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Concetti Chiave

  • Il dionisiaco, secondo Nietzsche, rappresenta l'ebbrezza sfrenata, opposta all'equilibrio apollineo, e non deve essere visto come patologico.
  • Il principio dionisiaco è informe, mentre quello apollineo si lega al destino della forma e della figura.
  • Nietzsche rifiuta una visione patologica dei due istinti, vedendoli come vitali e complementari per l'arte.
  • La tragedia attica nasce dall'unione degli istinti dionisiaco e apollineo, generando un'opera d'arte completa.
  • Nietzsche non interpreta questi istinti in modo antropologico, ma li considera essenziali per comprendere l'uomo tragico.

Indice

  1. Uomo tragico
  2. Dionisiaco

Uomo tragico

Dionisiaco

Nozione nietzscheana che ha subito molti fraintendimenti; se le arti si rifacessero platonicamente alle idee, riproducendo i modelli, il dionisiaco sarebbe pura follia, qualcosa di orgiastico, sfrenato, non equilibrato. Esso è opposto all’istinto apollineo, ovvero all’equilibrio, l’armonia, il «mondo limpido degli olimpici»: qualcosa che si può rappresentare senza avere alcuna sbaffatura; tali istinti non possono essere intesi in senso patologico, perché in tal caso avremmo due opposte soluzioni: considereremmo cioè salute der Rausch (l’ebbrezza) e malattia der Traum (il sogno), questo comporta inevitabilmente un’interpretazione vitalistica di Nietzsche (considerandola una filosofa della vita), mentre a lui non interessa considerare l’uno più fisiologico dell’altro, sono entrambi fisiologici come alternarsi di vitalità e di ebbrezza, contraddistinti per das Bild (la forma, la figura, l’individuazione: mentre il principio dionisiaco è l’informe, quello apollineo è il formato, ciò che è legato al destino del Bild).
Se rifiutassimo la concezione metafisica schopenhaueriana, sarebbe inevitabile considerare come fecondo all’arte il solo apollineo, mente il dionisiaco andrebbe visto come una forma patologica, di uomini passionali e disorganizzati; se invece accettiamo il discorso fatto da Schopenhauer, diremmo che sono gli apollinei ad essere dei malati, dei disorganizzati: freudianamente, considereremmo gli apollinei repressivi, in quanto coprono un calderone ribollente, estremamente vivo, fluido, magmatico, dove tutto sta bollendo. Essi, incontrandosi ed «eccitandosi reciprocamente, generano l’opera d’arte, altrettanto dionisiaca che apollinea, che è la tragedia attica»; pur essendo in antitesi, in forte contrasto, vengono quindi a comporsi costituendo la tragedia attica. Nietzsche non dà un’interpretazione antropologica di questi due istinti, secondo cui in ogni civiltà potrebbe configurarsi un apollineo ed un dionisiaco, in quanto li considera due caratteristiche essenziali, fondamentali dell’uomo tragico e non una caratteristica di tipo antropologico, che sarebbe riscontrabile in ogni civiltà attraverso una tecnica; la Grecia è un mito epocale proprio perché è riuscita a canalizzare questi due impulsi attraverso l’arte, addomesticando l’uno e dinamicizzando l’altro.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la differenza tra l'istinto dionisiaco e quello apollineo secondo Nietzsche?
  2. L'istinto dionisiaco è associato alla follia, all'orgiastico e allo sfrenato, mentre l'istinto apollineo rappresenta l'equilibrio e l'armonia. Entrambi sono fisiologici e si alternano nella vitalità e nell'ebbrezza, contribuendo alla creazione dell'opera d'arte, come la tragedia attica.

  3. Come interpreta Nietzsche la relazione tra dionisiaco e apollineo nell'arte?
  4. Nietzsche vede il dionisiaco e l'apollineo come opposti che si incontrano e si eccitano reciprocamente, generando l'opera d'arte. Nonostante il loro contrasto, insieme costituiscono la tragedia attica, dimostrando che entrambi gli impulsi sono essenziali e fondamentali per l'uomo tragico.

  5. Perché Nietzsche non considera i due istinti come caratteristiche antropologiche?
  6. Nietzsche non dà un'interpretazione antropologica degli istinti dionisiaco e apollineo perché li vede come caratteristiche essenziali dell'uomo tragico, non legate a una civiltà specifica. La Grecia è considerata un mito epocale per aver canalizzato questi impulsi attraverso l'arte.

Domande e risposte

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