Concetti Chiave
- Esistenzialismo è una dottrina che enfatizza la responsabilità individuale, sostenendo che l'esistenza precede l'essenza e che l'uomo è ciò che sceglie di essere.
- Critiche principali provengono da comunisti e cattolici, che vedono l'esistenzialismo come una negazione della solidarietà e dell'agire umano positivo.
- La teoria esistenzialista di Sartre è atea, affermando che il destino dell'uomo dipende esclusivamente dalle sue azioni, senza intervento divino.
- L'angoscia è centrale, poiché ogni scelta personale è vista come una scelta per l'umanità intera, imponendo una grande responsabilità.
- Umanismo esistenzialista collega la trascendenza e la soggettività, con l'uomo che diventa legislatore di se stesso cercando un fine al di fuori di sé.
Critiche all’esistenzialismo:
Comunisti → quietismo di disperazione, mettere in evidenza lati peggiori dell’uomo, non considerando le cose belle della natura umana.
Cattolici → no alla solidarietà umana, negazione della realtà dell’agire umano.
Indice
Essenza ed esistenza
Esistenzialismo: dottrina che rende possibile la vita umana, lascia scelta all’uomo.
Nell’accezione moderna non ha più un significato specifico. E’ una dottrina austera. Secondo gli esistenzialisti l’esistenza precede l’essenza, si deve partire dalla soggettività.
Visione tecnica del mondo: l'essenza precede l’esistenza→ non posso costruire qualcosa senza sapere a che cosa servirà → Dio come creatore che sa con precisione cosa crea; l’uomo incarna un certo concetto che nell’intelletto di Dio. Ogni uomo è esempio particolare di un concetto generale, quello di uomo.
Atei (come Sartre) → Dio non esiste, c’è quindi un essere in cui l’esistenza precede l’essenza, che esiste prima del concetto: l’uomo. L’uomo non è altro che ciò che si fa, esiste prima di tutto (concezione esistenzialistica). L’uomo ha la coscienza di fare progetti per l’avvenire. L’uomo sarà quello che ha progettato di essere; ha inoltre la responsabilità totale della sua esistenza.
Soggettivismo e responsabilità
Soggettivismo: il soggetto sceglie individualmente per sé stesso, ma allo stesso tempo non può oltrepassare la soggettività umana. Quando scegliamo per noi stessi, scegliamo per tutti gli uomini, se è bene per noi lo è per tutti. Abbiamo una grossa responsabilità nelle nostre scelte, poiché queste coinvolgono l’umanità intera. Ogni mia scelta fa passare una certa immagine dell’uomo, mostra quali sono le mie idee a riguardo; quindi scegliendomi, io scelgo l’uomo, scelgo quale deve essere secondo me l’immagine di uomo.
Angoscia e abbandono
L’angoscia: ogni uomo che è consapevole che con ogni sua scelta sceglie per tutta l’umanità è soggetto all’angoscia, la domanda che ognuno di noi deve porsi ogni volta che compie una scelta è: “e se tutti facessero così?”. Ogni uomo deve agire come se tutta l’umanità si basasse sulle sue scelte. Ognuno di noi ha dentro di se l’angoscia nelle decisioni che prende e chi dice di non averne la sta solo mascherando. L’angoscia non impedisce di agire anzi è ciò che ci permette di analizzare a fondo ogni possibilità facendo in modo che quando prendiamo la nostra decisione questa sia quella che abbiamo ritenuto più giusta.
Gli esistenzialisti pensano che l’uomo sia chiamato in ogni momento a inventare l’uomo stesso. Anche ogni volta che dobbiamo chiedere un consiglio sappiamo già, in base a chi lo chiederemo, che tipo di risposta riceveremo.
L’abbandono: abbandono significa che scegliamo noi stessi il nostro essere. Questo va di pari passo con l’angoscia. Ogni segno che ci arriva deve essere interpretato: sono io che scelgo il significato dei segni che mi arrivano.
Disperazione e azione
La disperazione: Sartre risponde quindi alla critica iniziale che accusa l’esistenzialismo di ricondursi al quietismo e afferma che in realtà è tutto l’opposto. L’uomo è solo ciò che progetta di essere, è l’insieme delle sue azioni, è la sua sola vita. Secondo il quietismo gli altri possono fare ciò che non posso fare io, secondo Sartre io devo fare tutto quello che è nelle mie possibilità per raggiungere i miei ideali.
L’esistenzialismo giudica una persona secondo ciò che fa, per le sue iniziative, non per i suoi sogni, le sue attese o le sue speranze; ogni uomo non nasce con delle certe caratteristiche che gli rimangono per tutta la vita. Ognuno di noi con le sue azioni si crea la sua personalità e se con una certa azione ci vengono attribuite delle caratteristiche questo non vuol dire che queste rimarranno per tutta la vita. In base alle azioni che compio devo essere giudicato. Non è una filosofia pessimista come era stata accusata di essere, in realtà è ottimista, perché ripone nell’uomo il suo destino, tutto dipende dalle sue azioni. Inoltre incoraggia l’uomo a operare per poter essere artefice del proprio destino. La loro teoria si basa sulla verità e non su tanta belle speranze. Fondamentale per la conoscenza di noi stessi, attraverso il cogito, è la conoscenza dell’altro perché ogni caratteristica a me attribuita deve essere ricavata tramite l’altro.
Fondamentale nella vita dell’uomo è la scelta, ognuno di noi deve scegliere, non si può non scegliere, perché non scegliendo si sceglie comunque. L’uomo si fa, non è qualcosa di pronto in partenza. Con le sue azioni e le sue scelte lui si crea.
Giudizio e libertà
Altra obiezione fatta agli esistenzialisti è che questi non possono giudicare. Sartre risponde affermando che questo è vero e falso. Vero, perché chi compie una scelta consapevolmente e lucidamente non può essere giudicato, chi invece è in malafede quando compie una certa scelta può essere accusato di essere appunto in malafede.
Ogni uomo, dopo aver conosciuto la libertà non può voler altro che questa, questa è lo scopo della ricerca dell’uomo di buona fede. La mia libertà è strettamente legata alla libertà degli altri.
Umanismo esistenzialista
Umanismo: dottrina che considera l’uomo come fine e come valore superiore. Per gli umanisti l’uomo è fuori di se stesso. L’esistenzialismo non celebra l’uomo e la sua specie, perché l’uomo non può essere il fine, è sempre da fare.
L’umanismo esistenzialista è il collegamento tra la trascendenza che costituisce l’uomo e la soggettività di questo che non è chiuso in sé stesso: umanismo, perché l’uomo si rende conto di essere legislatore di sé stesso, cercando fuori di sé uno scopo egli potrà realizzarsi.
Conclusione di Sartre
Sartre conclude, affermando che la sua teoria esistenzialista è atea, perché crede che il destino dell’uomo dipenda solo da lui stesso e non dall’esistenza o meno di Dio, non è questo che determina l’uomo.
Sarte parla della volgarizzazione della sua dottrina, spiegando che lui risponde alle domande di tutti, che porta la sua filosofia fuori dalle scuole e la mette in pratica con il suo impegno a portarla nel mondo. Questo implica certamente una volgarizzazione non trovandosi sempre davanti interlocutori filosofi. Ormai la filosofia è portata in piazza (fa l’esempio di Marx) quindi tutti possono porsi delle domande non, come in passato, solo i filosofi.
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali critiche mosse all'esistenzialismo?
- Come definisce Sartre l'esistenzialismo in relazione all'essenza e all'esistenza?
- Qual è il ruolo dell'angoscia secondo gli esistenzialisti?
- In che modo l'esistenzialismo risponde alle accuse di quietismo?
- Come si collega l'umanismo esistenzialista alla libertà individuale?
I comunisti criticano l'esistenzialismo per il suo "quietismo di disperazione" e per mettere in evidenza i lati peggiori dell'uomo, mentre i cattolici lo accusano di negare la solidarietà umana e la realtà dell'agire umano.
Sartre afferma che nell'esistenzialismo l'esistenza precede l'essenza, il che significa che l'uomo esiste prima di definire il proprio concetto o essenza, e ha la responsabilità totale della sua esistenza.
L'angoscia è vista come una consapevolezza della responsabilità delle proprie scelte, poiché ogni decisione personale influisce sull'umanità intera. Essa non impedisce di agire, ma permette di analizzare a fondo ogni possibilità.
Sartre sostiene che l'esistenzialismo è l'opposto del quietismo, poiché incoraggia l'uomo a essere attivo e a fare tutto il possibile per raggiungere i propri ideali, giudicando le persone in base alle loro azioni e non ai loro sogni o speranze.
L'umanismo esistenzialista considera l'uomo come legislatore di sé stesso, cercando uno scopo fuori di sé per realizzarsi. La libertà individuale è strettamente legata alla libertà degli altri, e l'uomo di buona fede cerca sempre la libertà.