Concetti Chiave
- Hobbes vede l'uomo come egoista e amorale, dominato dal desiderio di potere e dal sentimento della gloria, portandolo a una "guerra di tutti contro tutti".
- La visione materialistica di Hobbes suggerisce che il comportamento umano è guidato da appetito e timore, negando il libero arbitrio in favore di un determinismo etico.
- Conoscenza e linguaggio sono convenzioni per Hobbes, dove il linguaggio permette di elaborare la realtà attraverso operazioni simili a calcoli aritmetici.
- Hobbes ritiene che la monarchia, con un re forte e centralizzato, sia l'unica forma di governo capace di mantenere il patto sociale ed evitare il caos.
- La monarchia dovrebbe concentrare tutti i poteri in una sola persona per prevenire conflitti tra i rappresentanti e garantire il rispetto dei patti.
Indice
Il mito di Prometeo
Nel Leviatano, Hobbes racconta il mito di Prometeo il quale, per generosità, rubò il fuoco agli dei per donarlo agli uomini. Zeus, allora, per punirlo, lo fece incatenare su una rupe, in cui un aquila di giorno gli divorava il fegato che la notte ricresceva.
La natura dell'uomo secondo Hobbes
Secondo Hobbes, l’uomo, è ossessionato dalla paura del futuro e della morte perché è dominato dal desiderio di potere e dal sentimento della gloria, quindi tende a perseguire i propri interessi e ad affermare se stesso. Per far ciò deve combattere contro tutti gli altri uomini, per cui si trova sempre in una condizione di “guerra di tutti contro tutti”. A differenza del giusnaturalismo antico e moderno, che consideravano l’uomo come un essere socievole, Hobbes ritiene che l’uomo sia un essere egoista, amorale, passionale e istintiva.
La concezione di Hobbes dell'uomo è materialistica perché tutti gli atteggiamenti e il comportamento dell’uomo derivano semplicemente da un calcolo, per potere affermare se stessi.
Determinismo etico e libero arbitrio
Secondo Hobbes, la forza che spinge l’uomo al comportamento è data dall’appetito e dal timore. L’uomo esce fuori dal suo ego o per seguire il desiderio fondamentale, l’appetito (affermarsi dal punto di vista sociale, politico, per la gloria) o per timore. Secondo Hobbes, l’uomo non è mai contento di quello che possiede perché desidera sempre di più; e se non compie brutte azioni, se per esempio, non rapina o non uccide, non è perché pensa che non sia giusto, ma perché teme la reazione degli altri. Pertanto l’uomo non ha libero arbitrio, ma soltanto libertà di azione (determinismo etico), quindi è sempre condizionato da cause o ragioni che lo portano a compiere determinate azioni. In definitiva, possiamo dire che l’uomo è peggio di una bestia perché aspira a eliminare gli altri pur di affermare queste sue pulsioni.
Conoscenza e linguaggio
La conoscenza della realtà, secondo Hobbes, avviene attraverso l’uso del linguaggio. Così come aveva affermato Aristotele, che aveva messo insieme realtà, pensiero e linguaggio, anche Hobbes ritiene che i dati sensibili, relativi a quanto percepiamo nella realtà vadano elaborati dal pensiero, il quale sinteticamente, attraverso dei segni linguistici elabora delle proposizioni, che devono sottostare a una legge aritmetica, di addizione e sottrazione. Conoscere, come diceva Aristotele, non è altro che un’operazione di sottrazione o di addizione di proposizioni; non è altro un usare il sillogismo, o una serie di sillogismi per arrivare a delle proposizioni che indagano la realtà. Quindi noi ci misuriamo con questi dati sensibili, li raccogliamo, li elaboriamo attraverso l’intelletto e formuliamo delle proposizioni che riguardano questa realtà.
Le parole sono segni convenzionali, che hanno il compito di significare i concetti delle cose e consentono alla ragione umana di operare generalizzazioni essenziali per incrementare la conoscenza.
Il patto sociale e la monarchia
In definitiva, per non morire, sopraffatti da una guerra di tutti contro tutti occorre che ognuno riconosca nell’altro il portatore di un diritto e fatto questo tutti insieme sottoscriviamo un patto, un patto di unione. Ma occorre che si stabiliscano delle regole perché un individuo non trasgredisca questo patto. Ecco allora che si pone un altro problema: chi deve garantire che i patti non vengano trasgrediti. Allora si aprono tre possibilità:
1. Monarchia
2. Oligarchia
3. Democrazia
Hobbes crede che né l’oligarchia, tantomeno la democrazia siano capaci di far rispettare il patto. La forma di governo in grado di evitare che qualcuno trasgredisca i patti è la monarchia. Un re forte, spietato, che cattura nella sua persona tutti i suoi poteri (giudiziario, esecutivo, legislativo), perché se c’è la divisione dei poteri si rischia che i rappresentanti vengano in conflitto tra loro e per evitare questo è necessario affidarli a una sola persona, sciolta da ogni vincolo, absolutus.
Domande da interrogazione
- Qual è la visione di Hobbes sulla natura umana?
- Come descrive Hobbes il comportamento umano?
- Qual è il ruolo del linguaggio e della scienza secondo Hobbes?
- Qual è la soluzione di Hobbes per evitare la "guerra di tutti contro tutti"?
- Perché Hobbes preferisce la monarchia rispetto ad altre forme di governo?
Hobbes vede l'uomo come un essere egoista, amorale e passionale, dominato dal desiderio di potere e dalla paura del futuro e della morte, portandolo a una "guerra di tutti contro tutti".
Hobbes sostiene che il comportamento umano è guidato dall'appetito e dal timore, e che l'uomo agisce per affermare se stesso, non per un senso di giustizia, ma per paura delle conseguenze.
Hobbes ritiene che la conoscenza della realtà avvenga attraverso il linguaggio, che elabora i dati sensibili in proposizioni, permettendo alla ragione di operare generalizzazioni essenziali per la conoscenza.
Hobbes propone la monarchia come forma di governo capace di garantire il rispetto dei patti, con un re forte che detiene tutti i poteri per evitare conflitti tra rappresentanti.
Hobbes crede che né l'oligarchia né la democrazia possano far rispettare i patti, mentre una monarchia con un re assoluto può mantenere l'ordine e prevenire la trasgressione dei patti.