Concetti Chiave
- Il dubbio metodico di Cartesio implica accettare come vero solo ciò che appare chiaro ed evidente, mettendo in dubbio tutte le altre percezioni.
- Cartesio estende il dubbio a tutta la realtà sensibile e perfino alle verità matematiche, ipotizzando l'esistenza di un genio maligno ingannatore.
- Nonostante il dubbio iperbolico, Cartesio identifica una certezza indubitabile: l'esistenza di sé stesso come essere pensante, sintetizzata nel "cogito, ergo sum".
- "Cogito ergo sum" non è un sillogismo, ma un'intuizione immediata che afferma l'esistenza del pensante attraverso il pensiero stesso.
- Il pensare e l'esistere sono presentati come aspetti di un'unica esperienza intuitiva e indiscutibile per Cartesio.
Indice
Il dubbio metodico
La prima regola del metodo cartesiano prescrive di accettare come vero soltanto ciò che si presenta evidente. Ciò significa che bisogna dubitare di tutte le cose che non appaiono chiare e distinte.
Occorre quindi assumere il dubbio come procedimento metodologico. Per tale motivo si parla di dubbio metodico.
Il dubbio nelle meditazioni
Nelle Meditazioni metafisiche, il tema del dubbio si intensifica poiché il filosofo mette in dubbio l'intera realtà, a partire da quella sensibile: i sensi a volte ci ingannano, come quando ci fanno credere che il bastoncino immerso nell'acqua sia ricurvo, mentre in realtà non lo è.
Inoltre - si domanda il filosofo - chi ci assicura che in un dato momento, mentre siamo certi di essere svegli, seduti allo scrittoio, davanti al camino, non stiamo invece sognando?Conoscenze certe e genio maligno
Tuttavia, secondo Cartesio, ci sono delle conoscenze che dobbiamo considerare vere, siete svegli sia in sogno. Si tratta delle conoscenze semplici e chiare dell'aritmetica e della geometria, le quali ci dicono, ad esempio, che 3+2=5 o che il quadrato ha quattro lati.
Il dubbio iperbolico
In realtà, per quanto appaiono evidenti, anche su queste verità è possibile esercitare il dubbio. Possiamo infatti supporre di essere stati creati non da un Dio buono e saggio, ma da un genio maligno che ci vuole ingannare, facendoci credere che 3+2=5 mentre in realtà non è così.
In conclusione, bisogna supporre che tutto ciò che vediamo, sentiamo, immaginiamo e giudichiamo sia falso e ingannevole: il dubbio metodico cartesiano ha pertanto raggiunto la più vasta estensione possibile, è diventato universale, iperbolico.
Cogito ergo sum
Rimane però un esigenza, cioè quella di ricercare un fondamento solido e sicuro per la conoscenza.
Il filosofo ammette di dubitare di tutto, di ingannarsi e di essere ingannato, ma di una sola cosa deve essere certo, vale a dire del fatto che per ingannarsi (o essere ingannato) deve esistere.
Pur avvolto nelle nebbie del dubbio iperbolico, deve ritenere di aver raggiunto almeno una verità certa e indiscutibile.
Ammettiamo pure che ci sia questo genio maligno che fa di tutto per ingannarci di continuo, che ci inganni pure quanto vuole: noi per essere ingannati (o ingannarci) dobbiamo esistere, ed esistiamo come qualcosa che dubita, dunque che pensa.
"Cogito ergo sum" è un ragionamento deduttivo?
Già i contemporanei accusarono il filosofo di aver adoperato un sillogismo in cui manca la premessa maggiore. Il cogito deve dipendere da un'altra premessa (implicita) non sottoposta al dubbio né dimostrata (“tutto ciò che pensiamo esiste”).
• Bisogna importante precisare che "cogito ergo sum" non è un sillogismo, ma un' intuizione immediata, in virtù della quale chi pensa o dubita percepisce la propria esistenza di essere pensante.
• Pensare ed esistere sono due aspetti di un’unica esperienza intuitiva.
Domande da interrogazione
- Qual è la prima regola del metodo cartesiano secondo Cartesio?
- Come Cartesio intensifica il tema del dubbio nelle Meditazioni metafisiche?
- Qual è la verità certa e indiscutibile che Cartesio ritiene di aver raggiunto?
- Quali critiche sono state mosse al "Cogito, ergo sum"?
La prima regola del metodo cartesiano prescrive di accettare come vero soltanto ciò che si presenta evidente, dubitando di tutto ciò che non appare chiaro e distinto.
Cartesio intensifica il dubbio mettendo in discussione l'intera realtà, inclusa quella sensibile, e ipotizzando l'esistenza di un genio maligno che potrebbe ingannarci su tutto, anche sulle verità matematiche.
Cartesio ritiene di aver raggiunto la verità certa e indiscutibile che, per ingannarsi o essere ingannato, deve esistere, sintetizzata nel "Cogito, ergo sum" (Io penso, dunque esisto).
Alcuni contemporanei di Cartesio hanno criticato il "Cogito, ergo sum" sostenendo che fosse un sillogismo con una premessa maggiore implicita non dimostrata, ma Cartesio lo difende come un'intuizione immediata e non un ragionamento deduttivo.