REBECCA.CIOMMO
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Concetti Chiave

  • Nietzsche critica la relazione con Wagner e sviluppa un pensiero filologico incentrato sulla decadenza dell'Occidente e il prospettivismo, culminando nel concetto di "morte di Dio" annunciato in "La Gaia Scienza".
  • La "morte di Dio" rappresenta l'annullamento dei valori tradizionali occidentali come lo stoicismo, la morale, la scienza positivista, la religione istituzionalizzata e le dottrine politiche dominanti dell'Ottocento.
  • Nell'annuncio della "morte di Dio", Nietzsche utilizza simboli noti per sfidare le certezze del passato e suggerire che non esiste ateismo implicito, ma piuttosto una critica alle verità assolute e alle speranze messianiche.
  • La metafora della "morte di Dio" implica che gli uomini devono assumersi la responsabilità della sua morte per vivere autenticamente, rifiutando le promesse divine e affrontando la realtà concreta.
  • Il concetto del tempo è centrale nel pensiero di Nietzsche, evidenziando la necessità di rivedere le attese verso il futuro e promuovendo un ritorno all'uguale nello "Zarathustra" per eliminare ogni forma di attesa.

Indice

  1. Il pensiero filologico di Nietzsche
  2. Il folle e la metafora della lanterna
  3. Responsabilità dell'uomo occidentale

Il pensiero filologico di Nietzsche

Avevamo individuato nel superamento della relazione amichevole con Wagner questa fase del pensiero strettamente filologico di Nietzsche che era orientato sul discorso di elaborazione in chiave estetica sulla decadenza dell’occidente e con la fase del prospettivismo (fase illuminista) ci avviciniamo invece al concetto della ‘’morte di Dio’’ che è l’annuncio di un’opera che si intitola ‘’La Gaia Scienza’’.

Quest’opera tratterà di una chimica dei sentimenti che c’è dietro alle leggi morali, l’esaltazione di una ragione ipercritica non è l’esaltazione della scienza positivista. La scienza positivista è quella che pretende di quantificare tutto e di avere una visione oggettiva della realtà, anche se positivo è relativo al singolo fenomeno fisico/chimico che si indaga ma la visione che la scienza vuole avere è sempre una visione matematizzante e come tale obiettiva. Per Nietzsche non esiste nessuna visione obiettiva perché la scienza nel momento in cui interviene con la sua possibilità di indagine sui fenomeni li altera. Da lì la questione del prospettivismo. Della scienza a Nietzsche piace l’aspetto demolitore di quelle realtà apparenti che vengono a volte rese stabilizzate, valide sempre e comunque e invece dalla scienza Nietzsche vuole appunto giungere ad un prospettivismo, ad una relativizzazione basata appunto su un’analisi scrupolosa dei meccanismi che sottendono ai fenomeni. La filosofia del mattino viene inaugurata da ‘‘La Gaia Scienza’’, è una scienza felice, appunto gaia, deve dare gaiezza agli uomini, un nuovo approccio che li deve liberare dalla schiavitù di tutte quelle fissazioni di valori (le grandi categorie dello spirito) che hanno pervaso il mondo occidentale. Con ‘’ La morte di Dio’’ egli connota tutto quel sistema di valori che ha tenuto in piedi il sistema occidentale per secoli, non si intende la svolta atea di Nietzsche (ha vissuto un secolo – l’Ottocento- dove c’è stato un forte distacco dal mondo della religiosità, lo abbiamo visto già con Marx e Feuerbach, il mondo intellettuale ha messo in crisi il concetto di divino). ‘’Morte di Dio’’ vuole giungere all’annullamento di tutti i valori dell’Ottocento che derivavano dai secoli precedenti. I valori che vuole annullare sono:

- Lo stoicismo, che aveva già demolito ne ‘’Le considerazioni inattuali’’

- La morale, di cui aveva già trattato in ‘’Umano troppo umano’’

- La scienza positiva sempre in chiave prospettivista abbiamo visto mette in crisi

- La religione con tutti i suoi connotati istituzionalizzati (chiese, precetti..)

- Nell’ambito politico le grandi dottrine predominanti nell’Ottocento come il pensiero democratico e il socialismo nella sua connotazione marxista.

Tutte queste forme di pensiero per Nietzsche sono quello che lui chiama ‘’Dio’’. Quando si distruggono tutte queste forme di credenza dell’uomo ottocentesco che non ha dio come concetto fondamentale del suo credo ma ha la storia, la morale, il positivismo, la democrazia, il progressismo. Egli annuncia di tutto ciò la morte.

 

Il folle e la metafora della lanterna

L’annuncio della morte di Dio si connota all’interno di una forma di metaforizzazione dell’evento basata su una serie di simbologie molto note a un pubblico colto della fine della seconda metà dell’Ottocento:

- Il folle nel mondo letterario ha sempre rappresentato colui che dice la verità ma non viene creduto proprio perché portatore di un verbo altro, dalle illusioni della collettività, del volgo.

- Questo folle uomo accende una lanterna durante il giorno, ci ricorda Diogene il cinico, (rappresentava il gruppo di pensatori chiamati ‘’cinici’ che portavano avanti un pensiero distruttivo nei confronti della morale o della scienza sapienzale) dopo aver parlato spegnerà la lanterna (anche nella Guernica di Picasso si vede una lanterna, rappresenta il lume della ragione che viene meno).

- Il folle grida che cerca dio, così come Diogene cercava la verità, lo cerca nella piazza del mercato (che tornerà anche nello Zarathustra) e ci ricorda l’agorà dell’antica Atene, luogo dove c’è l’incontro tra gli individui e scelto per il ruolo di tafano della mentalità da parte di Socrate, luogo dello scambio. Nietzsche precisa, il folle va al mercato perché proprio là si trovavano molti di quelli che non credevano in Dio. È nella piazza del mercato che nasce la discussione e così anche il senso del dubbio (che viene dal confronto con altre mentalità).

Responsabilità dell'uomo occidentale

L’annuncio della morte di dio viene fatto a gente che è già atea e da qui ricaviamo che non c’è nessuna connotazione di ateismo nella famosa morte di dio nietzschiana perché che dio muore significa che muoiono le certezze, le pretese di verità assolute del mondo occidentale, ma non solo con la morte di dio muoiono anche le grandi speranze e le grandi attese messianiche dell’uomo occidentale. Sono già atei, ecco perché irridono il folle. Il nascondimento del divino ritorna nel testo infatti dio non si è mai mostrato, ‘’ha paura di noi’’, c’è anche un rimando al problema dell’emigrazione. Riferimento al potere dello sguardo che ha Cristo nei confronti di coloro che lo incontrano: il folle trapassa con lo sguardo le persone; questo significa che riesce a guardare oltre, che ha una capacità di intelletto attraverso i pensieri degli altri.

L’annuncio della morte di dio non si limita all’annuncio ma prevede la presa di coscienza che dio non è morto di suo in una realtà culturale come quella occidentale dove si è glorificato e seguito per secoli un dio che moriva per risorgere, il problema è che dio non deve morire e basta, deve essere ucciso dagli uomini perché se gli uomini non lo hanno ucciso ed è dio che si è sottratto siamo sempre nella metafora agostiniana della sottrazione della verità per l’uomo che poi la ricerca. Semmai continuiamo con il filone di Platone, a proposito Nietzsche prima di San Paolo, il grande ideatore di un trasferimento della verità in un tempo che deve ancora arrivare in una dimensione altra rispetto al presente concreto puramente fattuale che abbiamo è Platone, che è una specie per lui di profeta ante litteram del cristianesimo, che è la vera fonte d’ispirazione di San Paolo nel costruire il cristianesimo, religione che annuncia in modo più radicale l’attesa di una redenzione futura e di una rivelazione che verrà, nella notte di pasqua si invoca il ritorno di cristo, segnatamente la fine del mondo e la famosa omega (cristo è l’alpha e l’omega, la storia ha un inizio e una fine). Se non abbiamo noi ucciso dio è lui che continua a fare quello che ha sempre fatto nel credo con un derivato sapienzale dell’Occidente, dio si sottrae e noi dobbiamo cercalo, se lo abbiamo ucciso non c’è più niente da cercare, se non ci prendiamo la responsabilità della sua morte non ci prendiamo la responsabilità di vivere, di accettare la vita per come è e di prendere atto della nostra situazione. È l’uomo occidentale con la forza della sua ragione critica che ha distrutto dio eppure lo ha sostituito con altri credi e se non si prende la responsabilità della fine di ogni realtà metafisica cioè di ogni realtà altra della vita nella sua effettiva dimensione concreta e reale, ecco che siamo sempre lì ad adorare altri principi come promesse divine. Queste non ci fanno vivere l’oggi. Abbiamo il riferimento del concetto del tempo: afferma che non è ancora arrivato il suo tempo e dice che ogni comprensione ha bisogno del tempo. Questo tema resta centrale, l’attesa di qualcosa è connotata attraverso il tempo. Anche il tempo delle essere rivisto e rivisitato. Nello Zarathustra il tempo diventerà il ritorno dell’uguale per cancellare ogni forma di attesa.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato della "morte di Dio" secondo Nietzsche?
  2. La "morte di Dio" rappresenta l'annullamento dei valori tradizionali dell'Occidente, come la morale, la religione e le dottrine politiche, non un semplice ateismo.

  3. Come si collega il prospettivismo alla critica di Nietzsche alla scienza positivista?
  4. Nietzsche critica la scienza positivista per la sua pretesa di oggettività, proponendo invece un prospettivismo che riconosce la relatività delle interpretazioni.

  5. Qual è il ruolo del "folle" nell'annuncio della morte di Dio?
  6. Il "folle" rappresenta colui che dice la verità non creduta, simboleggiando la critica alle certezze assolute e l'invito al dubbio e alla riflessione.

  7. In che modo Nietzsche vede la responsabilità dell'uomo occidentale nella "morte di Dio"?
  8. Nietzsche sostiene che l'uomo occidentale deve assumersi la responsabilità di "uccidere" Dio, cioè di abbandonare le illusioni metafisiche per vivere pienamente la realtà concreta.

  9. Qual è l'importanza del concetto di tempo nel pensiero di Nietzsche?
  10. Il tempo è centrale per Nietzsche, poiché ogni comprensione richiede tempo e l'attesa di qualcosa è connotata attraverso il tempo, come esplorato ulteriormente nello "Zarathustra".

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