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Concetti Chiave

  • René Descartes, noto come Cartesio, è un filosofo e matematico francese che ha sviluppato il piano cartesiano e un metodo filosofico ordinato per guidare il pensiero umano.
  • Il metodo cartesiano si articola in quattro fasi: evidenza, analisi, sintesi ed enumerazione, per garantire affermazioni veritiere e complete.
  • Cartesio introduce il dubbio metodico e iperbolico, dubitando di tutto per arrivare a una verità indubitabile: "Cogito, ergo sum" (penso, quindi esisto).
  • Le idee, secondo Cartesio, si dividono in avventizie, fittizie e innate, con l'idea di Dio come innata e perfetta, suggerendo l'esistenza di un Dio buono.
  • Il dualismo cartesiano distingue tra sostanza pensante (res cogitans) e sostanza estesa (rex extensa), risolvendo il loro rapporto nella ghiandola pineale.

Indice

  1. La vita e l'educazione di Descartes
  2. Il metodo filosofico di Cartesio
  3. Le fasi del metodo cartesiano
  4. Il dubbio metodico e il cogito
  5. La dimostrazione dell'esistenza di Dio
  6. La distinzione tra proprietà oggettive e soggettive
  7. La morale provvisoria di Cartesio

La vita e l'educazione di Descartes

René Descartes, nasce il 31 marzo 1596 a La Haye e viene educato nel collegio dei gesuiti di La Flèche . Oltre ad essere uno dei maggiori filosofi della storia dell’occidente, è stato anche un importante matematico, inventore del piano cartesiano.

Capisce qual è la sua strada nel 1619 quando in una notte ha bene tre sogni rivelatori che gli suscitano suscitano le prime idee sul metodo.

Il metodo filosofico di Cartesio

Lo scopo della filosofia di Cartesio è quello di individuare un metodo ordinato e semplice che aiuti l’uomo sia in campo teorico che in campo pratico.

Il compito della filosofia nel metodo individuato da Cartesio sarà quello di essere uno strumento razionale di libertà e dominio umano.

Le fasi del metodo cartesiano

Cartesio sostiene che il metodo (Metodo: deriva dal greco metodo, composto da metà cioè il seguire qualcosa e da hodòs cioè “via” o “strada”)

per assicurarsi che le proprie affermazioni siano veritiere si deve articolare in quattro fasi bene scandite:

Evidenza: bisogna considerare veritiero solo ciò che è evidente, ciò solo quello di cui non è possibile dubitare

Analisi: è necessario suddividere i problemi più difficili in problemi più semplici

Sintesi: è necessario ordinare i problemi scomposti dal più semplice al più complesso in modo da risolverli in modo crescente

Enumerazione: è opportuno formulare delle teorie accertandosi che siano il più complete possibile, che non tralascino nulla.

Le regole individuate da Cartesio non hanno una giustificazione, Cartesio deve allora tentare di giustificarle risalendo alla loro radice: l’uomo come soggettività o come ragione.

Il dubbio metodico e il cogito

Per trovare la giustificazione alle regole, Cartesio utilizzo lo strumento del dubbio metodico considerando provvisoriamente falso tutto ciò di cui è possibile dubitare fino a che non si arriverà a un principio che resisterà al dubbio e sarà il fondamento per tutte le altre conoscenze.

Cartesio ritiene che la conoscenza sensibile non rientri tra i principi fondamentali per tutte le arte conoscenze poiché non possiamo essere certi di ciò che conosciamo tramite i sensi perché possono ingannarci.

Cartesio inizia a sostenere che le conoscenze matematiche siano affidabili in quanto non l’abbiamo decise noi ma sono qualcosa i razionale e di cui nessuno può dubitare.

Il filosofo inizia però a dubitare anche delle conoscenze matematiche in quanto inizia a pensare che possa esistere un genio maligno che ci inganna facendoci apparire evidente ciò che in realtà è falso.

Entra nella fase del dubbio iperbolico o dubbio universale in quanto il suo continuo dubitare ha come esito solo lo scetticismo

Cartesio esce dal dubbio iperbolico grazie ad un’ affermazione della quale non si può dubitare:

cogito, ergo sum (penso, perciò esisto

Il cogito è per il filosofo l’unica verità su cui possiamo essere certi perché: posso ammettere di essere ingannarmi o di essere ingannato ma per ingannarmi o per essere ingannato devo esistere.

“Io esisto” è assolutamente vero e anche il dubbio stesso lo conferma in quanto può dubitare solamente chi esiste.

L’ auto evidenza del cogito ci rende certi della nostra esistenza in quanto soggetto pesante ma non ci garantisce che all’evidenza delle nostre idee ci possa essere una realtà esterna.

La dimostrazione dell'esistenza di Dio

Cartesio cerca di dimostrare l’esistenza di Dio che ha creato l’uomo capace di conoscere. Cartesio perciò cerca di dimostrare l’esistenza di un Dio buono e che in quanto tale non inganna l’uomo.

Cartesio inizia ad elaborare le prove sull’esistenza di Dio partendo dal cogito cerca di esaminare i contenuti del pensiero in generale: le idee

Individua tre tipi di idee:

Idee avventizie: sono le idee che derivano dall’esperienza;

Idee fittizie: le idee inventate da noi;

Idee innate: le idee presenti in noi fin dalla nascita –

Prima prova:

Dio è un’idea innata. L’idea di Dio è un’ idea perfetta ma essendo l’uomo un essere imperfetto non può concepire qualcosa che contenga un alto grado di perfezione. L’idea di qualcosa di perfetto dev’essere per forza stata creata da qualcosa di perfetto e l’unico essere che può essere perfetto è Dio

Seconda prova:

Se l’uomo si fosse creato da solo, conoscendo l’idea di perfezione, si sarebbe creato perfetto

Terza prova:

Dio per definizione è perfetto. Se dio non esistesse mancherebbe un attributo all’esistenza e perciò non potrebbe esistere l’idea di perfezione.

La distinzione tra proprietà oggettive e soggettive

Secondo Cartesio, però, non possiamo affermare che i corpi possiedano tutte le qualità che noi percepiamo. Cartesio fa una distinzione tra proprietà oggettive e proprietà soggettive:

Proprietà oggettive: tutte le determinazioni quantitative

Proprietà soggettive: dipendono dalla percezione che ne ha il soggetto

Dimostrare l’esistenza di Dio vuol dire garantire l’esistenza dei corpi e cioè ammettere che esiste una sostanza pensante (res cogitans= sostanza incorporea, consapevole e libera) e una sostanza estesa (rex extensa= corporea, inconsapevole e meccanicamente determinata).

La visione dualistica pone il problema del rapporto tra la dimensione del pensiero e quello della materia che Cartesio risolve ipotizzando che le due sostanze entrino in relazione nella ghiandola pinerale.

La morale provvisoria di Cartesio

Cartesio delinea una morale provvisoria per orientale l’azione umana anche prima che siano sati individuati valori certi.

Individuò tre regole principali da dover seguire:

• Obbedire alle leggi e ai costumi del paese

• Agire solo in presenza di elementi sicuri e definitivi

• Vincere se stessi piuttosto che la fortuna e cambiare i propri desideri più che l’ordine del mondo.

Cartesio non riuscì mai ad elaborare una morale definitiva ma si orientò sull’analisi delle emozioni e delle passioni, ossia di quelle modificazioni involontarie che sono prodotte nell’anima dalle forze meccaniche che agiscono sul corpo.

L’uomo deve pertanto lasciarsi guidare dall’esperienza e dalla ragione, perché solo così sarà capace di distinguere il giusto dallo sbagliato. In questo dominio delle emozioni e delle passioni consiste la saggezza.

Domande da interrogazione

  1. Qual è lo scopo principale della filosofia di Cartesio?
  2. Lo scopo della filosofia di Cartesio è individuare un metodo ordinato e semplice che aiuti l’uomo sia in campo teorico che pratico, fungendo da strumento razionale di libertà e dominio umano.

  3. Quali sono le quattro fasi del metodo cartesiano?
  4. Le quattro fasi del metodo cartesiano sono: evidenza, analisi, sintesi ed enumerazione, che assicurano che le affermazioni siano veritiere.

  5. Come Cartesio giustifica le regole del suo metodo?
  6. Cartesio giustifica le regole del suo metodo attraverso il dubbio metodico, considerando provvisoriamente falso tutto ciò di cui è possibile dubitare fino a trovare un principio indubitabile.

  7. Qual è la prova principale dell'esistenza di Dio secondo Cartesio?
  8. La prova principale dell'esistenza di Dio secondo Cartesio è che l'idea di Dio è innata e perfetta, e poiché l'uomo è imperfetto, tale idea deve essere stata creata da un essere perfetto, cioè Dio.

  9. In cosa consiste il dualismo cartesiano?
  10. Il dualismo cartesiano consiste nella distinzione tra la sostanza pensante (res cogitans) e la sostanza estesa (rex extensa), e nel problema del rapporto tra pensiero e materia, risolto ipotizzando la loro interazione nella ghiandola pineale.

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