Concetti Chiave
- Schlegel's approach to mimetic theory presents a radical inversion of Plato's concept of imagination, emphasizing critical flexibility as its supreme quality.
- The notion of "mimèsi" in Plato's theory is not merely imitation but represents imagination as a profoundly flexible and transformative faculty.
- Schlegel's concept of the transformational critic contrasts with Plato's view of mimesis as a pathology, highlighting imagination as a key human ideal.
- Plato's dialogues, such as the "Sophist," explore the issue of appearance, where the likeness of an image poses a challenge to the concept of being.
- The theme of appearance and semblance in Platonic thought questions the nature of being, emphasizing the distinction between what is and what merely appears to be.
Rovesciamento del platonismo
Sebbene non ci sia in Schlegel alcun proposito esplicito di rovesciare il platonismo e sebbene egli ne sia inconsapevole, quello che per Platone è il rischio supremo del mimetismo diventa in Schlegel la sua qualità suprema. Infatti, una teoria antropologica della flessibilità critica, della versatilità critica, propone di fatto un rovesciamento radicale della teoria platonica dell’immaginazione, che si svolge nei libri della Repubblica.
Se Schlegel non intuisce che la teoria platonica dell’immagine e dell’immaginazione costituisce una confutazione anticipata alla sua teoria della critica, al contrario Nietzsche (e tutta la sua discendenza novecentesca) mette in atto un programmatico rovesciamento del platonismo. Ma esso è in gran parte possibile a partire dalle premesse schlegeliane: non ci sarebbe la teoria dell’Ueber-mensch, dell’uomo-oltre, senza la teoria schlegeliana della critica come «potenziamento».
«Mimèsi»
Intendere il concetto di «mimèsi», la cui critica è notoriamente un caposaldo della teoria platonica dell’arte, come un sinonimo di «imitazione» è riduttivo e fuorviante: la teoria platonica della mìmesis è essenzialmente una teoria dell’immaginazione come facoltà infinitamente plastica o metamorfica.
Apparenza
Ritroviamo i tratti della «sagoma» metamorfica del critico «trasformista» schlegeliano, che non è un semplice professionista della critica ma un vero e proprio ideale umano (la cui genialità viene a coincidere con la facoltà dell’immaginazione metamorfica), nella teoria platonica della mimesi come patologia, quindi rovesciati di segno. Il tema dell’immagine somigliante e dei pericoli connessi alla «somiglianza» è svolto da Platone in vari testi: a cominciare dal Sofista, dove il problema tende a coincidere col problema del non-essere (a partire dalla constatazione che l’immagine di A è sì ciò che assomiglia ad A, ma può assomigliare ad A solo in quanto non è A). Quindi, nel Sofista il problema dell’immagine fa tutt’uno con quello dell’apparenza (dell’apparire, come quella dimensione dell’essere che in realtà non è, ma appunto «appare» che sia), una questione (l’immagine-come-apparenza) che attraversa l’interno corpus dei dialoghi platonici.Domande da interrogazione
- Qual è il significato del rovesciamento del platonismo in Schlegel?
- Come viene reinterpretato il concetto di «mimèsi» rispetto alla teoria platonica?
- In che modo l'apparenza è trattata nella teoria platonica e come si collega alla critica schlegeliana?
In Schlegel, il rovesciamento del platonismo avviene attraverso una teoria antropologica della flessibilità critica, che trasforma il rischio del mimetismo in una qualità suprema, contrariamente alla visione platonica.
La «mimèsi» in Schlegel non è semplicemente imitazione, ma una teoria dell'immaginazione come facoltà plastica e metamorfica, superando la critica platonica dell'arte.
L'apparenza, nella teoria platonica, è legata al problema del non-essere e della somiglianza, mentre nella critica schlegeliana diventa un ideale umano di immaginazione metamorfica, rovesciando il segno della patologia platonica.