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Hume, David - Pensiero e opere Pag. 1
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Sintesi

Hume



Il progetto filosofico
Hume è un filosofo scozzese che intende riportare nel campo dello studio dell’uomo quel rigore metodico che Newton aveva utilizzato nelle scienze naturali, con 3 punti principali:
- concetto del primato dell’esperienza;
- rifiuto delle ipotesi;
- impegno a ricondurre a pochi e semplici principi la molteplicità dei fenomeni.

Egli intende costruire una scienza della natura umana basata sul metodo sperimentale e valida come fondamento del sapere scientifico. Egli è consapevole della fragilità dei sistemi filosofici più accreditati.
Fondare una scienza dell’uomo si tratta per Hume di un compito importante ed urgente. La conoscenza della natura umana sarà di grande utilità per farci progredire in tutti gli altri ambiti, a partire dalle scienze fisiche, fino alla morale ed alla religione.
Occorre abbandonare le vecchie procedure filosofiche antiche e volgerci all’indagine sulla natura umana, basata sul metodo sperimentale.

La fonte di ogni conoscenza: impressioni e idee
Hume sostiene che le percezioni della mente si distinguono in impressioni ed idee.
• Le impressioni sono percezioni immediate e vivide, ovvero tutte le sensazioni, passioni ed emozioni nel loro primo manifestarsi all’anima;
• le idee, invece, sono le immagini illanguidite e sbiadite delle impressioni, si formano nella nostra mente quando pensiamo e ragioniamo, ma di base vi è sempre una percezione originaria.
Le impressioni e le idee differiscono solo di grado, ed ogni idea deriva dalla corrispondente impressione. Impressione originaria ⇒idee.

L’associazione tra le idee
Hume distingue 2 facoltà della mente : memoria e immaginazione.
• La memoria consiste nel ricordare le impressioni nella loro successione e forma originarie;
• L’immaginazione consiste nel classificare liberamente le idee, ma più frequentemente nel collegare le idee secondo schemi fissi, ossia secondo il principio di associazione.
Il principio di associazione è l’equivalente della legge di Newton della gravitazione universale; è considerata la “dolce forza” di attrazione tra le idee ed è il principio grazie al quale gli uomini possono conoscere e ragionare.
Questo opera secondo i criteri di somiglianza-contiguità-casualità(relazione di causa ed effetto), e forma le idee complesse (associazioni tra idee) ⇒”il sapere umano è costruito con idee complesse”.

Due tipi di conoscenza
Le idee complesse (associazioni tra idee), formatesi grazie al principio di associazione, garantiscono sia una conoscenza certa, sia una conoscenza probabile.
• La conoscenza certa tratta le relazioni tra idee, stabilite in modo intuitivo e a priori (es. le idee della matematica);
• La conoscenza probabile tratta le relazioni tra dati di fatto, stabilite attraverso il confronto con l’esperienza (es. idee di spazio, tempo, causa-effetto, sostanza). Con le relazioni tra dati di fatto, non essendo certe come la matematica che ha in se stessa la sua validità, dobbiamo ricorrere alla verifica empirica, ossia ad una constatazione. Queste relazioni quindi sono possibili, ma non necessarie, e si fondano sul principio di “casualità”.



L’analisi dell’idea di causa
Le relazioni tra dati di fatto sono caratterizzate dal principio di causalità, che diventa un nodo cruciale dell’indagine filosofica di Hume. L’idea di causa secondo Hume rimanda all’esperienza, non ad una relazione tra idee ⇒es. : un sasso mi rompe la finestra: è il sasso la causa della rottura del vetro; il fuoco mi scotta il dito: è il fuoco la causa della scottatura al dito ⇒ciò significa che l’impressione B, viene sempre dopo l’impressione A (il vetro rotto: B e il sasso: A ; la scottatura: B e il fuoco: A).
La relazione causa-effetto è quindi semplicemente il frutto di immaginazione e abitudine (soggettiva), nel rapportare 2 fenomeni.
I 2 fenomeni sono in reale contiguità e successione temporale (post hoc: dopo questo), e inoltre viene attribuito loro un’inesistente connessione necessaria (propter hoc :a causa di questo) ⇒es. noi facciamo l’errore di trasformare il post hoc in propter hoc, ovvero il “dopo questo” in “a causa di questo”: noi giudichiamo necessario che il sasso rompa il vetro, che il fuoco scotti, ma sia nel sasso che nel fuoco non c’è alcuna necessità.
o Punti fondamentali dell’argomentazione di Hume:
• L’esperienza attesta la regolare contiguità e successione di 2 eventi;
• L’immaginazione, sorretta dall’abitudine, porta a credere che il rapporto sia necessario e che, nel futuro, i 2 eventi saranno ugualmente collegati;
• Questo legame esiste solo nella nostra mente, come abitudine soggettiva a collegare A(il fuoco) a B (la combustione);
• La relazione causa-effetto non è necessaria né oggettiva, ma risiede in un’attitudine soggettiva.

L’abitudine come fonte di credenza
Hume sostiene che l’esperienza non può garantire che 2 fenomeni connessi adesso, lo saranno anche nel futuro; e non può offrire garanzie sull’uniformità del corso della natura.
Hume afferma che la conoscenza scientifica consiste nel classificare le regolarità già osservate e nel fare previsioni probabili.
Le leggi naturali necessarie (uniformità della natura) sono semplicemente frutto solo dell’abitudine (scetticismo conoscitivo), ed in base all’abitudine si forma la credenza, ovvero un sentimento naturale, un istinto che ci spinge a dare il nostro assenso alle impressioni.
Quotidianamente noi agiamo sulla base di credenze, ma non possediamo certezze; ed anche la causalità, ovvero rapporto necessario tra 2 fatti, è qualcosa che deriva dalla nostra immaginazione e dal nostro istinto, un sentimento che ci permette di orientarci nella vinta, anche senza conoscenze assolute.
Es. ⇒l’esistenza dell’io (anima, sostanza) deriva dall’abitudine, come la convinzione che esista un mondo esterno.

La critica all’idea di sostanza
Riprendendo Locke, Hume distingue tra sostanza materiale (corpi fuori di noi) e sostanza spirituale (l’io o anima).
• Relativamente alle sostanze materiali, la nostra mente percepisce soltanto le impressioni di singole qualità delle cose; ciò che noi cogliamo in realtà, non è che un fascio di percezioni.
• Relativamente alla sostanza spirituale (l’io e l’anima), Hume si chiede da cosa nasca la tendenza nel credere in tale “io”. L’io è semplicemente ciò che dà unita ed ordine alle sensazioni, non ha una consistenza propria, e ne è prova il fatto che, quando la morte annienta tutte le percezioni, di tale ipotetica entità non rimane nulla. Stessa cosa vale per la “mente”, teatro in cui le percezioni appaiono e scompaiono come attori di una rappresentazione, ma che non ha alcuna realtà.
Se quindi gli oggetti ed i soggetti sono fasci di impressioni, essi esistono solo per pura nostra “credenza”: la filosofia di Hume ci insegna che qualunque impressione è una percezione e quindi soggettiva.
Hume è quindi molto scettico e per lui noi non possiamo essere certi di niente , eccetto delle verità matematiche essendo razionali, universali e necessarie. Tutto il resto è in mano alla probabilità.
Per quanto riguarda le conoscenze relative ai “dati di fatto”, Hume afferma che esse non siano del tutto prive di validità, anzi sono affidabili.
Inoltre per Hume esiste nell’uomo un istinto che può fungere da guida nella condotta della vita.
Estratto del documento

empirica, ossia ad una constatazione. Queste relazioni quindi sono possibili, ma

non necessarie, e si fondano sul principio di “casualità”.

L’analisi dell’idea di causa

Le relazioni tra dati di fatto sono caratterizzate dal principio di causalità, che diventa

un nodo cruciale dell’indagine filosofica di Hume. L’idea di causa secondo Hume

rimanda all’esperienza, non ad una relazione tra idee es. : un sasso mi rompe la

finestra: è il sasso la causa della rottura del vetro; il fuoco mi scotta il dito: è il fuoco

la causa della scottatura al dito ciò significa che l’impressione B, viene sempre

dopo l’impressione A (il vetro rotto: B e il sasso: A ; la scottatura: B e il fuoco: A).

La relazione causa-effetto è quindi semplicemente il frutto di immaginazione e

abitudine (soggettiva), nel rapportare 2 fenomeni. (post hoc:

I 2 fenomeni sono in reale contiguità e successione temporale dopo

questo), e inoltre viene attribuito loro un’inesistente connessione necessaria

(propter hoc :a post hoc

causa di questo) es. noi facciamo l’errore di trasformare il

propter hoc,

in ovvero il “dopo questo” in “a causa di questo”: noi giudichiamo

necessario che il sasso rompa il vetro, che il fuoco scotti, ma sia nel sasso che nel

fuoco non c’è alcuna necessità.

Punti fondamentali dell’argomentazione di Hume:

o L’esperienza attesta la regolare contiguità e successione di 2 eventi;

 L’immaginazione, sorretta dall’abitudine, porta a credere che il rapporto sia

 necessario e che, nel futuro, i 2 eventi saranno ugualmente collegati;

Questo legame esiste solo nella nostra mente, come abitudine soggettiva a

 collegare A(il fuoco) a B (la combustione);

La relazione causa-effetto non è necessaria né oggettiva, ma risiede in

 un’attitudine soggettiva.

L’abitudine come fonte di credenza

Hume sostiene che l’esperienza non può garantire che 2 fenomeni connessi adesso,

lo saranno anche nel futuro; e non può offrire garanzie sull’uniformità del corso della

natura.

Hume afferma che la conoscenza scientifica consiste nel classificare le regolarità

già osservate e nel fare previsioni probabili.

Le leggi naturali necessarie (uniformità della natura) sono semplicemente frutto

solo dell’abitudine (scetticismo conoscitivo), ed in base all’abitudine si forma la

credenza, ovvero un sentimento naturale, un istinto che ci spinge a dare il nostro

assenso alle impressioni.

Quotidianamente noi agiamo sulla base di credenze, ma non possediamo certezze;

ed anche la causalità, ovvero rapporto necessario tra 2 fatti, è qualcosa che deriva

dalla nostra immaginazione e dal nostro istinto, un sentimento che ci permette di

orientarci nella vinta, anche senza conoscenze assolute.

Es. l’esistenza dell’io (anima, sostanza) deriva dall’abitudine, come la convinzione

che esista un mondo esterno.

La critica all’idea di sostanza

Riprendendo Locke, Hume distingue tra sostanza materiale (corpi fuori di noi) e sostanza

spirituale (l’io o anima).

Relativamente alle sostanze materiali, la nostra mente percepisce soltanto le

 impressioni di singole qualità delle cose; ciò che noi cogliamo in realtà, non è che un fascio di

percezioni.

Relativamente alla sostanza spirituale (l’io e l’anima), Hume si chiede da cosa nasca

 la tendenza nel credere in tale “io”. L’io è semplicemente ciò che dà unita ed ordine alle

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