Concetti Chiave
- Gadamer rivaluta i pregiudizi di autorità e tradizione, distinguendoli dall'autoritarismo e riconoscendo la necessità del giudizio altrui.
- L'autorità è vista come pluralità di voci che arricchiscono la nostra comprensione del mondo, andando oltre il giudizio individuale.
- La vera autorità non si impone in modo autoritario, ma supporta e valida il giudizio universale attraverso diverse figure come educatori e specialisti.
- La tradizione è considerata un elemento essenziale della conoscenza, opposta alle visioni limitate dell'illuminismo e del romanticismo.
- Gadamer descrive la tradizione come un "vasto albero" che nutre e resiste nel processo conoscitivo, necessitando di essere coltivato.
Rivalutazione dei pregiudizi di autorità
Gadamer intende rivalutare due categorie di pregiudizi, quelli di «autorità» e quelli di «tradizione»; accettare l’autorità non significa accettare l’autoritarismo, ma riconoscere, a differenza dell’esistenzialismo, che nel mondo non siamo soli, siamo con gli altri e che non bastiamo da soli a conoscere il mondo; infatti, ne conosciamo parti limitate, per conoscere le quali abbiamo comunque bisogno del giudizio altrui, dell’autorità degli altri, che si dispiega in una pluralità di modalità. Il nostro mondo è costituito secondo una gerarchia di funzioni, di attività, di autorità con le quali dobbiamo fare i conti, perché il nostro giudizio individuale non basta; il riconoscimento dell’autorità si estende nei vari campi dell’esperienza umana («l’educatore, il superiore, lo specialista» sono tutte componenti le quali concorrono affinché il nostro giudizio individuale abbia una validità universale). Ne segue che «la vera autentica autorità non ha bisogno di affermarsi in modo autoritario».
Importanza della tradizione nella conoscenza
Il recupero della tradizione è un elemento fondamentale della nostra conoscenza; la tradizione è ciò che noi, razionalmente e liberamente, accettiamo, quindi in antitesi all’idea di tradizione offertaci dall’illuminismo (ciò di cui dobbiamo sbarazzarci) e dal romanticismo (scelta di alcune tradizione privilegiate, “radicate” nella storia di un popolo), rispettivamente rifiutata ed assolutizzata. La tradizione è quel «vasto albero» da cui attingere e con cui confrontarci, che dev’essere coltivato; è una storicità che dev’essere messa in grado di resistere all’interno del processo conoscitivo.