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Concetti Chiave

  • La volontà di potenza è vista come l'essenza fondamentale di tutto ciò che esiste, simile al conatus di Spinoza, rappresentando una forza espressiva della realtà.
  • Contrasta la metafisica tradizionale che cerca un fondamento oltre la vita, proponendo invece un'accettazione della vita nella sua totale infondatezza.
  • L'oltreuomo è l'incarnazione della volontà di potenza, capace di superare se stesso e manifestarsi principalmente nell'arte.
  • L'arte è vista come la forma più pura di volontà di potenza, una continua ricreazione che esalta la vita invece di mortificarla.
  • Il concetto di volontà di potenza oscilla tra l'autoaffermazione creativa e un'interpretazione più ambigua come "volontà di dominio".

Indice

  1. La volontà di potenza
  2. L'oltreuomo e l'arte

La volontà di potenza

Non si tratta si un’esaltazione antropologica poiché la volontà di potenza è «l’intima essenza dell’essere» (Frammenti postumi), il carattere fondamentale di tutto ciò che esiste. Tale concetto è assimilabile al conatus spinoziano, quale capacità di esprimersi, forza espressiva della realtà, un “consistere dinamico” della realtà in se stessa. Se la metafisica è ricerca di un mondo “al di là”, che presuppone un rinnegamento e una negazione della vita, l’alternativa ad essa non è la prassi, come per Marx, né la scienza, come per i positivisti, ma la volontà di potenza, cioè l’assunzione della vita nella sua totale infondatezza, senza bisogno di ricorrere a un fondamento, o arché (causa prima), che stia al di là di essa. È la spinta all’autoaffermazione della realtà, proprio come in Spinoza, il «costitutivo espandersi della vita».

L'oltreuomo e l'arte

L’uomo nuovo, l’oltreuomo è l’esplicitazione (a livello antropologico) della volontà di potenza, in quanto è capacità della realtà e quindi dell’uomo di oltrepassare se stesso, capacità che si esprime soprattutto nell’arte, forma suprema della volontà di potenza; essa è costante ricreazione di forme, di stili e di maschere tese a potenziare la vita e non a mortificarla come nel caso della conoscenza e della morale, è l’espressione più autentica della forza e della potenza della natura; l’artista è la «prima, visibile figura dell’oltreuomo». L’autentica dimensione dell’arte non è quella romantica (assoluto, Cristianesimo: “arte malata”), ma è quella espressa nelle tragedie greche (“arte sana”). Vivere da artista, vivere positivamente la realtà, significa accettare il nichilismo, che è l’opposto del negativismo assoluto e soprattutto dell’ascetismo di stampo schopenhaueriano o cristiano. In qualche espressione nietzscheana la nozione mostra ambiguità, essendo riportata come «volontà di dominio», l’oltreuomo viene associato all’uomo eroico (con riferimento a quegli «spiriti cesari», Napoleone, Cesare, dominatori nella storia), quasi secondo una visione aristocratica dell’umanità.

Domande da interrogazione

  1. Che cos'è la "volontà di potenza" secondo il testo?
  2. La "volontà di potenza" è descritta come l'essenza intima dell'essere, una forza espressiva della realtà che non necessita di un fondamento esterno, simile al conatus spinoziano.

  3. Qual è il ruolo dell'oltreuomo nell'arte?
  4. L'oltreuomo rappresenta la capacità di oltrepassare se stessi, espressa soprattutto nell'arte, che è vista come la forma suprema della volontà di potenza e l'espressione più autentica della forza della natura.

  5. Come viene interpretato il nichilismo nel contesto dell'arte e dell'oltreuomo?
  6. Il nichilismo è accettato come opposto al negativismo assoluto e all'ascetismo, promuovendo una visione positiva della realtà attraverso l'arte, in contrasto con l'arte "malata" del romanticismo e del Cristianesimo.

Domande e risposte

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