Concetti Chiave
- Marcuse critica i neofreudiani per il loro errore nel coniugare autosublimazione e società amministrata, vedendo la realizzazione umana nel principio di produttività.
- Viene messo in discussione il collegamento fatto dai neofreudiani tra piacere libidico e lavoro, che secondo Marcuse non può esistere in una società repressiva.
- Marcuse sostiene che il lavoro, nella società attuale, non offre piacere intrinseco, se non negli hobbies, che rappresentano un'eccezione.
- La divisione del lavoro contemporanea è alienante e non soddisfa gli impulsi e le facoltà individuali secondo Marcuse.
- La vera teoria psicoanalitica, contrariamente ai neofreudiani, cerca di rivelare le forze antiumanistiche nascoste nella filosofia della produttività.
La contraddizione che non si può coniugare l’autosublimazione con la società amministrata di Furier sfugge ai neofreudiani, che vedono la realizzazione dell’uomo nel suo conformarsi al principio di produttività. Nella Prefazione politica del 1966 si fa anche riferimento al concetto weberiano del capitalista calvinista che cerca di aattraverso il successo economico per cercare una conferma della sua designazione per la salvezza eterna. Marcuse vede in questa idea dei neofreudiani un collegamento al modello weberiano: sbagliano perché non capiscono che è necessario, per realizzare davvero l’uomo nelle sue facoltà più piene passare alla società dell’eros.
Si fermano alla sintonia con il principio di produttività, che significa essere conformi alla civiltà della repressione. I neofreudiani parlando di “istinto di padroneggiare” (che non esiste in Freud): il lavoro fornirebbe piacere nell’esecuzione nella misura in cui si soddisfa tale istinto. Piacere che coincide con un piacere libidico. Ciò per Marcuse non può assolutamente esistere nella civiltà della repressione e del lavoro alienato. Questo istinto evidentemente non esiste nemmeno in Freud, e la sua introduzione altera la struttura istintuale da lui prospettata. Introdurre un piacere legato alla libido, cioè una libido legata al lavoro, va a eliminare il carattere repressivo che è invece legato alla società. I tratti più repressivi del principio di prestazione, cioè un ribaltamento del discorso che ha fatto Marcuse. Il lavoro non sarebbe costrizione, ma fonte di piacere perché soddisfa un istinto. Il principio della realtà diventerebbe un principio di piacere. Il lavoro offrirebbe un piacere intrinseco legato alla prestazione: si trae piacere dal fatto di compiere questo lavoro; per il fatto di compierlo, gli organi implicati nella prestazione traggono piacere. Ma, dice Marcuse, in realtà, questa forma di lavoro, nella società in cui viviamo, non esiste. È una nicchia, cioè quella degli hobbies. Solo questi danno un tipo di piacere del genere. In questa realtà sociale, un lavoro che dà piacere al corpo è una rara eccezione, che può avere luogo solo al di là o ai margini del mondo del lavoro. Nell’attuale divisione del lavoro, invece, il genere di lavoro è tale che l’individuo non soddisfa impulsi e facoltà. Nella realtà in cui viviamo, il lavoro che compiamo è di tipo alienato e non risponde ai nostri bisogni.Contrariamente alle affermazioni dei neofreudiani, la vera teoria psicoanalitica tenta di svelare le forze antiumanistiche dietro la filosofia della produttività.
Domande da interrogazione
- Qual è la critica principale di Marcuse ai neofreudiani riguardo al principio di produttività?
- Come Marcuse collega il modello weberiano del capitalista calvinista alla teoria dei neofreudiani?
- Secondo Marcuse, quale tipo di lavoro offre realmente piacere nella società attuale?
Marcuse critica i neofreudiani per non comprendere che la vera realizzazione dell'uomo richiede il passaggio alla società dell'eros, piuttosto che conformarsi al principio di produttività, che è legato alla civiltà della repressione.
Marcuse vede un collegamento tra l'idea dei neofreudiani e il modello weberiano del capitalista calvinista, poiché entrambi cercano conferma attraverso il successo economico, ma critica i neofreudiani per non riconoscere la necessità di superare la civiltà della repressione.
Marcuse sostiene che nella società attuale, solo gli hobbies, che si trovano al di là o ai margini del mondo del lavoro, offrono un tipo di piacere intrinseco, mentre il lavoro comune è alienato e non soddisfa i bisogni individuali.