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Concetti Chiave

  • Guglielmo di Occam rivoluzionò la teologia cristiana con il suo nominalismo, mettendo in discussione la fiducia nelle capacità intellettive e considerando la realtà solo come rappresentazione.
  • L'uomo, secondo Occam, è libero da oggetti di desiderio interni ed esterni, e la sua volontà si determina autonomamente, rendendo ogni atto umano indipendente e libero.
  • La morale si sposta dall'analisi delle virtù agli atti singoli, con l'attenzione rivolta ai "casi di coscienza", dove il giudizio morale è legato agli atti liberi.
  • Occam ridimensiona l'importanza delle virtù, favorendo un modello di morali basato sulla legge e sul contratto sociale, dove gli obblighi e i diritti sono riconosciuti reciprocamente.
  • La volontà di Dio è vista come assolutamente libera, capace di modificare i comandamenti religiosi se necessario, spostando il focus sull'analisi dei singoli atti.

Indice

  1. L'influenza di Guglielmo da Ockham
  2. La libertà secondo Occam
  3. La volontà e il giudizio morale
  4. Il modello nominalistico e la morale
  5. La volontà di Dio e il contratto sociale

L'influenza di Guglielmo da Ockham

Nel mondo della scolastica fu fondamentale la figura di Guglielmo da Ockham che elabora un sistema rivoluzionario che diventerà la teologia dominante e rivoluzionò per lungo tempo le teologia cristiana con il suo nominalismo. Occam credeva di non potersi fidare delle capacità intellettive in quanto per lui la realtà non veniva mai mostrata in maniera concreta e tangibile, ma solamente sotto forma di rappresentazione, l’unico elemento reale apprendibile diventava quindi l’uomo stesso, che vive e ragiona.

La libertà secondo Occam

L’uomo diventa un essere in cui domina sicuramente la libertà, perché Occam spiega che in realtà non esistono oggetti di desiderio all’interno e men che meno all’esterno, che possano condizionarlo ad assumere una determinata posizione obbligandolo oppure a scegliere una direzione rispetto ad un’altra.

La volontà e il giudizio morale

Per lui dunque la volontà rappresenta una forza che si determina a partire solo da se stessa, per questo si può dire che gode di una libertà indifferente perché si mantiene comunque viva anche tra i contrari di bene e male. Questo causa però una frammentazione dell’agire umano, in cui la volontà si investe in ciascuno degli atti e il giudizio morale equivale al giudizio sul suo agente, l’atto libero è lo sgorgare nel singolo istante di una decisione che ha solo come causa il potere di autodeterminazione della volontà.

Il modello nominalistico e la morale

Il comportamento umano si palesa dunque come un susseguirsi di atti singoli che possono essere definiti come liberi e indipendenti, ogni decisione assume la forma di quello che viene chiamato da Occam “caso di coscienza”, allora la teologia morale si interesserà sempre meno delle virtù per riservare tutto lo sforzo della sua analisi ai singoli atti e casi. Le inclinazioni più superflue che riguardano decisioni come gli abiti e le virtù permangono sicuramente nella riflessione nominalistica ma vengono contemporaneamente sminuite al ruolo minore di ausiliari della volontà, con Occam viene quindi tralasciato il modello patristico delle morali della virtù per arrivare a definire al meglio e lasciare spazio al modello delle morali della legge e del contratto sociale.

La volontà di Dio e il contratto sociale

Ogni individuo rappresenta dunque una realtà a sé che non si può legare con altri se non prendendo accordi in cui le parti si riconoscono reciprocamente obblighi e diritti, la volontà di Dio è assolutamente libera in questa prospettiva. Dio infatti potrebbe modificare i pilastri della religione, come ad esempio i comandamenti se lo ritenesse opportuno, diventa tutto un incessante impegno nell’analizzare quelle che sono i singoli atti e anche azioni, l’obbligo morale no precede da esigenza di bene ma dà forza del legislatore.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il contributo principale di Guglielmo da Ockham alla teologia cristiana?
  2. Guglielmo da Ockham ha rivoluzionato la teologia cristiana con il suo nominalismo, sostenendo che la realtà è solo una rappresentazione e che l'unico elemento reale è l'uomo stesso, che vive e ragiona.

  3. Come interpreta Occam la libertà della volontà umana?
  4. Occam vede la volontà umana come una forza che si determina da sola, godendo di una libertà indifferente che rimane viva tra i contrari di bene e male, portando a una frammentazione dell'agire umano.

  5. In che modo la teologia morale cambia con l'approccio di Occam?
  6. La teologia morale si concentra meno sulle virtù e più sui singoli atti e casi di coscienza, abbandonando il modello patristico delle morali della virtù per quello delle morali della legge e del contratto sociale.

  7. Qual è la visione di Occam sulla volontà di Dio?
  8. Occam considera la volontà di Dio assolutamente libera, capace di modificare i pilastri della religione, come i comandamenti, se lo ritenesse opportuno, sottolineando l'importanza dell'analisi dei singoli atti e azioni.

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