Concetti Chiave
- Agostino, figlio di genitori poveri, si trasferisce a Cartagine per studiare retorica, grazie al supporto di un benefattore, e si unisce a un gruppo di ribelli.
- Agostino si avvicina al manicheismo, una dottrina che spiega l'esistenza del male, ma nega la fede cristiana, causando conflitti familiari, in particolare con sua madre.
- Agostino, dopo un percorso di ricerca spirituale e filosofica, si converte al cristianesimo, ispirato dagli insegnamenti di Ambrogio e dalle scritture di Paolo.
- Rientrato in Africa, Agostino fonda un monastero nella sua casa natale e, nonostante le sue resistenze iniziali, diventa un influente leader religioso e intellettuale.
- Alla fine della sua vita, Agostino è riconosciuto come un faro del pensiero umano, il cui impatto sulla Chiesa africana e sul cristianesimo è duraturo e significativo.
Indice
L'inizio del viaggio di Agostino
I genitori di Agostino sono poveri e non si possono permettere gli studi del figlio a Cartagine; se così li fanno pagare da un buon uomo: Romaniano. Il suo amico Alipio vorrebbe studiare, anch'egli, a Cartagine.
La madre vuole che il figlio eviti le donne perché frequentarne talune senza onore non è una prova di virilità, nè di forza: è una debolezza; Agostino le spiega che senza questa debolezza non sarebbero nati nè lui, nè lei. Il matrimonio intralcia la carriera, infatti Agostino non vuole sposarsi.
La vita a Cartagine
Agostino parte per Cartagine e due settimane dopo lo raggiunge Alipio. Cartagine era una città immensa e caotica, tanto che Alipio dubita di trovare con facilità l'amico; in realtà incontrò Agostino il giorno seguente alla scuola di retorica. All'indomani anche Alipio si iscrivette nella medesima scuola.
L'incontro con la setta dei Ribelli
Nel frattempo si fermarono a pranzare in una locanda dove vennero a sapere di una banda di vandali, chiamati Ribelli, di cui Agostino aspirava a diventare il capo: per entrare nella setta era necessario un rito di iniziazione. Alipio decise di trasferirsi dove abita Agostino; anche una ragazza, di nome Melania, viveva lì. Agostino diceva di non amare Melania, ma Alipio credeva il contrario tanto che andò a parlarle. Melania confesso di esserne innamorata; nel frattempo Agostino scoprì che era morto suo padre. Agostino non era cristiano, come il padre, tanto che rimase sorpreso del fatto che quest'ultimo si fosse fatto battezzare prima di morire. Poco dopo Melania disse che aspettava un figlio da lui. Fu invitato alla quartier generale dei Sovversivi, i ribelli e lì non c'erano donne. Gli proposero di iscriversi al registro della setta; ma non poteva essere uno stile di vita: sarebbe stata necessaria e utile soltanto nelle giornate no dove si vuole spaccare tutto. A raggiungere Agostino e Alipio è Armodio, vecchio amico di Agostino, che si fermò ad abitare con codesti. Agostino è estasiato dal suo arrivo e Alipio ne è geloso. Per discutere con il nuovo arrivato e fare dibattiti Agostino si mise a leggere i testi cristiani, nonostante cercasse la saggezza e non la fede. Li criticò dicendo che erano scritti da molti uomini, nessuno dei quali avrebbe superato gli esami della sua scuola; il tutto non presentava una struttura e mancava lo stile. Tuttavia non riuscì a smettere di leggerli. Agostino venne seguito da Bahran perché Agostino godeva di molta fama dato che era il primo studente della scuola e gli fu chiesto come può esistere il male, se esiste un dio buono creatore. Nessuno ha trovato risposta a ciò, nemmeno i cristiani. Codesti dicono che la Trinità è buona e perfetta ma il perfetto non può creare l'imperfetto e il buono non può creare il male. Bahran sostiene che Cristo, spirito altamente evoluto, inviato dal regno della luce, sia diverso da Gesù di Nazareth, un impostore. Cristo va cercato nella sua vera sede: una sfera altissima dello spirito. Il cristianesimo non spiega l'universo, ma la dottrina di Bahram si. Non tutti possono condurre una vita perfetta. Solo gli eletti ne sono capaci e quindi non siamo responsabili dei nostri peccati.
La scoperta della fede manichea
Agostino divenne manicheo perché degli uomini sono stati in grado di liberarlo dai suoi errori e condurlo a Dio con la sola forza della ragione. Ha imparato a non credere a nulla finché la sua verità è stata messa in discussione e dimostrata fino in fondo. Pratica e teoria sono tutt'uno: se la teoria corrisponde alla verità, devi accettarla, e se la accetti devi agire di conseguenza. Ha convinto Alipio e Armodio a diventare manichei mediante la logica. Il peccato è solo un preconcetto inculcato durante l'infanzia da chi vuole dominarti facendo leva sul senso di colpa. La dottrina manichea era l'unica a spiegare l'esistenza del male. Il mondo dello spirito non è un concetto astratto, vado e inattingibile, ma una sostanza concreta quanto i nostri corpi, solo più sottile e nobile: Materia-Luce continuamente attiva nel generare mondi propri, oltre che all'origine del nostro. Agostino decise di lasciare Cartagine, come Armodio, per insegnare la sua dottrina dato che gli studi li aveva pressoché terminati. Diventò tutore del figlio di Romaniano, Licenzio. Alipio si arrabbiò perché aveva abbandonato Melania.
Il distacco dalla madre
Romaniano è soddisfatto degli insegnamenti impartiti al figlio, che entra a far parte dei manichei o meglio, degli eletti. Contemporaneamente Agostino aveva istruito altri ragazzi; la madre ancora non lo sapeva, ma sospettava qualcosa dato che il figlio non era mai in casa. Ad un certo punto la madre non ce la fece più e gli parlò, non accettò la nuova fede di Agostino e i due ruppero i loro rapporti. Il figlio andò così a vivere da Romaniano. Diventò maestro anche di quest'ultimo e i dibattiti con Armodio intanto continuavano, ma i loro scontri servivano solo per chiarire alcuni temi agli astanti: la fede manichea di Armodio è forte quanto quella di Agostino. Se non sei un eletto il cammino per la sapienza è lungo e complicato, come diceva Aristotele. La madre se ne pentì e andò da Agostino dicendo che aveva preso una scelta affrettata e il figlio la perdonò. Armodio si ammallò e perse i sensi. I genitori decisero di battezzarlo; Agostino non si oppose perché il gesto non voleva dire nulla se non che non c'erano speranze, si svegliò; ma poco dopo morì. Agostino era disperato. Metà di lui morì con Armodio: non aveva più nessuno con cui discutere, qualcuno del suo livello. Tornò a Cartagine.
Il ritorno a Cartagine e la scuola
Agostino voleva fondare una propria scuola dove insegnare. La aprirà a casa sua. Agostino si reca da Melania, Agostino si emozionò nel vederla. Per orgoglio non volle neanche chiedere di che sesso fosse il bambino, ma scoprì che era un maschio. Era felicissimo della nascita del figlio e tornò insieme alla donna. Presto ebbe 25 discepoli, ma mancava Alipio. Agostino si accorse di non averlo trattato bene, ma era troppo orgoglioso per scusarsi. Onorato si accorse che Alipio entrò a far parte di una lezione, cercando di nascondersi e disse che lui aveva fatto il primo passo e che quindi aspettava ad Agostino andarlo ad accogliere, ma colui continuò imperterrito la lezione. Anzi fece delle frecciatine ad Alipio dicendo che chi guarda i gladiatori deve essere una persona nel fisico o nella mente debole, e la sua immaginazione gli offre l'illusione di essere lui a trionfare sul gladiatore sconfitto. Quelli così sono i perenni spettatori della vita, non vivono in prima persona, ma guardano vivere gli altri. A chi manca del tutto del talento e dell'intelletto necessari a comprendere le cose superiori della vita, si può anche perdonare la passione per i giochi. Ma gli uomini colti e istruiti, con menti capaci di dialogare con quelle dei grandi pensatori, che ciononostante si ostinano a sprecare il loro tempo in spettacoli simili sono vittima di una malattia e, una volta ripresi, torneranno in sé. Al termine della lezione Alipio andò da Agostino e lo "ringraziò" di aver messo a nudo il suo errore. La lezione gli dava prurito in tutto il corpo e non sapeva se tornare alla successiva. Decise di iscriversi alla sua scuola. Il maestro ne era contentissimo e per di più Alipio abbandonò anche gli spettacoli. Agostino mandò il suo migliore scritto a Roma, al miglior retore del tempo ma non ricevette risposta e capì che Cartagine non era "il centro del mondo", come pensava. Cartagine era nelle provincie. Era Roma la capitale del mondo. Ma Agostino non andò perché aspettava Fausto, uomo in grado di risolvere i suoi dubbi esistenziali, che l'anno successivo sarebbe andato a Cartagine. Alipio si trasferì a Roma per aspettare Agostino, dato che già una volta l'aveva abbandonato. Fausto arrivò 3 anni dopo e non aveva le risposte alle sue domande, le ha liquidate come tutti gli altri; divenne per fino suo alunno. Non se la sentiva di dire al figlio e a Melania che sarebbe partito e quindi scrisse loro una lettera dove diceva che non li avrebbe abbandonati. Poco prima di partire, Monica, la madre di Agostino, per la prima volta, si recò a Cartagine. Ciò lo mandò in panico:_non voleva far soffrire nessuno. Escogitò un piano con cui ingannò la madre e partì.
Alipio era assessore al cancellerie della tesoriera di stato. Agostino invece fece fatica a recuperare 20 alunni. Alcuni non pagarono la retta, quindi aveva bisogno di soldi e Alipio disse che le autorità municipali di Milano cercavo un professore di retorica. Agostino voleva prendere quella cattedra. Per entrare doveva fare un esame orale: il colloquio fu davanti a 200 persone, tutte estasiate tanto che Agostino ricevette l'incarico e pregò Alipio ti trovare anch'egli un impiego a Milano.
L'incontro con Ambrogio
Agostino non sapeva se era ancora manicheo, l'importante era che si affermasse in Milano. Graziano fu assassinato e divenne vescovo Ambrogio, aveva moltissimo potere, era amato da tutti ed era un bravissimo oratore. Tuttavia era difficile farselo amico perché era un convintissimo cristiano. Agostino voleva conoscerlo: lo incontrò il quinto giorno della sua permanenza perché non serviva nessuna prassi per ottenere un'udienza. Voleva porgli le sue mille domande. Il vescovo gli chiese solo se fosse cattolico e Agostino gli risposte e se ne andò, ma si era detto disponibile se avesse avuto bisogno. Tutti gli davano ascolto, ma aveva fatto un grande sacrificio per arrivare fino lì: essere casto. Spiegava ai cristiani che l'Antico testamento non andava letto in maniera letterale, ma allegorica. Quindi gli attacchi che facevano i manichei al testo per individuarne le contraddizioni erano a vuoto essendo allegorie. Le parole del vescovo non erano assurde, non chiedeva l'impossibile alla mente degli ascoltatori: svolgeva e dimostrava ogni assunto, non che fossero inattaccabili ma risolveva molte contraddizioni manichee. Intanto Alipio e Nebridio, suo allievo, lo avevano raggiunto. Bauto, capo delle guardie palatine chiese di incontrare Agostino e gli disse che l'imperatrice madre, dato che l'imperatore compiva gli anni, lo avev raccomandato per scrivere e recitare il suo panegirico alla curia per un'ora e mezza dell'argomento da lui scelto. Era un impegno importantissimo. L'imperatore aveva appena 13 anni. Era cristiano e la madre ariana quindi la devozione rischiava di suonare come una critica velata alla madre, che era lei alla fine a governare; se invece le lodi fossero state troppo generiche avrebbe scontentato tutti. L'incarico era molto complicato. Impiego una settimana a terminare l'orazione. Una sera vide un ubriaco per strada e capì che quest'ultimo era felice e lui no: cercava la felicità nella gloria. Ma è ubriaco quanto lui quando spreca il tempo a vomitare lodi vacue per un'irrilevante testa coronata. Alipio disse che la mattina seguente l'ubriaco avrebbe avuto male alla testa e Agostino disse che anche lui l'avrebbe avuto, pur non essendosi goduto la sera prima. L'indomani recitò l'orazione davanti alla curia e ottenne un successo clamoroso. La sera stessa arrivarono il figlio e Melania, Romaniano e Licenzio. Quando andò a trovarli scoprì che vi era anche sua madre, ne era felicissimo. Sapeva di averla ingannata, ma non sapeva scusarsi: le disse che non era più manicheo, ma la madre non esultò, era cambiata. Agostino non sapeva più in cosa credere e non sopportava di vivere in mondo che non capiva. Le donne possono aiutare gli uomini, per esempio Agostino era a un passo da una carriera illustre, sarebbe potuto arrivare molto in alto: gli serviva una moglie con parenti altolocati in alto in grado di favorirlo con una buona parola alle persone giuste. Agostino invece vuole sposarsi perché ha bisogno di una donna che lo completi. Ha un impulso incontenibile di stringere una donna tra le braccia, di sottometterla alla sua volontà, e creare la felicità di entrambi dalla sua stessa sottomissione. Certo, l'appartamento dura un'instante. Ma quale beatitudine dura in eterno? Non può farne a meno, senza la vita è una tortura insopportabile. Dovrà scacciare Melania, sennò si plecluderebbe di ogni possibilità di fare carriera. Vuole trovare una donna ricca che non lo intralci neanche con gli amici. Incontrò così Drusilla e il senatore Vatinio, genitori della sua promessa sposa, Marzia. Marzia era una dodicenne, ma molto educata e sveglia. Il matrimonio però era concesso dai 14 anni in poi; decise quindi di aspettare a dirlo a Melania, ma fu lei ad abbandonarlo per il bene della sua carriera: erano stati Romaniano e Monica a convincerla. Agostino si arrabbiò molto e riniziò a vedere Dione, ragazza che trovava molto carina. Dopo la partenza di Melania si rinchiuse in sé stesso per due settimane fino a quando Alipio gli disse che Ambrogio stava per essere arrestato dall'imperatrice madre: aveva ordinato ad Ambrogio di cedere una delle sue chiese di Milano per destinarla al culto ariano ma si era rifiutato perché aveva detto che le sue chiese erano la casa di Dio. L'imperatrice si arrabbiò e lo convocò davanti al consiglio. Agostino, intanto, aveva scoperto il principio grazie a Plotino: come Platone, sostiene che esiste il mondo sei sensi e quello dell'intelletto e il secondo è superiore del primo, in quanto più reale, più vicino alla realtà. Il pensiero è più reale dell'udito e dell'olfatto, eppure non ha estensione. Quindi è possibile l'esistenza di qualcosa privo di estensione nello spazio e ciò che non ha estensione nello spazio non è un corpo. Quindi esiste una realtà che finora aveva negato: il puro spirito. Quindi se dio è puro spirito, lui stesso non ha estensione nello spazio e significa che può essere ovunque e in ogni momento quindi è onnipresente: aveva confutato Mani. Anche la verità non ha estensione nello spazio, ma non si può dire che non sia niente. Mani invece credeva che tutto fosse materia. Se qualcosa non ha estensione appartiene allo spirito. La stessa cosa la credeva Ambrogio e scoprì anche un'altra cosa: il logos, la parola, per Platone era il principio primo. Il logos è Dio. Dio è nato da Dio. Come si diceva nel Vangelo: "In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste. In lui era la vita e la vita era la luce degli uomini, la luce splende nelle tenebre, ma le tenebre non l'hanno accolta." Il logos era prima del tempo, Ambrogio diceva infatti che il Messia sarebbe giunto dall'eternità (antico testamento). Ambrogio si diresse verso la Corte e tutti i fedeli lo seguirono, come un grande esercito. Quando i cortigiani se ne accorsero impallidirono! Giustina capì che rischiava una rivolta, la fine del suo regno. Fece entrare solo Ambrogio e nessun altro. Il popolo entrò rompendo i cancelli, ma Ambrogio li fermò. Giustina disse che non verrà più chiesto di cedere alcuna chiesa cattolica ad altro culto, purché la folla se ne vada. Plotino sosteneva che Dio era accessibile nella realtà di fatto e comprensibile dall'intelletto umano: bisogna elevarsi al di sopra della propria anima, per accedere alla Realtà assoluta. La verità è la via che dalla percezione conduce all'anima, fondata sull'esperienza del corpo e sulla facoltà interiore mediante la quale i sensi traggono informazioni sugli oggetti esteriori, e di questo, sono capaci tutti gli animali. Il passo successivo porta alla ragione, che raccoglie i dati dei sensi e li giudica, ma anche lei è mutevole. Da qui bisognerebbe ascendere all'intelligenza propria dell'anima. Liberarsi dal tumulto delle immagini contraddittorie, risalire alla luce che si irradia su di noi. La luce invase la mente di Agostino: l'eterno è superiore all'effimero e quindi ha esistenza in sé. Ma non riuscì a sostenere a lungo quel tremulo sguardo. L'imperatrice aveva ordinato alla quindicesima legione di marciare su Milano per dissacrare una chiesa nonostante avesse promesso il contrario. Volevano togliere tutte le chiese e arrestare il vescovo. La legione si presentò alla basilica per occuparla, ma Ambrogio pronunciò la scomunica dell'ufficiale e dei suoi soldati. Da quel momento la folla prese delle pietre ed erano tutti intenti a fermare i soldati terrorizzati. Allora la legione se ne andò. Intanto Agostino ogni volta che ritentava l'accesso a quell'istante di illuminazione si ritrovava bloccato dal mondo corporeo. Sosteneva che il male assoluto non esisteva, era una privazione di bene. A volte era la mancanza di armonia a dare l'impressione del male. Tutto ciò che esiste è buono e il male non è sostanza, perché se fosse sostanza sarebbe un bene: o sostanza incorruttibile, e sarebbe un grande bene; o corruttibile, e quindi buona in quanto può perdere la bontà. Ora che Agostino aveva un sentore della sua vera natura, Dio gli sembrava più distante che mai. Si sentiva impotente a scalare la vetta, persino ad iniziare l'ascesa. Il Bene supremo era là, ma fuori dalla sua portata.
La conversione di Agostino
Voleva andare da Ambrogio, ma l'imperatrice lo aveva bandito dalla città. Iniziò a leggere le scritture di Paolo, che avevano corrispondenza con quelle di Platone e Plotino. I cattolici sostengono che Cristo era Dio e uomo: due nature in una sola persona. È il mediatore tra il mondo di Dio e quello dell'uomo, dice Paolo e anche Cristo stesso si definì tale. Agostino volle andare da Simpliciano, il primo maestro di Ambrogio. Ma non era nè un saggio nè un pensatore. Agostino lesse le traduzioni di Vittorino che prima di morire nelle braccia di Simpliciano si convertì. Anche egli non voleva diventare cristiano come Agostino, ma leggendo le sacre scritture per confutarle non potè farne a meno. Dovette rinunciare anche alla cattedra di retorica per diventarlo. Era legato alle sue catene e se ne è liberato. Agostino decise di diventare un secondo Vittorino: avrebbe proclamato il suo credo davanti all'intera basilica. Antonio d'Egitto, il Santo anacoreta si convertì anch'egli grazie agli scritti di Paolo: sentì una frase del vangelo e diede tutto quello che aveva ai poveri e si ritirò nel deserto, per condurre una vita di penitenza. Il suo grande avversario era il corpo, dovette lottare contro le sue tentazioni. I demoni lo assillavano, lui resisteva con la preghiera e il digiuno. Morì a 105 anni e riuscì a sconfiggere i demoni che lo tormentavano, senza cedere nemmeno una volta. Ha dedicato la sua vita a Dio. Agostino si arrabbiò moltissimo e impazzi perché la sua volontà non andava fino in fondo. Nonostante avesse la verità era ancora fermo. Se si fosse mollato sarebbe stato dio a sorreggerlo. Era veramente impazzito e aveva bisogno di stare solo, non trovava neanche le parole per pregare. Ma leggendo una lettera a San Paolo trovò la forza e si convertì.
Il ritorno in Africa e la nuova vita
Sei mesi dopo la conversione, la famiglia decise di tornare in Africa. Non fece come Vittorino quando si convertì, ma agì con discrezione. La sua salute era precaria. Solo chi crede nel proprio traguardo é in grado di conseguirlo. C'era un tempo in cui lui aveva riso della fede, considerandola una forma di cecità. Allora non l'aveva sperimentata, e convincerlo a credere sarebbe stato impossibile. Ora sapeva che il vero cieco è l'uomo senza fede. Prima di comprendere la sostanza immutabile di Dio, la mente umana deve essere purificata. E per riuscirci, deve intraprendere il viaggio armata dalla fede. La fede precede la ragione nell'ordine temporale, e l'una e l'altra non sono mezzi distinti per il conseguimento della verità. Perché spetta alla ragione giudicare se un'autorità è valida, decidere di chi fidarsi e perché. Gli venne data la cresima e venne battezzato. Andarono ad Ostia per imbarcarsi, ma quella settimana non partivano navi per Cartagine. Monica non trae più nessuna gioia dal mondo. Non sa perché continuare a vivere ora che ogni suo desiderio è stato esaudito. Si ammalò e stava per morire, ma aveva trasmesso la propria missione al figlio: essere l'angelo custode del prossimo. Monica morì. Dal porto nessuna novità, l'unica nave arrivata era quella per sua madre. Decisero così di andare a Roma, sede del cristianesimo.
La fine della vita di Agostino
Agostino quando si recò a Roma scrisse una confutazione della dottrina manichea e quando tornò in Africa, a Tagaste adibì a monastero la sua vecchia casa. Lì pregavano, meditavano e studiavano. Avevano rinunciato ad ogni bene materiale. Nonostante avesse vissuto isolato aveva molta fama anche ad Ippona grazie alle sue opere, tanto che gli venne chiesto di essere coauditore di un anziano vescovo. Agostino non voleva accettare perché non si riteneva degno nemmeno del semplice sacerdozio, voleva soltanto continuare a studiare, pregare, meditare e scrivere. Ma fu costretto a prendere l'incarico. Aprì così un monastero anche lì. La chiesa africana era risorta! Ha lasciato un segno incancellabile nel tempo. Agostino ha cominciato la sua vita come una fiamma inquieta, ed è diventato il faro vivente di tutto il pensiero umano. Molti profughi, a causa della guerra, si recavano ad Ippona e Agostino rincuorava tutti. Era sfinito e malato, ma non lo lasciavano comunque in pace. Poi stette così male che lo lasciarono, Alipio andò a trovarlo dato che Tagaste era caduta. Agostino, che voleva sapere tutto, morì. Aveva fatto ritorno alla patria dell'anima, conosceva la risposta a ogni domanda, e quella risposta era l'amore di Dio.
Domande da interrogazione
- Chi ha finanziato gli studi di Agostino a Cartagine?
- Qual è stata la reazione di Agostino alla morte di suo padre?
- Perché Agostino ha deciso di diventare manicheo?
- Come ha reagito Agostino alla proposta di matrimonio con Marzia?
- Qual è stato il cambiamento di Agostino dopo la sua conversione?
Gli studi di Agostino a Cartagine sono stati finanziati da un buon uomo di nome Romaniano, poiché i suoi genitori erano troppo poveri per permetterseli.
Agostino è rimasto sorpreso dal fatto che suo padre si fosse fatto battezzare prima di morire, poiché Agostino stesso non era cristiano.
Agostino è diventato manicheo perché ha trovato che la dottrina manichea spiegava l'esistenza del male e lo ha liberato dai suoi errori attraverso la forza della ragione.
Agostino ha deciso di aspettare a dirlo a Melania, ma è stato Melania stessa ad abbandonarlo per il bene della sua carriera, convinta da Romaniano e Monica.
Dopo la sua conversione, Agostino ha deciso di tornare in Africa, ha fondato un monastero nella sua vecchia casa e ha scritto una confutazione della dottrina manichea, diventando un faro del pensiero umano.