Concetti Chiave
- Riegl e la scuola di Vienna promuovono una storia dell'arte focalizzata sulle correnti, non sugli artisti individuali.
- Heinrich Wölfflin espande l'idea di Riegl, con "schemi di visibilità" che definiscono lo sviluppo stilistico delle epoche.
- Riegl identifica due principali regimi di visibilità: lineare/tattile e pittorico/ottico, influenzanti la percezione artistica.
- Nel suo lavoro del 1915, Riegl analizza il passaggio stilistico dal Rinascimento al Barocco attraverso coppie di concetti opposti.
- La transizione artistica è vista come un passaggio dalla chiarezza e forma chiusa alla profondità e forme aperte e sfumate.
Indice
Progetto della scuola di Vienna
Con gli altri esponenti della scuola di Vienna aveva condiviso il progetto di una storia dell’arte priva di nomi, quindi centrata non sui ritratti di artisti ma sull’analisi delle correnti che improntano una determinata epoca, prospettiva ripresa poi anche da Heinrich Wölfflin per il quale le leggi che definiscono lo sviluppo delle varie correnti stilistiche si fondono su specifiche modalità visive che chiama “schemi di visibilità”.
Schemi di visibilità e stili
Lo stile di una determinata epoca è connesso a una determinata disposizione percettiva e rappresentativa dell’attività ottica, la storia del comportamento ottico, si accompagna all’evoluzione degli stili, dalle storie sono riscontrabili due fondamentali regimi di visibilità che schematizzano a priori le modalità percettive, le forme della visione e le scelte espressive dei singoli artisti:
- Lineare o tattile
- Pittorico o ottico
Concetti fondamentali dell'opera d'arte
Nell’opera del 1915 “Concetti fondamentali dell’opera d’arte”, li applica per spiegare il passaggio dallo stile classico e rinascimentale a quello barocco, declinandoli più precisamente attraverso cinque copie di termini oppositivi: lineare-pittorico, superfice-profondità, forma chiusa-forma aperta, molteplicità-unità, chiarezza assoluta-chiarezza relativa. Lui interpreta la transizione da rinascimento a barocco come il passaggio da una visione lineare o tattile, basata sulle superfici, sulla forma chiusa e la plasticità e chiarezza assoluta degli oggetti, a una visione pittorica o ottica, che rileva la profondità dello spazio ed è caratterizzata da una percezione sfumata fluttuante di forme aperte. Più avanti preciserà la dimensione lineare come un sentire gli oggetti nei loro elementi tattili [contorni e le superfici], mentre l’occhio che vede pittoricamente coglierebbe le cose nel loro complesso.