Concetti Chiave
- Il giusnaturalismo moderno nasce dal pensiero stoico e dalle reinterpretazioni di filosofi romani come Cicerone e Seneca.
- L'umanesimo del XVII secolo ha portato alla nascita di un diritto naturale laico, separato dall'etica cristiana.
- Ugo Grozio è considerato il fondatore del giusnaturalismo moderno e del diritto internazionale, con opere chiave come "De Jure belli ac pacis".
- Grozio sostiene che i diritti naturali esistono indipendentemente dall'esistenza di Dio, introducendo il concetto di laicizzazione del diritto.
- Il contratto sociale di Grozio prevede una monarchia costituzionale, dove il monarca è vincolato al rispetto delle leggi.
Origini del diritto naturale
Il concetto di diritto naturale risale al pensiero stoico ed alle rielaborazioni effettuate da pensatori romani del calibro di Cicerone, Seneca ed Aulo Gellio. In età medievale, il pensiero cristiano arrivò a far coincidere il diritto naturale con quello divino. Fu soltanto grazie all’umanesimo che, a partire da XVII secolo, si poté affermare un nuovo diritto naturale (o se volete vecchio) simile a quello di Seneca che non era stato contaminato dall’etica cristiana: il giusnaturalismo moderno, che sosteneva l’esistenza dei diritti naturali a prescindere dall’esistenza di Dio (laicizzazione).
L’apparato del diritto naturale moderno comincia ad imporsi in Olanda, nella prima metà del XVII secolo, grazie all’opera di Ugo Grozio.Ugo Grozio e il giusnaturalismo
Ugo Grozio è considerato fondatore del giusnaturalismo moderno e del diritto internazionale. Le sue opere principali sono il De Jure belli ac pacis libri tres (i tre libri del diritto di guerra e di pace, 1625), introduzione alla giurisprudenza olandese e Mareliberum (impedire le navi olandesi di commerciare in inghilterra).
Principi del diritto di Grozio
Capisaldi del decreto di Grozio sono:
1. l’esistenza di diritti naturali innati che esisterebbero anche se presupponessimo che Dio non esistesse;
2. l’esistenza di un contratto sociale (pactum sociaetatis) con il quale gli individui, socievoli per natura, si associano per sfuggire ad un precario stato di natura ed attribuiscono ad uno dei consociati parte del patto, il potere di governare (monarca). Evidente è l’influenza di Aristotele, Seneca e Cicerone.
Il monarca è parte del patto e, quindi, è obbligato a rispettarlo al principe, quindi, non è legibus solutus (non è assolto dalla legge, deve rispettarla). Grozio teorizza una monarchia costituzionale.