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Concetti Chiave

  • Fichte considera la dottrina della scienza come la scienza universale che individua l'autocoscienza come fondamento della conoscenza.
  • Il primo principio di Fichte afferma che l'io pone se stesso, identificandosi come la condizione originaria della conoscenza e della coscienza.
  • Il secondo principio stabilisce che l'io pone il non-io, necessitando un contrapposto per il funzionamento del pensiero e introducendo il concetto di contraddizione.
  • L'immaginazione produttiva è centrale nella transizione dall'io al non-io, suggerendo che i dati della conoscenza sono prodotti inconsciamente dall'io.
  • Il terzo principio rappresenta una sintesi, con l'io che oppone a un non-io divisibile un io divisibile, limitando così l'io infinito.

Per Fichte la dottrina della scienza è la scienza universale che individua il principio su cui si fonda la validità di ogni altra scienza. Egli ripropone il problema del fondamento del sapere. Si deve porre come fondamento l’io, l’autocoscienza. Il fondamento dell’oggetto non è l’oggetto stesso ma il soggetto. La coscienza si fonda su una attività originaria del soggetto che ha per oggetto la coscienza stessa: è autocoscienza.

Indice

  1. Principi fondamentali del sapere
  2. Il ruolo dell'immaginazione produttiva
  3. Sintesi e limiti dell'io

Principi fondamentali del sapere

Fichte ha riassunto la sua tesi del carattere pratico della costruzione del sapere in quanto scienza di tre principi fondamentali.

Il primo principio viene espresso con la formula: l’io pone se stesso. L’io, cioè, si afferma come la condizione originaria della conoscenza. l’attività dell’io conoscente trova nei dati sensibili un fattore di passività e di resistenza ma, proprio per questo, afferma se stessa cm qualcosa di irriducibile a quei dati. È a priori, è presupposto di ogni singolo pensiero. Noi la cogliamo attraverso un’intuizione intellettuale. È, invece, l’io penso nella sua spontaneità pura, in quanto coscienza, l’atto con il quale conosce e pone se stesso. Con tale formula, se è vero che a=a è anche vero che io=io. L’io viene definito come attività. Il principio non è, ma tende ad essere. Ma se l’io pone se stesso, pone anche qualcosa che è altro da se. In altri termini, l’autocoscienza dell’io si manifesta cm sapere circa qualcosa.

Il ruolo dell'immaginazione produttiva

Ciò viene espresso con la formula: l’io pone il non-io. Il pensiero deve passare da un dato all’altro, da una realtà ad un’altra, per funzionare come pensiero. Deve negarsi come autocoscienza ed essere coscienza di altro, di ciò che non è io. Se il primo principio costituisce la tesi, questa è l’antitesi, che è altrettanto necessaria per spiegare il movimento del conoscere. Esso innova profondamente la tradizione in quanto implica la contraddizione. L’io per cercare di realizzarsi, deve contrapporre a se stesso, in se stesso, un altro da se. Se l’io è infinito, il non-io sarà finito. Il non-io non è la natura considerata con i caratteri che le aveva assegnato la concezione meccanicistica. Fichte riprende il concetto kantiano di immaginazione produttiva. Questa, in Kant forniva gli schemi temporali attraverso cui le categorie dell’intelletto potevano applicarsi al materiale della sensibilità. In Fichte ha la funzione della produzione inconscia dei dati della conoscenza. Questo passaggio dall’io al non-io è stato oggetto di critiche severe perché, se tutto è posto nell’io e l’io infinito è assolutamente, non si vede da dove possa essere attinto il non-io. Egli deduce i dati sensibili e il pensiero che li pensa da un unico principio, l’io puro. Questo io puro non è più un io finito, ma è un io infinito che pone egli stesso l’oggetto della conoscenza.

Sintesi e limiti dell'io

Il terzo principio viene espresso con la formula: l’io oppone, nell’io, a un non-io divisibile un io divisibile. Avendo opposto a se stesso, in se stesso, un non-io, l’io si è posto un limite, non è più infinito. È il momento della sintesi, cioè della ricomposizione della tesi con l’antitesi. Proprio mentre viene negato dai dati sensibili l’io si pone cm condizione del non-io.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il principio fondamentale su cui si basa la dottrina della scienza di Fichte?
  2. Il principio fondamentale è l'io, l'autocoscienza, che Fichte considera il fondamento di ogni conoscenza, ponendo il soggetto come base dell'oggetto.

  3. Come Fichte descrive il primo principio della sua dottrina della scienza?
  4. Il primo principio è che l'io pone se stesso, affermandosi come condizione originaria della conoscenza e presupposto di ogni pensiero, attraverso un'intuizione intellettuale.

  5. Cosa rappresenta il secondo principio nella dottrina della scienza di Fichte?
  6. Il secondo principio è che l'io pone il non-io, necessario per il movimento del conoscere, implicando una contraddizione e la necessità di un altro da sé per realizzarsi.

  7. Qual è la critica principale al passaggio dall'io al non-io nella teoria di Fichte?
  8. La critica principale è che, se tutto è posto nell'io infinito, non è chiaro da dove possa derivare il non-io, poiché l'io puro è considerato l'unico principio.

  9. Come si esprime il terzo principio della dottrina della scienza di Fichte?
  10. Il terzo principio è che l'io oppone, nell'io, a un non-io divisibile un io divisibile, rappresentando la sintesi tra tesi e antitesi, dove l'io si pone come condizione del non-io.

Domande e risposte

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