Concetti Chiave
- Jacques Derrida è riconosciuto come il fondatore del metodo della decostruzione, opponendosi alle idee di Husserl.
- Derrida introduce il concetto di auto-etero-affezione, sottolineando l'impossibilità di una pura auto-affezione senza alterità.
- La distinzione tra toccante e toccato è fondamentale per Derrida, evidenziando l'estensione reale tra i due.
- L'idea di identità e alterità è centrale, poiché l'io non coincide mai completamente con se stesso.
- Nel libro "Toccare, Jean-Luc Nancy", Derrida esplora la sensorialità umana, ispirato dal filosofo Jean-Luc Nancy.
Il concetto di auto-etero-affezione
Jacques Derrida viene tradizionalmente considerato come il vero fondatore del metodo della decostruzione. Lui si oppone ad Hussler ma per lui non c’è mai una pura auto-affezione perché simultaneamente c’è anche una etero affezione, che lui chiama auto-etero-affezione per dire che vi è un’alterità che impedisce il simultaneo coincidere pienamente con se stessi. Se ci fosse coincidenza, non si sarebbe la qualità reale della mano toccata e la sensazione della mano che tocca e quindi non ci sarebbe duplice apprensione, senza l’intrusione tra il toccante e il toccato di una estensione reale, non si potrebbe neanche distinguere nel momento in cui si dice questo è il mio corpo. Perché in questo momento si suppone che io che parlo e il mio corpo ci sia una differenza, dicendo ad esempio io sono io, sembra una coincidenza ma in realtà piuttosto componiamo un’unione, se fosse coincidenza ci sarebbe infatti unità assoluta e non ci sarebbe il bisogno di dire “io sono io”, ma solo “io”, in questo modo non verrebbe raddoppiato infatti l’io.
La dualità del corpo e dell'io
Nello stesso modo, ogni qualvolta si dica “questo è il mio corpo”, già oggettivo il corpo che sta sentendo, il corpo che sta parlando con il corpo che è sentito, di cui si parla, dunque non posso parlane senza questa alterità perché è qualcosa di costitutivo, nel dentro c’è già il fuori e viceversa e i due aspetti sono sempre connessi ed ineliminabili, sempre eterogenei e quindi non possono costituire una semplice assolute identità e unità. In “Toccare, Jean-Luc Nancy” dedicato a un suo allievo, filosofo che più di tutti secondo lui ha pensato la sensorialità dell’uomo alla luce del tatto è ed Jean-Luc Nancy.