EmanueleTrevisani
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Concetti Chiave

  • Galileo Galilei sostiene che scienza e fede non sono in conflitto se interpretate correttamente: la scienza studia i fenomeni naturali, mentre la Bibbia guida l'uomo verso la salvezza spirituale.
  • Galilei è considerato un fondatore della scienza moderna grazie al suo metodo scientifico, basato su osservazione, ipotesi, previsione ed esperimento.
  • La scienza di Galilei è quantitativa, focalizzata sugli aspetti matematici e misurabili della realtà, in contrasto con la scienza qualitativa di Aristotele.
  • Galilei distingue tra qualità oggettive, misurabili e scientificamente conoscibili, e qualità soggettive, che dipendono dalla percezione individuale e non sono misurabili scientificamente.
  • Galilei separa nettamente scienza e fede, affermando che la scienza non deve occuparsi di questioni religiose, morali o metafisiche, concentrandosi invece su aspetti quantitativi del mondo fisico.

Indice

  1. Scienza e fede secondo Galilei
  2. Il metodo scientifico di Galilei
  3. Concezione matematica della natura
  4. Distinzione tra qualità oggettive e soggettive

Scienza e fede secondo Galilei

Dal punto di vista di Galilei la scienza e la fede non possono entrare in conflitto se correttamente interpretate. Con un’espressione famosa, galilei afferma che la scienza ci mostra “come vadia il cielo” mentre la bibbia ci mostra “come si vadia al cielo”, ciò significa che il compito della scienza è quello di studiare il movimento dei corpi celesti e più in generale i fenomeni naturali.

La Bibbia invece non è un trattato scientifico ma un libro sacro che indica all’uomo la via della salvezza, per questa ragione non è corretto cercare nella bibbia risposte a domande di natura scientifica, anche perché - dice Galilei - dio ha dato all’uomo sensi ed intelletto per conoscere da sé la natura e le sue leggi.

Il metodo scientifico di Galilei

Galilei è anzitutto uno scienziato, ma in quanto riflette sui principi e sul metodo della scienza è anche filosofo o epistemologo: chiamiamo in fatti epistemologia la riflessione filosofica sulla scienza.

Galilei è considerato uno dei fondatori della scienza moderna perché contribuisce in misura decisiva a definire il metodo scientifico, in verità non esiste un testo nel quale Galilei esponga in maniera ordinata e completa la sua dottrina su metodo, Galilei infatti si preoccupa anzitutto di utilizzare il metodo più che di teorizzarlo; esistono però sparsi nei suoi testi diversi riferimenti al metodo da lui adottato che ci permettono di ricostruirlo secondo lo schema seguente:

Il momento iniziale consiste nell’osservazione dei fenomeni naturali, una pratica che già prevede la misurazione degli stessi fenomeni finalizzata a coglierne gli aspetti matematici.

Il secondo momento consiste nella formulazione di ipotesi, che consiste in una legge di natura matematica capace di spiegare tutti i fenomeni in questione.

Si deduce quindi dalla legge una previsione relativa al comportamento di un singolo corpo o comunque relativa ad uno specifico fenomeno.

Si predispone infine un esperimento finalizzato a verificare la validità della previsione e quindi della legge.

Il metodo quindi si fonda su quelle che Galilei chiama le “sensate esperienze e necessarie dimostrazioni”, dove il termine sensate sta per sensibili, per cui le sensate esperienze non sono solo le esperienze sensibili ma includono anche l’esperimento; mentre le necessarie dimostrazioni sono di natura logico matematica e risultano necessarie nel senso filosofico del termine, per cui rendono la teoria dimostrata indubitabile.

L’importanza di Galilei nella storia della scienza e della filosofia è senz’ altro dovuta alla definizione del metodo, ma prima ancora ai presupposti del metodo stesso, vale a dire alla sua concezione della natura e della scienza; questa nuova concezione è espressa in forma esemplare nel passo del Saggiatore, uno sei suoi capolavori.

Concezione matematica della natura

La natura è concepita da Galilei come una realtà ordinata secondo leggi matematiche, Galilei riprende quindi l’antica intuizione pitagorica per la quale i numeri e le figure geometriche sono il principio del mondo naturale, di conseguenza, la conoscenza del mondo naturale dovrà assumere la matematica come disciplina fondamentale, per cui il compito dello scienziato sarà quello di scoprire le leggi matematiche che governano i fenomeni.

La scienza galileiana è quindi una scienza quantitativa che mira a conoscere gli aspetti matematici e quindi misurabili della realtà, qui sta la differenza con la concezione aristotelica della scienza essendo quella di Aristotele una scienza qualitativa finalizzata cioè a conoscere l’essenza delle cose; secondo Aristotele ogni cosa, cioè ogni sostanza, è sinolo si materia e di forma, dove la forma è l’essenza stessa; il compito dello scienziato è quello di cogliere l’essenza stessa delle cose mediante un processo di induzione ed astrazione, l’essenza corrisponde in un certo senso all’idea platonica con la differenza che l’dea è trascendente mentre l’essenza è immanente.

Dal puto di vista di Galilei è del tutto impossibile conoscere l’essenza delle cose, per cui lo scienziato dovrà rinunciare a conoscere l’essenza che è un concetto metafisico e concentrarsi sulla conoscenza degli aspetti quantitativi.

Rispetto alla concezione della scienza aristotelica, inoltre, Galilei rifiuta il finalismo, Galilei rifiuta il finalismo per cui ritiene che il compito dello scienziato non sia quello di conoscere il fine ma dovrà limitarsi a conoscere le leggi che governano i fenomeni stessi.

Secondo Platone è possibile conoscere in termini epistemici cioè scientifici solo le idee, perché la scienza è un sapere perfetto ed immutabile per cui non ci piò essere un sapere immutabile di ciò che muta, ma soltanto di ciò che non muta,; Galilei invece concepisce la scienza proprio come conoscenza della natura, in quanto se è vero che la natura è in continuo divenire è anche vero che le leggi matematiche della natura sono immutabili; è evidente peraltro che il pensiero di Galilei presuppone che le leggi di natura non possano mutare: esprimendo lo stesso concetto in termini religiosi, Dio creando il mondo ha dato al mondo leggi eterne.

Distinzione tra qualità oggettive e soggettive

Galilei pone questa distinzione tra le qualità nei corpi per qui sono oggettive le qualità che esistono indipendentemente dal soggetto che le percepisce, mentre sono soggettive le qualità che esistono solo nella relazione tra il soggetto che percepisce e l’oggetto stesso. Le prime appartengono dunque alla cosa e solo alla cosa e sono: peso, lunghezza, posizione nello spazio, movimento ecc. sono quindi proprietà misurabili, e come tali possono essere oggetto di conoscenza scientifica; le seconde invece non appartengono alla cosa in sé ma solo alla sua relazione con il soggetto, per cui sono condizionate dalla soggettività e non possono essere conosciute in termini scientifici in quanto non sono misurabili. Tali qualità sono: sapori odori suoni, ecc...

Galilei pone una radicale distinzione tra la scienza e la fede, per cui nega che la scienza possa occuparsi di questioni di natura religiosa o morale; in secondo luogo, la scienza non si interroga su questioni di natura metafisica, per cui le domande relative al fine o all’essenza dei fenomeni restano escluse dalla ricerca scientifica, così come le domande che riguardano le questioni metafisiche di fondo, come l’esistenza di Dio o quella di una anima immortale. La scienza, dunque, indaga sul mondo fisico ma si limita a conoscere gli aspetti quantitativi e quindi misurabili dello stesso mondo naturale: tra le qualità dei corpi, infatti, solo quelle oggettive possono essere oggetto di conoscenza scientifica, mentre le qualità soggettive pur essendo qualità naturali sfuggono alla possibilità di una conoscenza scientifica.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la visione di Galileo Galilei sul rapporto tra scienza e fede?
  2. Galileo Galilei ritiene che scienza e fede non siano in conflitto se correttamente interpretate. La scienza studia i fenomeni naturali, mentre la Bibbia guida l'uomo verso la salvezza.

  3. Come definisce Galileo il metodo scientifico?
  4. Galileo definisce il metodo scientifico attraverso l'osservazione dei fenomeni, la formulazione di ipotesi matematiche, la deduzione di previsioni e la verifica sperimentale.

  5. Qual è la concezione di Galileo sulla natura?
  6. Galileo concepisce la natura come una realtà ordinata secondo leggi matematiche, riprendendo l'intuizione pitagorica che i numeri e le figure geometriche sono il principio del mondo naturale.

  7. In che modo Galileo differisce dalla concezione aristotelica della scienza?
  8. Galileo si concentra sugli aspetti quantitativi e misurabili della realtà, rifiutando il finalismo e l'idea di conoscere l'essenza delle cose, a differenza della scienza qualitativa di Aristotele.

  9. Qual è la distinzione tra qualità oggettive e soggettive secondo Galileo?
  10. Le qualità oggettive, come peso e lunghezza, esistono indipendentemente dal soggetto e sono misurabili, mentre le qualità soggettive, come sapori e odori, dipendono dalla percezione e non sono oggetto di conoscenza scientifica.

Domande e risposte

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