Mongo95
Ominide
2 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Guardini vede una distinzione tra religione come esperienza umana e fede, rifiutando la sovrapposizione tra le due.
  • La religione e la fede sono considerate in una relazione di polarità, simile a quella tra corpo e anima, necessarie l'una all'altra.
  • La fede, sebbene possa esistere autonomamente, è arricchita dalla dimensione religiosa, anche se rischia instabilità e fanatismo.
  • Guardini critica la visione di Kierkegaard e Barth, che vedono una netta contrapposizione tra fede e mondo.
  • La polarità tra fede e religione permette di discernere e valorizzare i contenuti positivi del sentimento religioso.

Indice

  1. La scissione tra religione e fede
  2. La polarità tra corpo e anima
  3. La tensione tra fede e mondo

La scissione tra religione e fede

Vista la radicale diversità tra la dimensione della religione e quella della fede, per Guardini si tratta di una scissione inaccettabile. Tra religione come esperienza umana e universale, e la fede, c’è insuperabile contraddizione (Widerspurch), oppure contrapposizione polare (Gegensatz)?

La polarità tra corpo e anima

A scanso di equivoci, Guardini non sostiene la possibilità di sovrapposizione tra le due dimensioni, altrimenti la rivelazione sarebbe meramente questione di attitudine individuale (credente o meno per natura).

La diversità radicale non implica però nemmeno che bisogna considerarla in contraddizione radicale e irriducibile. Oltre la netta distinzione e opposizione dialettica, si ha polarità, rapporto di necessità in cui la religione abbisogna della fede. Guardini utilizza come metafora il rapporto tra corpo e anima: la disposizione religiosa e la sua ricca gamma simbolica appartengono al “corpo” della fede, che ne è anima. Sono due elementi diversi, ma vicendevolmente essenziali nell’opposizione polare. La fede può esistere di propria autoconsistenza ontologica, ma la mancanza di un’attitudine religiosa la rende nuda e mutilata, umanamente difficile da sostenere, sebbene pura. Invece, la fede alimentate dall’apprensione religiosa è ricca, nonostante il possibile pericolo di instabilità, esaltazione e fanatismo.

La tensione tra fede e mondo

Vi è all’opera una tensione incessante, con rischio di sconfinamento e equilibrio storico instabile. La radicale alterità del Cristianesimo, per cui la fede è qualitativamente diversa dalla religione, realizza eterogeneità che percorre tutta la sua storia. È invece da ricercare il vitale rapporto tra rivelazione e mondo, ogni esperienza religiosa, vista cristianamente, non è apostatica e assoluta contraddizione. Quella di Kierkegaard e Barth è una visione tragica, che costituisce arbitraria semplificazione e contrapposizione tra fede e mondo, una “fede disperata” che rifiuta a priori ogni possibilità di arricchimento tra cristianesimo e mondo religioso. La logica della polarità, piuttosto che quella della contrapposizione, non deve limitarsi a denunciare l’ambiguità del religioso, ma piuttosto predicare il discernimento con cui la fede può far emergere i valori sedimentati nel sentimento religioso. Solo a partire dalla fede l’esperienza religiosa in generale può liberarsi della sua ambiguità e donare creatività allo sviluppo della fede stessa.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la visione di Guardini sulla relazione tra religione e fede?
  2. Guardini vede una scissione inaccettabile tra religione e fede, considerando la religione come esperienza umana e universale e la fede come qualitativamente diversa. Tuttavia, non le considera in contraddizione radicale, ma in un rapporto di polarità, dove la religione necessita della fede.

  3. Come descrive Guardini il rapporto tra religione e fede?
  4. Guardini utilizza la metafora del rapporto tra corpo e anima per descrivere la relazione tra religione e fede. La religione è il "corpo" della fede, che ne è l'anima, e sebbene siano elementi diversi, sono essenziali l'uno per l'altro in un'opposizione polare.

  5. Qual è la critica di Guardini alla visione di Kierkegaard e Barth?
  6. Guardini critica la visione di Kierkegaard e Barth come una semplificazione arbitraria che contrappone fede e mondo, definendola una "fede disperata" che rifiuta ogni possibilità di arricchimento tra cristianesimo e mondo religioso. Egli propone invece una logica di polarità che valorizza il discernimento della fede.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community