Concetti Chiave
- La filosofia analitica si concentra sulla chiarificazione concettuale e linguistica, esaminando sia il linguaggio scientifico che quello comune.
- Gilbert Ryle analizza il linguaggio per identificare contraddizioni e fraintendimenti, utilizzando mappe logiche per determinare la correttezza delle proposizioni.
- John L. Austin distingue tra enunciati constativi e performativi e sviluppa la teoria degli atti linguistici, identificando atti locutivi, illocutivi e perlocutivi.
- Willard V. O. Quine critica i dogmi dell'empirismo positivistico, sostenendo che le verità analitiche e sintetiche sono difficilmente distinguibili e che ogni teoria è parte di un insieme più grande.
- Secondo Quine, nessun enunciato scientifico può essere verificato isolatamente, poiché le osservazioni sono influenzate da teorie preesistenti.
Indice
La filosofia analitica e il linguaggio
La Filosofia analitica abbandona la ricerca di un ‘linguaggio ideale” e svolge un’opera di ricerca e chiarificazione concettuale e linguistica con la quale studia non solo il linguaggio scientifico, ma anche il linguaggio in sé.
Gilbert Ryle e le mappe logiche
Per Gilbert Ryle è compito della filosofia analizzare il linguaggio per evidenziarne i caratteri contraddittori o fuorvianti. I fraintendimenti sono anche concettuali e si verificano associando un concetto a una categoria diversa da quella a cui effettivamente appartiene. Ryle elabora delle mappe logiche, da cui derivare la correttezza o l’erroneità di determinate proposizioni. Considera un errore logico sia l’attribuzione cartesiana dei fatti mentali a una sostanza spirituale, sia la concezione materialistica. La coscienza è solo un insieme di attività, è comporta- mento.
John L. Austin e gli atti linguistici
John L. Austin elabora una teoria degli atti linguistici che studia gli usi linguistici. Distingue gli enunciati constativi dagli enunciati performativi. Gli enunciati constativi constatano dei fatti e li descrivono; quelli performativi, compiono azioni e modificano la situazione esistente. Successivamente, distingue tre tipi di atto linguistico: l’atto locutivo (con cui si dice qualcosa dotato di significato), l’atto illocutivo (un atto effettuato col dire qualcosa) e l’atto perlocutivo (l’atto che determina effetti sugli interlocutori).
Willard V. O. Quine e la critica all'empirismo
Willard V. O. Quine critica i due dogmi dell’Empirismo positivistico e cioè i principi dell’analiticità e del riduzionismo radicale. Le verità analitiche si fondano sulla sinonimia, ma la loro giustificazione poggia su un circolo vizioso: le verità sintetiche e quelle analitiche sono quasi indistinguibili nella conoscenza e nel linguaggio. Inoltre, nessun enunciato scientifico può essere confermato singolarmente, al di fuori del contesto globale in cui si colloca. Ogni riduzione di enunciati è una traduzione nel linguaggio dell’esperienza a cui vogliamo ricondurre una proposizione. Ogni fatto viene letto e interpretato solo attraverso determinati schemi concettuali, le osservazioni sono sempre orientate e guidate da teorie. Tali teorie non sono interpretabili al di fuori dell’insieme di teorie di cui sono parte.
Domande da interrogazione
- Qual è il compito principale della filosofia secondo Gilbert Ryle?
- Come John L. Austin distingue gli atti linguistici?
- Quali critiche muove Willard V. O. Quine all'Empirismo positivistico?
Secondo Gilbert Ryle, il compito principale della filosofia è analizzare il linguaggio per evidenziarne i caratteri contraddittori o fuorvianti, elaborando mappe logiche per determinare la correttezza delle proposizioni.
John L. Austin distingue gli atti linguistici in tre tipi: l'atto locutivo, l'atto illocutivo e l'atto perlocutivo, ognuno con funzioni specifiche nel comunicare e influenzare gli interlocutori.
Willard V. O. Quine critica i principi dell'analiticità e del riduzionismo radicale dell'Empirismo positivistico, sostenendo che le verità analitiche e sintetiche sono quasi indistinguibili e che nessun enunciato scientifico può essere confermato singolarmente.