Concetti Chiave
- Il principio di economia suggerisce di scegliere la spiegazione più semplice per un fenomeno, evitando complessità inutili.
- Il Rasoio di Ockham è uno strumento per eliminare elementi superflui nelle teorie, preferendo soluzioni più dirette e osservabili.
- Ockham critica il concetto di causa aristotelico, affermando che il legame tra causa ed effetto è cronologico e non logicamente necessario.
- La sostanza, secondo Ockham, non è percepibile direttamente; è solo la somma degli accidenti osservabili nei fenomeni naturali.
- L'empirismo radicale di Ockham enfatizza l'importanza dell'esperienza diretta e osservabile, escludendo concetti non evidenti.
Principio di economia nella natura
Principio di economia nell'interpretazione della natura. Se mi trovo davanti un fenomeno e elaboro due spiegazioni per spiegare, elaboro quindi due alternativa. Nella presenza di più scelte è opportuno scegliere la più semplice, perché è evidente a tutti che se mi bastano due cose per spiegarne una terza non ho bisogno di usare ulteriore. Dio no avrebbe potuto mettere insieme una macchina complicata quando si può ottenere lo stesso risultato in modo più semplice. Gli elementi che mi servo per spiegare sono quelli che sono direttamente osservabili, no concetti, si se sono rilevabili. Rasoio perché serve a tagliare dalle teorie e dottrine tutto ciò che è di più. Copernico si era accorto che i calcoli matematici con i quali si esprimevano i moti celesti nel sistema tolemaico erano molto più complessi degli stessi con cui gli stessi moti dei corpi celesti con il sole al centro dell'universo. Se l'universo è esprimibile in termini matematici è meglio un sistema matematico semplice, non complicato. Il Rasoio di Ockham diventerà utilissimo.
Critiche ai concetti aristotelici
Ci sono due famose critiche ai concetti aristotelici; al concetto di causa e sostanza. Causa: inizialmente si pensava che tra cause e effetto ci fosse una condizione di necessità. In realtà Ockham ci dice che il concetto di cause e di effetto sono due concetti diversi, è soltanto l'esperienza che mi ha fatto notare che con regolarità all'evento causa segue l'evento effetto. Non è logicamente deducibile l'effetto dalla causa, e se solo lo fosse allora potremmo attribuirgli caratteri di necessità. Tra cause e effetto c'è un legame di natura cronologica, potrebbe essere avvenuta con regolarità fino ad adesso. Traggo dall'esperienza, e so che fino a questo momento è andata in questo modo, ma non esiste alcuna necessità. Non esiste mai necessità logica per fenomeni di natura induttiva. Posso estendere il margine di probabilità. Sostanza; di cosa colgo della sostanza? Guardando un albero io di esso colgo solo gli accidenti, cioè gli elementi no sostanziali, ovvero radici, tronco, rami, foglie, fiori, frutti. In realtà la sostanza non la percepisco, non è oggetto di esperienza. La sostanza è la somma degli accidenti. Non è una cosa che ci serve, non è evidente. Quindi siamo davanti a una forma di empirismo assolutamente radicale.
Domande da interrogazione
- Qual è il principio fondamentale nell'interpretazione della natura secondo il testo?
- Come viene criticato il concetto aristotelico di causa nel testo?
- Cosa si afferma riguardo alla sostanza e agli accidenti?
Il principio fondamentale è scegliere l'alternativa più semplice tra più spiegazioni possibili per un fenomeno, poiché non è necessario complicare quando si può ottenere lo stesso risultato in modo più semplice.
Il testo critica il concetto aristotelico di causa affermando che non esiste una necessità logica tra causa ed effetto; il legame è di natura cronologica e basato sull'esperienza, non su una deduzione logica.
Si afferma che la sostanza non è percepibile e non è oggetto di esperienza; ciò che si percepisce sono solo gli accidenti, come radici, tronco e foglie, e la sostanza è considerata la somma di questi accidenti.