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Concetti Chiave

  • La scolastica del XIII secolo ha visto la nascita delle università, che divennero il fulcro della cultura filosofica e scientifica nel mondo latino.
  • I metodi di insegnamento medievali comprendevano la Lectio, Quaestio e Disputatio, che stimolavano la lettura critica, la discussione e il dibattito.
  • Anselmo di Canterbury utilizzava la dialettica per sostenere la fede cristiana, sviluppando argomenti ontologici come nel Monologion e Proslogion.
  • Tommaso d'Aquino distingue tra essenza ed esistenza, rifiutando l'argomento ontologico di Anselmo e proponendo le cinque vie come dimostrazioni a posteriori dell'esistenza di Dio.
  • La filosofia medievale vedeva un dialogo complesso tra ragione e fede, con la teologia che utilizzava strumenti logici ma poggiava su verità di fede.

Indice

  1. Il XIII secolo e la nascita delle università
  2. La filosofia scolastica e le arti liberali
  3. L'autonomia delle università medievali
  4. La didattica medievale: lectio, quaestio e disputatio
  5. L'uso delle auctoritates nella scolastica
  6. Aristotele e la cultura cristiana
  7. La relazione tra filosofia e teologia nel XIII secolo
  8. La vita e il pensiero di Anselmo
  9. La distinzione tra essenza ed essere secondo Tommaso
  10. La critica di Tommaso all'argomento di Anselmo
  11. Le cinque vie di Tommaso per dimostrare l'esistenza di Dio
  12. La fede e la razionalità secondo Tommaso

Il XIII secolo e la nascita delle università

- Nel XIII secolo il baricentro della cultura filosofica e scientifica si è

definitivamente spostato nel mondo latino

- Nascono le università

La filosofia scolastica e le arti liberali

- Questo periodo è spesso definito scolastica in quanto le scholae sono

lo spazio privilegiato di tutta la cultura, la filosofia di questo periodo si

sviluppa nelle università

- Non rappresenta un pensiero unitario e omogeneo ma esprime un

modello di razionalità che si alimenta attraverso il confronto critico con

i testi

- Si formano corporazioni di arti e mestieri che tutelano gli interessi

collettivi

- La filosofia corrisponde alla facoltà delle arti liberali, che si

arricchiscono di nuovi programmi di studio integrando il trivio

(grammatica, retorica e dialettica) e il quadrivio (aritmetica, geometria,

musica e astronomia) con la filosofia aristotelica

L'autonomia delle università medievali

- Con il termine università non ci si riferisce ai luoghi bensì alla

corporazione che riunisce professori e studenti

- Si creano le condizioni per la libertà di insegnamento, e non per la sua

limitazione: ci sono molti casi in cui le università respingono le

interferenze dottrinali del potere ecclesiastico o temporale in nome

della loro autonomia

La didattica medievale: lectio, quaestio e disputatio

● La Lectio:

a) Ancora oggi l’unità didattica fondamentale si chiama lezione

b) Il significato originario è quello di lettura dei testi

c) L’idea è che si impara leggendo scritti illustri, spiegati e

commentati dal maestro, non per un apprendimento

mnemonico ma per pensare con il testo

● La Quaestio:

a) Trasforma i testi da dottrine da apprendere in occasioni per

la discussione

b) C’è l’importanza metodica della domanda e del dubbio che

fa sì che la questione assuma una portata universale: non c’è

argomento o contenuto che non possa essere messo in

discussione

● La Disputatio:

a) É una specifica attività didattica accuratamente regolata

negli statuti; la quaestio disputata è un evento pubblico della

facoltà durante il quale sono interrotte le altre attività in

modo che possano partecipare tutti gli studenti e i maestri

b) L’organizzazione della disputa spetta al maestro che deve

fornire la soluzione dottrinale, ma è prevista anche la

partecipazione attiva degli studenti. Il baccelliere ha il

compito di proporre le autorità contro e a favore

c) Questa forma di didattica basata su lettura, questione e

dibattito produce anche nuovi generi letterari: il commento

L'uso delle auctoritates nella scolastica

- L’argomentazione fa ricorso ad auctoritates, testi autorevoli citati per

suffragare la propria posizione. Questa modalità è spesso stata

considerata come un cedimento alla razionalità che, invece di

dimostrare una tesi, fa appello ad autori ritenuti inoppugnabili

- L’autorità non è la rinuncia al ragionamento, ma un suo alleato e non lo

sostituisce in alcun modo

- Non si utilizzano mai le autorità per chiudere una discussione, ma

piuttosto per aprire il dibattito, come testimonia il fatto che gli autori

che godono di enorme prestigio vengono citati sia negli argomenti a

favore della tesi sia in quello contrari

- L’autorità per eccellenza è Aristotele; i suoi testi sono infatti sottoposti

a molteplici traduzioni

Aristotele e la cultura cristiana

- Il confronto con la cultura cristiana e le principali divergenze con Aristotele:

● Nella sua classificazione delle scienze, Aristotele non utilizza un

modello gerarchico che porti a preferire alcune discipline. Il

mondo cristiano tende invece a finalizzare verso Dio tutta la

realtà e il sapere; la teologia diventa la scienza perfetta

● Per Aristotele il mondo e le specie naturali sono eterni; inoltre il

cosmo non riveste alcuna valenza simbolica e non rinvia a Dio

come suo creatore, elemento fondamentale nel pensiero

cristiano

● Per Aristotele Dio è un atto puro, immateriale e immobile, che

pensa a sé stesso - non crea il mondo, non interviene nei

processi naturali e nelle vicende umane, non prova alcun

interesse per ciò che è inferiore, non nutre sentimenti e passioni

come l’amore, che rivelerebbero imperfezione e mancanza

● Per Aristotele l’uomo, in quanto animale razionale, può

raggiungere da sé il proprio fine e anche assumere

comportamenti virtuosi. Per il cristianesimo, invece, l’uomo è

incapace di compiere il bene senza l’aiuto della grazia divina

La relazione tra filosofia e teologia nel XIII secolo

- La filosofia, al tempo, era un corso di studi universitari obbligatorio

- Nel XIII secolo la relazione tra filosofia e teologia era concepita

secondo quattro modelli:

● La reciproca autonomia e distinzione

● La pretesa superiorità della teologia come unica via per la verità

● La superiorità della filosofia che offre un modello di vita

alternativo, senza tenere conto di esigenze teologiche

● La sintesi nella distinzione

La vita e il pensiero di Anselmo

- Era un monaco appartenente all’ordine benedettino

- Nasce poco dopo l’anno 1000 da una famiglia di nobili

- Viene nominato arcivescovo di Canterbury e si batte assiduamente per

la libertà della Chiesa e perché siano vietate le nomine dei vescovi da

parte dei poteri laici

- La biografia di Anselmo è simile a quella di Agostino: la giovinezza

inquieta, la ricerca di risposte e l’esitazione nell’accettare cariche

ecclesiastiche

- Anche se riprende la dottrina agostiniana, il mondo intellettuale di

Anselmo è profondamente mutato: egli, più che intendere la filosofia

come sapienza di vita, mette al servizio della fede gli strumenti della

dialettica, ovvero la logica e l’indagine razionale

- Il Monologion:

● Tramite un'indagine a posteriori vuole dimostrare l’intrinseca

razionalità che implica una dimostrazione inconfutabile del fatto

che Dio esiste necessariamente

● Perché una persona che non mette in dubbio l’esistenza di Dio

dovrebbe provarne l’esistenza?

a) Per Anselmo non è auspicabile una fede cieca, e l’atto di

credere deve corrispondere all’uomo nella sua interezza,

non si può ottenere a prezzo del sacrificio dell’intelletto

b) Vista la molteplicità di religioni è la ragione, e non la

religione, che costituisce l’orizzonte comune e fornisce le

strutture universali su cui potersi incontrare, tanto il

credente quanto per il non credente

● La dimostrazione ex-gradu:

a) Il punto di partenza è la considerazione della molteplicità

delle realtà create e dei loro diversi gradi di bontà e di

perfezione

b) Tutto ciò che ha dei gradi rimanda ad un criterio assoluto

che lo renda possibile: se si è capaci di valutare che una cosa

è più perfetta di un altra, si deve poter risalire alla perfezione

assoluta

c) Anselmo perviene alla necessità di un ente sommo che

viene identificato con il Dio cristiano

- Il Proslogion:

● Anselmo vuole trovare un argomento che non necessiti di

premesse o di altro ma che esso stesso sia sufficiente per

provare l’esistenza di Dio, ovvero a priori

● Per questo sviluppa un argomento ontologico (perché ricava

l’essere di Dio da una definizione concettuale e dimostra l’esistenza

ragionando unicamente su come si pensa e si definisce Dio) o a

priori (perché è un argomento che prescinde da qualsiasi esistenza

reale o considerazione sulla realtà sensibile)

● L’argomento:

a) L’esistenza di Dio è messa in discussione dall’ateo

b) Questo ateo, però, non è blasfemo o sciocco perché non

comprende ciò che sta dicendo con il termine “Dio”

c) Per questo ci deve essere un accordo con l’ateo riguardo

cosa sia “Dio”: ciò di cui non si può pensare nulla di

maggiore

d) Accettando questa definizione, l’ateo, si contraddice perché

questa cosa, per essere “ciò di cui non si può pensare nulla

di maggiore”, deve per forza esistere

e) La definizione accettata dall’ateo è non-contraddittoria solo

se si accetta l’esistenza di Dio

f) Anselmo non dice che se Dio è perfetto deve esistere ma che,

se noi lo pensiamo come perfetto, deve necessariamente

esistere

● Secondo Anselmo, la negazione dell’ateo è puramente verbale

→ quindi non è razionalmente sostenibile

● Anselmo non intende imporre la fede come necessità razionale.

La fede è un dono divino ed è una scelta libera della volontà,

mentre le strutture razionali seguono una logica necessaria

La distinzione tra essenza ed essere secondo Tommaso

La distinzione tra essenza ed essere:

● Essenza: è la natura di un ente, ciò che spiega che cos’è una

determinata cosa e la rende quello che è (Es. Per l’uomo è “animale

razionale”). L’essenza distingue un essere da un altro, perché se si è

qualcosa non si può essere qualcos’altro

● Esistenza: è ciò che accomuna tutto ciò che esiste. Secondo

Tommaso è ciò che il nostro intelletto percepisce immediatamente e

prima di ogni altra nozione

- Questa distinzione si applica alle sostanze semplici ed a quelle

composte ma non a Dio, il cui essere è necessario e coincide con la sua

essenza

- Il principale ispiratore di Tommaso è Avicenna:

● La concezione dell’essenza: l’essenza è l’oggetto della conoscenza;

l’esistenza non modifica la natura di una cosa e non rientra nella sua

definizione (per questo Tommaso non accetta l’argomento di

Anselmo)

● La distinzione tra essere necessario e contingente: quando

diciamo che ogni cosa esiste, ha l’esistenza, ma non diciamo che è

l’essere. Se una sostanza fosse l’essere stesso non potrebbe essere

finita perché non potrebbe mai perdere l’essere e cessare di esistere

- La chiave fondamentale della struttura ontologica degli esseri non è

più una classificazione in sostanze materiali e immateriali, bensì la

distinzione tra essere ed essenza

- Si può considerare l’essenza prescindendo dall’esistenza, si può quindi

conoscere una cosa senza chiedersi se esista veramente (Per

Aristotele, invece, si poteva definire soltanto un’essenza reale, e non

enti inesistenti, per i quali si dà soltanto una chiarificazione linguistica)

- Aristotele ammetteva diversi gradi di perfezione ma non una relazione

di dipendenza tra sostanze, né la distinzione tra essere contingente e

necessario. Invece Tommaso pensa la realtà come contingente e

quindi derivata da un principio necessario, così la riflessione teologica

non si contrappone a quella razionale

- La teologia non è la semplice riflessione filosofica sul divino

- Perché, per la conoscenza di Dio, non è sufficiente la teologia

filosofica che affronta tutto con strumenti razionali a disposizione

dell’uomo: per la salvezza stessa dell’uomo occorre un’esposizione teorica

(una dottrina) di ciò che supera le capacità della ragione naturale

- Perché la sacra dottrina è una scienza: ogni scienza si sviluppa a partire

da alcune evidenze iniziali, che non devono essere dimostrate, o perché

derivano da altre scienze. La teologia rientra in questo secondo gruppo

perché si costruisce a partire da premesse che non sono evidenti ma

derivano da una scienza superiore, la scienza di Dio. La teologia si deve

attrezzare di strumenti logici ma, allo stesso tempo, poggia su delle verità

assunte per fede

La critica di Tommaso all'argomento di Anselmo

- La critica all’argomento di Anselmo:

● Tommaso osserva che questa definizione non implica l’esistenza

di Dio: evidente è qualcosa che non si può negare senza cadere

in contraddizione; l’esistenza di Dio coincide con la sua essenza,

quindi egli è evidente in sé ma non lo è per noi (Es. É evidente

che l’uomo sia un animale, ma ciò non lo è per chi ignora il

significato del termine)

● Se conoscessimo l’essenza divina, potremmo intuire

immediatamente la sua esistenza

● La definizione di Anselmo non descrive la natura di Dio, ma

soltanto il modo in cui egli viene pensato

- La posizione di Tommaso rifiuta i due estremi (l’evidenza a priori di

Anselmo e chi afferma che l’esistenza di Dio è solo un atto di fede)

- La possibilità di dimostrare passa attraverso la mediazione

dell’esperienza, ovvero una dimostrazione a posteriori

- Ci è preclusa la conoscenza dell’essenza infinita di Dio ma possiamo

conoscerne gli effetti finiti della sua azione

Le cinque vie di Tommaso per dimostrare l'esistenza di Dio

- Tommaso individua 5 argomenti a posteriori, le vie, che il pensiero può

seguire per acquisire il convincimento razionale dell’esistenza di Dio:

1. Tutto ciò che si muove è mosso da un altro: è evidente che sia

l’esistenza del moto sia il fatto che ogni movimento è provocato da

qualcos’altro. Per Tommaso il movimento è inteso aristotelicamente

come una trasformazione da uno stato potenziale ad uno attuale.

Visto che il processo non può regredire all’infinito, ci deve essere un

primo motore, ovvero Dio. È una rielaborazione della visione

aristotelica, con cui si perviene ad un primo motore immobile

dell’universo

2. Causa efficiente: ogni effetto deve essere provocato da una causa,

perché nulla può essere causa di sé stesso. Anche qui non possiamo

ammettere un regresso all’infinito e quindi vi è una prima causa

efficiente, cioè Dio. Simile alla “causa efficiente” di Aristotele

3. Carattere contingente e possibile degli enti: tutto quello che noi

osserviamo potrebbe anche non essere, un tempo non esisteva e in

futuro non esisterà. Se tutto è contingente, però, si può ipotizzare che

un tempo non c’era nulla ma ciò renderebbe impossibile come, dal

nulla, sia derivato qualcosa. Se non tutto è contingente c’è qualcosa

che non dipende da altro per la sua esistenza, ovvero Dio

4. I gradi di perfezione: tale via è ripresa dal Monologion di Anselmo;

se esistono dei gradi di perfezione significa che ci sarà un criterio

sommo e assoluto con cui valutarli. Tale ente sommo è Dio

5. Il finalismo presente nella natura: anche gli organismi privi di

ragione agiscono per un fine, per raggiungere lo stesso scopo. È

quindi evidente che vi sono in loro una predisposizione e un ordine

voluti da un essere intelligente, ovvero Dio. Questa posizione è simile

a quella del finalismo aristotelico, per Aristotele infatti non c’era

posto per il caso e tutto avveniva secondo un fine

- Le cinque vie non provano l’esistenza di Dio, ma solamente la

necessità di un primo motore, etc…

Solo dopo la dimostrazione razionale, Tommaso dice “e questo noi lo

chiamiamo Dio”

La fede e la razionalità secondo Tommaso

- È all’interno della fede che nasce il bisogno di comprendere ciò che si

crede, dimostrando che l’oggetto della fede soddisfa anche le esigenze

della razionalità

- Non c’è una fede cieca ma neanche una razionalità che sostituisce la

fede

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del termine "scolastica" nel contesto del XIII secolo?
  2. La scolastica si riferisce al periodo in cui la cultura filosofica e scientifica si sviluppa nelle università del mondo latino, caratterizzato da un modello di razionalità alimentato dal confronto critico con i testi.

  3. Quali sono i principali metodi di insegnamento utilizzati nelle università medievali?
  4. I principali metodi di insegnamento erano la Lectio, la Quaestio e la Disputatio, che coinvolgevano la lettura, la discussione e il dibattito critico dei testi.

  5. Come Anselmo dimostra l'esistenza di Dio nel "Monologion" e nel "Proslogion"?
  6. Nel "Monologion", Anselmo utilizza un'indagine a posteriori per dimostrare l'esistenza necessaria di Dio, mentre nel "Proslogion" sviluppa un argomento ontologico a priori basato sulla definizione concettuale di Dio.

  7. Qual è la critica di Tommaso d'Aquino all'argomento di Anselmo sull'esistenza di Dio?
  8. Tommaso critica l'argomento di Anselmo affermando che la definizione di Dio non implica necessariamente la sua esistenza e che l'esistenza di Dio non è evidente per noi, ma può essere dimostrata attraverso l'esperienza e l'osservazione del mondo.

  9. Quali sono le cinque vie di Tommaso d'Aquino per dimostrare l'esistenza di Dio?
  10. Le cinque vie sono: il movimento, la causa efficiente, la contingenza degli enti, i gradi di perfezione e il finalismo nella natura, che portano alla necessità di un primo motore o causa, identificato con Dio.

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