, perché quello che conta è che se ne possa discutere, e questo è il secondo punto, argomentando la propria posizione con gli strumenti offerti dalla ragione. Per essere entrambi Illuministi, ad esempio, non è necessario condividere la stessa concezione politica, perché quello che si condivide è l’idea che di quella cosa se ne possa parlare: anche se le due opinioni resteranno diverse, nessuno tirerà poi fuori il diritto divino o quello sovrano, perché non è sostenuto da argomentazioni razionali, mentre si potrà ad esempio sostenere l’efficienza della monarchia, del dispotismo. Infatti, gli Illuministi che argomentano a favore del dispotismo illuminato non pretendono di dimostrare che esso è stato sempre esistito perché così vuole Dio, ma partono dal fatto che funziona e pertanto va utilizzato.
Secondo Paolo Viola, gli Illuministi sono accomunati da quattro valori fondamentali: ragione, libertà, felicità e tolleranza. La ragione come strumento della conoscenza, ma anche della condotta personale di ciascuno; la libertà, l’idea che i prodotti del pensiero debbano essere liberamente pubblicati, che le persone non possano essere perseguite per le loro opinioni e che queste possono essere scardinate; la felicità, l’obiettivo della vita degli uomini non è la salvezza dell’anima ma lo stare bene in questa vita (e magari anche nell'aldilà), il cui perseguimento è un diritto degli uomini e non un disvalore; la tolleranza, l’idea condivisa che le posizioni religiose non debbano essere di ostacolo alla vita degli individui.
Domande da interrogazione
- Qual è la definizione principale dell'Illuminismo?
- Qual è l'approccio degli Illuministi verso la religione?
- Come vedono gli Illuministi l'economia?
- Quali sono le posizioni politiche degli Illuministi?
- Quali sono i valori fondamentali condivisi dagli Illuministi secondo Paolo Viola?
L'Illuminismo è definito come una corrente filosofica e un'epoca, caratterizzata dall'abbandono del principio di autorità e dall'uso della ragione in tutti i campi del sapere.
Gli Illuministi riducono la religione alla fiducia in un essere metafisico e a precetti morali, promuovendo il Deismo e rifiutando le guerre religiose.
Gli Illuministi, influenzati da Adam Smith, vedono la ricchezza di una nazione nella produzione agricola e sostengono la libertà di commercio per il massimo beneficio collettivo.
Le posizioni politiche degli Illuministi variano dal dispotismo illuminato alla democrazia con suffragio universale, con un comune spirito critico e apertura al dibattito razionale.
I valori fondamentali sono ragione, libertà, felicità e tolleranza, con la ragione come strumento di conoscenza e condotta, e la tolleranza come rispetto delle posizioni religiose.