Concetti Chiave
- L'opera critica secondo Schlegel assorbe la sostanza vitale dell'opera criticata, rendendola superflua, come se fosse una spoglia morta.
- Il rapporto tra cosa e immagine si inverte, con l'immagine che si emancipa dalla cosa, diventando una rappresentazione autosufficiente.
- Benjamin paragona l'opera critica a uno "specchio ustorio" che riflette e "brucia" l'opera originale, lasciando solo l'immagine critica potenziata.
- La teoria romantica della critica è un esempio di estetizzazione del mondo, riducendo la realtà a pura immagine, seguendo il pensiero di Cartesio e Kant.
- Schlegel cerca di mantenere l'oggettività critica, basandosi su norme oggettive simili a quelle di Kant, garantendo un vincolo reale attraverso la metafora.
Opera critica
Primato dell’immagine
Schlegel ritiene che la vera opera critica (quella riuscita e geniale) riesce ad assorbire la sostanza vitale dell’opera criticata al punto da renderla superflua (come una morta spoglia). Il rapporto gerarchico, naturale, tra la cosa e l’immagine si inverte perché la sostanza della cosa passa, «emigra» nella sua immagine, ed essa può emanciparsi dalla cosa (non ne ha più bisogno). Nel suo saggio sul concetto di critica, Walter Benjamin paragona l’opera critica a uno «specchio ustorio»: egli intende che l’operazione critica è sì uno specchio destinato a rispecchiare, ma nel rispecchiarla «brucia» la cosa criticata, riducendola a un mucchio di cenere. Quel che resta è l’immagine critica, la sua ‘anima potenziata’. La teoria romantica della critica rappresenta dunque un caso assai notevole di quella riduzione del mondo ad apparenza (a pura immagine) in cui consiste il processo moderno come processo di estetizzazione del mondo (Cartesio, Kant).