Concetti Chiave
- Cartesio introduce il dubbio come metodo per raggiungere la conoscenza certa, mettendo in discussione le esperienze sensoriali.
- Il concetto di "cogito ergo sum" afferma che il dubbio stesso conferma l'esistenza dell'uomo come essere pensante.
- Critiche a Cartesio includono il considerare il "cogito" come un circolo vizioso e non un principio assoluto.
- Arnauld critica il "cogito" come fondamento e giustificazione della realtà, vedendolo come un sillogismo abbreviato.
- Cartesio difende il "cogito" come un'intuizione immediata e autoevidente, non derivata da un ragionamento complesso.
Il dubbio come metodo
Le regole per la guida all'intelligenza non hanno di per sé una giustificazione e Cartesio le giustifica affermando che vengono direttamente dall'uomo. Cartesio critica aspramente il sapere: per avere una conoscenza certa bisogna dubitare sulle cose derivate dall'esperienza. Il dubbio diventa metodico, e cioè aiuta a conoscere. Il dubbio è il metodo che uso per arrivare alla conoscenza. Ci sono delle conoscenze che sono vere sempre, ovvero sono le conoscenze matematiche. Se immaginiamo che ci sia un genio maligno che vuole toglierci qualsiasi certezza e renda evidente ciò che è falso, facendoci dubitare di tutto, anche della matematica, questo trasformerebbe il dubbio in un dubbio iperbolico.
La certezza del cogito
Proprio il dubbio, paradossalmente, è la prima certezza per l'uomo. Se ammettiamo di essere ingannabili su tutto, qual è la nostra certezza? Che esistiamo, e quindi possiamo dubitare. Il dubbio è una prerogativa di chi esiste (cogito ergo sum). Cartesio ammette che ciascuno di noi è una res cogitans, ed esiste solo in funzione di oggetto pensante. Questa è una verità necessaria.
Questo principio è già stato sviluppato sia da Agostino che da Tommaso Campanella: il primo trova la presenza trascendentale di Dio nell'uomo, il secondo stabilisce la natura dell'anima senziente come coscienza delle proprie modificazioni. Entrambi trovano la presenza di Dio in altre cose.
Critiche al cogito
Arnauld sostiene che il cogito sia contemporaneamente fondamento e giustificazione della realtà, e quindi un circolo vizioso. Cartesio dice che proprio l'evidenza è il criterio di verità a fondarsi sul cogito, inteso come principio autoevidente. L'uomo è consapevole di essere un soggetto pensante e quindi non si può pensare di non pensare.
Difesa cartesiana
Un'altra accusa sostiene che cogito ergo sum è la parte finale di un sillogismo abbreviato, quindi derivando da qualcosa di più originario non può essere considerato un principio assoluto, e con l'ipotesi del genio maligno questa certezza cade. Cartesio si difende dicendo che il cogito non è un ragionamento ma una intuizione immediata della mente, una realtà autoevidente, che già permane in essa.
Un'altra osservazione sostiene che sì, l'io in quanto pensa esiste, ma ha sbagliato nel definire come l'io esista, in quanto potrebbe essere pensiero, corpo o cervello, quindi materiale. È come dire: io passeggio quindi sono una passeggiata. Cartesio dice che l'uomo non passeggia sempre, ma pensa sempre, e il pensiero esige un soggetto, una cosa che sta sotto al pensiero, la res cogitans, immateriale come il pensiero, essenza stessa dell'uomo.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo del dubbio nel pensiero di Cartesio?
- Come risponde Cartesio alle critiche sul cogito ergo sum?
- Quali sono le critiche di Arnauld al cogito di Cartesio?
- In che modo Cartesio giustifica le regole per la guida all'intelligenza?
Il dubbio è fondamentale per Cartesio, poiché diventa un metodo per arrivare alla conoscenza certa. Egli sostiene che il dubbio metodico aiuta a conoscere e che, paradossalmente, è la prima certezza per l'uomo, poiché dubitare implica esistere (cogito ergo sum).
Cartesio risponde che il cogito non è un ragionamento ma un'intuizione immediata della mente, una realtà autoevidente. Egli afferma che il pensiero esige un soggetto, la res cogitans, che è immateriale come il pensiero stesso.
Arnauld critica il cogito sostenendo che sia un circolo vizioso, poiché è contemporaneamente fondamento e giustificazione della realtà. Cartesio risponde che l'evidenza è il criterio di verità fondato sul cogito, inteso come principio autoevidente.
Cartesio giustifica le regole per la guida all'intelligenza affermando che esse provengono direttamente dall'uomo. Egli critica il sapere derivato dall'esperienza e sostiene che solo le conoscenze matematiche sono sempre vere.