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Concetti Chiave

  • La sensazione è la base da cui derivano memoria, fantasia e ragione, ciascuna con un ruolo distintivo nel processo conoscitivo.
  • I princìpi universali, chiamati nozioni generali, sono nomi che fungono da simboli convenzionali per facilitare la comunicazione umana.
  • Nella realtà esistono solo cose individuali; l'universalità è una caratteristica dei nomi, non delle cose stesse.
  • Il nominalismo di Hobbes sottolinea che la mente umana estende l'immagine di un individuo a esseri simili, senza possedere nozioni universali.
  • La ragione utilizza analisi e sintesi per scoprire, definire e collegare nozioni generali, formando il sapere scientifico.

Indice

  1. Le forme di attività conoscitiva
  2. Il nominalismo di Hobbes
  3. La funzione della ragione

Le forme di attività conoscitiva

Dalla sensazione derivano tutte le altre forme di attività conoscitiva: la memoria, che conserva le rappresentazioni anche quando l’oggetto cessa di impressionare gli organi di senso; la fantasia, che crea immagini rielaborando i dati sensibili ricevuti; la ragione che, mediante l’analisi, scompone la sensazione nei suoi elementi semplici per scoprire i princìpi universali, costitutivi di tutte le cose, e, mediante la sintesi, ricompone l’universo associando i princìpi universali.

Il nominalismo di Hobbes

Questi princìpi universali, detti nozioni generali, sono nomi, cioè segni convenzionali, simboli, con cui gli uomini possono comunicare fra loro e intendere ciò che c’è di somigliante nelle rappresentazioni particolari.

Nella realtà esistono soltanto cose individuali e anche nella mente le immagini si riferiscono sempre a qualcosa di particolare: universale, o meglio, generale è solo il nome, riferibile a più cose che fra loro hanno una certa somiglianza. Così, ad esempio, non esiste nella natura l’uomo inteso come essenza universale, ma soltanto una molteplicità di singoli individui: così la mente non possiede la nozione dell’uomo in generale, ma solo l’immagine di qualche uomo particolare che viene estesa, per analogia, ad altri esseri somiglianti. L’universalità perciò è propria delle parole, cioè dei noi, e non delle cose. In questo nominalismo di Hobbes è evidente l’influenza di Guglielmo D’Occam.

La funzione della ragione

La ragione dunque scopre, con l’analisi, le nozioni generali, le indica con un nome, le chiarisce con una definizione e le collega fra loro; con la sintesi, la somma e le sottrae e forma i giudizi, cioè il sapere scientifico.

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