Concetti Chiave
- Marx è una figura intellettuale e politica fondamentale, con un pensiero che abbraccia sociologia, politica e filosofia, proponendo un'analisi globale della società attraverso una concezione dialettica della realtà.
- Critica l'approccio hegeliano, accusandolo di idealismo e mistificazione, sostenendo che lo Stato non è la manifestazione suprema della ragione, ma uno strumento di dominazione di classe.
- Propone il comunismo come soluzione per superare le disuguaglianze strutturali della società capitalistica, ponendo l'accento sulla necessità di una rivoluzione guidata dal proletariato.
- Introduce il concetto di materialismo storico, affermando che le forze economiche determinano lo sviluppo storico e sociale, in contrasto con l'idealismo che attribuisce alle idee il ruolo di motore della storia.
- Critica l'ideologia come un velo che nasconde la realtà economica, promuovendo il materialismo storico come strumento per svelare le vere forze motrici della storia, basate su rapporti di produzione e forze produttive.
Indice
- L'importanza di Marx
- La rivoluzione secondo Marx
- Le influenze filosofiche di Marx
- Critica a Hegel
- Democrazia e società moderna
- Il comunismo e la rivoluzione
- I manoscritti economico-filosofici
- Critica agli economisti classici
- Il concetto di alienazione
- Il lavoro e la realizzazione umana
- Influenza di Feuerbach
- Critica alla religione
- Ideologia e materialismo storico
- Forze produttive e rapporti di produzione
- Il materialismo storico
- La dialettica e il comunismo
- La necessità del comunismo
- Differenze con la dialettica di Hegel
L'importanza di Marx
Marx è uno delle componenti più importanti intellettuali e politiche. Marx, Nice e Freud sono i maestri del sospetto. È un classico con cui confrontarsi.
1→ non può essere incasellato nelle caselle in cui collochiamo i vari pensatori, cioè non può essere considerato solo un sociologo, solo un politico, solo un filosofo, perché attraversa tutti questi ambiti in quanto vuole dare un’analisi globale della società precapitalistica colto nella molteplicità delle sue espressioni e quindi c’è l’idea che non si può cogliere i vari aspetti avulsi dalla totalità. Quindi ha una concezione dialettica della realtà cioè gli aspetti non possono essere presi a compartimenti stagni, ma come parte del sistema intero.
La rivoluzione secondo Marx
2→ Marx era tentato di fornire un’interpretazione del mondo di cambiamento attraverso la rivoluzione. “I filosofi fin ora hanno interpretato il mondo, si tratta di trasformarlo”. Quindi è diverso dall’approccio di Hegel (nottola). Non per i contenuti, solo su questo piano recupera la visione illuministica secondo la quale la realtà va razionalizzata e per lui va fatto con la rivoluzione, con l’unione teoria prassi.
Le influenze filosofiche di Marx
3→ Marx parte da tre tradizione di pensiero
- da Hegel e Feuerbach (filosoficamente);
- dagli economisti liberisti classici, Ricardo e Smith (economicamente);
- il pensiero socilista precedente al suo, Owen e Saint Simon (politicamente).
In Marx è potente l’influenza di Hegel, anche quando se ne è staccato. Fondamentale è la considerazione dialettica della totalità; quindi ha desunto la dialettica da Hegel. Per Russel è la più fantastica delle dottrine che Marx ha preso da Hegel. Applica la dialettica alla società borghese.
Critica a Hegel
Ma si è staccato da Hegel, fin dalla sua prima tesi in cui critica l’aspetto metodologico della filosofia hegeliana. La critica consiste nel misticismo logico= Marx sta analizzando la filosofia dello spirito oggettivo e per lui l’errore di Hegel è che ha preso le realtà empiriche ( lo Stato e le varie istituzioni) trasformandole in allegorie di una realtà spirituale che se ne sta dietro di esso. Le istituzioni politiche anziché essere descritte come puri esseri empirici, vengono interpretate come pure espressioni dello spirito. Quindi anziché prendere atto di un dato lo assolutizza (perché per Hegel ciò che è reale è razionale) e quindi deduce che sono perfettamente razionali ( Marx).
È un misticismo perché le istituzioni sono allegorie spirituali che se ne sta dietro di esse e quindi le interpreta come necessarie.
Spaccia un dato di fatto come l’essenza dello Stato. Fa coincidere l’essere con il dover essere; questo per Hegel è giusto mentre per Marx non lo è.
Conseguenza: Hegel parte dal descrivere una concreta realtà esistente (Stato prussiano) che diventa anche il modello e questo secondo Marx per forza è la perfetta incarnazione dello Stato, perché lo ha costruito lui sulla base della realtà che quindi è la perfetta incarnazione del modello.
Per Marx Hegel ha invertito soggetto e oggetto (anche per lui è il popolo che fa la costituzione e non viceversa).
Quindi Hegel spaccia le realtà empiriche (Stato ecc..) come realtà razionali dello spirito. Il misticismo consiste nel spacciare le istituzioni anziché per quello che sono, in una realtà che sta dietro di esse cioè spirito. Si finisce per spacciare l’essere dello Stato per l’essenza dello Stato cioè identificare essere e dover essere.
Hegel descrive lo Stato prussiano, ma siccome crea gli Stati su quel modello (perché lo spaccia per l’essenza di Stato) solo lo Stato prussiano è la perfetta incarnazione dell’essenza dello Stato. Ecco il misticismo logico → anziché descrivere le istituzioni per quello che sono (=una contingenza storica) le si presentano come realtà e allora per forza quella realtà è la perfetta incarnazione.
Il segreto di questo misticismo è l’inversione idealistica tra soggetto e oggetto (non è lo Stato che fa la società civile, ma la società civile che fa lo Stato. Non è la costituzione che fa il popolo ma il popolo che fa la costituzione).
Vuole re invertire quello che l’idealismo ha rovesciato
Conseguenza sul piano politico concreto della visione hegeliana → si razionalizza l’esistente perché vengono spacciate come manifestazioni assolute dello spirito ( e in particolare la monarchia prussiana). Quindi questo giustificazionalismo speculativo di Hegel è un giustificazionalismo politico.
Ma Marx condivide la dialettica di Hegel. In confronto a Hegel fa leva sull’antitesi.
Democrazia e società moderna
Un’altra critica alla filosofia di Hegel, più di carattere politico riguarda la democrazia formale e la democrazia sostanziale. È una critica alla civiltà moderna e in particolare al liberalismo. Per lui l’uomo moderno si trova a vivere in una situazione politica diversa; se nelle polis si viveva a contatto con lo Stato, nel mondo moderno c’è una scissione. Mentre nella terra della società civile si vive nella sfera degli interessi borghesi, nel cielo si vive nel cielo dello Stato. Questo lo aveva detto anche Hegel, ma per Marx non è lo Stato che dirige la società civile, ma il contrario. Per lui lo Stato non fa altro che giustificare il dominio di una classe su un’altra. Lo Stato giustifica il dominio di una classe su un’altra.
Infatti la Rivoluzione Francese ha proclamato l’uguaglianza formale, ma questa sancisce la diversità sostanziale.
La società moderna enuncia l’uguaglianza, ma non fa che mantenere la diversità sostanziale, quindi nella realtà c’è egoismo e nell’ideale c’è l’uguaglianza.
Perciò la critica si estende a tutta la società moderna dello stato liberal-moderato rispetto a uno comunista.
Condanna la società moderna che valorizza l’individuale dove ognuno è contro tutti. Quindi rifiuta la società moderna perché porta a una società dove c’è uguaglianza formale, ma sancisce la diversità sostanziale. Perciò è contro la Rivoluzione Francese.
Il comunismo e la rivoluzione
Per lui vale il comunismo che è dove si realizza l’uguaglianza sostanziale.
Marx vorrebbe riprendere il modello di democrazia precedente dove c’è una conpenetrazione tra uomo e Stato. Ora si può giungere a questo non con mezzi politici( la burocrazia mantiene gli interessi della classe dominante).
Quindi bisogna eliminare la radice di ogni disuguaglianza, che è la proprietà privata, con il comunismo, non con strumenti per attutire, ma instaurando il comunismo.
Come? Se prima come arma pensava al suffragio universale, poi l’arma è la rivoluzione che avrà come soggetto la classe più sfruttata nella società borghese e cioè il proletariato.
Il comunismo recupererebbe la democrazia greca, dove non c’è la scissione tra la sfera statale e l’individuo.
Quindi rifiuta totalmente la società moderna liberal – democratica.
I manoscritti economico-filosofici
I manoscritti economico-filosofici furono scritti nel 1844, ma furono conosciuti nel 1890. Questi sono la prima trattazione economica affrontata con la dialettica.
Critica agli economisti classici
Lui non ha mai disconosciuto il valore scientifico degli economisti classici. Per lui l’economia studia la storia e quindi loro avendo studiato la società capitalistica dal punto di vista economico li chiama economisti classici.
Ma la critica è che hanno ribaltato il mondo borghese perché non pensavano in modo dialettico. Questo fatto che non pensano in modo dialettico, porta a tre “errori”:
1)In questo senso non si collocano in una prospettiva processuale e quindi descrivono il fatto con una legge e non si rendono conto che il sistema capitalistico è un modo. Per loro è IL modo e quindi trasformano quello che è un fatto storico NEL modo per produrre ricchezza e quindi assolutizzano un fatto.
2)A questo si aggiunge che la proprietà privata a sua volta diventa una legge. Per loro è un dato assoluto da cui partire, mentre per Marx la proprietà privata è un fatto non una legge e lo spiega come il risultato dell’espropriazione del lavoro operaio da parte del capitalista e non una legge assoluta da cui partire, ma è qualcosa che va spiegato
3)Infine l’economia politica classica (Richardo e Smith) non colgono la struttura contraddittoria (=opposizione concreta di borghesia contro proletariato) del sistema capitalistico, anche questo perché non pensavano in modo dialettico.
Il concetto di alienazione
Nei manoscritti la contraddizione di capitale e lavoro viene spiegata con l’alienazione: per Hegel l’alienazione era il cammino dell’idea che prima deve farsi natura e poi tornare in sé per diventare spirito (il termine quindi assume un’accezione sia positiva che negativa), per Fuerbach l’alienazione è totalmente negativa perché è il processo tramite cui l’uomo religioso proietta la sua essenza in un altro ente cioè in Dio.
Anche per Marx è un meccanismo di scissione e dipendenza e quindi è sulla linea di Fuerbach, però mentre per Fuerbach è di tipo religioso/coscienziale cioè diventando atei, per Marx è un fatto storico reale di tipo economico e si attua con la liberazione degli operai. Quindi si tratterà di riappropriarsi del prodotto del proprio lavoro, quindi con un fatto reale non con la coscienza.
Il lavoro e la realizzazione umana
Che considerazione ha del lavoro? Per lui è ciò attraverso cui l’uomo diventa uomo. Di per sé il lavoro è qualcosa che realizza l’uomo perché umanizzando (=trasformando secondo i suoi bisogni) la natura l’uomo si realizza, trasformando quindi la natura a seconda dei suoi bisogni. Perciò il lavoro fa sì che l’uomo sia quello che è perché può umanizzare la natura (anche per Hegel attraverso il lavoro lo schiavo si libera).
Il problema è come viene realizzato il lavoro nella società capitalistica.
In origine la proprietà privata nasce come espropriazione del lavoro. Il fatto che continui a possedere i mezzi è la continuazione dell’alienazione. Distinguendo dal punto di vista temporale si scioglie questa apparente contraddizione.
Pagina 348: come avviene la fine dell’alienazione? Con un atto reale cioè con la rivoluzione per abbattere il capitalismo e liberarsi dalla proprietà privata.
Se ci si realizza nel lavoro è quella la soddisfazione, cioè non si lavora per lo stipendio. La soddisfazione perciò è quella del lavoro e poi si riceverà secondo il bisogno, ma non si lavora per guadagnare ma per realizzarsi.
Influenza di Feuerbach
Fuerbach ha avuto importanza nel pensiero di Marx. Marx come Fuerbach ha attuato il rovesciamento soggetto oggetto rispetto ad Hegel, quindi condivide l’aspetto materialistico. Nelle 11 tesi comunque ci sono distacchi da Fuerbach:
Feuerbach rispetto ad Hegel ha rivendicato l’aspetto di corporeità / naturalità dell’uomo, contro l’idealismo di Hegel che aveva ridotto l’uomo a autocoscienza, soggetto spirituale. Questo è l’aspetto che ha colto.
Per Marx non ha però colto l’aspetto storico cioè l’uomo ha anche un carattere storico-sociale, non ha un’essenza metastorica, assoluta, rispetto all’antropologia tradizionale che dà all’uomo un’essenza assoluta; per Marx come Hegel, l’uomo non esiste in astratto, ma come prodotto della società, del contesto storico, figlio del popolo dove si trova a vivere. Per Marx questo è merito di Hegel e che secondo lui Fuerbach non ha colto.
Quindi Marx corregge Hegel con Fuerbach = l’uomo è concreto e Fuerbach con Hegel = l’uomo è storicità. Fa valere dell’uomo sia la naturalità che la storicità. Quindi il discorso di Marx si sposta dall’antropologia al indagine storico sociale perché studiare l’uomo vuol dire studiare la socialità e la storia che rendono l’uomo qual è.
Un altro limite che Marx attribuisce a Fuerbach è che ha certo valorizzato il materialismo, ma per Marx ha un limite cioè sottolinea l’aspetto teoretico contemplativo e non ha colto l’aspetto attivo dell’uomo che con la prassi cioè con l’attività con la trasformazione, può trasformare sé, la natura, l’aspetto sociale.
→contemplativo e individualistico per il materialismo antico
Attivo e sociale per Marx
Critica alla religione
→quello che lo distingue da Fuerbach sono le cause della religione e i rimedi. Per Marx la religione la fa un uomo che si trova nell’alienazione economica e quindi si rifugia nel mondo della fede e quindi per lui non serve propagandare l’ateismo.
La religione è definita oppio dei popolo perché questi cercano di narcotizzare al loro condizione alienata e sofferente; quindi la religione è opera di un’umanità sofferente che trova consolazione in un mondo sovraumano. Per abolire la religione bisogna perciò eliminare la causa della sofferenza cioè l’alienazione economica, trasformando la realtà.
Quindi si tratta di criticare le condizioni che permettono la nascita della religione intesa come alienazione. La critica del cielo si trasforma in critica della terra. Una volta fatto questo la religione sparirà automaticamente, non occorre propagandare l’ateismo.
Sono entrambi atei: per Marx la causa è la società in cui gli uomini si trovano a vivere e la conseguenza è la trasformazione della società mentre per Fuerbach va trasformata la mente dell’uomo.
Se la religione è il frutto malato della società malata, bisogna curare la società. Per abolire anche quella politica (divisione società civile e stato) e religiosa bisogna abolire la proprietà privata.
Ideologia e materialismo storico
La critica a Fuerbach segna il passaggio allo studio della storia dell’antropologia nell’ideologia tedesca = rappresentazioni ideologiche. L’ideologia è contrapposta alla scienza della storia che è il materialismo storico. Se oggi si parla di ideologia come termine neutro ed è sinonimo di idea politica / visione del mondo (quindi si parla anche di ideologia marxista), nel senso di Marx ideologia ha un connotato negativo.
→un vestito nasconde quindi l’ideologia vela, nasconde.
→l’ideologia in Marx è contrapposta al materialismo storico: le vere forze motrici della storia sono le forze economiche. La sovrastruttura è il riflesso della struttura cioè sono tutte le forme ideologiche rispetto all’ economia, che è la forza motrice della storia.
→divisione del lavoro in manuale e intellettuale è la nascita delle ideologie.
→per Marx non sono le leggi, le filosofie che determinano la struttura economica della società. L’aspetto ideologico muta quando muta la struttura economica perché sono sovrastrutture cioè un riflesso.
→si sono occupati della struttura gli economisti e quindi li riconosce come economisti classici.
→Labriola è il teorico marxista più importante
→Ideologia tedesca fu pubblicata nel 1932 quindi il termine ideologia viene conosciuto molto tardi.
→per noi ideologia è un termine neutro, mentre per lui è un vestito di idee che giustifica il dominio di una classe su un’altra e la usa nel titolo contro i filosofi della sinistra hegeliana. Lo scopo è svelare le forze motrici della storia rispetto a tutto quello che le ha velate. Vuole svelare la scienza della storia cioè fa vedere che l’uomo per quello che è: quindi l’uomo ha veramente cominciato a distinguersi dagli animali quando ha cominciato a produrre i mezzi per soddisfare i propri bisogni e quindi attraverso il lavoro che è il mezzo con il quale l’uomo può trasformare la realtà. Dal punto di vista scientifico questo è quando l’uomo si è distinto dall’animale.
La specie umana è quindi una specie condizionata dai propri bisogni, che si possono soddisfare attraverso il lavoro. Di qui la centralità del lavoro, che permette di procurare i mezzi di sussistenza, non solo cercarli nell’ambiente.
Forze produttive e rapporti di produzione
La storia dell’uomo è la storia di individui che cercano mezzi per soddisfare i propri bisogni. La storia dell’uomo è legata al fatto che l’uomo cerca di soddisfare i bisogni; rispetto a questi modi di produzione distingue forze produttivi e rapporti di produzione:
forze produttive = tutto quello che serve all’uomo per produrre e quindi le forze produttive comprendono mezzi,conoscenze tecnico scientifiche ecc..
rapporti di produzione = quelli che si instaurano tra gli uomini nel mezzo della produzione. Regolano il possesso e l’utilizzo dei mezzi e anche il possesso quello che si produce col lavoro. Sono quindi i rapporti di proprietà.
poi c'è la sovrastruttura che sono le idee politiche giuridiche, filosofiche,
religiose.
La struttura della società è fatta da questi due elementi. Su questa struttura di basa la sovrastruttura fatta da tutti gli elementi ideologici.
Il materialismo storico
L’idea fondante di Marx è il materialismo storico cioè gli aspetti economici condizionano gli altri aspetti. La struttura economica fa muovere la storia che ha carattere socio economico e non spirituale.
Si contrappone all’idealismo storico secondo cui sono le idee filosofiche, religiose.. a muovere la storia.
Webel scrive che il calvinismo è alla base della società capitalistica. Per Marx non può aver senso perché saprebbe un’idea religiosa a giustificare una struttura economica. Per Marx il calvinismo è una sovrastruttura che giustifica il sistema economico del capitalismo. Gli aspetti economici determinano il divenire storico; questo ha cambiato il modo di vedere.
Il materialismo storico non è la tesi per cui esiste solo la materia, è un materialismo storico cioè l’essere dell’uomo determina la sua coscienza e non è la coscienza degli uomini che determina l’essere. Il materialismo è contrapposto all’idealismo storico.
La dialettica e il comunismo
Tra forze produttive e rapporti di produzione ci sono rapporti sia di corrispondenza che di contraddizione e danno la chiave interpretativa sia della statica della società, ma anche della dinamica dello Stato.
Nel Medioevo le forze produttive erano di carattere agricolo e i rapporti di produzione erano dati dal feudalesimo (staticismo della società). Ma a causa del divenire della storia tra le due si forma una contraddizione. I rapporti di produzione rimangono statici (ricorda che sono incarnate da classi) perché la classe dominante tende a mantenere il suo dominio mentre le forze produttive mutano perché cambiano / evolvono le tecniche scientifiche e quindi periodicamente di forma un termine di contraddizione delle due classi. Si fa la lotta e vince chi incarna le nuove forze produttive.
Ad esempio nel Medioevo le nuove forze produttive erano i borghesi (con le corporazioni) e hanno combattuto con l’aristocrazia feudale. Trionfano le nuove forme produttive.
La stessa cosa per Marx accadrà nel futuro: il proletariato avrà uno scontro con la classe borghese e trionferà il proletariato. La contraddizione tra queste due classi è la molla dello sviluppo storico. Il proletariato non potrà non spazzare via la classe borghese come la borghesia non ha potuto non spazzare via il mondo feudale.
Il comunismo è qualcosa che si realizzerà in maniera necessaria, è un mutamento inevitabile.
La necessità del comunismo
Questa legge di corrispondenza e contraddizione gli permette di scandire l’umanità in modi di produzione che per lui sono:
-società di comunismo primitivo
-società asiatica (con forme di proprietà comunitarie)
-società antica (schiavile)
-società medievale (feudale)
-società borghese / capitalismo
tanti non considerano il comunismo primitivo, ma comunque la società asiatica ha forme di proprietà comunitarie.
Dopo ci sarà il comunismo e quindi dal comunismo, attraverso la società di classe ( che c’è quando c’è la divisione del lavoro) si arriverà al comunismo definitivo.
Per Marx il comunismo è necessario perché il materialismo oltre che storico è dialettico. Lienin dirà che Marx ha riempito.
Marx riconosce a Hegel di aver insistito sulle opposizioni, ma ideali non reali. Dopo di questo dice che la dialettica va assunta ma capovolta: Hegel dice che l’idea fa la realtà ( prodotto dello spirito); per Marx il pensiero è quello trasferito nel cervello. Per Marx bisogna togliere NELLA Dialettica di Hegel tutto il guscio e scoprire il nocciolo razionale. Quindi assume il fatto che nelle epoche storiche genera contraddizione e questo significa che poi c’è la vincita di una classe e quindi il comunismo è necessario.
Differenze con la dialettica di Hegel
Quindi il materialismo è anche dialettico perché coglie che la contraddizione è necessaria quindi vincerà il comunismo.
C’è differenza comunque con la dialettica di Hegel perché la capovolge.
- il soggetto non è lo spirito ma la struttura economica;
- la dialetticità del processo storico è concepita come empiricamente e scientificamente osservabile nei fatti stessi;
- le opposizioni che muovono la storia non sono astratte e generiche, bensì concrete e determinate, pur riconducendosi tutte a quella dialettica tra forze produttive e rapporti di produzione che rappresenta il cuore ed il centro strategico di tutta la scienza marxista della società.
Anche i filosofi della sinistra storica sono ideologi (credono che quello che tiene incatenati gli uomini sono le idee). Rispetto a questi Marx e Engels propongono il materialismo storico.
Domande da interrogazione
- Qual è la concezione di Marx riguardo alla realtà e alla società?
- In che modo Marx critica la filosofia di Hegel?
- Qual è la visione di Marx sulla religione e come si differenzia da quella di Feuerbach?
- Come Marx interpreta il ruolo del lavoro nella società capitalistica?
- Che cos'è il materialismo storico secondo Marx e come si contrappone all'idealismo storico?
Marx ha una concezione dialettica della realtà, rifiutando di considerare gli aspetti della società in compartimenti stagni. Egli cerca di fornire un'analisi globale della società precapitalistica, considerando la totalità delle sue espressioni.
Marx critica Hegel per il suo misticismo logico, accusandolo di trasformare le realtà empiriche in allegorie di una realtà spirituale. Marx sostiene che Hegel inverte soggetto e oggetto, giustificando il dominio di una classe su un'altra attraverso lo Stato.
Marx vede la religione come un'opera di un'umanità sofferente che cerca consolazione in un mondo sovraumano. A differenza di Feuerbach, che attribuisce la religione a un problema di coscienza, Marx la considera un fatto storico reale legato all'alienazione economica.
Per Marx, il lavoro è il mezzo attraverso cui l'uomo si realizza, umanizzando la natura secondo i propri bisogni. Tuttavia, nella società capitalistica, il lavoro è alienato, e la proprietà privata continua l'espropriazione del lavoro.
Il materialismo storico di Marx sostiene che gli aspetti economici condizionano gli altri aspetti della società, contrariamente all'idealismo storico che attribuisce il movimento della storia alle idee filosofiche e religiose. Marx vede le forze economiche come le vere motrici della storia.