Concetti Chiave
- Cartesio sostiene che ogni idea deve avere una causa proporzionata, con le idee innate rappresentate da Dio come esempio principale.
- Le idee avventizie potrebbero derivare da cause esterne o essere create dal soggetto, ma ciò non si applica alle idee innate come quella di Dio.
- L'idea innata di Dio, una sostanza infinita e perfetta, non può derivare da un essere imperfetto come l'uomo.
- La presenza dell'idea di Dio nell'uomo dimostra l'esistenza di Dio stesso come causa, secondo Cartesio.
- Il concetto di "marchio di fabbrica" indica che Dio imprime l'idea della sua esistenza nella mente umana.
Indice
Il principio delle idee e la loro causa
Cartesio segue il principio che la causa di una idea non può contenere minore perfezione e realtà dell’idea che produce. Quindi ogni idea deve avere una causa che sia ad essa proporzionale e proporzionata. Quindi le idee avventizie potrebbero derivare da cause esterne, ma essendo imperfette potrebbero anche essere il frutto della creazione del soggetto e quindi non corrispondere a oggetti realmente esistenti, come le idee fattizie. Ma se questo discorso potrebbe valere per le idee avventizie e fattizie non può valere per le idee innate.
L'idea innata di Dio
Si prenda in considerazione l’idea innata per eccellenza, cioè Dio, che designa una sostanza infinita eterna immutabile onnisciente e onnipotente. Ma visto che l’uomo è un essere imperfetto, finito, come potrebbe darsi da sé l’idea di un essere perfetto, infinito, di cui un essere onnisciente che in quanto tale non può dubitare? La conclusione a cui Cartesio giunge è che la sola presenza nell’uomo di una tale idea dimostra l’esistenza di Dio come sua causa.
Il marchio di fabbrica e il circolo vizioso
L’idea di Dio secondo Cartesio è chiaramente innata, trovandosi all’interno di un soggetto che si percepisce costantemente come finito, e non infinito, consapevole di non sapere, continuamente in dubbio. Visto che l’uomo è un essere imperfetto, come può darsi da sé l’idea di un essere infinito? La risposta è immediata: la sola presenza nell’uomo di infinito dimostra l’esistenza stessa di Dio, giacchè la causa di Dio non posso esser io, privo della proporzionalità per farlo. Da molti storici questo argomento è chiamato “marchio di fabbrica” perché è Dio che imprime in mente l’idea della sua esistenza. Si suppone che ciò che è chiaro e distinto sia vero, per dimostrare l’esistenza di Dio, proprio quel Dio che deve garantire che ciò che è chiaro e distinto è vero. Ma Cartesio sembra non dare particolare seguito al circolo vizioso già da molti individuato e proseguire divendo che quando io mi scopro come essere pensante in quanto dubitante, mi comprendo immediatamente come illimitato, ma per pensarmi come imperfetto è necessario che mi paragoni anche solo implicitamente al modello della perfezione. Il modello dell’infinito è Dio.
Domande da interrogazione
- Qual è il principio fondamentale di Cartesio riguardo alla causa delle idee?
- Come Cartesio giustifica l'esistenza di Dio attraverso l'idea innata?
- Perché l'argomento di Cartesio è chiamato "marchio di fabbrica"?
Cartesio sostiene che la causa di un'idea non può contenere minore perfezione e realtà dell'idea stessa, quindi ogni idea deve avere una causa proporzionata.
Cartesio afferma che l'idea innata di Dio, essendo perfetta e infinita, non può essere generata da un essere imperfetto come l'uomo, quindi la sua presenza dimostra l'esistenza di Dio come causa.
L'argomento è chiamato "marchio di fabbrica" perché Cartesio sostiene che Dio stesso imprime nell'uomo l'idea della sua esistenza, come un marchio che garantisce la verità di ciò che è chiaro e distinto.