Concetti Chiave
- Mario Albertini ha elevato il federalismo da un approccio istituzionale a una dottrina politica globale, alla pari di liberalismo, democrazia e socialismo.
- La rivista "Il federalista", fondata da Albertini, è un prestigioso luogo di dibattito immune da influenze nazionalistiche, essenziale per il movimento federalista europeo.
- Albertini ha sostenuto una visione di Europa unita, influenzando il movimento federalista attraverso ruoli di leadership e promuovendo strategie per un governo mondiale federale.
- Ha enfatizzato l'importanza delle elezioni dirette del Parlamento europeo e della moneta unica come passi verso una Federazione europea, introducendo il concetto di "gradualismo costituzionale".
- Critico del mondo accademico, Albertini si distinse per il suo approccio scientifico e pragmatico, rifiutando l'uso della forza per superare lo Stato nazionale, preferendo un'evoluzione politica basata sulle idee.
Indice
Contributo di Mario Albertini al federalismo
Di Antonio Fundarò A 5 anni dalla scomparsa di Mario Albertini le università di Studi di Milano e di Pavia, insieme al movimento federalista europeo, hanno dedicato alla sua figura di studioso, il convegno Mario Albertini nella storia del pensiero federalistico. Ad oggi a distanza di trent’anni dalla morte, questa ricerca scientifica è stata condotta condotta proprio sfogliando i fascicoli de “Il federalista”, Tende a dimostrare quanto sia determinante il contributo di Mario Albertini alla teoria del federalismo e alla lotta per l’unità europea. Con Albertini la teoria del federalismo è passata dall’approccio esclusivamente istituzionale ad un approccio globale, che ha elevato il federalismo alla dignità di dottrina politica al pari del liberalismo, della democrazia e del socialismo. Per quanto riguarda Kant, Albertini ritenne che il federalismo fosse il canone attraverso il quale è possibile interpretare la storia, una storia delle nazioni, che in questo caso è in cammino verso la pace perpetua. Quando si parla della pace perpetua, Kant si fa sostenitore come d’altronde Mario albertini. Inoltre molto importante ricordare che la rivista fondata da Maria Albertini, rappresenta, tutt’oggi, il luogo fisico nel quale il militante federalista ha dibattuto e dibatte sui problemi dell'azione politica e sulle strategie che si situano laddove in atto la manovra per creare uno stato federale. Albertini ripercorse il pensiero dei teorici della ragion di Stato per analizzare gli aspetti di potere della politica. Albertini ha contribuito davvero con il suo “il federalista” alla creazione di un organo di dibattito prestigioso , che è davvero immune da condizionamenti nazionalistici e partitici.
Formazione e carriera accademica di Albertini
Mario Albertini nasce a Pavia, frequenta il liceo classico, si iscrive alla facoltà di filosofia.
La famiglia lo aveva educato al rispetto rigoroso dei più autentici valori umani come quello della nonviolenza. Albertini rifiutò l’arruolamento nella milizia della Repubblica sociale italiana. Fu un grandissimo sostenitore della repubblica e infatti si batte nel referendum istituzionale del giugno del 1946. Mario Albertini si avvicinò all’Europa e all’idea di Europa, associandosi, al movimento federalista europeo nel 1945. Inoltre il suo amore per la cultura lo portò ad acquistare e gestire personalmente “Lo spettatore “che si trattava di un’interessante attiva libreria e inoltre venne trasformata in una sede sociale della sezione pavese del movimento federalista europeo. Nel 1951 Albertini si laureò in filosofia. Discusse un’interessante tesi su “La politica nella filosofia” di Benedetto Croce. Ottenne la libera docenza in dottrina dello Stato, insegnò storia contemporanea, scienza della politica, la dottrina dello stato, filosofia della politica. Mario Albertini vinse il concorso a cattedra diventando professore di filosofia della politica e inoltre nell'anno 1953 incontro Altiero Spinelli.
Impegno politico e leadership nel MFE
Albertini si impegnò molto sul versante del movimento che crebbe vertiginosamente da diventare prima segretario pavese del M.F.E e poi divenne vicesegretario. In seguito questa commissione del movimento federalista europeo fu sciolta ma ovviamente con la sua grande tenacia Albertini fu eletto nella direzione del movimento federalista europeo nel 1955. Ovviamente negli anni l’impegno di Albertini, diventava sempre più determinante e più deciso. Il C.P.E Ha suscitato sulla scena politica un personaggio nuovo il militante europeo nel senso più stretto del termine dove l’uomo che decide di mettere la sua lealtà politica nei confronti del popolo europeo al di sopra di quella dovuta alla sua nazione. I militanti stessi hanno saputo esercitare un’influenza su certe istituzioni e associazioni. L’azione è stata intrapresa assumendo così la rappresentanza autentica da parte del popolo europeo. Inoltre esercitato un’influenza decisiva sulla più importante dell’organizzazione europee tradizionali. L’union européen de federalist che ha deciso di trasformarsi in movimento federalista europeo unitario. Albertini fu eletto delegato al Congresso del popolo europeo nel collegio elettorale. Fu un anno inoltre importante per Albertini essendo stato eletto segretario interregionale C.P.E. La rivista de “il federalista” ebbe diverse modificazioni editoriali pur rimanendo nonostante il più importante autorevole luogo di dibattito del militante federalista. Albertini divenne membro della commissione italiana del movimento federalista europeo ma egli rifiutò. Albertini non era un uomo di correnti. Egli comprendeva bene la fragilità di questo impianto per la vita di un movimento. Se da una parte Albertini mirava a creare azioni autonomiste, dall’altra mirava ad allargare l’azione al resto del movimento federalista europeo. Dopo l’esperienza di autonomia federalista, Mario Albertini assunse la leadership del movimento federalista europeo italiano, divenendo segretario della commissione italiana.
Lasciò la segreteria della commissione italiana per poi divenire presidente. Furono tante le opere date alla stampa da parte di Mario Albertini una delle più importanti ovviamente è stata quella del il federalista. Il federalista è uscito in italiano dal 1959 al 1961. Attualmente l’edizione italiana prevede tre numeri all’anno mentre quella in inglese un numero all’anno. La rivista ‘Il federalista” è stata fondata a Milano nel 1959 Da Mario Albertini con un gruppo di militanti del movimento federalista europeo dove appunto si intendeva servire in primo luogo la causa della pace.
Eredità intellettuale e filosofica di Albertini
Mentre Albertini si allontana nel panorama della storia, i suoi scritti consentono di trasmettere la struttura di un pensiero innovativo e inoltre albertini è da considerare un filosofo crescente e inarrestabile. Dopo la seconda guerra mondiale si è palesemente aperta una nuova fase della storia del federalismo con la redazione de il manifesto di Ventotene, sono stati i protagonisti unici, sia spinelli che albertini. Ovviamente il pensiero che oggi si affronta è quello che albertini ha sviluppato queste due tradizioni federaliste inoltre è stato il massimo esponente del pensiero hamiltoniano della seconda metà del 900 oltre che il creatore della scuola federalista italiana. Albertini inoltre diceva che non era facile assolutamente elaborare una definizione del federalismo però come del resto nè per il liberalismo e il socialismo e così via. Il federalismo non si presentava più come una nuova formula per progettare l’organizzazione dello Stato ma possiamo affermarlo come una nuova forma di strutturazione internazionale. Albertini non mancherà mai di progettare e realizzare un movimento mondiale federalista finalizzato proprio allo studio di un percorso di un processo a garanzia della pace mondiale; a 32 anni della morte di Alberto Spinelli e grazie alla rivista fondata da Albertini, andò a determinare la forza delle innovazioni culturali. Albertini si colloca sul pentagramma della cultura europea e anche mondiale ma non solo come scienziato e filosofo ma lo vedremo come intellettuale e filosofo della politica. Per Albertini la creazione del federalismo e il riesame del federalismo sono stati la conseguenza della sua dote straordinaria di uomo storico e di militante e dirigente del movimento federalista europeo ehi. Albertini ha concentrato i propri sforzi nell’ampliamento della portata della teoria federalista e nella direzione della globalità. Il suo approccio al federalismo è stato il frutto di studi severi e di una dura conquista intellettuale. Il tono di verità con il quale parlava e scriveva rifletteva la serietà del suo impegno, era un maturo intellettuale, fu più un dottrinale che un politico. Infatti diceva che il suo federalismo è passato dal rigore ma anche dalla limitatezza dal punto di vista istituzionale di Hamilton a quello globale di Kant e di Proudhon. La Federazione europea sosterrà con tenacia e fermezza Albertini. Quello che per Mario Albertini era intollerabile era la linea prediletta da Norberto Bobbio di stazionare sia di qua che di la, per tutelare ogni cosa che di sicuro e di equanime se nelle più svariate posizioni politiche. L’unico mezzo di cui dispone ogni intellettuale per liberarsi, definitivamente dalla logica e da tutti e ogni tipo di equilibri politici che sono in atto è quello tipico delle avanguardie. Avanguardie che, per Albertini sono quelle che hanno la forza, il coraggio e la determinazione di contestare poteri costruiti e di collocarsi nella visione dell’edificazione di nuovi poteri. Albertini ha sostenuto sempre la verità. Albertini andò in forte contrasto con Bobbio perché avevano appunto avevano svariate posizioni politiche. Albertini era un critico pungente con tutto il mondo accademico, del quale egli faceva parte, ma del quale si riteneva estraneo proprio in ragione del fatto che gli accademici, alla stregua dei filosofi realisti che criticava marx, si limitavano generalmente a osservare la realtà lasciando i politici come per scelta di convenienza la incombenza di mutarla infatti per queste ragioni e si terminano con il divenire subordinati ai poteri governanti.
L’impegno politico si colloca sulla scia della filosofia nella prassi del giovane Marx, del quale si ricorderà la undicesima tesi su feuerbach, dove si legge che i filosofi si erano sempre limitati a contemplare il mondo ma era anche giunto il momento di cambiarlo. Bacone fu il fondatore della scienza empirica moderna. Albertini giudica la scienza come dispositivo di accertamento tecnico della realtà. Per Albertini, dunque, è la società che determina il significato e il valore dei criteri di conoscenza e di azione. Albertini ha attuato in modo severo il metodo scientifico che ordina di interpellare serenamente il reale e di accogliere senza esitazioni le sgradite rettifiche che le ipotesi scientifiche possono patire dai fatti. Albertini sapeva che sussistono aspetti della realtà che non sono praticabili alla conoscenza scientifica. Il grandioso obiettivo di Albertini è quello di progettare un esempio per l’analisi della politica che concorre a capire meglio il nostro tempo e sia fondamento per concepire il profondo mutamento politico mirato dall’azione federalista; l’obiettivo di Albertini prevedeva l’elaborazione di una teoria molto estesa e astratta. Ma di cosa si serve Albertini in questo processo? Egli sostiene che solo con gli strumenti della politica è pensabile concretizzare il grande progetto politico di ogni tempo fai un modello che va a riprodurre la riformulazione è la sintesi di tre grandi teorie elaborati dalle più importanti scuole di pensiero cioè il materialismo storico, la teoria della ragion di Stato e la teoria dell’ideologia.
Teoria politica e visione del federalismo
Albertini sostiene che la teoria del ragion di Stato, la quale studia la politica a partire dal profilo dello sviluppo della bilancia mondiale del potere pone in luce che la moderna sistemazione del potere, non è in grado di governare nessuno dei due processi che lo stesso ritiene fondamentale: nell’integrazione europea, nella globalizzazione mondiale dei saperi, dei processi e dell’economia. Mario Albertini ribadisce il concetto di ideologia che consente di mettere in rilievo che le idee in politica sono strumenti della lotta per il potere e spesso mascherano la rappresentazione della realtà il fine del federalismo qual è? Distruggere la dottrina nazionalistica. Levi sostiene che nonostante Albertini non sia riuscito pienamente nel compito di progettare in modo sistematico, quel modello in un’opera di sintesi però evidente che la qualità di ciascuna delle analisi politiche elaborate da egli stesso sono talvolta uniti e sono indissolubili. I fondamentali concetti del dizionario della politica quali, stato, libertà, uguaglianza, potere, legittimità, pace, indicano nello stesso tempo fatti e valori. Inoltre Max Weber diceva che dalla scienza non può scaturire alcuna risposta alle domande fondamentali sollevate da Tolstoj. Inoltre bisogna dire che la storia è anche quel terreno dei tentativi di sottoporre al processo storico al controllo della volontà umana. La storia è il terreno nel quale i valori morali si manifestano e si affermano progressivamente. Secondo Kant, l’uomo ha una duplice natura: istinto e ragione. In quanto essere naturale, l’uomo agisce in base allo stimolo dei propri bisogni e nel fare ciò entrò in conflitto con gli altri individuali. Inoltre Albertini riprende anche stirner e anche le lezioni di Levi facendo riferimento al suo valore della libertà. Il progresso che è stato sostenuto da Albertini non è unilineare ma dialettico. La realizzazione di un governo mondiale rappresenterebbe l'evento decisivo in grado di segnare il passaggio a una condizione nella quale il corso storico può essere sottomessa al controllo della volontà umana. Albertini ero ostile ad ogni forma di fossilizzazione del pensiero federalista. Il federalismo non è il modello di una società perfetta ma una volta scoperto si impone da sé per la pura forza delle idee di Mario Albertini che è l’esempio tangibile di un’unità dialettica di pensieri e azione assai coerente e unica. Come Lenin realizzava l’analisi concreta della situazione concreta discostandosi profondamente da esso proprio sulla scelta del modo con il quale attuare il superamento dello Stato nazionale, dove programmò l’estinzione dello stato ma Albertini rifiutò in modo categorico, il superamento dello Stato nazionale con l’utilizzo della forza.
Ruolo di Albertini nel movimento federalista
Il ruolo di Albertini come leader politico del movimento federalista emerge nell’epoca della costruzione del mercato comune del suo successo dopo la caduta della comunità europea di difesa e il fallimento del tentativo di creare una comunità politica europea. I federalisti avevano pronosticato il fallimento del mercato comune. Inoltre Spinelli aveva scritto un articolo che venne intitolato la beffa del mercato comune. Albertini progetto, a seguito dell’elaborazione del pensiero di Spinelli, alcuni concetti che possiamo definire chiave per chiarirne le ragioni. Sono appunto dei concetti anticipatori della nuova disciplina accademica e di un nuovo settore di studi che si incrementerà sulla base dei contributi scientifici di Mario Albertini, kindleberger e gilpin. Negli anni 60, sia Albertini che Spinelli separano le loro strade e Albertini raccolse tutte le sue energie per spenderle nello sviluppo del movimento federalista europeo inoltre fu Albertini a comprendere che il primo passo da percorrere era all’elezione diretta del Parlamento europeo quindi l’obiettivo poteva essere raggiunto ottenendo il massimo rendimento della contraddizione scaturente dal fatto che nelle istituzioni europee sussisteva un Parlamento e che questo in difformità dei parlamenti nazionali non veniva eletto dai cittadini europei. La crisi monetaria internazionale spinse il governo degli Stati Uniti a sospendere la convertibilità del dollaro in oro. Intanto Albertini suggerì di schiudere il nuovo fronte che producesse le condizioni per realizzare una sostanziale spostamento di potere degli Stati dell’Europa, quello della moneta unica. La scelta determinante di lavorare per avvicinarsi all’obiettivo della Federazione europea per il tramite delle acquisizioni parziali fu approvata sia da Spinelli che da Albertini. Però Albertini le dette un nome cioè “gradualismo costituzionale” e individuò proprio nelle elezioni dirette del Parlamento europeo e nella moneta unica gli obiettivi indispensabili e dei media durata sulla via della Federazione europea, che il movimento federalista conseguì con un impegno serio e determinante dei suoi militanti, con successo. Spinelli non fu un grande sostenitore della moneta unica europea ma nonostante questo non si rifiutò di sostenere la lotta. Infine ricordiamo che Albertini ha realmente rappresentato lo spartiacque tra nazionalismo e federalismo europeo e anche quello mondiale
Domande da interrogazione
- Chi era Mario Albertini e quale è stato il suo contributo al federalismo europeo?
- Qual è stata l'importanza della rivista "Il federalista" nel contesto del federalismo europeo?
- Come ha influenzato Mario Albertini il movimento federalista europeo?
- Quali sono stati i principali obiettivi politici di Mario Albertini?
- In che modo Mario Albertini ha contribuito alla teoria e alla pratica politica?
Mario Albertini è stato un importante studioso e militante federalista, il cui contributo alla teoria del federalismo e alla lotta per l'unità europea è stato determinante. Ha trasformato il federalismo in una dottrina politica globale, paragonabile al liberalismo, alla democrazia e al socialismo, e ha fondato la rivista "Il federalista", un organo di dibattito prestigioso per il movimento federalista europeo.
La rivista "Il federalista", fondata da Mario Albertini, ha rappresentato e rappresenta tutt'oggi un luogo fondamentale per il dibattito e la discussione sui problemi dell'azione politica federalista e sulle strategie per creare uno stato federale europeo, mantenendosi immune da condizionamenti nazionalistici e partitici.
Mario Albertini ha avuto un ruolo cruciale nel movimento federalista europeo, contribuendo alla sua crescita e alla definizione delle sue strategie. Dopo essersi unito al movimento nel 1945, ha ricoperto vari ruoli di leadership, incluso quello di segretario della commissione italiana del movimento, e ha lavorato per ampliare l'azione del movimento a livello europeo.
Gli obiettivi politici di Mario Albertini includevano la creazione di un governo mondiale federale per garantire la pace mondiale, la lotta contro la dottrina nazionalistica e la promozione di un'Europa unita attraverso il federalismo. Ha sostenuto l'importanza delle elezioni dirette del Parlamento europeo e della moneta unica come passi verso la Federazione europea.
Mario Albertini ha contribuito alla teoria politica attraverso la sua analisi delle dinamiche di potere e dell'ideologia in politica, proponendo il federalismo come alternativa alla dottrina nazionalistica. Nella pratica, ha lavorato per realizzare un movimento federalista mondiale e ha influenzato significativamente la direzione del movimento federalista europeo, promuovendo strategie come il "gradualismo costituzionale" per avvicinarsi all'obiettivo della Federazione europea.