Concetti Chiave
- Herbert Hart, professore di Oxford, è noto per il suo contributo al positivismo giuridico, criticando le teorie imperativiste e kelseniane.
- Il saggio del 1958 di Hart anticipa i temi principali del suo capolavoro del 1961, "Il concetto di diritto", influenzando il pensiero giuridico contemporaneo.
- La teoria giuridica di Hart si basa sulla separazione concettuale tra diritto e morale, permettendo una critica morale del diritto.
- Hart sostiene che il diritto positivo può essere individuato senza criteri morali, ma riconosce che spesso riflette contenuti morali.
- La validità di una legge dipende dal rispetto di criteri normativi di produzione, non da giudizi morali.
Indice
L'emergere del positivismo giuridico di Hart
Agli inizi della seconda metà del 900 appare sulla scena, un professore di jurisprudence di Oxford, Herbert Hart, il quale salito in cattedra nel 1953 inizia a produrre scritti nei quali delinea il suo positivismo giuridico, lo fa in termini di emancipazione totale o parziale sia dell'impostazione imperativista che kelseniana.
Saggio epocale del 1958, nel quale Hart anticipa tutti i contenuti rilevanti e importanti di quello che 3 anni dopo sarà il suo capolavoro "il concetto di diritto" del 1961. Il pensiero di Hart ci consente di valutare aspetti critici dell'imperativismo e ci consente di comprendere alcuni evoluzioni del positivo giuridico post - hartiano e evoluzioni del pensiero giuridico che si sono sviluppate prendendo Hart come bersaglio, le Tesi di Lon Fuller, e le tesi anti positiviste di Ronald Dworkin.
Il concetto di diritto e la sua influenza
Due saggi di Hart sono molto importanti, il saggio che anticipa un po' tutti i contenuti del "Concetto di diritto", pubblicato in inglese "Concept of law" nel 1961, traduzione italiana del 1965. Il concetto di diritto costituisce il lavoro più rilevante di Hart, è tutt'ora al centro della riflessione filosofico giuridica contemporanea.
I punti essenziali della teoria del diritto di Hart, del giuspositivismo hartiano Hart costruisce in termini di dialettica, di confronto critico sia con l'imperativismo che con Kelsen, prendendo e criticando molti aspetti.
La separazione tra diritto e morale secondo Hart
Hart dice che gli imperativisti hanno ragione, nel sostenere che la distinzione tra diritto positivo e morale è una distinzione che ha quale primo effetto benefico quello di consentire una critica morale del diritto, se noi confondessimo i piani, una critica morale del diritto ci sarebbe preclusa, non capiremmo cosa è diritto, cosa è morale e non potremmo criticare adeguatamente il diritto positivo.
Hart ci avvisa che bisogna essere più puntuali nello spiegare cosa significa la separazione tra diritto e morale.
Dire che il diritto e la morale sono separati vuol dire che noi possiamo individuare il diritto positivo, le norme giuridiche valide, esistenti, senza far ricorso a criteri morali, dire questo vuol dire separare concettualmente dal punto di vista della definizione di diritto positivo, il diritto dalla morale. Il diritto e la morale sono concettualmente indipendenti. L'individuazione del diritto positivo non dipende dalla morale.
La validità delle leggi e il ruolo della morale
Per capire quando siamo di fronte a una legge valida dobbiamo guardare a quello che altre norme stabiliscono rispetto alla produzione delle leggi. Una legge è valida se rispetta quei criteri di produzione e a livello di contenuto non contrasta con un'altra norma ad essa gerarchicamente sovraordinata, ma noi abbiamo bisogno di guardare a questi criteri per capire se la legge è valida, non se essa rispetta un sentimento di giustizia diffusa.
Individuare diritto valido è un'operazione che non richiede di far ricorso alla morale.
Riflessioni sulla separazione tra diritto e morale
Hart dice che è questo il modo corretto di trattare la separazione tra diritto e morale ma non dobbiamo pensare che il diritto positivo non debba (tesi prescrittiva) o normalmente non rifletta (tesi descrittiva) anche dei contenuti morali. È tutt'altra cosa che non c'entra nulla con la separazione tra diritto e morale.
È banale costatare che nei sistemi giuridici contemporanei, vale anche per il nostro sistema, delle norme giuridiche valide riflettano anche i contenuti della morale sociale, della comunità di riferimento.
Domande da interrogazione
- Chi è Herbert Hart e quale contributo ha dato al positivismo giuridico?
- Qual è l'importanza del saggio "Il concetto di diritto" di Hart?
- Come Hart distingue tra diritto positivo e morale?
- Qual è la critica di Hart all'imperativismo?
- In che modo le norme giuridiche riflettono i contenuti morali secondo Hart?
Herbert Hart è stato un professore di jurisprudence di Oxford che ha delineato il suo positivismo giuridico, emancipandosi dall'imperativismo e dalla teoria kelseniana, contribuendo significativamente alla riflessione filosofico-giuridica contemporanea.
"Il concetto di diritto" è considerato il capolavoro di Hart, pubblicato nel 1961, e rappresenta un punto centrale nella riflessione filosofico-giuridica, anticipando contenuti rilevanti già nel saggio del 1958.
Hart sostiene che diritto positivo e morale sono concettualmente indipendenti, e l'individuazione del diritto valido non richiede criteri morali, ma si basa su norme giuridiche esistenti e criteri di produzione delle leggi.
Hart critica l'imperativismo per non spiegare adeguatamente la separazione tra diritto e morale, sottolineando che tale separazione consente una critica morale del diritto senza confondere i due piani.
Hart afferma che, sebbene diritto e morale siano separati, è comune che le norme giuridiche valide riflettano i contenuti morali della società, ma ciò non influisce sulla loro validità giuridica.