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Concetti Chiave

  • Hobbes è un innovatore del XVII secolo, opponendosi alle teorie aristoteliche e scolastiche con idee nuove in metafisica, etica, politica e teologia.
  • La sua visione pessimistica della natura umana è riassunta nel concetto "homo homini lupus", che descrive uno stato naturale di conflitto perpetuo.
  • Propone un contratto sociale che istituisce uno Stato assoluto per mitigare la guerra di tutti contro tutti, garantendo ordine e sicurezza.
  • Il pensiero di Hobbes si basa su un metodo deduttivo e materialistico, considerando la ragione come calcolo e la verità come un corretto ordinamento dei nomi.
  • Durante il soggiorno a Parigi, influenzato da Galilei e Cartesio, Hobbes scrive il Leviatano, un'opera fondamentale nella filosofia politica.

Uno dei pensatori che nel XVII secolo hanno fondato un nuovo modello di filosofia e di scienza. È profondamente innovativo in metafisica, etica, politica e teologia. Netta è la sua opposizione alle teorie aristoteliche e scolastiche. Il suo pensiero è caratterizzato da una concezione pessimistica della natura umana, espressa dal concetto di homo homini lupus. A ciò si lega l’immagine dello stato di natura, in cui la naturale aggressività umana genera la “guerra di tutti contro tutti”.

A questo può porre riparo solo l’instaurazione di uno Stato assoluto, fondato su un contratto sociale liberamente sottoscritto dagli individui.
Una forte unità di metodo contraddistingue le indagini hobbesiane. La ragione è calcolo, è conoscenza delle cause e degli effetti, fondata sulla convenzionalità delle definizioni e dei nomi attribuiti dagli uomini ai fenomeni. La verità consiste in un corretto ordinamento dei nomi all’interno delle proposizioni. Scienza non è solo conoscenza dei corpi naturali, ma anche conoscenza dei corpi politici. La scienza politica consegue anzi risultati più certi di quella naturale, in quanto i corpi politici (gli Stati) sono costruiti dall’uomo, mentre quelli naturali esistono indipendentemente dall’azione umana. Un metodo deduttivo che si basa su due principi essenziali: il corpo e il movimento. Si giunge a una concezione integralmente materialistica e meccanicistica della realtà, in cui devono essere interpretati tutti i fenomeni, anche quelli relativi alla volontà e alle passioni umane.

Durante un viaggio europeo, nel 1634, Hobbes entra in contatto con l’ambiente culturale parigino che ruota intorno a padre Marin Marsenne e a Cartesio. In precedenza aveva conosciuto Galilei. A Parigi rimane dal 1640 al 1651, dove compone alcune importanti opere filosofiche, stimolato anche dal contatto con il circolo di padre Marsenne, all’interno del quale si sviluppa un vivo dibattito sulle questioni metafisiche e teologiche. Tornato a Londra nel 1651, pubblica il suo capolavoro, il Leviatano.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la concezione di Hobbes sulla natura umana e come influisce sulla sua visione dello Stato?
  2. Hobbes ha una visione pessimistica della natura umana, espressa dal concetto di homo homini lupus, che porta alla "guerra di tutti contro tutti". Per evitare questo stato di natura, propone l'instaurazione di uno Stato assoluto basato su un contratto sociale.

  3. Qual è il metodo di indagine utilizzato da Hobbes nelle sue opere?
  4. Hobbes utilizza un metodo deduttivo basato sui principi del corpo e del movimento, con una concezione materialistica e meccanicistica della realtà. La ragione è vista come calcolo e conoscenza delle cause ed effetti, con la verità derivante dal corretto ordinamento dei nomi nelle proposizioni.

  5. Quali influenze culturali ha avuto Hobbes durante il suo soggiorno a Parigi?
  6. Durante il suo soggiorno a Parigi, Hobbes è stato influenzato dall'ambiente culturale intorno a padre Marin Marsenne e Cartesio, partecipando a dibattiti su questioni metafisiche e teologiche, che hanno stimolato la composizione di alcune delle sue opere filosofiche più importanti.

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