Concetti Chiave
- Nel tardo Ottocento, N. esplora le origini della morale occidentale usando un metodo genealogico per sfidare i valori morali universali.
- Critica la morale ebraico-cristiana per negare la realtà sensibile e creare una morale decadente non adatta a uomini liberi e forti.
- Introduce il concetto di "morale del gregge", dove il risentimento dei deboli sovverte i valori vitali dei forti, promuovendo sottomissione e arrendevolezza.
- Propone una "morale dei signori", che esalta libertà, nobiltà e forza, segnando una trasvalutazione dei valori verso un ritorno al mondo materiale e vitale.
- Sostiene che il linguaggio, essendo un costrutto arbitrario, non può catturare la realtà in continuo movimento, suggerendo l'esistenza di molteplici verità.
Indice
Indagine sulla morale occidentale
Sul finire degli anni Ottanta dell’Ottocento, N. si concentra sull’indagine della morale occidentale, per comprenderne le origini. Per farlo il filosofo applica il metodo genealogico che consiste nel non considerare i valori morali vigenti come universalmente validi per indagarne appunto le origini e le cause della loro affermazione.
Secondo il filosofo dietro la nascita e lo sviluppo delle civiltà con le loro culture e ideologie e credenze vi è sempre un atteggiamento di accettazione o rifiuto del divenire, del cambiamento (del caos).Critica alla morale ebraico-cristiana
N. prende di mira Platone e la morale ebraico-cristiana che con l’aspirazione ad un altro mondo che è quello della verità e della perfezione negano il mondo delle cose (la realtà sensibile) fatto di impulsi e di disordine e di caos. Secondo il filosofo la cultura occidentale ha manifestato una spinta antivitalistica. I valori della morale cristiana come la pietà, l’amore per il prossimo, l’umiltà, la carità, il senso di colpa che discende dal peccato ha portato alla creazione di una morale decadente, non adatta alla vitalità di uomini liberi e forti; N. chiama questo insieme di valori la “morale del gregge o degli schiavi”. Un tempo la società era governata da guerrieri, per cui i valori fondanti della società erano la forza, il coraggio; gli individui che non li possedevano erano schiavi.
Risentimento e sovvertimento dei valori
Tuttavia risalta la morale degli schiavi a causa del risentimento, ovvero dell’odio contro i forti e i loro soprusi. Il risentimento è l’odio dei deboli contro i forti, i quali incarnano ciò che i primi vorrebbero essere. Il risentimento porta ad un sovvertimento dei valori vitali dei forti, facendoli apparire come non valori. Così colui che si scopre inadeguato di fronte alle sfide della vita, proclama come valori la sottomissione, l’arrendevolezza, la disponibilità a porgere l’altra guancia.
Morale dei signori e trasvalutazione
Ora che la verità è venuta a galla, bisogna rovesciare la morale tradizionale, che nega la vita, in una morale che l’affermi. N. chiama questa morale, morale dei signori, una morale aristocratica che esalta valori come la libertà, la nobiltà, la fedeltà alla terra, il coraggio, la forza. Attraverso il ripristino di questa morale, si compirà la trasvalutazione di tutti i valori; il che significa un ritorno alla vitalità, al sangue, al mondo materiale; in una parola a Dionisio.
Il linguaggio e la realtà
Un altro strumento che ha completamente soppresso l’aspetto dionisiaco del mondo è il linguaggio. Esso è un insieme di convenzioni arbitrarie che servono per descrivere il mondo, per dare un nome alle cose. Ma il linguaggio, secondo N., non può cogliere la realtà nel suo ininterrotto movimento. Inoltre essendo un costrutto arbitrariamente inventato non può essere considerato come l’unico strumento valido per descrivere e comprendere la realtà. In questo senso non esiste una sola verità ma tante verità, a seconda di come interpretiamo la realtà e la descriviamo attraverso le parole.
Domande da interrogazione
- Qual è l'obiettivo principale dell'indagine di N. sulla morale occidentale?
- Come N. critica la morale ebraico-cristiana?
- Cosa intende N. con "morale del gregge o degli schiavi"?
- Qual è il ruolo del linguaggio secondo N. nella comprensione della realtà?
L'obiettivo principale è comprendere le origini della morale occidentale, applicando il metodo genealogico per indagare le cause della loro affermazione, senza considerare i valori morali vigenti come universalmente validi.
N. critica la morale ebraico-cristiana per la sua aspirazione a un altro mondo di verità e perfezione, negando il mondo sensibile fatto di impulsi e caos, e per aver creato una morale decadente non adatta a uomini liberi e forti.
La "morale del gregge o degli schiavi" si riferisce ai valori cristiani come pietà, umiltà e senso di colpa, che secondo N. derivano dal risentimento dei deboli contro i forti, portando a un sovvertimento dei valori vitali.
Secondo N., il linguaggio è un insieme di convenzioni arbitrarie che non può cogliere la realtà nel suo movimento continuo, e non è l'unico strumento valido per descrivere e comprendere la realtà, poiché esistono molte verità a seconda delle interpretazioni.