Concetti Chiave
- Marcuse analizza la transizione dalla razionalità individuale borghese alla razionalità tecnologica collettiva, influenzata dalle grandi concentrazioni industriali.
- La razionalità tecnologica non solo influenza l'economia, ma incide anche sul pensiero e sulla cultura, promuovendo il conformismo sociale.
- L'individuo moderno si trova a lottare contro una realtà complessa che limita la sua autonomia e la capacità di perseguire interessi razionali.
- All'interno del sistema produttivo, l'innovazione è asservita al mantenimento del sistema stesso, piuttosto che promuovere la creatività.
- La società dominata dalla razionalità tecnologica incoraggia un comportamento conformista, limitando la capacità degli individui di immaginare e creare alternative.
Indice
La transizione dalla razionalità individuale a quella tecnologica
Si tratta di un testo del 1941 in cui Marcuse non si preoccupa del problema della fondazione delle norme e dei valori, ma rimane legato alla questione della razionalità e del suo sviluppo. Dalla razionalità individuale di epoca borghese (XVI-XVII secolo), positiva nella misura in cui l’interesse personale si identifica con l’interesse razionale, si passa alla razionalità tecnologica, che non è più individuale ma collettiva, l’interesse delle grandi concentrazioni industriali ed economiche. Ma le sue conseguenze non sono soltanto su piano economico, ma anche del pensiero e culturale in senso lato. Sul piano sociale, generando quello che è il conformismo sociale. L’atteggiamento dell’uomo a una dimensione, perché all’interno di questi grandi agglomerati industriali e produttivi quello che conta non è l’esercizio della libera e autonoma critica razionalità, quanto l’adeguamento a protocolli di comportamento necessari per inserirsi all’interno degli schemi di azione proposti.
Il conflitto tra interesse personale e razionalità
In principio, l’individuo aveva come valore fondamentale la libertà di pensiero, la società aveva il compito di mettere in atto le condizioni per cui il singolo potesse raggiungere tali valori ed esercitare la propria libertà di pensiero. L’individuo agiva autonomamente e personalmente, con un interesse che era sì personale ma razionale. Solo in questo modo la società poteva funzionare.
Sul piano storico c’era conflitto tra interesse personale e razionale dell’individuo, e ciò che è invece condizionato dall’ordine costituito. Homo rationalis che è quasi un’astrazione, poi c’è l’uomo reale che deve fare i conti con la realtà in cui vive. In essa l’interesse personale di quest uomo è più opaco e si confronta con il contesto storico, che gli pesa: frappone delle resistenze contro cui si deve lottare per rendere il proprio interesse personale a tutti gli effetti razionale. Una realtà complessa tende a impedire la libera esplicazione dell’autonomia del singolo. In parte va a condizionale, quindi l’interesse storico del singolo non coincide con l’interesse razionale. Nella misura in cui il singolo riesce a vincere questi condizionamenti e autonomizzarsi, allora il suo interesse personale reale diventa anche razionale. Ma è necessario che agisca in una realtà socioeconomica che in qualche modo si adegui, in un modello di riferimento di liberismo.
L'impatto della razionalità tecnologica sulla società
L’economia però si sviluppa, i processi di meccanizzazione e di razionalizzazione economica producono delle concentrazioni della produzione e della proprietà in pochi grandi gruppi industriali. Ciò determina lo svilupparsi di una razionalità tecnologica. In questo contesto, il potere dei grandi colossi economici produttivi è tale da non limitarsi all’economia, ma dettare un nuovo tipo di razionalità che va a incidere sulle menti di tutte le persone. A livelli di pensiero, di protesta e di ribellione. Assenza di autonomia. Le invenzioni, che dovrebbero essere l’emblema della creatività, mirate all’espansione del sistema produttivo, sono invece finalizzate al mantenimento dello stesso. Sono al servizio dell’economia, non dell’industria, sono di natura competitiva e servono per mettere in crisi le aziende rivali. Tutte le nostre energie immateriali sono fagocitate dal sistema produttivo e dei consumi.
Conformismo e perdita di autonomia individuale
All’interno di un meccanismo sociale dominato e pervaso dalla razionalità tecnologica, tutta la nostra energia “istintuale”, immateriale, finisce con l’essere eterodiretta dal sistema, adeguandosi alla razionalità tecnologica e assumendo un atteggiamento conformista e conservatore. Letture alternative della realtà di fatto sono sospette. L’individuo tende a perdere fiducia nelle sue potenzialità irrealizzate, non vedendole. La realtà è tale e non può essere diversamente da come è. Anche ciò che sarebbe positivo del modello aziendale, cioè la capacità di adattarsi e di apprendere rapidamente, diventa un comportamento, un automatismo che, trasferito alla realtà sociale, rende gli individui incapaci di pensare autonomamente, ma soprattutto di porsi come creatori di una realtà alternativa. Gli individui che si adattano ai protocolli all’interno delle loro aziende, si adattano anche alle disposizioni, ai codici di comportamento in vigore nella società, a prescindere dalla loro qualità, solo per il fatto di essere i codici dati. Non esiste la fantasia di vedere strade alternative, codici da accettare per poter sopravvivere all’interno della società, in una sorta di do ut des.
Ma esistono delle possibilità alternative e noi non le vediamo, oppure non esistono proprio? Siamo noi che stiamo solamente trasferendo lo stesso conformismo aziendale al piano sociale?
Domande da interrogazione
- Qual è la principale differenza tra la razionalità individuale e la razionalità tecnologica secondo Marcuse?
- Come influisce la razionalità tecnologica sul pensiero e sulla cultura?
- Quali sono le conseguenze della razionalità tecnologica sul comportamento degli individui?
- In che modo la realtà socioeconomica condiziona l'autonomia dell'individuo?
- Esistono possibilità alternative al conformismo sociale e aziendale?
La razionalità individuale, tipica dell'epoca borghese, si basava sull'interesse personale che coincideva con l'interesse razionale, mentre la razionalità tecnologica è collettiva e legata agli interessi delle grandi concentrazioni industriali ed economiche.
La razionalità tecnologica non solo influenza l'economia, ma incide anche sul pensiero e sulla cultura, generando conformismo sociale e limitando l'autonomia e la critica razionale degli individui.
Gli individui tendono ad adattarsi ai protocolli e ai codici di comportamento imposti dalla società, perdendo la capacità di pensare autonomamente e di creare realtà alternative.
La realtà socioeconomica complessa tende a impedire la libera esplicazione dell'autonomia del singolo, rendendo difficile per l'individuo far coincidere il proprio interesse personale con quello razionale.
Il testo solleva la questione se esistano possibilità alternative che non vediamo o se stiamo semplicemente trasferendo il conformismo aziendale al piano sociale, suggerendo che potrebbero esistere strade alternative non esplorate.