Concetti Chiave
- Cartesio ha valorizzato la matematica e la medicina come discipline basate su un metodo rigido, che dovrebbe guidare anche la filosofia.
- Le quattro regole del metodo cartesiano comprendono evidenza, analisi, sintesi ed enumerazione, promuovendo la chiarezza e il rifiuto delle nozioni approssimative.
- Il dubbio metodico e iperbolico di Cartesio porta alla certezza dell'esistenza: "Cogito ergo sum", penso dunque sono.
- Cartesio distingue le idee in innate, avventizie e fattizie, sostenendo che l'idea di Dio non può essere inventata dall'uomo.
- Il meccanicismo cartesiano afferma che l'universo funziona come una grande macchina regolata da leggi fisiche, escludendo l'intervento divino nel movimento.
Indice
Cartesio e il sapere utile
Cartesio fu uno dei più importanti scienziati e filosofi del primo '600. Egli riprese il concetto di scienze di Bacone usandolo però in filosofia vista come un "sapere utile". Cartesio esalta principalmente la matematica e la medicina poiché entrambe sono basate su un metodo che secondo Cartesio dovrebbe essere usato anche per la filosofia.
Le quattro regole del metodo
Vi sono quattro regole del metodo. La prima è quella della evidenza, per la quale non si accetta mai nulla di vero se non è evidente, ossia se vi è qualche dubbio. La seconda regola è quella dell'analisi, secondo cui un problema deve essere risolto analizzandolo in più parti. La terza regola è quella della sintesi, secondo la quale un problema va compreso nella sua integrità, da conoscenze più semplici a quelle più complesse. La quarta regola è quella dell'enumerazione e della revisione, ossia la fase finale attraverso la quale si controllano le precedenti operazioni. Questo metodo comporta, dunque, il rifiuto delle nozioni approssimative, imperfette, fantastiche o anche solo verosimili che erano tipiche di gran parte del sapere del tempo troppo astratto e formale.
Il dubbio e la certezza dell'esistenza
Cartesio intravede due tipi dubbi: il dubbio metodico, secondo il quale bisogna dubitare della conoscenza sensibile; dubitare delle conoscenza certe come il male; dubitare della realtà poiché può esserci un genio maligno che falsifica il pensiero reale. Poi vi è il dubbio iperbolico, secondo il quale non bisogna limitarsi a dubitare solo delle cose proposte dal dubbio metodico, bisogno invece dubitare su tutto. Ma proprio il dubbio si presenta come una prima certezza, ossia il fatto che io esisto perché se io esisto io riesco a dubitare e proprio il dubbio è ciò che mi fa avere la certezza della mia esistenza. Se dubito vuol dire che penso, e se penso allora esisto. Cogito ergo sum, penso dunque sono. Possiamo, dunque, dire di esistere almeno come una cosa che dubita, cioè che pensa quindi come cosa pensante, res cogitans.
Le idee secondo Cartesio
L'idea è per Cartesio ogni oggetto del pensiero. Egli suddivide le idee in tre gruppi: vi sono le idee innate (nate con me, presenti in me fin dalla nascita), le idee avventizie (provenienti dall'esterno) e le idee fattizie (idee inventate). Al primo tipo appartiene la capacità stessa di pensare e di avere idee; al secondo appartengono le idee delle cose naturali; al terzo le idee delle cose inventate o fantastiche.
L'esistenza di Dio
Per quanto riguarda invece l’idea di Dio, secondo Cartesio, non posso averla inventata io stesso poiché io non ho tutte quelle perfezioni che l’idea di Dio rappresenta e ne tanto meno io sono una sostanza infinita come Dio.
Cartesio per dimostrare l'esistenza di Dio stila tre prove. Secondo la prima l'uomo non può creare un'idea infinita essendo finito, questo perché è stato creato da un altro essere perfetto. Secondo la seconda prova, io sono finito e imperfetto, come è dimostrato dal fatto che dubito; se fossi la causa di me stesso, mi sarei dato le perfezioni che concepisco nell’idea di Dio; è dunque evidente che non mi sono creato da me e che ha dovuto crearmi un essere che ha tutte le perfezioni di cui io ho la semplice idea. Seconda la terza prova se io ammetto che Dio è perfetto allora ammetto la sua esistenza.
L'errore e la volontà umana
L'errore dipende dalla volontà umana che è libera e quindi assai più estesa dell’intelletto, che è limitato e procede a fatica nella conoscenza. In questa possibilità di affermare o di negare quello che l’intelletto non riesce a percepire chiaramente, risiede la possibilità dell’errore. Lo si può evitare soltanto se ci si attiene alle regole del metodo e in primo luogo a quella della evidenza.
Res cogitans e res extensa
L'uomo è formato dal pensiero nel quale troviamo il termine "res cogitans" al quale appartengono le qualità soggettive, e dal corpo nel quale troviamo il termine "res extensa" al quale appartengono le qualità oggettive. Vi è un contatto nella ghiandola pineale, poiché unifica le sensazioni degli organi sensoriali trasmettendo la sua decisione alla "res extensa".
Gli animali sono dotati solo della "res extensa" e proprio per questo motivo seguono il loro istinto. Ciò è dimostrato dalla mancanza di linguaggio, ossia l'espressione del pensiero.
Il meccanicismo cartesiano
Secondo Cartesio nulla accade per caso, ogni fenomeno naturale è causato dalla "res extensa" ossia dall'estensione e dal movimento. Si pensava inizialmente che il movimento fosse dato da Dio, invece Cartesio afferma che il movimento si estende nella materia per leggi meccaniche quindi Dio non c'entra più. Nasce così il meccanicismo cartesiano, secondo il quale l'universo funziona come una grande macchina dove tutto è regolato da leggi fisiche.
Le regole della morale provvisoria
Cartesio dà anche alcune regole di comportamento, che possono essere prese a fondamento di una morale: egli le chiamò le quattro regole della morale provvisoria. La prima regola è quella di obbedire alle leggi ed ai costumi, conservando la religione tradizionale e seguendo le opinioni più ragionevoli; la seconda regola è quella di perseverare nelle proprie azioni una volta che sono state decise e ritenute valide; la terza regola è quella di cercare di vincere se stessi piuttosto che la fortuna e cambiare i propri pensieri più che l’ordine del mondo; la quarta regola è quella di progredire il più possibile nella conoscenza del vero attraverso l'uso del metodo proposto da Cartesio stesso. Comportandosi così, l’uomo può sperare di raggiungere la felicità già in questa vita.
La morale definitiva e le passioni
La morale definitiva consiste nell'analizzare le nostre passioni. Abbiamo delle passioni involontarie che l'anima non è in grado di sopprimere ma l'uomo attraverso la ragione o il pensiero riesce comunque a controllare.
Domande da interrogazione
- Qual è il metodo proposto da Cartesio per la filosofia?
- Come Cartesio dimostra l'esistenza di Dio?
- Qual è la differenza tra "res cogitans" e "res extensa" secondo Cartesio?
- Cosa distingue gli animali dagli esseri umani secondo Cartesio?
- Quali sono le quattro regole della morale provvisoria di Cartesio?
Cartesio propone un metodo basato su quattro regole: evidenza, analisi, sintesi, ed enumerazione e revisione, rifiutando nozioni approssimative e fantastiche.
Cartesio presenta tre prove: l'uomo non può creare un'idea infinita, l'uomo non è la causa di se stesso, e l'ammissione della perfezione di Dio implica la sua esistenza.
"Res cogitans" si riferisce al pensiero e alle qualità soggettive dell'uomo, mentre "res extensa" si riferisce al corpo e alle qualità oggettive.
Gli animali sono dotati solo della "res extensa" e seguono l'istinto, dimostrato dalla mancanza di linguaggio, che è l'espressione del pensiero.
Le regole sono: obbedire alle leggi e costumi, perseverare nelle azioni decise, vincere se stessi piuttosto che la fortuna, e progredire nella conoscenza del vero.