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Sintesi

L'ateismo nel pensiero antico e moderno.



L'appunto è relativo alla definizione di ateismo.In particolare è analizzzato ilò pensiero di alcuni filosofi greci come Epicuro,Crizia.È esaminata la falsa accusa di ateismo rivolta ai primi cristiani.Per poi giungere al pensiero di Leopardi e Foscolo.È esaminata altresì anche la relatività.
Estratto del documento

Teodoro, filosofo greco del 4-5 sec, confutò tutte le opinioni espresse dai Greci

intorno a essi, e per questo fu soprannominato «l’ateo».“Teodoro fu colui che

distrusse ogni opinione sugli Dei”. (Diogene Laerzio, Vite dei filosofi, II, 97).

“Anche riguardo a questo problema la maggior parte degli uomini affermò l’esistenza

degli dei, il che è massimamente conforme a verità e a ciò a cui noi tutti ci

indirizziamo sotto la guida della natura. Protagora invece ne dubitò, li negarono del

tutto Diagora di Melo e Teodoro di Cirene”. (Cicerone, De nat. deor., I, 1,2) E

proprio per il suo atteggiamento negativo verso le credenze popolari fu denominato

L'Ateo. Considerava l' assoluta indipendenza del saggio e il suo diritto a considerarsi

“cittadino del mondo”.

Per Epicuro (IV-III sec. a. C) e Lucrezio non è corretto parlare di ateismo in senso

rigoroso giacche per entrambi gli dei esistevano, ma abitavano nell'intermundia e

come dimostra la presenza del male nel mondo , non occupandosi affatto degli

uomini. Questi devono liberarsi dall' assurda paura degli dei e adottare un ateismo

pratico. Richiama l' uomo alla sua realtà concreta, al suo bisogno, al suo piacere.

La sua esaltazione del piacere corrisponde a una ricerca della felicità come salute dell'

anima, come pace interiore e liberazione dalle paure e dai timori irrazionali.

“Non dura ininterrottamente il dolore della carne; il suo culmine dura anzi un tempo

brevissimo; e ciò che di esso appena oltrepassa il piacere non si protrae molti giorni

nella nostra carne. Le lunghe malattie poi arrecano alla carne più piacere che

dolore.”(Massime capitali)

Epicuro compendiò la sua etica nel cosiddetto Tetrafarmaco una sorta di ricetta

,

della felicità, articolata in quattro punti:

• Non bisogna temere gli dei.

• La morte è nulla per noi.

• Il bene è facile a procurarsi.

È facile sopportare il male.

• 5 Fiorentino Rosaria Mariagrazia

Epicuro impose ai suoi seguaci la dottrina con fermissima disciplina al punto che nel

“Giardino” non poterono aver luogo conflitti di idee e sviluppi dottrinari. Il terreno su

cui sorgeva la scuola di Epicuro fu successivamente venduto e il “ Giardino “ morto.

Ma no la sua idea che continuò. Nel I secolo a. C. per opera di Filodema di Gadara si

costituì un circolo di epicurei di carattere aristocratico che trovò la sua sede in una

villa di Ercolano di proprietà di Clpurnio Pisone, noto e influente uomo politico e

grande mecenate.

Ma il contributo di gran lunga più cospicuo all'epicureismo doveva venire da Tito

Lucrezio Caro che costituì un unicum della filosofia di tutti i tempi. Il “ De Rerum

Natura”, che egli compose cantando in mirabili versi il verbo di Epicuro, costituì il

più grande poema filosofico di tutti i tempi. Quanto alla dottrina ,Lucrezio ripete

fedelmente Epicuro. La sua novità consiste nella poesia, ossia nel modo con cui seppe

porgere il messaggio che veniva dal “Giardino “. Per liberare gli uomini Lucrezio

capì che non si trattava di ottenere, nei “momenti di fredda riflessione, la loro

adesione ad alcune verità di ordine intellettuale, ma che bisognava rendere queste

verità comprensibili al cuore” (P. Boyancè). In effetti se si mettono a confronto i passi

del poema lucreziano coi corrispondenti passi di Epicuro , si troverà che la differenza

è quasi sempre questa: il filoso parla con il linguaggio del λόγος, il poeta aggiunge i

toni suadenti del sentimento, dell'intuizione fantastica : in breve è la magia dell'arte.

Epicuro seppe placare le angosce esistenziali, Lucrezio ne restò vittima e morì

suicida.

La diffusione dell'epicureismo fu difficile e travagliata: la dottrina si presentava

ideologicamente politicamente pericolosa. Non assimilabile alla cultura romana. Essa

conduceva una forte polemica contro l' intera religione tradizionale, mentre a Roma la

religiosità era forte. Il libro di Lucrezio non ebbe il successo sperato. Un pensiero che

si poneva in antitesi con quello tradizionale era da aberrare.

Il cristianesimo ne è un esempio. La concezione cristiana della vita appariva in

conflitto con quella romana: i cristiani non solo si rifiutavano di partecipare al culto

6 Fiorentino Rosaria Mariagrazia

delle divinità dello Stato e al culto dell'imperatore – di qui l'accusa di ateismo- ma

condannando lo Stato come Regno di Satana si rifiutavano di servirlo come soldati o

funzionari. Così la nuova organizzazione avvolta nella clandestinità fu oggetto di

sospetto, calunnie assurde e infamanti come immoralità, incesto, antropofagia. I

cristiani considerati con sospetto divennero capro espiatorio da parte del potere

statale. Plinio, in qualità di governatore di Ponto e Bitinia, in Asia Minore, scrive una

epistola all’imperatore Traiano. In essa si chiede come trattare i cristiani che allora

venivano condannati alla pena capitale semplicemente per il loro culto: esisteva

dunque il reato d’opinione. Solo qualora i cristiani avessero rinnegato la loro fede

sarebbero stati rilasciati. Mentre, come scrive Plinio stesso, “se perseveravano,

ordinavo che fossero messi a morte. Ero infatti ben convinto che, qualunque fosse

l’argomento della loro confessione, almeno la loro caparbietà e la loro inflessibile

cocciutaggine dovevano essere punite (…) Non ho trovato nulla, all’infuori di una

superstizione balorda e squilibrata”. Si ebbero sistematiche persecuzioni da cui

sorsero sempre più nuovi adepti.

In tale contesto vennero diffondendosi i primi documenti cristiani. Si trattò non solo

di opere di traduzione dei testi sacri a un pubblico che conosceva solo il latino, ma

anche di opere in cui veniva descritto il processo e il martirio di quanti non esitarono

a morire per testimoniare la propria fede.

Fulgidi esempi Le Passiones e gli Acta Martyrum.

Tra gli scrittori cristiani in particolare, Tertulliano che fu il più geniale e poliedrico

scrittore della letteratura cristiana prima di Gerolamo e Agostino. Autore della più

brillante apologia dell'antichità, per il vigore passionale dello stile e per le serrate

dissertazioni giuridiche, L' Apologetico

Nell'Apologetico Tertulliano fa sfoggio della sua bravura di avvocato mettendo a

nudo le contraddizioni della legislazione romana relativa al trattamento della

religione cristiana, dimostrandone l'ingiustizia e la inanità, contro la classe dotta del

suo tempo, in un momento in cui la persecuzione infieriva nel suo stesso paese. I

7 Fiorentino Rosaria Mariagrazia

cristiani sono veramente delinquenti, come pretende l'opinione pubblica? Allora

bisogna ricercarli e condannarli, e non lasciarli stare in base a un'ambigua

disposizione dell'imperatore Traiano. I cristiani sono, al contrario, brava gente?

Allora non si deve condannarli per delitti che non hanno compiuto o, peggio ancora,

per il solo nome che portano!

Il 313 d.C. è l'anno dell'Editto di Milano, con il quale il Cristianesimo ottiene la

libertà di culto. Editto voluto dall'imperatore Costantino (detto Costantino I il

Grande). Costantino così credette opportuno di non negare a nessuno la facoltà di

libera professione religiosa tanto per i Cristiani che per tutti gli altri, qualunque fosse

il loro culto. Senza molestie o impedimento alcuno.

Nacque successivamente la Patristica, cioè il pensiero dei Padri della Chiesa, che

tentano, per la prima volta, di coniugare la filosofia classica con la religione cristiana.

Il primo a tentare questa sintesi è Giustino, che identifica il logos greco con Cristo.

Ma è Sant’Agostino a riuscire in questa impresa, unendo il pensiero neoplatonico di

Platone con la fede cristiana. Altro importante esponente della Patristica è Boezio,

autore di un poema filosofico, molto importante anche per la letteratura latina

medievale, il De Consolatione Philosophiae.

Si ebbero echi atei durante il Medioevo. La oro presenza può essere documentata

indirettamente dal continuo ritornare degli scolastici sulla questione della possibile

dimostrazione dell'esistenza di Dio.

Fu nel corso del 700-800 che, invece l' ateismo fu esplicitamente sostenuto e difeso.

Nel senso propriamente irreligioso, l'illuminismo nel suo complesso fu anastigmatico

e antimetafisico e nella sua polemica contro il passato giunse talvolta ad un ateismo

vero e proprio. Si ebbe un' ossessiva ricerca di conoscenza.

“L' ateismo prese il posto della fede cieca. Tutte le vecchie ortodossie furono messe

in discussione” ( Milestones of History). Una delle vecchie ortodossie messe in

discussione fu la religione.” La mentalità religiosa cambiò. Gli uomini non si

accontentavano più delle promesse di ricompense in cielo; pretendevano una vita

8 Fiorentino Rosaria Mariagrazia

migliore sulla terra. La loro fede nel sovrannaturale andò scemando” (The Universal

History of the World). In effetti la maggioranza dei filosofi illuministi disprezzava la

religione. In particolare incolpavano i capi della Chiesa Cattolica, assettati di potere,

di aver tenuto il popolo nell'ignoranza. Delusi dalla religione, molti filosofi divennero

deisti, sostenevano che la credenza religiosa (talvolta denominata religione naturale)

è intrinseca all'individuo, oppure accessibile mediante l'esercizio della ragione, ma

negavano validità alle affermazioni religiose fondate sulla rivelazione o

sull'insegnamento della Chiesa cattolica.

Voltaire fu certamente un grande critico della chiesa cattolica. Ironizzava, solo per

fare un esempio, sul fatto che i concili ecclesiastici avessero condannato la nozione

degli antipodi come eretica, e tuttavia gli antipodi furono scoperti da ricercatori che

rispettavano sia il papa che i concili. Voltaire, critica non soltanto la chiesa cattolica

ma anche il protestantesimo inglese, il presbiterianesimo, i quaccheri, l’Islam.

Voltaire era un uomo profondamente credente, ma non religioso. Il suo era un Dio

senza Chiesa, o meglio senza Chiese. Scrisse: “ A chi sottometterò la mia anima?

Sarò cristiano, perché sarei di Londra o di Madrid? Sarò musulmano perché sarei

Turco? Io non devo pensare che per me stesso e da me stesso; la scelta di una

religione è il mio più grande interesse. Tu adori un Dio tramite Maometto, e tu

tramite il Lama; e tu tramite il Papa. Eh, infelice, adora un Dio con la tua ragione! »

La religione di Voltaire è una religione semplice, razionale, umanistica, non

confessionale, non dogmatica, non metafisica, fondata sui valori morali ed alcune

concezioni considerate come generalmente accettabili da tutti. In questo sistema Dio

è piuttosto un orologiaio, creatore dell'universo che interviene poco negli affari del

mondo. Dio è soprattutto il garante dei valori morali. È un Dio che remunera e che

punisce però (che "affanna e che consola" dirà un suo ex seguace italiano Alessandro

Manzoni).

Voltaire vuole conservare alla religione la funzione di instrumentum regni, di

controllo, di seduzione delle masse da parte dei governi. Qualche decennio dopo il

9 Fiorentino Rosaria Mariagrazia

poeta italiano Ugo Foscolo dirà che alle masse bisogna dare "pane, preti e carnefici".

Perduta la fede cristiana, il Foscolo aderì alle dottrine sensistiche e materialistiche

che si presentavano alla sua ragione con un carattere di inoppugnabile certezza.

Ritenne valide e sicure solo le conoscenze che gli derivavano dai sensi e dalla ragione

e concepì l' universo come un ciclo di perenne nascita, morte, trasformazione della

materia, unica realtà da noi afferrabile; un ciclo di cui dobbiamo rassegnarci a

comprendere scientificamente le fasi rinunciando a capirne le ultime ragioni che

sfuggono alla nostra esperienza sensibile. I questo continuo fluire è immerso anche

l'uomo, nel cui intimo si agitano le stesse forde meccaniche e fatali ( gli istinti, le

passioni, la selvaggia violenza della lotta per la vita) che muovono la natura. Dio,

l'anima e la sua immortalità ogni piano armonico e provvidenziale nella vita

dell'universo sono esclusi da questa concezione o appaiono mistero indecifrabile. Da

qui deriva dall'animo del poeta un sentimento sconsolato e angoscioso dell'esistenza,

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