Concetti Chiave
- Wittgenstein sees language philosophy as a key to interpreting reality, linking facts (the world) and propositions (language).
- The language acts as a bridge between communicative codes and reality, enabling the transposition of facts into language.
- Words have multiple meanings depending on the context, echoing Aristotle's view that language must adapt to its specific usage.
- The "language games" theory involves rearranging terms to produce different arguments, similar to reordering puzzle pieces.
- Language games highlight the evocative power of words, allowing humans to convey varying meanings through different term arrangements.
Indice
Filosofia del linguaggio di Wittgenstein
Ludwig Wittgenstein fa della filosofia del linguaggio la chiave d’interpretazione della realtà; dice infatti il filosofo “il mondo è la totalità dei fatti” e “il linguaggio è la totalità delle proposizioni “(il mondo, cioè, è fatto da una sequenza di fatti e di accadimenti che si succedono, mentre il linguaggio è fatto da una sequenza di fatti linguistici, ovvero di proposizioni: c’è quindi una forte correlazione tra il mondo e il linguaggio, o tra i fatti e le proposizioni). Il linguaggio diventa dunque in Wittgenstein una forma di collegamento tra i codici comunicativi linguistici e la realtà (mondo interno/mondo esterno).
La capacità aggiunta della filosofia del linguaggio consiste nella capacità di mettere insieme i fatti, attraverso le proposizioni, per fare in modo che i fatti vengono trasposti attraverso il linguaggio.
Polivocità e contesto delle parole
Come per Aristotele, anche per Wittgenstein la parola è polivoca: dell’essere posso parlare in molteplici sensi, una stessa parola può assumere diversi significati a seconda del contesto in cui viene utilizzata. La parola va dunque utilizzata a seconda del particolare contesto di riferimento.
Teoria dei giuochi linguistici
La necessità di interpretare il linguaggio spinge il filosofo a creare la cosiddetta “teoria dei giuochi linguistici”.
La necessità di interpretare il linguaggio spinge il filosofo ad elaborare la cosiddetta “teoria dei giuochi linguistici” che consiste nella capacità di mettere insieme termini in modo differente affinché vengano fuori argomentazioni differenti (è come riordinare le tessere di un puzzle in modo diverso per ottenere forme diverse). Questa è una volontà che deriva già dall’epoca dei sofisti i quali utilizzavano la parola per persuadere e per ottenere determinati fini. La parola diventa strumento di evocazione: come già dicevano i filosofi antichi l’uomo si distingueva dagli animali proprio per la capacità del linguaggio e la teoria dei giuochi linguistici dà proprio la misura dell’importanza del linguaggio che l’uomo può utilizzare per mettere insieme termini in modo differente e per dare alle proposizioni connotazioni differenti. Ad esempio è un gioco linguistico la tautologia: utilizzare parole diverse per dire la stessa cosa.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo del linguaggio nella filosofia di Wittgenstein?
- Cosa significa il "senso polivoco della parola" secondo Wittgenstein?
- In cosa consiste la "teoria dei giuochi linguistici" di Wittgenstein?
Wittgenstein considera il linguaggio come una chiave d'interpretazione della realtà, affermando che il mondo è una totalità di fatti e il linguaggio una totalità di proposizioni, creando una forte correlazione tra i due.
Il "senso polivoco della parola" implica che una stessa parola può assumere diversi significati a seconda del contesto, richiedendo un'interpretazione del linguaggio basata sul contesto specifico.
La "teoria dei giuochi linguistici" consiste nella capacità di combinare termini in modi diversi per ottenere argomentazioni differenti, simile a riordinare le tessere di un puzzle per creare forme diverse, sottolineando l'importanza del linguaggio come strumento di evocazione.