Concetti Chiave
- Tillich esplora le religioni come una risposta al sottofondo demoniaco del reale, che esse cercano di combattere e allo stesso tempo utilizzano per formare le coscienze dei fedeli.
- Nelle religioni primitive, non vi è una chiara distinzione tra il divino e l'antidemoniaco, con una presenza confusa di elementi sacri sia formati che informe.
- Le religioni tentano di sintetizzare il sacro in figure divine specifiche, ma queste restano isolate e avverse a un senso unitario, rafforzando paradossalmente l'elemento demoniaco.
- Il dualismo religioso pone due divinità opposte in equilibrio, conferendo alla storia una finalità mitica: la vittoria della luce sulle tenebre demoniache.
- Nonostante il trionfo del divino nel dualismo, esso non raggiunge l'assoluto, poiché rappresenta solo una manifestazione naturale priva di un'unità spirituale completa.
Indice
Simbologie religiose e demoniaco
Tra le espressioni spirituali di ogni epoca rientrano anche le simbologie religiose ed è proprio sulla storia delle religioni che Tillich si sofferma ampiamente per dimostrare come il sottofondo demoniaco del reale sia il presupposto centrale sul quale le religioni stesse si conformano, le quali a loro volta si sviluppano nella storia intraprendendo una lotta contro tale elemento, visto come minaccia ma allo stesso tempo come utile strumento costrittivo delle coscienze dei fedeli.
Religioni primitive e sacro
Ad un primo livello, nelle religioni primitive non del tutto conformate e istituzionalizzate, non vi è ancora netta distinzione tra demoniaco e antidemoniaco, ossia l’oppositore divino. In ciò che viene considerato sacro si mostra un’indifferenziata e confusa presenza di forma e informe, senso e non-senso.
Monoteismo e potere demoniaco
Assumendo una aspetto sempre più culturale, le religioni iniziano a sintetizzare il valore di sacro entro specifiche figure in base a un nesso pratico-teorico, cioè a seconda del determinato valore che possiedono in dati ambiti di senso. Ma si tratta di un tentativo ancora disarticolato, le figure divine non solo tra loro legate in un universo comune, ma nel loro essere isolate e casuali si rivelano avverse ad un senso unitario, ricadendo nell’aspetto di demoni. Anche la soluzione monoteistico-monarchica del “capo degli dei” fallisce, in quanto il Dio unico che mira all’assoluto poggia comunque su di uno sfondo di molteplicità, con il risultato opposto di frammentarsi nella rivolta delle divinità minori. Paradossalmente, il monoteismo riesce a potenziare l’elemento demoniaco, in quanto all’accresciuta potenza della divinità unica corrisponde una maggiore forza del suo lato avverso, al maggiore significato segue l’incremento dell’avversione al senso.
Dualismo e lotta manichea
Il progressivo passaggio al dualismo pone risalto al fronteggiarsi di due elementi opposti rappresentati in due divinità manichee in lotta continua e equilibrata. Tali forme religiose sono spinte a favorire la vittoria finale del versante divino, presupposto che conferisce una finalità specifica alla storia, che dà origine alla sua interpretazione mitica: il dio della luce che sconfigge le tenebre del demoniaco.
Dialettica e trionfo del divino
La dialettica è dunque risolta, l’equivalenza divino-demoniaco si elide nel trionfo mitico del divino? Anche se il potere del divino viene così preservato, esso non rappresenta però l’assoluto, l’unità. La manichea divinità della luce non è il reale Dio unico, ma è mera manifestazione di una sfera naturale che si contrappone ad un’altra alla stessa stregua naturale. Nello scontro, seppur vittorioso, non è vi è nulla di assoluto, nessuna pienezza della sfera spirituale. Il dualismo non rappresenta alcuna vittoria sul demoniaco.
Domande da interrogazione
- Qual è il presupposto centrale su cui si conformano le religioni secondo Tillich?
- Come si manifesta il sacro nelle religioni primitive secondo Tillich?
- Perché il monoteismo può potenziare l'elemento demoniaco?
- Il dualismo rappresenta una vittoria sul demoniaco secondo Tillich?
Tillich sostiene che il sottofondo demoniaco del reale è il presupposto centrale su cui le religioni si conformano, sviluppandosi nella storia come una lotta contro questo elemento.
Nelle religioni primitive, il sacro si manifesta come una presenza indifferenziata e confusa di forma e informe, senso e non-senso, senza una netta distinzione tra demoniaco e antidemoniaco.
Il monoteismo può potenziare l'elemento demoniaco perché l'accresciuta potenza della divinità unica corrisponde a una maggiore forza del suo lato avverso, portando a un incremento dell'avversione al senso.
No, secondo Tillich, il dualismo non rappresenta una vittoria sul demoniaco, poiché la divinità della luce manichea non è il reale Dio unico, ma solo una manifestazione naturale che si contrappone ad un'altra, senza raggiungere l'assoluto o la pienezza spirituale.