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Confronto tra temi principali di diversi filosofi
La libertà è stata interpretata in modi diversi dai cinque filosofi, seppur avendo qualcosa che accomuna qualcuno di questi per alcuni aspetti simili, analizziamoli.
Per esempio, sia Platone, che Epicuro ed anche gli Stoici vedono la libertà, in grande modo, come liberazione di qualcosa, ed in questo i loro pensieri si avvicinano.
Ritroviamo il concetto di libertà in Platone inteso come qualcosa da cui ci si libera nell’esempio del mito della caverna, l’uomo si libera, infatti, dalle catene, per condursi verso la contemplazione del mondo delle idee, lasciandosi alle spalle e quindi liberandosi dal mondo e dagli oggetti sensibili.
Secondo il pensiero di Epicuro, la libertà è intesa come liberazione da timori che caratterizzano l’uomo. Per Epicuro la filosofia è come un tetrafarmaco che libera l’uomo dalla paura degli Dei, dalla paura della morte e libera l’uomo dalla paura e dal dolore andando, appunto, verso la libertà.
Gli Stoici credono, invece, che la libertà sia atarassia, condizione di imperturbabilità raggiungibile mediante la liberazione dalle passioni.
Agostino e Anselmo si distaccano da questa libertà “propria e diretta” e si avvicinano entrambi a teorie legate più a Dio e al raggiungimento della libertà per via di atti di bene o comunque libertà più vincolate.
Secondo Agostino porta al raggiungimento della libertà fare, appunto, del bene. Per Anselmo, invece, Dio ha dato all’uomo una rectitudo voluntatis, ovvero il volere di Dio di volere ciò che si vuole e si può perdere solo per volere umano. La libertà è, quindi, la capacità di conservare questa rettitudine.
Nel grande tema della libertà, possiamo, inoltre, confrontare i pensieri dei diversi filosofi sul libero arbitrio.
Qui, i pensieri diventano più complessi, ma possiamo riconoscere che si parla in poche di queste filosofie del libero arbitrio totale, si può notare invece, spesso, qualcosa che sceglie già per l’uomo e lui rimane, in qualche modo, vincolato da essa.
Platone, per esempio, lascia la “scelta” all’uomo sulla decisione del proprio demone che determinerà e influenzerà la sua vita terrena, per sempre, come una catena che lo vincolerà. Oltre a questo, a decidere per lui vi è l’anima, che sceglierà la virtù “in cui vivrà”. Dopo la morte del corpo, questa, sale in cielo e qui, può, scegliere, nuovamente, la sua prossima virtù, per poi dimenticarsi di questa scelta e tornare nel mondo sensibile. C’è, quindi, un libero arbitrio, due semplici cose, demone e anima, che, però sono decisioni strettamente importanti per le conseguenze alla quale porteranno.
A distaccarsi già un po dalla tesi precedente Agostino si chiede: Libero arbitrio o predestinazione? Questo è il problema che parte dal peccato originale.
Secondo lui Dio ha dato, in origine, la libertà all’uomo ed essendo onnisciente sa che questo peccherà, appunto, nel peccato originale e da quel momento non è più degno di salvezza, decide, quindi, di donare solo ad alcuni la salvezza, e ad altri il libero arbitrio, nel bene e nel male. Questa scelta non sta all’uomo e non è arbitraria, ma solo la predestinazione di Dio.
Pur nessun uomo possa propriamente salvarsi, la volontà aiuta, però grazie alla grazia divina a percorrere la loro prescienza. Anche in questo pensiero di Agostino notiamo che in qualche modo l’uomo non ha del tutto un libero arbitrio personale.
Un altro dei filosofi, Anselmo, intende il libero arbitrio come l’adesione, la capacità di aderire al bene, ovvero scegliere di seguire la rettitudine della volontà data dalla grazia di Dio, quindi un altro tipo di idea completamente diversa ancora, ma sempre senza un pieno libero arbitrio, che sta, solamente, in una scelta.
Ci sono, poi, gli Stoici in cui la libertà per loro, vi è al raggiungimento del logos, all’accettazione razionale.
La ragione raggiunge, così, il proprio scopo e realizzando l’autentica libertà nel conformarsi al logos divino, quando riesce a volere ciò che il destino vuole.
Secondo gli stoici il sapiente è, quindi, il vero libero, è, infatti, colui che ha raggiunto la virtù ed è imperturbabilile, grazie all’ascolto del logos, è quindi, apatico. L’opposto è, invece, l’ignorante, o schiavo.
Qui è invece, accennato, che il vero libero arbitrio esiste, ma solo per certi uomini, altri, invece, rimarranno vincolati dal fato tutta la vita, come vedremo dopo.
L’ultimo filosofo è Epicuro che crede che esista il libero arbitrio perché, siccome l’uomo è formato da atomi, anche il libero arbitrio risalirà da essi, si può, quindi, pensare, che gli scontri fra gli atomi, da cui dipendono le scelte avvengano in modo casuale, e per questo motivo con libertà di scelta.
Questo filosofo si riconosce, in qualche modo, con il precedente perché, anche qui, emerge un libero arbitrio totale.
La domanda finale che si pone, infine, è: L’uomo è davvero libero? Anche qui possiamo notare diversi pensieri conrastanti.
Secondo Platone solo nell’istante in cui un uomo prende una decisione diventa libero! Riprendendo infatti, ancora, il mito della caverna, solo quando l’uomo deciderà di togliersi le catene che inizierà a liberarsi del mondo sensibile pian piano.
Epicuro risponderebbe, decisamente: Si! gli scontri che avvengono tra gli atomi sono completamente casuali. Inoltre, l’uomo non deve temere le conseguenze delle sue azioni perché gli Dei, poiché beati non influiscono sulle sue scelte.
Anche Agostino, come il filosofo precedente, a questa domanda risponderebbe positivamente, di primo impatto si può dire che per lui la libertà è stata donata da Dio all’uomo sin dal principio, ma agisce sia in direzione del bene che nel male e Dio non ne interferisce, ma fino a che punto? L’uomo non è del tutto libero, se si pensa che tutto ciò che accade all’uomo è stato predestinato da Dio. Agostino risolve questo dilemma dicendo che siamo, sì, predestinati al male o al bene, ma la responsabilità di ciò sta all’uomo, è, quindi, sua la libertà.
Negli Stoici, invece, ogni fatto, ogni conseguenza ad un’azione, ed, in generale, ogni cosa è destino. Vi è, appunto, un fato, che determina già tutto. L’unica libertà che sta all’uomo è di non svincolare al suo destino, in modo da averlo come guida e non come nemico; ed, inoltre, farebbe solo sforzo inutile a cercare di cambiare qualcosa perché il suo destino è gia segnato, e se è destinato ad un certo fine, quello accadrà, anche, nonostante, lui non lo voglia.
Secondo loro, quindi, l’uomo è davvero libero? la risposta è no, non in tutto e per tutto, per gli Stoici la libertà individuale sta solo e soltanto nella scelta della volontaria adesione all’ordine naturale delle cose.
L’ultimo filosofo è Anselmo, secondo i suoi pensieri, non si può volere una rectitudo voluntatis, perché viene data con grazia da Dio, è quindi, in effetti, a lui, in mano questa scelta, ma sta in mano all’uomo la libertà di conservarla o di perderla.
Possiamo però, anche, affermare che la libertà umana non è limitata ne dalla prescienza ne dalla predestinazione divina.
Dio prevede le azioni future come libere, così da non imporre agli uomini alcuna necessità.
Vengono salvati gli uomini di cui dio conosce la rettitudine della volontà, nuovo pensiero ancora.
Possiamo quindi, infine, riaffermare che ci sono molte grandi differenze tra queste filosofie, ma in grande modo per qualcosa si ritrovano simili tra loro, anche se non in dettaglio.
Sofia Mingardo Classe 4°A compiti delle vacanze
della morte e libera modo casuale, e sulle sue scelte.
l’uomo dalla paura per questo motivo
e dal dolore. con libertà di
scelta.
STOICI Gli Stoici credono La libertà per loro, Negli Stoici ogni
che la libertà sia vi è al fatto, ogni
atarassia, raggiungimento del conseguenza ad
condizione di logos, un’azione, ed, in
imperturbabilità all’accettazione generale, ogni cosa
raggiungibile razionale. è destino. Vi è,
mediante la La ragione appunto, un fato,
liberazione dalle raggiunge, così, il che determina già
passioni. proprio scopo e tutto. L’unica
realizzando libertà che stà
l’autentica libertà all’uomo è di non
nel conformarsi al svincolare al suo
logos divino, destino, in modo da
quando riesce a averlo come guida
volere ciò che il e non come
destino vuole. nemico; ed, inoltre,
Secondo gli stoici il farebbe solo sforzo
sapiente è il vero inutile a cercare di
libero, è, infatti, cambiare qualcosa
colui che ha perché il suo
raggiunto la virtù destino è gia
ed è segnato, e se è
imperturbabilile, destinato ad un
grazie all’ascolto certo fine, quello
del logos, è quindi, accadrà, anche,
apatico. L’opposto nonostante, lui non
è, invece, lo voglia.
l’ignorante, o Possiamo quindi,
schiavo. concludere la
domanda da cui
siamo partiti ovvero
“l’uomo è davvero
libero?” la risposta
è no, non in tutto e
per tutto, per gli
Stoici la libertà
individuale sta solo
e soltanto nella
scelta della
volontaria adesione
all’ordine naturale
delle cose.
AGOSTINO Secondo questo Libero arbitrio o Sì, di primo impatto
filosofo fare del predestinazione? si può dire che per
bene porta al Questo è il Agostino la libertà è
raggiungimento problema che si stata donata da Dio
della libertà. pone dal peccato all’uomo sin dal
originale. principio, ma agisce
Dio ha dato in sia in direzione del
origine la libertà bene che nel male
Sofia Mingardo Classe 4°A compiti delle vacanze
all’uomo ed e Dio non ne
essendo interferisce, ma fino
onnisciente sa che a che punto?
questo peccherà, L’uomo non è del
appunto, nel tutto libero, se si
peccato originale e pensa che tutto ciò
da quel momento che accade
non è più degno di all’uomo è stato
salvezza, decide, predestinato da
quindi, di donare Dio.
solo ad alcuni la Agostino risolve
salvezza, e ad altri questo dilemma
il libero arbitrio, nel dicendo che siamo
bene e nel male. sì predestinati al
Questa scelta non male o al bene, ma
sta all’uomo e non la responsabilità di
è arbitraria, ma ciò sta all’uomo, è,
solo la quindi, sua la
predestinazione di libertà.
Dio.
Pur nessun uomo
possa propriamente
salvarsi, la volontà
aiuta, però grazie
alla grazia divina a
percorrere la loro
prescienza.
ANSELMO Dio ha dato Anselmo intende il Non si può volere
all’uomo una libero arbitrio come una rectitudo
rectitudo voluntatis, l’adesione, la voluntatis, perché
ovvero il volere di capacità di aderire viene data con
Dio di volere ciò al bene. grazia da Dio, è
che si vuole e si quindi, in effetti, a
può perdere solo lui, in mano questa
per volere umano. scelta, ma sta in
La libertà è, quindi, mano all’uomo la
la capacità di libertà di
conservare ciò. conservarla o di
perderla.
Possiamo però,
anche, affermare
che la libertà
umana non è
limitata ne dalla
prescienza ne dalla
predestinazione
divina.
Dio prevede le
azioni future come
libere, così da non
imporre agli uomini
alcuna necessità.
Vengono salvati gli
uomini di cui dio
conosce la
Sofia Mingardo Classe 4°A compiti delle vacanze
rettitudine della
volontà.
Svolgimento del tema…
La libertà è stata interpretata in modi diversi dai cinque filosofi, seppur avendo
qualcosa che accomuna qualcuno di questi per alcuni aspetti simili, analizziamoli.
Per esempio, sia Platone, che Epicuro ed anche gli Stoici vedono la libertà, in grande
modo, come liberazione di qualcosa, ed in questo i loro pensieri si avvicinano.
Ritroviamo il concetto di libertà in Platone inteso come qualcosa da cui ci si libera
nell’esempio del mito della caverna, l’uomo si libera, infatti, dalle catene, per condursi
verso la contemplazione del mondo delle idee, lasciandosi alle spalle e quindi
liberandosi dal mondo e dagli oggetti sensibili.
Secondo il pensiero di Epicuro, la libertà è intesa come liberazione da timori che
caratterizzano l’uomo. Per Epicuro la filosofia è come un tetrafarmaco che libera
l’uomo dalla paura degli Dei, dalla paura della morte e libera l’uomo dalla paura e dal
dolore andando, appunto, verso la libertà.
Gli Stoici credono, invece, che la libertà sia atarassia, condizione di imperturbabilità
raggiungibile mediante la liberazione dalle passioni.
Agostino e Anselmo si distaccano da questa libertà “propria e diretta” e si avvicinano
entrambi a teorie legate più a Dio e al raggiungimento della libertà per via di atti di
bene o comunque libertà più vincolate.
Secondo Agostino porta al raggiungimento della libertà fare, appunto, del bene. Per
Anselmo, invece, Dio ha dato all’uomo una rectitudo voluntatis, ovvero il volere di Dio
di volere ciò che si vuole e si può perdere solo per volere umano. La libertà è, quindi,
la capacità di conservare questa rettitudine.
Sofia Mingardo Classe 4°A compiti delle vacanze
Nel grande tema della libertà, possiamo, inoltre, confrontare i pensieri dei diversi
filosofi sul libero arbitrio.
Qui, i pensieri diventano più complessi, ma possiamo riconoscere che si parla in poche
di queste filosofie del libero arbitrio totale, si può notare invece, spesso, qualcosa che
sceglie già per l’uomo e lui rimane, in qualche modo, vincolato da essa.
Platone, per esempio, lascia la “scelta” all’uomo sulla decisione del proprio demone
che determinerà e influenzerà la sua vita terrena, per sempre, come una catena che lo
vincolerà. Oltre a questo, a decidere per lui vi è l’anima, che sceglierà la virtù “in cui
vivrà”. Dopo la morte del corpo, questa, sale in cielo e qui, può, scegliere,
nuovamente, la sua prossima virtù, per poi dimenticarsi di questa scelta e tornare nel
mondo sensibile. C’è, quindi, un libero arbitrio, due semplici cose, demone e anima,
che, però sono decisioni strettamente importanti per le conseguenze alla quale
porteranno.
A distaccarsi già un po dalla tesi precedente Agostino si chiede: Libero arbitrio o
predestinazione? Questo è il problema che parte dal peccato originale.
Secondo lui Dio ha dato, in origine, la libertà all’uomo ed essendo onnisciente sa che
questo peccherà, appunto, nel peccato originale e da quel momento non è più degno
di salvezza, decide, quindi, di donare solo ad alcuni la salvezza, e ad altri il libero
arbitrio, nel bene e nel male. Questa scelta non sta all’uomo e non è arbitraria, ma
solo la predestinazione di Dio.
Pur nessun uomo possa propriamente salvarsi, la volontà aiuta, però grazie alla grazia
divina a percorrere la loro prescienza. Anche in questo pensiero di Agostino notiamo
che in qualche modo l’uomo non ha del tutto un libero arbitrio personale.
Un altro dei filosofi, Anselmo, intende il libero arbitrio come l’adesione, la capacità di
aderire al bene, ovvero scegliere di seguire la rettitudine della volontà data dalla
grazia di Dio, quindi un altro tipo di idea completamente diversa ancora, ma sempre
senza un pieno libero arbitrio, che sta, solamente, in una scelta.
Ci sono, poi, gli Stoici in cui la libertà per loro, vi è al raggiungimento del logos,
all’accettazione razionale.
La ragione raggiunge, così, il proprio scopo e realizzando l’autentica libertà nel
conformarsi al logos divino, quando riesce a volere ciò che il destino vuole.
Secondo gli stoici il sapiente è, quindi, il vero libero, è, infatti, colui che ha raggiunto la
virtù ed è imperturbabilile, grazie all’ascolto del logos, è quindi, apatico. L’opposto è,
invece, l’ignorante, o schiavo.
Qui è invece, accennato, che il vero libero arbitrio esiste, ma solo per certi uomini,
altri, invece, rimarranno vincolati dal fato tutta la vita, come vedremo dopo.
L’ultimo filosofo è Epicuro che crede che esista il libero arbitrio perché, siccome l’uomo
è formato da atomi, anche il libero arbitrio risalirà da essi, si può, quindi, pensare, che
gli scontri fra gli atomi, da cui dipendono le scelte avvengano in modo casuale, e per
questo motivo con libertà di scelta.