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Sintesi

George W. F. Hegel



Sintesi del pensiero di Hegel: Il modello di pensiero di Hegel è basato su un sistema unitario. Il principio è la risoluzione del finito nell'infinito: finito e infinito coincidono, in quanto il finito è una manifestazione dell'infinito. Il finito da solo non esiste, ma esiste come parte dell'infinito che è la realtà. La realtà è intesa come Assoluto, Dio o Spirito. Compito della filosofia è di prendere atto della realtà e giustificare la razionalità.
Metodo: Nelle sue opere Hegel utilizza il metodo dialettico. Tesi/Antitesi/Sintesi.

LA VITA



Fin dai tempi dell'Università Hegel segue corsi di filosofia e di teologia. È profondamente toccato dagli avvenimenti delle rivoluzione francese e insieme a Schelling diventa uno dei maggiori oratori che difendono i principi rivoluzionari dell'altro iberna e dell'eguaglianza.
Stima molto Napoleone tanto da definirlo nei suoi scritti anima del mondo. Come in uso nel periodo Hegel diventa precettore in case private. Nel suo soggiorno a Berna scrive i primi scritti (La vita di Gesù e La positiva della religione cristiana). La sua ascesa iniziò nel 1800 quando venne nominato direttore di vari licei e ottenne le cattedre di filosofia.

LE OPERE GIOVANILI



Gli scritti giovanili di Hegel sono quelli compresi tra il 1793 al 1800, e rimangono inediti fino al nostro secolo. Le tematiche sono di natura teologica, in connessione con la politica. Va tenuto in considerazione il contesto in cui Hegel scrive e i libri che gli fanno da fonte. Hegel si trova in Germania, dove in seguito alla riforma protestante, le Chiese e i principi tedeschi costruiscono un insieme politico/religioso. Tra le letture spiccano i testi di Rousseau. Il tema degli scritti è che la rigenerazione morale e religiosa dell'uomo è fondamento della rigenerazione politica: sono necessari progetti di riforma che spazzino via il vecchio impianto sociale e che le nuove istituzioni siano fondate sull'eguaglianza. Occorre infine una nuova
forma di religione che permetta ai cittadini di partecipare allo spirito di Dio: ci sarà un nuovo ordine politico egualitario, quando anche la religione sarà data da una comunanza di cuori.

SCRITTI GIOVANILI



La vita di Gesù e La positività della religione cristiana vengono scritti a Berna tra 1795 e il 1797.
La positività della religione cristiana
Hegel critica le Chiese cristiane nate dopo la morte di Gesù, in quanto non contengono il messaggio religioso del maestro: Gesù ha predicato la fratellanza e la legge dell'amore; le Chiese hanno costruito una religione su criteri di verità fissati attraverso leggi morali codificate e precetti esteriori.
Lo spirito del cristianesimo e il suo destino (Francoforte, 1798/99)
Hegel ripercorre una riflessione sulla Bibbia e sulla storia degli Ebrei. Hegel nota, in modo duro, che gli Ebrei hanno reagito alle loro tragedie ancorando la salvezza al loro Dio. Il Dio degli Ebrei è contrapposto alla natura: Dio è tutto, la natura e l'uomo sono il niente. Gli Ebrei non possono stringere amicizia con altri uomini, perché tradirebbero la fedeltà esclusiva al loro Dio. Continuando il percorso Hegel studia la figura di Gesù che ha rifiutato la scelta degli Ebrei e ha proposto la legge dell'amore. Presupposto di ciò è che è la vita è una sola, quindi fare come gli ebrei e inimicarsi gli esseri vivente significa inimicarsi la vita, quindi essere infelici. Gli Ebrei, per Hegel, sono condannati ad una condizione di infelicità.
Gesù assomiglia al popolo greco, che vive il rapporto con la Natura in modo sereno. Sia il popolo greco che Gesù hanno però perso: lo spirito di amicizia del mondo greco è stato superato dall'occidente e Gesù è stato ucciso dal suo popolo, ma muore senza avere nemici.
Hegel critica le chiese moderne come istituzioni perché pensano Dio come lo pensano gli Ebrei, invece di riproporre il messaggio dell'amore. Occorre dunque una nuova religione.

TESI DI FONDO DEL SISTEMA HEGELIANO


Finito e Infinito
La realtà non è un insieme di cose, ma un organismo unitario, che coincide con l'Assoluto e con l'Infinito. Tutto il resto coincide con il finito. Il finito come singolo non esiste, ma è
un'espressione dell'infinito. L'hegelismo è quindi una forma di monismo panteistico cioè una teoria che vede nel mondo (il finito) la manifestazione di Dio (l'infinito). L'Assoluto non è qualcosa di immutabile, ma un processo di auto produzione che con l'uomo e le sua attività giunge a rivelarsi per ciò che è.
Ragione e realtà
Il soggetto spirituale infinito che sta alla base della realtà viene chiamato idea o ragione: "Ciò che è razionale è reale, e ciò che è reale è razionale".
La razionalità non è astratta, ma è la forma di ciò che esiste; la realtà non è caos, ma la manifestazione di una struttura razionale che si manifesta in modo inconsapevole nella natura e in modo consapevole nell'uomo.
Funzione della filosofia
Compito della filosofia è prendere atto della realtà e comprenderne le strutture razionali che la costituiscono. La filosofia non deve giudicare la realtà, ma solamente elaborarla in concetti e dimostrarne la razionalità.

IDEA, NATURA, SPIRITO: LE PARTIZIONI DELLA FILOSOFIA



Il farsi dinamico dell'Assoluto passa, secondo Hegel, attraverso tre momenti:
- Idea in sé e per sé o idea pura. Viene anche chiamata tesi. È l'idea in se stessa indipendentemente dalla sua realizzazione nel mondo.
- Idea fuori di sé. Viene anche chiamata antitesi. È l'alienazione dell'idea nelle realtà del mondo.
- Idea che ritorna il sé. È anche chiamata sintesi. È l'idea che dopo essersi realizzata torna nell'uomo, quindi lo spirito.
Quello che esiste nella realtà è lo spirito, che ha come condizione la natura, quindi l'antitesi, e come presupposto l'idea pura, cioè la tesi.
A questi tre momenti dell'Assoluto coincidono le tre sezioni del sapere: la logica, la filosofia della natura e la filosofia dello spirito.

LA DIALETTICA



La legge che regola il divenire dell'Assoluto è la dialettica, che è al tempo stesso legge ontologica (sviluppo della realtà) e legge logica (comprensione della realtà. Hegel distingue tre momenti o aspetti del pensiero:
1) Astratto o intellettuale: il pensiero si ferma alle determinazione rigide della realtà. Il concetto funge da tesi.
2) Dialettico o negativo/razionale: nega la tesi. Le determinazioni della realtà vanno messe in movimento e relazionate con altre di senso opposto.
3) Speculativo o positivo/razionale: funge da sintesi, coglie l'unità delle determinazioni opposte.
In sintesi la dialettica consiste nell'affermazione di una TESI, che è un concetto astratto e limitato; nella sua negazione tramite l'ANTITESI; e nell'unificazione di tesi e antitesi in una SINTESI. Il processo di sintesi prende il nome di Aufhebung.
La dialettica hegeliana è l'insieme dei tre momenti ed illustra la risoluzione del finito nell'infinito: ogni momento della realtà non esiste come concetto a sé ma in relazione con altri concetti. La dialettica è il momento di crisi del finito, dove le parti perdono la rigidezza e si fluidificano in un tutt'uno infinito. Anche se presuppone il momento della negazione, la dialettica è di per sé un processo ottimistico: il negativo esiste come momento di trasformazione per il positivo con il fine dell'unità. La dialettica è infine chiusa, perché ha un obiettivo ben preciso.

COLLEGAMENTI



Illuministi
La filosofia di Hegel implica un rifiuto dell'Illuminismo. Gli illuministi ritengono che la realtà non è razionale. La ragione degli illuministi è parziale, esprime solo le esigenze e le aspirazioni degli individui.
Kant
Per Kant la filosofia è finita. Le idee della ragione per Kant sono regole che spingono la filosofia verso l'infinito senza mai raggiungerlo. La volontà di Kant non coincide con la ragione e non raggiunge la santità che è propria di Dio. La realtà non si adegua mai alla razionalità. Hegel invece sostiene che questa adeguazione sia necessaria.
Romanticismo
La critica di Hegel verso il circolo dei romantici di Francoforte! si basa su due punti: la contestazione al primato del sentimento, dell'arte e della fede (la filosofia è una scienza razionale e mediata) e la contestazione all'esaltazione dell'io dell'artista che concentrandosi sua se stesso perde di vista l'andamento del mondo. Pur nella polemica Hegel risente dell'influsso dei romantici con i quali condivide il tema dell'infinito, solo prendendo una direzione di sviluppo diverso.
Fichte
Anche Fichte viene accusato si troppo soggettivismo! che gli impedisce di assimilare l'oggetto. In secondo luogo Fichte riduce l'infinito a metà del finito. Per raggiungere l'infinito, il finito compie un processo che viene chiamato da Hegel infinito negativo.
Schelling
Schelling concepisce l'infinito come unità statica e non dinamica. È astratta quindi le determinazioni concrete della realtà si perdono nel vuoto e non si arriva al processo di sintesi.

GLOSSARIO



- Idealismo: Dottrina della risoluzione del finito nell'infinito. Teoria dell'idealità, cioè la non realtà del finito.
- Assoluto: Dio, inteso come un infinito che si fa mediante il finito.
- Infinito: È l'Assoluto.
- Soggetto: Assoluto non come realtà statica, ma in divenire. Si autoproduce e solo alla fine si rivela per quello che è cioè lo Spirito.
- Ragione: Hegel intende la realtà stessa, come unità tra pensiero ed essere.
- Idea pura o in sè e per sè: l'Assoluto è considerato in se stesso, a prescindere dalla sua realizzazione. Tesi
- Idea fuori di sè: Alienazione dell'idea pura. Antitesi.
- Spirito: Idea che torna nell'uomo dopo l'alienazione. Sintesi.

LA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO



Il posto della fenomenologia all'interno del sistema.
Il principio della risoluzione del finito nell'infinito è stato illustrato d Hegel in due diversi modi: il primo è l'illustrazione della via che ha dovuto compiere la coscienza umana per giungere all'infinito (Fenomenologia dello Spirito); il secondo è l'illustrazione del principio nelle determinazioni della realtà (Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio).
La Fenomenologia è la storia romanzata della coscienza che esce dalla sua individualità e raggiunge l'universalità. Il ciclo della Fenomenologia si può vedere riassunto nella figura della coscienza infelice, cioè quella coscienza che non sa di essere tutta la realtà ed è dilaniata dai conflitti dai quali esce solo arrivando alla coscienza di essere tutto. La fenomenologia prepara il lettore ad elevarsi alla filosofia, spiegandone il divenire, affinché il lettore trovi e si riconosca nello spirito universale.
La prima parte della Fenomenologia si divide in 3 momenti:
- Coscienza (Tesi): attenzione verso l'oggetto.
- Autocoscienza (Antitesi): attenzione verso il soggetto.
- Ragione (Sintesi): unità tra soggetto e oggetto.
Coscienza
Punto di partenza per a coscienza è la certezza sensibile. La certezza sensibile rende certi di una cosa singola, questa cosa, che si presenta davanti a noi nel qui e ora. La certezza sensibile non è riferita al particolare, ma a un questo generico, e quindi è universale. Dipende anche dall'io che la prende in considerazione. E' la certezza di un io universale. Importante in questo passaggio è la percezione dell'io universale: un oggetto preso in considerazione non può essere percepito come unitario nelle sue qualità se l'io universale non lo riconosce come tale. Il riconoscimento avviene grazie all'intelletto, che riconosce nell'oggetto una forza che agisce secondo una legge determinata e quindi riesce a vedere nell'oggetto un fenomeno. Il fenomeno è soltanto nella coscienza.
Autocoscienza
Nell'autocoscienza il centro dell'attenzione si sposta dall'oggetto al soggetto considerato nei suoi rapporti con gli altri.

Signoria e Servitù
L'autocoscienza per essere tale prevede l'esistenza di altre autocoscienze: l'uomo è autocoscienza di sè solo se riesce a farsi riconoscere da un'altra autocoscienza. Questo riconoscimento passa attraverso un momento di lotta e di sfida, cioè un conflitto tra autocoscienze. Il conflitto si conclude con il subordinarsi dell'una rispetto all'altra in un rapporto servo-signore. Il signore è colui che, per salvaguardare la propria indipendenza, ha messo a repentaglio la propria vita sino alla vittoria; il servo è colui che ha rinunciato all'indipendenza. Tuttavia secondo Hegel la dinamica del rapporto servo-signore è destinata a capovolgersi: il servo diventa padrone e il padrone servo: il signore gode passivamente del lavoro del servo e quindi ne è dipendente; il servo nel modo in cui padroneggia le cose da cui il signore riceve sostentamento si rende indipendente. Questa indipendenza del servo avviene in tre momenti:
- Paura della morte, lo schiavo è tale perché aveva paura di morire. È da questa paura che ha origine tutto.
- Servizio, la coscienza si autodisciplina e impara a vincere le paure e a dominare gli impulsi naturali.
- Lavoro, qui il servo imprime alle cose una forma dando luogo ad un'opera che ha una sua indipendenza e una sua autonomia.
La figura hegeliana del servo-signore ha avuto pareri favorevoli dai marxisti, che vi hanno visto l'importanza del lavoro che genera le condizioni per la liberazione. Occorre tenere presente però che la figura hegeliana non si conclude con una rivoluzione sociale, ma con la coscienza dell'indipendenza del servo nei confronti delle cose e della dipendenza del signore nei confronti del lavoro servile.
Stoicismo e Scetticismo
Il raggiungimento dell'indipendenza dell'io nei confronti delle cose trova la sua corrispondenza filosofica nello stoicismo, che celebra l'autosufficienza e la libertà del saggio nei confronti di ciò che lo circonda. Nello stoicismo però l'autocoscienza raggiunge solo una libertà astratta interiore, senza intaccare il mondo reale esterno. A voler eliminare questo mondo esterno è lo scetticismo che nega tutto ciò che è vero o che è dato per vero, dando luogo ad una situazione contraddittoria e insostenibile. Hegel si difende dallo scetticismo spiegando che è un paradosso dire che qualcosa non è vero e poi pretendere di dire qualcosa di reale e vero.

Coscienza Infelice
Questa discordanza dello scetticismo si risolve nella coscienza infelice e assume la forma di separazione razionale fra uomo e Dio. È la situazione propria dell'ebraismo, dove il Dio è sentito lontano dalla coscienza e assume le sembianze di un Dio padrone e inaccessibile. La coscienza infelice ebraica è la traduzione della situazione sociale espressa dal rapporto servo-signore.
Il passaggio successivo è quello del cristianesimo medievale che prospetta il Dio come un padre un giudice lontano. Simbolo eloquente di questo fallimento sono le Crociate, che portano solo alla scoperta di un sepolcro vuoto e che non diminuiscono la distanza tra uomo e Dio. Con il Cristianesimo la coscienza è ancora infelice, perché Dio è irraggiungibile. Manifestazioni questa infelicità sono la devozione, un pensiero a sfondo sentimentale e religioso che non si è ancor elevato all'unità; il fare o l'operare della coscienza, in cui l'uomo si umilia perché pensa che il suo lavoro sia frutto dell'aiuto di Dio; e la mortificazione di sé, cioè la negazione dell'io in favore del Dio.
Ragione
L'autocoscienza è diventata ragione e ha assunto in sè ogni realtà. La ragione per diventare verità deve giustificarsi. La prima fase della giustificazione è il cercare alle radici del mondo e della natura, che avviene nel naturalismo del Rinascimento dove la coscienza crede di cercare l'essenza delle cose, ma in realtà cerca se stessa. Si determina così l'osservazione della natura che partendo dalla semplice descrizione si approfondisce con la legge e l'esperimento, prima di passare al dominio del mondo della coscienza con la psicologia. Hegel esamina due scienze che erano di moda al suo tempo: la fisiognomica che vuole determinare il carattere dell'individuo analizzando la fisionomia; e la franologia che pretende di conoscere il carattere attraverso la forma de cranio. La ragione, in tutto ciò, sta cercando se stessa. Nel momento in cui la ragione entra in crisi, riconoscendosi come qualcosa distinto dal mondo, si arriva alla ragione attiva: ci si rende conto che l'unità di io e del mondo non è qualcosa di dato, ma qualcosa che si deve realizzare. Questo progetto, destinato al fallimento, è riassunto da tre figure hegeliane:
- Il piacere e la necessità: l'individuo deluso dalla scienza e dalla ricerca naturalistica, va alla ricerca del proprio godimento. Nella ricerca del piacere l'autocoscienza incontra la necessità del destino che lo travolge. Per salvaguardarsi l'autocoscienza si appella alla legge del cuore e nasce la seconda figura.
- La legge del cuore e il delirio della presunzione: l'individuo entra in conflitto con atri portatori del vero progetto di miglioramento della realtà. Ai fanatismi l'individuo contrappone la virtù, dando origine alla terza figura.
- La virtù e il corso del mondo: il contrasto tra la virtù e la realtà porta al fallimento del progetto di realizzazione.
Oltre alla ragione osservativa e alla ragione attiva Hegel fa seguire una terza sezione chiamata Individualità che è a se stessa reale in se stessa e per se stessa. L'individualità rimane astratta e inadeguata. La prima figura di questa sezione è Il regno animale dello spirito e l'inganno: Hegel intende dire che alla base di questo regno animale dello spirito (cura dei propri compiti o affari) vi è un inganno dove l'individuo spaccia la sua opera come dovere morale, mentre questa rispecchia il suo interesse personale. La seconda figura è quella della ragione legislatrice dove l'autocoscienza, accortasi dell'inganno, cerca le leggi che valgano per tutti. Le leggi universali sono tuttavia contraddittorie e spingono l'autocoscienza ad avvalersi della terza figura: Ragione esaminatrice delle leggi e a cercare leggi valide.
Con queste figure Hegel vuole fari capire che se ci si pone da un punto di vista individuale non si può raggiungere l'universalità. L'universalità si trova solo nella fase dello spirito, dove la ragione si realizza concretamente nelle istituzioni storico politiche di un popolo. La ragione reale non è quella dell'individuo, ma quello dello Stato.

LO SPIRITO, LA RELIGIONE E IL SAPERE ASSOLUTO



Anche la seconda parte della Fenomenologia è suddivisa in tre sezioni che anticipano il contenuto della filosofia dello spirito e della storia. In una revisione successiva queste parti sono state eliminate.
Per Spirito Hegel intende l'individuo nei suoi rapporti con la società. La sezione dedicata allo spirito comprende tre tappe fenomenologiche:
1. Spirito Vero o Eticità: Fusione armonica tra individuo e collettività (polis greca).
2. Spirito che si è reso estraneo a sè o Cultura: Frattura fra io e società (rivoluzione francese).
3. Spirito certo di se stesso o Moralità: Riconquista armonia fra individuo e collettività.

GLOSSARIO



- Fenomenologia: Descrizione di ciò che appare. In Hegel è l'apparire progressivo dello Spirito.
G. W. F. HEGEL 11
- Fenomenologia dello Spirito: Storia romanzata della coscienza che giunge a scoprire se stessa come coscienza infinita o universale. La prima parte si divide in coscienza, autocoscienza e ragione.
- Figure: Entità ideali e storiche che esprimono le tappe dello spirito.
- Coscienza Infelice: Non sa di essere tutta la realtà ed è scissa in conflitti, dai quali esce solo tramite la certezza di essere ogni realtà.

L'ENCICLOPEDIA DELLE SCIENZE FILOSOFICHE


La Logica

L'oggetto di studio della logica è l'impalcatura originaria del mondo. Questa impalcatura è un organismo dinamico di concetti e categorie che costituiscono determinazioni della realtà. I concetti di Hegel sono pensieri oggettivi che esprimono la realtà stessa nella sua essenza. Le categorie per Hegel sono determinazione del pensiero e della realtà. Per evidenziare il modo di intendere il rapporto pensiero/essere Hegel fa una rassegna delle principali posizioni del pensiero logico rispetto all'oggettività.
1) Procedere ingenuo: da una parte vi è il pensiero, dall'altra le cose. Con la riflessione il pensiero può conoscere le cose.
2) Empirismo: La realtà è ridotta ad una X impenetrabile del pensiero, che quindi sfocia nello scetticismo.
3) Filosofia della fede: "Salta dal pensiero all'essere". Hegel nota che questo salto è letale per la filosofia: il pensiero non è separato dalle cose, ma si identifica con l'essenza del reale.
Per Hegel quindi la Logica (pensiero) e la Metafisica (le cose) sono la stessa cosa.
Il punto di partenza per la logica hegeliana è l'ESSERE quindi un concetto astratto, privo di ogni contenuto. L'essere è identico al nulla e il concetto dell'unità di essere e nulla è il divenire. Il passaggio dall'essere all'essenza avviene quando l'essere scorge le proprie relazine e scopre la ragion sufficiente. Le categorie dell'essenza sono:
- Essenza come ragione dell'esistenza
- Fenomeno
- Realtà in atto
Riconoscendosi identica a se stessa e diversa da altre essenze, l'essenza scopre la sua ragione d'essere e diventa esistenza. L'esistenza è il fenomeno che è la manifestazione adeguata e piena dell'essenza di ciò che esiste. Ciò che esiste è la realtà in atto, quindi l'unione di essenza e fenomeno.
In questo modo l'essere diventa concetto della ragione, cioè spirito vivente della realtà. Inizialmente il concetto è soggettivo, poi diventa oggettivo e infine è idea. Nella sua forma immediata l'idea è la vita, nella forma mediata è il conoscere. Oltre queste due idee, c'è l'idea assoluta, che è la logica stessa.

La filosofia della natura
Il presupposto della filosofia della natura è la fisica empirica, che deve fornire i materiali e fare il lavoro preparatorio. Per Hegel la natura è prevalentemente esteriorità, quindi considerata in se, cioè nell'idea, è divina; ma considerata nel modo in cui è la negazione di se stessa, perché l'idea nella forma esteriore è inadeguata.
Il passaggio dall'idea alla natura è per Hegel sia caduta dell'idea che potenziamento della stessa: non è chiaro se nella natura ci si possa trovare qualcosa in più o in meno rispetto all'idea. Hegel respinge fuori dalla realtà ciò che è finito,quindi legato al tempo e allo spazio, e questo viene collocato nella natura che diventa una sorta di pattumiera. Le divisioni della filosofia della natura sono:
- Meccanica: Esteriorità come essenza propria della natura o nella sua astrazione (spazio e tempo) o nel suo isolamento (materia e movimento) o nella sua libertà di movimento.
- Fisica: Comprende la fisica dell'individualità universale, cioè degli elementi della materia; la fisica dell'individualità particolare, cioè delle proprietà della materia; e la fisica dell'individualità totale, cioè delle proprietà magnetiche, elettriche e chimiche della materia.
- Fisica Organica: Comprende la natura geologica, vegetale e l'organismo animale.
Filosofia dello Spirito
È lo studio dell'idea che sparisce come natura, cioè esteriormente, per farsi soggettività e libertà. Lo sviluppo avviene attraverso tre momento:
- Spirito Soggettivo. Spirito individuale, considerato nel suo progressivo emergere dalla natura. La filosofia dello spirito soggettivo si divide in tre parti: antropologia, che studia lo spirito come anima; Fenomenologia, che studia lo spirito come coscienza, autocoscienza e ragione; e Psicologia, che studia lo spirito in senso stretto.
- Spirito Oggettivo. Si manifesta nelle istituzioni sociali concrete. I momenti dello spirito oggettivo sono tre:
1) Diritto Astratto, Coincide con il diritto privato e penale e riguarda l'esistenza esterna della libertà delle persone. La persona trova il compimento in una cosa esterna che diventa di sua proprietà; una proprietà è tale nel momento in cui viene riconosciuta da altri, tramite l'istituzione giuridica del contratto. L'esistenza del contratto rende possibile l'esistenza del suo contrario, quindi del torto che all'estremo è il delitto. La colpa richiede una sanzione,
che è il risarcimento del diritto violato. Per essere efficace la pena deve essere riconosciuta interiormente dal colpevole. Quindi -> Diritto = Tesi; Delitto = Antitesi; Pena = Sintesi.
2) Moralità, È la volontà soggettiva, il cui fine è il benessere. Il fine della volontà è il bene, ma il bene è un'idea astratta. La moralità è dunque caratterizzata dalla separazione tra la soggettività, che deve realizzare il bene, e il bene che deve essere realizzato.
3) Eticità, Il bene è divenuto esistente. L'eticità è la realizzazione del bene nelle forme istituzionali, quali famiglia, società e Stato. Nella famiglia il rapporto è fondato sull'amore e sulla fiducia e si articola nel matrimonio, nel patrimonio e nell'educazione dei figli. La società civile si identifica con la sfera economico-sociale e giuridico-amministrativa del vivere insieme; si articola in tre momenti: il sistema dei bisogni (classi sociali), l'amministrazione della giustizia (leggi e tutela giuridica), la polizia e le corporazioni (sicurezza sociale). Lo stato è il momento culminante dell'eticità: la riaffermazione dell'unità della famiglia (tesi), oltre alla dispersione della società (antitesi). Hegel rifiuta il modello di Stato liberale, perché crea confusione fra società e Stato; e anche quello democratico, in quanto il popolo assume le caratteristiche della massa informe. Per Hegel la sovranità dello Stato deriva dallo Stato stesso: lo Stato non è fondato sul popolo, ma sull'idea di Stato. È un organismo politico che prevede poteri distinti: legislativo (determinare l'universale), governativo (tradurre in atto l'universalità delle leggi) e principesco (unità dello Stato nella figura del monarca).
- Spirito Assoluto. L'idea giunge alla piena coscienza della propria infinità o assolutezza. L'assolutezza è frutto di un processo dialettico rappresentato dall'arte, dalla religione e dalla filosofia. Queste attività si differenziano per la forma con la quale ciascuna presenta lo stesso contenuto, che è il Dio. L'arte presenta l'Assoluto come intuizione sensibile; la religione come rappresentazione e la filosofia come concetto.

GLOSSARIO



- Logica: Scienza dell'Idea pura. Studio dell'idea come essere implicito e del suo graduale esplicarsi. La logica esamina i concetti e le categorie che formano l'impalcatura del mondo. Si divide in logica dell'essere, dell'essenza e del concetto.
- Concetti/Categorie: Pensieri oggettivi che esprimono la realtà nella sua essenza.
- Dottrina dell'essere: Studia le categorie di qualità, quantità e misura.
- Dottrina dell'essenza: È l'essere mediato che riflette su se stesso.
- Dottrina del concetto: Essere che si pone come soggetto o spirito.
- Filosofia dello Spirito: Studio dello Spirito considerato come libertà e secondo la triade Soggettivo, Oggettivo e Assoluto.
- Spirito Soggettivo: Spirito individuale.
- Spirito Oggettivo: Spirito a livello sociale.
- Diritto Astratto: Soggetti astratti di diritto. Momenti della proprietà, del contratto e del diritto contro il torto.
- Moralità: Volontà soggettiva.
- Eticità: Moralità sociale
- Spirito Assoluto: Idea giunge alla piena coscienza della propria infinità o assolutezza.

BOTTA E RISPOSTA SU HEGEL



I primi scritti di Hegel sono di carattere religioso e politico: come si collegano per l'autore i due aspetti?
La produzione letteraria di Hegel antecedente al 1800 ha come argomento dominante la teologia, intrecciata con elementi di natura politica. Hegel, basandosi sui principi della Rivoluzione Francese, teorizza una rigenerazione morale e religiosa come fondamento della rigenerazione politica. Egli era convinto che non si potesse realizzare una rivoluzione politica, se prima non si era fatta una rivoluzione del cuore, quindi di natura anche culturale. Nei primi scritti, dunque, tema religioso e tema politico sono inscindibili.
Che caratteristiche ha la religione di Hegel e quali critiche il filosofo muove verso le Chiese moderne come istituzioni storiche?
Per Hegel la religione, che sta alla base della società, deve essere fondata esclusivamente sull'amore e sull'eguaglianza. Le Chiese moderne hanno costruito una religione fatta di criteri oggettivamente fissati, tralasciando la fratellanza. Gli Ebrei sono destinati all'infelicità proprio perché non hanno rapporti di condivisione con nessuno: essi credono che in tal modo tradirebbero il loro Dio a cui devono la fedeltà assoluta. La figura di Gesù è vicina al mondo greco, dove si vive in serenità con la natura. Le Chiese moderne, in conclusione, sono condannate da Hegel perché pensano il Dio come lo pensano gli Ebrei, senza il messaggio dell'amore e della fratellanza.
Riassumi in modo sintetico i tre capisaldi del sistema hegeliano.
Le tesi di fondo dell'idealismo hegeliano sono tre:
1) FINITO E INFINITO. La realtà è un organismo unitario che coincide con l'Assoluto o l'Infinito. Il finito come tale non esiste, ma è un'espressione parziale dell'infinito. L'hegelismo è quindi un monismo panteistico, cioè una teoria che vede nel mondo (finito) la realizzazione dell'infinito (Dio).
2) RAGIONE E REALTÁ. Il soggetto che sta alla base della realtà è la ragione. Per spiegare occorre usare l'aforisma di Hegel "Ciò che è razionale è reale; ciò che è reale è razionale". La razionalità non è astratta, ma è la forma di ciò che esiste; la realtà non è caos, ma la manifestazione di una struttura razionale che si manifesta in modo inconsapevole nella natura e in modo consapevole nell'uomo.
3) FUNZIONE FILOSOFIA. Il compito della filosofia è prendere atto della realtà e comprenderne le strutture che la sostengono. Il paragone che usa Hegel è che la funzione della filosofia è come la "nottola di Minerva che inizia il suo volo sul far del crepuscolo", cioè quando la realtà è già fatta. La filosofia non deve fare la realtà, ma esprimere in un pensiero il contenuto reale dell'esperienza.
Il farsi dinamico dell'Assoluto passa attraverso tre momenti che a loro volta costituiscono le tre sezioni del sistema filosofico hegeliano. Riproponi questa suddivisione in forma di schema. Momenti Sezioni
IDEA IN SE E PER SE (TESI). È l'idea in se stessa, l'idea pura.
LOGICA. Idea considerata nel suo essere implicito e nel suo esplicarsi. IDEA FUORI DI SE (ANTITESI). Alienazione dell'idea nel tempo e nello spazio. FILOSOFIA DELLA NATURA. Idea nel suo alienarsi da se stessa.
IDEA CHE RITORNA IN SE (SPIRITO). Sintesi che ha come condizione di realizzazione l'antitesi e come presupposto la tesi.
FILOSOFIA DELLO SPIRITO. Scienza dell'idea che dopo l'alienazione torna in se.
Quali sono i tre momenti della dialettica hegeliana?
Hegel sostiene che la legge che regola il divenire dell'Assoluto è la dialettica. La dialettica si articola in tre diversi momenti, che corrispondono alla triade dell'Assoluto (Tesi/Antitesi/Sintesi). Il primo momento è denominato ASTRATTO o INTELLETTUALE e si ferma alle determinazioni rigide della realtà (finito) e le analizza con le loro differenze, ma isolate dalla realtà. Il secondo è quello NEGATIVO-RAZIONALE che nega le
determinazioni astratte del primo momento e le mette in relazione con altre determinazioni anche di tipo opposto. Il terzo è chiamato POSITIVO-RAZIONALE e coglie l'unità delle determinazioni opposte, ricomponendole in modo unitario.
Perché la dialettica di Hegel costituisce un movimento circolare e a spirale?
La dialettica parte da un'affermazione di un concetto astratto, che è la tesi. Questa tesi viene negata dall'antitesi e in seguito tesi e antitesi vengono unificate in una sintesi, in un processo a spirale. Il movimento circolare si ha dal momento in cui la sintesi diviene a propria volta un'altra tesi, che dovrà essere negata e poi sintetizzata e così avanti fino al compimento dell'infinito.
Perché si dice che la fenomenologia è la storia romanzata della coscienza?
Hegel vi narra la storia e le vicissitudini della coscienza che esce dalla sua condizione di individualità, quindi di finito, e raggiunge l'universalità, cioè l'infinito.
Qual'è lo scopo della Fenomenologia dello Spirito?
Illustrare le modalità con cui l'infinito è arrivato a conoscere se stesso. Lo fa attraverso il percorso della coscienza.
Che ripartizione ha la Fenomenologia?
La Fenomenologia dello Spirito è ripartita in tre sezioni. La prima riguarda la coscienza, che è la tesi, e predomina l'attenzione verso l'oggetto; la seconda è l'autocoscienza, quindi l'antitesi, dove l'attenzione è spostata sul soggetto; la terza è la ragione, dove con la sintesi, si riconosce l'unità tra soggetto e oggetto.
Cos'è la certezza sensibile?
La certezza sensibile è una certezza che non è assoluta, ma data dalla singola percezione dell'Io. Per elevare la percezione sensibile alla percezione di un'Io generale occorre lavorare sul concetto di unità: percepire il tutto e non un particolare. L'intelletto agisce poi sulla percezione mettendo in pratica una legge determinata e universale, che trasforma la percezione in fenomeno.
E' vero che l'autocoscienza per essere tale deve essere riconosciuta?
Una volta che la coscienza riconosce il fenomeno si passa all'autocoscienza. L'uomo è autocoscienza solo se riesce a farsi riconoscere da un'altra autocoscienza: questo riconoscimento avviene tramite un conflitto o un momento di crisi, nella cui risoluzione un'autocoscienza si subordina all'altra, come nel rapporto servo/signore.
Ricostruisci la dinamica del binomio servo/signore.
Nella costruzione dell'autocoscienza il signore è colui che nella lotta ha messo a repentaglio la propria vita, guadagnando la sua indipendenza; mentre il servo è colui che ha preferito perdere l'indipendenza piuttosto che sacrificare la vita. Per Hegel però successivamente si verifica un'inversione di ruoli, in quanto il padrone diventa dipendente dal servo che produce per lui; mentre il servo inizia a rendersi conto, tramite il lavoro, che può essere indipendente.
Ricostruisci la dinamica del binomio stoicismo/scetticismo.
Il raggiungimento dell'indipendenza dell'Io (esplicitato dal processo di indipendenza del servo) trova la sua spiegazione filosofica nello stoicismo, che celebra l'autosufficienza e la libertà del saggio rispetto alla realtà che lo circonda. La libertà raggiunta dal saggio è in realtà solo una libertà interiore, quindi astratta. Coloro che invece pretendono di avere sempre la verità, quindi la corrente dello scetticismo, sono in realtà contraddittori: non si può negare la verità degli altri e poi pretendere di dare una propria verità.
Qual'è il fine ultimo della ragione?
La ragione, passaggio successivo all'autocoscienza nel momento in cui questa diventa soggetto assoluto, ha come fine ultimo quello di realizzarsi nelle istituzioni politiche e storiche. La ragione reale non è quella dell'individuo, ma quella dello Stato.
Qual'è la funzione della logica?
La funzione della logica è studiare l'idea pura, quindi il pensiero. In particolare Hegel sostiene che la logica studi le impalcature e le strutture che reggono il mondo.
Come viene tripartita la logica?
La logica viene tripartita in tre sezioni: ESSERE, ESSENZA e CONCETTO. L'essere è il pensiero puro, che di per sè è il nulla. Le categorie dell'essere sono la qualità, la quantità e la misura e considerano l'essere nel suo isolamento, quindi fuori dalla realtà. Quando l'essere si riconosce in sè stesso si passa all'essenza, che è il pensiero mediato. Arricchito da questa mediazione l'essere e l'essenza danno origine al concetto, che per Hegel è inizialmente soggettivo, poi oggettivo e poi unione dei due. Da quest'unione nasce l'idea, che intesa come immediata è la vita; come mediata è il conoscere: l'unione sintetica delle due dà origine all'idea assoluta.
Qual'è il rapporto tra filosofia e fisica empirica?
Il rapporto tra filosofia e fisica empirica è espresso dalla filosofia della natura: secondo Hegel la fisica empirica è presupposto alla filosofia e deve fornire i materiali e fare il lavoro preparatorio.
Cosa è la filosofia dello Spirito?
Per filosofia dello Spirito Hegel intende lo studio dell'idea assoluta, quindi dello spirito considerato come libertà. La libertà è stata acquisita dopo che l'idea sparisce come natura e si è estraniata da se stessa.
Come viene tripartito lo Spirito?
Nella filosofia dello spirito si hanno tre categorie: lo Spirito Soggettivo, cioè lo spirito individuale che viene considerato nel suo progressivo porsi come libertà; lo Spirito Oggettivo che si manifesta nelle istituzioni sociali e si sviluppa nei tre momenti del diritto astratto, della moralità e dell'eticità; e lo Spirito Assoluto che è lo Spirito che conosce se stesso.
Quali poteri sono caratteristici dello Stato di Hegel?
Hegel identifica lo Stato costituzionale moderno come un organismo politico che prevede una serie di poteri distinti, ma non divisi tra loro. Questi sono: il potere legislativo, che determina leggi che siano universali; il potere governativo, che fa applicare le leggi; e quello principesco, che che è l'incarnazione dello Stato cioè il momento in cui il potere si concretizza nelle mani di qualcuno.
Con quali argomenti Hegel sostiene che "il grande contenuto della storia è razionale"?
Secondo Hegel la storia, vista dall'individuo (che è finito) può apparire prima di razionalità. In realtà la storia è razionale in quanto è governata da un'unità divina che è esplicata dalla fede religiosa nella provvidenza. La storia deve essere sottratta all'uomo ed elevata, al di sopra dei giudizi.
Quali sono le forme dello Spirito Assoluto? Definiscile in uno schema. FORMA DEFINIZIONE

ARTE



Lo spirito acquista coscienza di sé tramite l'intuizione sensibile. Davanti al bello artistico, spirito e natura vengono recepiti come un tutt'uno. A seconda dell'equilibrio/squilibrio fra contenuto e forma Hegel distingue tre tipi di arte: Simbolica (povera di contenuto); Classica (Equilibrio Perfetto) e Romantica (eccesso di contenuto). RELIGIONE Lo spirito acquista coscienza di se nella rappresentazione.

FILOSOFIA



Lo spirito acquista coscienza di se tramite il concetto. Ha come potere specifico quello di dimostrare il reale e può essere paragonata alla nottola di Minerva.
Estratto del documento

è

un'espressione dell'infinito. L'hegelismo quindi una forma di monismo panteistico cioè una

è

teoria che vede nel mondo (il finito) la manifestazione di Dio (l'infinito). L'Assoluto non

qualcosa di immutabile, ma un processo di auto produzione che con l'uomo e le sua attività

è.

giunge a rivelarsi per ciò che

Ragione e realtà

Il soggetto spirituale infinito che sta alla base della realtà viene chiamato idea o ragione:

è è è è

"Ciò che razionale reale, e ciò che reale razionale".

è è è

La razionalità non astratta, ma la forma di ciò che esiste; la realtà non caos, ma la

manifestazione di una struttura razionale che si manifesta in modo inconsapevole nella natura

e in modo consapevole nell'uomo.

Funzione della filosofia è

Compito della filosofia prendere atto della realtà e comprenderne le strutture razionali che

la costituiscono. La filosofia non deve giudicare la realtà, ma solamente elaborarla in concetti

e dimostrarne la razionalità.

G. W. F. HEGEL 3

IDEA, NATURA, SPIRITO: LE PARTIZIONI DELLA FILOSOFIA

Il farsi dinamico dell'Assoluto passa, secondo Hegel, attraverso tre momenti:

È

- Idea in sé e per sé o idea pura. Viene anche chiamata tesi. l'idea in se stessa

indipendentemente dalla sua realizzazione nel mondo.

È

- Idea fuori di sé. Viene anche chiamata antitesi. l'alienazione dell'idea nelle realtà del

mondo. È È

- Idea che ritorna il sé. anche chiamata sintesi. l'idea che dopo essersi realizzata torna

nell'uomo, quindi lo spirito. è

Quello che esiste nella realtà lo spirito, che ha come condizione la natura, quindi l'antitesi,

e come presupposto l'idea pura, cioè la tesi.

A questi tre momenti dell'Assoluto coincidono le tre sezioni del sapere: la logica, la filosofia

della natura e la filosofia dello spirito.

LA DIALETTICA è è

La legge che regola il divenire dell'Assoluto la dialettica, che al tempo stesso legge

ontologica (sviluppo della realtà) e legge logica (comprensione della realtà. Hegel distingue

tre momenti o aspetti del pensiero:

1) Astratto o intellettuale: il pensiero si ferma alle determinazione rigide della realtà. Il

concetto funge da tesi.

2) Dialettico o negativo/razionale: nega la tesi. Le determinazioni della realtà vanno messe

in movimento e relazionate con altre di senso opposto.

G. W. F. HEGEL 4

3) Speculativo o positivo/razionale: funge da sintesi, coglie l'unità delle determinazioni

opposte. è

In sintesi la dialettica consiste nell'affermazione di una TESI, che un concetto astratto e

limitato; nella sua negazione tramite l'ANTITESI; e nell'unificazione di tesi e antitesi in una

SINTESI. Il processo di sintesi prende il nome di Aufhebung.

è

La dialettica hegeliana l'insieme dei tre momenti ed illustra la risoluzione del finito

nell'infinito: ogni momento della realtà non esiste come concetto a sé ma in relazione con

è

altri concetti. La dialettica il momento di crisi del finito, dove le parti perdono la rigidezza

e si fluidificano in un tutt'uno infinito. Anche se presuppone il momento della negazione, la

è

dialettica di per sé un processo ottimistico: il negativo esiste come momento di

è

trasformazione per il positivo con il fine dell'unità. La dialettica infine chiusa, perché ha un

obiettivo ben preciso.

COLLEGAMENTI

Illuministi

La filosofia di Hegel implica un rifiuto dell'Illuminismo. Gli illuministi ritengono che la

è è

realtà non razionale. La ragione degli illuministi parziale, esprime solo le esigenze e le

aspirazioni degli individui.

Kant è

Per Kant la filosofia finita. Le idee della ragione per Kant sono regole che spingono la

filosofia verso l'infinito senza mai raggiungerlo. La volontà di Kant non coincide con la

è

ragione e non raggiunge la santità che propria di Dio. La realtà non si adegua mai alla

razionalità. Hegel invece sostiene che questa adeguazione sia necessaria.

Romanticismo

La critica di Hegel verso il circolo dei romantici di Francoforte! si basa su due punti: la

è

contestazione al primato del sentimento, dell'arte e della fede (la filosofia una scienza

razionale e mediata) e la contestazione all'esaltazione dell'io dell'artista che concentrandosi

sua se stesso perde di vista l'andamento del mondo. Pur nella polemica Hegel risente

dell'influsso dei romantici con i quali condivide il tema dell'infinito, solo prendendo una

direzione di sviluppo diverso.

Fichte

Anche Fichte viene accusato si troppo soggettivismo! che gli impedisce di assimilare

l'oggetto. In secondo luogo Fichte riduce l'infinito a metà del finito. Per raggiungere

l'infinito, il finito compie un processo che viene chiamato da Hegel infinito negativo.

Schelling

G. W. F. HEGEL 5

È

Schelling concepisce l'infinito come unità statica e non dinamica. astratta quindi le

determinazioni concrete della realtà si perdono nel vuoto e non si arriva al processo di

sintesi.

GLOSSARIO

- Idealismo: Dottrina della risoluzione del finito nell'infinito. Teoria dell'idealità, cioè la

non realtà del finito.

- Assoluto: Dio, inteso come un infinito che si fa mediante il finito.

È

- Infinito: l'Assoluto.

- Soggetto: Assoluto non come realtà statica, ma in divenire. Si autoproduce e solo alla fine

è

si rivela per quello che cioè lo Spirito.

- Ragione: Hegel intende la realtà stessa, come unità tra pensiero ed essere.

è

- Idea pura o in sè e per sè: l'Assoluto considerato in se stesso, a prescindere dalla sua

realizzazione. Tesi

- Idea fuori di sè: Alienazione dell'idea pura. Antitesi.

- Spirito: Idea che torna nell'uomo dopo l'alienazione. Sintesi.

G. W. F. HEGEL 6

LA FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO

Il posto della fenomenologia all'interno del sistema. è

Il principio della risoluzione del finito nell'infinito stato illustrato d Hegel in due diversi

è

modi: il primo l'illustrazione della via che ha dovuto compiere la coscienza umana per

è

giungere all'infinito (Fenomenologia dello Spirito); il secondo l'illustrazione del principio

nelle determinazioni della realtà (Enciclopedia delle scienze filosofiche in compendio).

è

La Fenomenologia la storia romanzata della coscienza che esce dalla sua individualità e

raggiunge l'universalità. Il ciclo della Fenomenologia si può vedere riassunto nella figura

è

della coscienza infelice, cioè quella coscienza che non sa di essere tutta la realtà ed

dilaniata dai conflitti dai quali esce solo arrivando alla coscienza di essere tutto. La

fenomenologia prepara il lettore ad elevarsi alla filosofia, spiegandone il divenire, affinché il

lettore trovi e si riconosca nello spirito universale.

La prima parte della Fenomenologia si divide in 3 momenti:

- Coscienza (Tesi): attenzione verso l'oggetto.

- Autocoscienza (Antitesi): attenzione verso il soggetto.

- Ragione (Sintesi): unità tra soggetto e oggetto.

Coscienza è

Punto di partenza per a coscienza la certezza sensibile. La certezza sensibile rende certi di

una cosa singola, questa cosa, che si presenta davanti a noi nel qui e ora. La certezza sensibile

è è

non riferita al particolare, ma a un questo generico, e quindi universale. Dipende anche

dall'io che la prende in considerazione. E' la certezza di un io universale. Importante in questo

è

passaggio la percezione dell'io universale: un oggetto preso in considerazione non può

essere percepito come unitario nelle sue qualità se l'io universale non lo riconosce come tale.

Il riconoscimento avviene grazie all'intelletto, che riconosce nell'oggetto una forza che agisce

secondo una legge determinata e quindi riesce a vedere nell'oggetto un fenomeno. Il

è

fenomeno soltanto nella coscienza.

Autocoscienza

Nell'autocoscienza il centro dell'attenzione si sposta dall'oggetto al soggetto considerato nei

suoi rapporti con gli altri.

G. W. F. HEGEL 7

ù

Signoria e Servit è

L'autocoscienza per essere tale prevede l'esistenza di altre autocoscienze: l'uomo

autocoscienza di sè solo se riesce a farsi riconoscere da un'altra autocoscienza. Questo

riconoscimento passa attraverso un momento di lotta e di sfida, cioè un conflitto tra

autocoscienze. Il conflitto si conclude con il subordinarsi dell'una rispetto all'altra in un

è

rapporto servo-signore. Il signore colui che, per salvaguardare la propria indipendenza, ha

è

messo a repentaglio la propria vita sino alla vittoria; il servo colui che ha rinunciato

è

all'indipendenza. Tuttavia secondo Hegel la dinamica del rapporto servo-signore destinata a

capovolgersi: il servo diventa padrone e il padrone servo: il signore gode passivamente del

è

lavoro del servo e quindi ne dipendente; il servo nel modo in cui padroneggia le cose da cui

il signore riceve sostentamento si rende indipendente. Questa indipendenza del servo avviene

in tre momenti: è È

- Paura della morte, lo schiavo tale perché aveva paura di morire. da questa paura che

ha origine tutto.

- Servizio, la coscienza si autodisciplina e impara a vincere le paure e a dominare gli impulsi

naturali.

- Lavoro, qui il servo imprime alle cose una forma dando luogo ad un'opera che ha una sua

indipendenza e una sua autonomia.

La figura hegeliana del servo-signore ha avuto pareri favorevoli dai marxisti, che vi hanno

visto l'importanza del lavoro che genera le condizioni per la liberazione. Occorre tenere

presente però che la figura hegeliana non si conclude con una rivoluzione sociale, ma con la

coscienza dell'indipendenza del servo nei confronti delle cose e della dipendenza del signore

nei confronti del lavoro servile.

Stoicismo e Scetticismo

Il raggiungimento dell'indipendenza dell'io nei confronti delle cose trova la sua

corrispondenza filosofica nello stoicismo, che celebra l'autosufficienza e la libertà del saggio

nei confronti di ciò che lo circonda. Nello stoicismo però l'autocoscienza raggiunge solo una

libertà astratta interiore, senza intaccare il mondo reale esterno. A voler eliminare questo

è è è

mondo esterno lo scetticismo che nega tutto ciò che vero o che dato per vero, dando

luogo ad una situazione contraddittoria e insostenibile. Hegel si difende dallo scetticismo

è è

spiegando che un paradosso dire che qualcosa non vero e poi pretendere di dire qualcosa

di reale e vero.

Coscienza Infelice

G. W. F. HEGEL 8

Questa discordanza dello scetticismo si risolve nella coscienza infelice e assume la forma di

È è

separazione razionale fra uomo e Dio. la situazione propria dell'ebraismo, dove il Dio

sentito lontano dalla coscienza e assume le sembianze di un Dio padrone e inaccessibile. La

è

coscienza infelice ebraica la traduzione della situazione sociale espressa dal rapporto servo-

signore. è

Il passaggio successivo quello del cristianesimo medievale che prospetta il Dio come un

padre un giudice lontano. Simbolo eloquente di questo fallimento sono le Crociate, che

portano solo alla scoperta di un sepolcro vuoto e che non diminuiscono la distanza tra uomo e

è è

Dio. Con il Cristianesimo la coscienza ancora infelice, perché Dio irraggiungibile.

Manifestazioni questa infelicità sono la devozione, un pensiero a sfondo sentimentale e

è

religioso che non si ancor elevato all'unità; il fare o l'operare della coscienza, in cui l'uomo

si umilia perché pensa che il suo lavoro sia frutto dell'aiuto di Dio; e la mortificazione di sé,

cioè la negazione dell'io in favore del Dio.

Ragione è

L'autocoscienza diventata ragione e ha assunto in sè ogni realtà. La ragione per diventare

è

verità deve giustificarsi. La prima fase della giustificazione il cercare alle radici del mondo

e della natura, che avviene nel naturalismo del Rinascimento dove la coscienza crede di

cercare l'essenza delle cose, ma in realtà cerca se stessa. Si determina così l'osservazione

della natura che partendo dalla semplice descrizione si approfondisce con la legge e

l'esperimento, prima di passare al dominio del mondo della coscienza con la psicologia.

Hegel esamina due scienze che erano di moda al suo tempo: la fisiognomica che vuole

determinare il carattere dell'individuo analizzando la fisionomia; e la franologia che pretende

di conoscere il carattere attraverso la forma de cranio. La ragione, in tutto ciò, sta cercando se

stessa. Nel momento in cui la ragione entra in crisi, riconoscendosi come qualcosa distinto

è

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