Concetti Chiave
- Gehlen propone una teoria etica basata sulla sua visione antropologica, focalizzandosi sul ruolo delle istituzioni.
- L'etica pluralista di Gehlen sostiene la coesistenza di diverse radici morali, creando potenziali conflitti tra istinti e istituzioni.
- Gehlen riconosce l'importanza di controllare l'aggressività, integrando studi di Lorenz e Freud nella sua teoria etica.
- Nonostante l'inclusione di radici istintuali nell'etica, Gehlen ne sottolinea i potenziali pericoli per la società.
- La visione di Gehlen si collega in parte a idee nazionalsocialiste, pur senza un'adesione totale alle teorie razziali di Lorenz.
L'intenzione di Gehlen
Gehlen mostra l’intenzione di costruire una precisa teoria etica, che principalmente intende basare sulla sua visione antropologica. In tale ottica, sembrerebbe che il servizio alle istituzioni sia l’unica via etica possibile.
Etica pluralista e conflitto
Per Gehlen l’etica pluralista afferma la coesistenza delle radici della stessa, la pluralità delle istanze morali da mantenere, che tentano tutte di farsi valere nella vita quotidiana, con maggiore e minore successo, in una coesistenza di naturalità, istinti e istituzioni. Ovviamente la pluralità apre la strada al conflitto, a partire da una tensione latente che può esprimersi anche a livello della singola persona. Non è pensabile che una della quattro radici dell’etica diventi egemone.
Aggressività e influenze teoriche
A questo punto Gehlen sesso ammette di non aver in precedenza considerato a sufficienza il fatto dell’aggressività (che trova spazio nella seconda fonte dell’etica). A maggior ragione è quindi necessario l’esistenza delle quattro componenti, data la difficoltà con cui l’aggressività viene controllata. Nonostante siano allora ammesse anche radici “istintuali” dell’etica, non si nega la componente di pericolosità che ne consegue. Ad aiutare Gehlen nel rivalutare l’aggressività sono gli studi di Lorenz e Freud, con la specifica che, per quanto riguarda l’uomo, non si tratta naturalmente di moduli istintivi in senso stretto, di istinti pienamente autentici. Gehlen accetto tutto ciò rifacendosi principalmente al testo di Lorenz Die angeborene Formen der möglicher Erfahrung (1942), (nonché anche a Il cosiddetto male, 1963), un testo sotto un certo aspetto problematico, cioè il momento in cui Lorenz fa emergere le sue simpatie nazionalsocialiste, nonostante non ci sia mai piena adesione alla teoria razziale. Si ha comunque un discorso antropologico molto funzionale alla visione del mondo nazionalsocialista, nel senso di una valutazione nietzschiana dell’aggressività e forza esaltate e giustificate; nonché un elitistico concetto di “coltivazione” della razza (Rassenpflegen), intesa come selezione in senso lato nella specie umano. Per Lorenz il problema della degenerazione costante dell’umanità permarrà comunque sempre anche negli scritti posteriori.
Domande da interrogazione
- Qual è la visione di Gehlen sull'etica pluralista?
- Come Gehlen considera l'aggressività nel contesto etico?
- Qual è l'influenza di Lorenz sulla teoria etica di Gehlen?
Gehlen sostiene che l'etica pluralista afferma la coesistenza di diverse radici morali, che cercano di prevalere nella vita quotidiana, creando una tensione latente e potenziali conflitti.
Gehlen riconosce l'importanza di considerare l'aggressività come una delle componenti etiche, influenzato dagli studi di Lorenz e Freud, pur ammettendo la pericolosità delle radici istintuali.
Lorenz ha influenzato Gehlen attraverso le sue opere, che discutono l'aggressività e la selezione della razza, sebbene Gehlen non aderisca completamente alle simpatie nazionalsocialiste di Lorenz.