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Hegel, Georg Wilhelm Friedrich - Libertà Pag. 1
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Sintesi
Il senso viene da me, dominio e dipendenza. Questa dialettica si muove e si sviluppa. Io sono un soggetto che entra nel mondo trasformandolo. Scoprendo che si è soggetti capaci di cambiare il mondo si capisce di essere soggetti liberi. La coscienza che scopre sé la sua libertà. Una libertà astratta, scopro qualcosa che posso fare, è la scoperta di una libertà che deve diventare vera cioè la libertà che fa i conti con la realtà.
Libertà astratta: convinta di poter trasformare il mondo senza farci i conti. Atteggiamento stoico cioè felice indipendentemente dalle circostanze ed è l’aggettivo che usa per la libertà astratta. Ciò mette in dubbio la realtà stessa. Il primo passo di autocoscienza è la libertà e la prima libertà è astratta cioè non è vero perché la vera libertà è quella che si rapporta con la realtà. Da questa libertà astratta esce facendo esperienza che la realtà c’è, pone dei limiti a questa mia libertà, la realtà vince. Quando mi scontro con la realtà esco dalla libertà astratta. Questa situazione la chiama coscienza infelice cioè desiderio di una libertà capace di fare i conti positivamente con la realtà. Libertà astratta genera infelicità perché mi rendo conto che non faccio quello che voglio ma anche il positivo di essere liberi abbracciando la realtà. Coscienza infelice non solo in una persona ma nella storia ricorrendo a esempi religiosi. La religione è il tentativo di entrare in relazione con Dio. Il cristiano cerca di conciliarsi con Dio. Il cristianesimo mette in mostra il tentativo della libertà umana di unirsi positivamente alla realtà. Il cristianesimo è una tappa di cammino di conoscenza di sé dello spirito. Il cristianesimo libertà che cerca pace in un rapporto pieno con la realtà cioè Dio. Non riesce a fare questo il cristianesimo. Per Hegel il sepolcro vuoto i Cristo risorto è il segno che Dio resta distante, Cristo tornato al padre, la libertà dell’uomo dovrà vagare e la sua sintesi non la porta il cristianesimo.
Estratto del documento

scoperta. Pone al centro l’uomo. La ragione vede ragione nella realtà ma non è il

vertice. Hegel è colpito dall’esito materialistico, la scienza trova ragione nella realtà.

La realtà è tutta materia e quindi anche il pensiero è materia. La ragione dice che il

pensiero capisce di esser realtà ma non lo capisce nella scienza. Solo agendo

realizzerà l’armonia. Hegel mette in luce l’insufficienza individuale nel realizzare

questo, è la ricerca di una fusione. Il destino del piacere è la morte. La sintesi tra me e

la realtà deve essere una realizzazione. Agisco per trovare un’unione con la realtà ma

l’uomo non è capace di realizzarla completamente. La mia concezione del bene ciò

che io sento essere bene incontra una realtà che non corrisponde a questo pensiero.

Trasformare il mondo vuol dire avere la possibilità di unirlo a sé. I diversi entrano in

conflitto tra loro. La ragione intende la legge come virtù è l’ultimo passo che

l’individuo fa per entrare in unione con la realtà. Qualcosa che intendo essere un bene

per tutti. Un’ideale universalmente valido che fallisce. Questo ideale sarà sempre

astratto e mai efficace perché è l’ideale di un individuo. È colpa del soggetto che è

individuale, Hegel passa alla fase dello spirito. La realtà con cui cerco la sintesi è in

me. Vede se stesso nella realtà. La scienza non può sintetizzare la realtà in sé. La

sintesi deve essere il termine di un’azione. Una classe di azioni è mossa da piaceri ma

è un “fuoco” che brucia tutto e il suo destino è la morte. Sentimento istintivo del bene

non basta, ce ne sono diversi e si scontano. Ci vuole un’idea di bene che realizzi la

comunione tra l’io e la realtà. L’individuo e l’universale le possono sintetizzare in un

soggetto sovra individuale. La ragione è il soggetto consapevole di essere tutta la

realtà. Ragione osservativa e ragione attiva. Attiva è la realtà agendo. Sono

prospettive dell’individui. Per il piacere piego la realtà a me. C’è la virtù. Tentativi di

identificazione con la realtà da parte dell’individuo. Quindi si arriva allo spirito.

Capire che la realtà è pensiero, l’individuo la può vedere ma in una forma incompiuta.

In un luogo di pensiero sovra individuale si può dare questa unione. Se io osservo il

diritto di uno stato vedo un soggetto di grado superiore, un soggetto che non è

nessuno di noi. La realizza un’entità sovra individuale e sarà la sintesi concreta. Il

diritto è questa identità sovra individuale, la moralità che si tesse in un soggetto sovra

nazionale. La coscienza deve capire che è la realtà. La sintesi la guadagna con l’azione

ma non basta l’agire dell’uomo. Un soggetto sovra individuale che chiama spirito. Il

percorso fatto è anch’esso spirito che Hegel chiama spirito soggettivo cioè

individuo. Lo spirito oggettivo è sovra individuale. Diritto, moralità ed eticità sono

le manifestazioni dello spirito. A che tipo di soggetto riferisce il diritto, soggetto di

diritti e doveri. Il diritto interviene quando c’è qualcosa di “illecito” nell’azione. La

persona che è guardata dal diritto è in relazione con gli altri. Il diritto avviene quando

c’è l’alienazione o il furto di qualcosa altrui. Questo modo si mostra come una

razionalità sovra individuale. Il rapporto che l’uomo deve avere col diritto, scopro la

norma. La legge è ragionevole l’uomo lo scopre e la segue perché è morale. Quindi si

arriva alla moralità.

Moralità: è in toglibile la distanza tra me e il dovere. Ha bisogno di un luogo dove si

possa porre con la sua consistenza e oggettività. Essenziale per il compimento. C’è

quando vedo che il movente è una regola interiore. Bene che deve essere realizzato.

Eticità: soggetto pieno diventato realtà davanti ai miei occhi. Io riconosco il valore

morale di certe cose e arrivo alla sfera di appartenenza a qualcosa. È un’appartenenza

da cui riceve un senso come la famiglia e la tensione della famiglia a rompersi e si

formano relazioni sociali più grandi e da qui nasce la società civile. L’appartenenza

alla società civile è un sistema di bisogni. Cerca di organizzarsi in modo razionale, in

moda da darsi un’unità. È solo con lo stato che ciò giunge a un vero compimento.

Stato: cosa non è. Non è un’istituzione di diritto divino come nel medioevo. Non è un

contratto tra uomini è la manifestazione dell’immanente razionalità del mondo.

Ragione incarnata nella forma compiuta è il compimento degli uomini oggettivamente

presente davanti a loro. È qualcosa che accade nella storia. Nessun popolo ha creato

lo stato. Moralità come un dover essere oggettivo, non è mia creazione. L’oggettività

ha un aspetto irrealizzato perché per l’individuo è sempre da realizzare. Un bene

incarnato in una realtà. Concepire luoghi a cui gli individui appartengono. Cosa di noi

viene giudicato e vive in questo luogo. Eticità: appartenenza politica. La famiglia è un

nucleo e la comunità di famiglie è la società civile. Struttura la vita come sistema di

relazioni. Il punto di unità è lo stato, l’individuo ottiene il proprio completamento di

senso. Lo stato è spirito compiuto nel senso della concretezza. La società civile ha

compiutezza in cu le parti sono distinguibili, lo stato amalgama ed è presupposto agli

individui. Significa che lo stato è una manifestazione dello spirito. Lo stato è prima. Le

parti si dispongono in un organismo partendo dal tutto. Lo stato è prima, non descrive

infatti lo stato greco come un’invenzione del popolo. Lo stato non è concepibile come

risultato finale di qualche assemblaggio. È lui a realizzare l’appartenenza più compiuta

e concreta. Nello stato lo spirito si mostra nella sua concretezza e si sa nella forma più

completa. Gli uomini non sono autenticamente uomini se non nello stato. Non esiste

realizzazione dell’uomo se non nello stato. Le libertà individuali non valgono niente se

non nello stato, l’uomo non ha valore se non nello stato. Lo stato è un organismo.

Concezione Etica di Stato. È uno stato etico cioè è il bene concreto nella storia. Lo

stato è infallibile, verità e bene. Vita per il bene e per il vero. Una vita secondo il bene.

Per Hegel il terrore francese è la pretesa di creare uno stato solo con mattoni di

uomini, infatti c’è violenza. Lo stato agisce sempre bene, è il bene. Non può esistere

senza struttura ed è disegnata dalla costituzione. Esiste la struttura nello spirito del

popolo ed esprime la costituzione in una forma scritta. Al governo spetta mantenere

l’unità. Lo stato è il successore della società civile che la ingloba. Tra governo e società

esiste una istituzione che fa da intermediario. Le classi devono essere rappresentate in

Parlamento. In Hegel prevale l’unità dello stato sulla libertà individuale. È nello stato

che si sviluppa la propria libertà e ragionevolezza. La logica per comprendere è avere

la totalità e poi le parti. Per lo stato funziona così, vederlo nella totalità e

comprenderlo tale. Struttura per generare qualcosa. Lo stato ha una costituzione, delle

istituzioni, si devono bilanciare i poteri. È una concezione di stato dal basso che Hegel

non approva. Assemblea rappresentativa che rappresenta le classi questo è quello che

approva Hegel. Lo stato è il bene e il vero concreto o l’uomo vive in questa relazione

oppure non ha significato. È lo stato etico. Hegel ha spiegato che lo spirito si

concretizza nello stato ma lo stato c’è o no? La destra hegeliana sostiene di s’, il no è

sostenuto dalla sinistra hegeliana, questo stato è da fare. Non siamo ancora al

compimento dello stato infatti va fatta la rivoluzione. Ma ci sono tanti stati. Hegel

constata questa evidenza però interpreta le differenze tra stati diversamente da Kant.

Le guerre tra stati apparivano come contraddizione rispetto all’unione tra umani data

dalla legge morale. Diritto cosmopolitico: diritto dell’umanità a cui avrebbero potuto

guardare le legislazioni per potersi rifare alla legge morale così non avrebbero fatto la

guerra. Per Hegel però la guerra è inevitabile, la storia universale è il giudizio

universale cioè la storia è il tribunale del mondo. Si passa da una concretezza a

un’altra. In alcuni omenti è un passaggio bene visibile. Momenti in cui vediamo come

sta svoltando lo stato. Marx pensa che la storia è fatta dalle masse. La storia per Hegel

è fatta dallo spirito che si incarna nelle persone. La storia decreta lo stato in cui lo

spirito vive. Il filosofo solamente pensa alla storia in questo modo. Lo storico guarda i

fatti quindi non può vedere la storia in questi termini.

Per Hegel è la storia a decidere quale stato prevale. La storia mostra tanti stati ma

mostra una forma di stato dominante e se entra in crisi è per far spazio a

un’incarnazione diversa dello spirito. La storia è la manifestazione di questo. Ogni

momento storico è incarnazione della ragione universale. La storia coincide con lo

spirito che è l’unico protagonista. Individuo e popolo agiscono per lo spirito. Hegel

afferma che questo può avvenire anche inconsapevolmente. Propria dello sguardo

filosofico. Ci sono popoli che incarnano il senso della storia ed in loro si incarna lo

spirito. Gli individui “cosmico-politici” sono destinati alla sconfitta perché lasciano il

passo a un’altra incarnazione dello spirito.

La composizione: la Chiesa si disinteressa dello stato e lo stato si assume la

responsabilità della manifestazione della verità e della bontà. Lo stato è luogo stesso

di verità della religione. Lo stato di Hegel non c’è ancora, se deve venire devono

morire tutti gli stati. Hegel sta decretandola dissoluzione della religione nella politica.

La sinistra hegeliana crede che poiché nessuno stato è etico, la religione è destinata a

passare, verrà abbandonata. È la lenta evoluzione del popolo tedesco dove si

manifesta lo spirito. I cattolici non rinunciano all’esteriorità della chiesa. L’ordine dello

stato aveva una funzione di ordine per i luterani. Dio accede nell’interiorità dell’uomo.

Imporre la pace con le armi era l’idea di stato di Lutero, lo stato ha un ruolo negativo

perché tiene a freno le passioni corporali. Matura la convinzione che allo stato si deve

obbedienza. Dio c’è ed è lo stato.

Regni: la separatezza tra Chiesa e Stato è superata dal cristianesimo riformato vuole

dire che la storia è a un punto di sintesi. Lo spirito nella sua perfetta trasparenza, del

senso che ha. L’uomo prodotto accidentale del potere statale. Se io voglio avere

consistenza la ho se vivo una relazione positiva e dipendente dallo stato. Il vero e il

bene si realizzano nello stato quindi nella storia. Mi realizzo solo in relazione con la

stato. Questo stato perfetto non c’è ma saranno i suoi seguaci a cercare una soluzione

successivamente. I suoi ultimi scritti sono dedicati ai problemi della costituzione, la

questione però non è chiara infatti abbiamo destra e sinistra hegeliana. Tutto ciò che

accade è necessario, tutto ha un senso.

Spirito assoluto: terza e ultima fase della sua filosofia. Il vero e ultimo compimento

di un pensiero deve essere cercato in un pensiero in un sapere. Un sapere di sé. Tutto

è spirito e nella è fuori dallo spirito. Arte, religione, filosofia: sono tentativi di

rappresentare lo spirito, mezzi con cui lo spirito tenta di presentare sé stesso quindi

conosce sé stesso. Rappresentazione di sé e dello spirito puro. Il culmine del pensiero

è nel sapere, un sapere di sé. Lo spirito deve avere coscienza di essere assoluto. È la

storia della cultura dove viene la presa di coscienza. Nello spirito assoluto lo spirito si

sa, si fa nella storia e la storia è un momento di questa presa di conoscenza.

Rappresenta o esprime se stesso in arte, religione e filosofia. Queste coesistono. L’arte

non tratta un oggetto diverso dalla filosofia o della religione, cambia la modalità la

coscienza che ha di sé stesso. Mostra la coscienza che ha di sé in forma diverse. La

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