Mongo95
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Concetti Chiave

  • Gli angeli accompagnano gli esseri umani nella vita, guidandoli verso la salvezza eterna piuttosto che proteggendoli da sofferenze e dolori.
  • Sebbene invisibili, gli angeli sono coinvolti nella liturgia celeste, influenzando la coscienza umana per sintonizzarla con un'armonia trascendente.
  • Guardini esplora l'idea che la vera comprensione di sé richiede di vedersi attraverso gli occhi di un altro, suggerendo che l'angelo possa fornire questo sguardo esterno.
  • L'uomo appare potente e capace di influenzare il cosmo, ma è anche caratterizzato da un'enorme confusione e smarrimento.
  • L'angelo percepisce l'uomo nella sua complessità e confusione, evidenziando il bisogno umano di una guida angelica per affrontare il caos esistenziale.

Indice

  1. Il ruolo degli angeli
  2. La visione di Guardini
  3. La natura dell'uomo

Il ruolo degli angeli

Ogni essere umano è collegato a un angelo che lo accompagna nell'esistenza. Ma il suo compito non è quello di immunizzare l’uomo da disgrazie e dolori, ma semmai quello di guidarlo attraverso la vita reale, sulla strada indicata dal decreto divino, anche attraverso sofferenza e morte. Il suo compito non è di preservare l’uomo dalla tragedia della sofferenza, ma di tutelarne la salvezza eterna, facendosi mediatore soteriologico. Gli angeli degli uomini vengono a noi con potenza dall’eternità, ci seguono nel corso della vita fino a presentarsi con noi al tribunale divino. Essi parlano al cuore umano del comando di Dio per far diventare l’uomo come Egli vuole. Vivendo nel loro luogo invisibile, sono coinvolti nella liturgia celeste, che possono decodificare e far risuonare l’eco di queste parole nella coscienza e nel cuore umani, sintonizzarli su quella musica umanamente inattingibile. Dal loro singolare luogo ontologico la margine, gli angeli non sequestrano né tengono gelosamente per sé la loro inimmaginabile potenza. Il loro privilegio ontologico si converte in servizio incessante, puntuale e discreto.

La visione di Guardini

Guardini si chiede se la singolare totalità, l’universo costituito dall’uomo e dalla sua opera sia in ordine o se invece si debba dichiarare proprio il disordine, l’insuperabile confusione come il tratto caratteristico dell’essenza umana. Quando uno vuole davvero conoscersi quel egli è veramente, cerca di vedersi con gli occhi di un altro, non si contempla da sé nello specchio, ma gli occhi altrui e l’altrui giudizio sono il vero e unico specchio possibile. È una legge fondamentale della psicologia, e per un’adeguata diagnosi antropologica occorre fare qualcosa di analogo. Se ci fosse dunque un essere che sa discernere, dotato di sensibilità e d’intuito finissimi, capace di vero e libero giudizio che insieme non è impigliato nel nostro umano esserci, che non è vincolato ai pregiudizi sociali e storici, ma ne è totalmente libero, come apparirebbe veramente l’uomo? Solo un angelo può emettere un giudizio davvero ponderato sullo status dell’uomo visto nella sua nuda realtà, può pronunciare una sentenza antropologia. L’angelo sovranamente indifferente e distaccato descritto da Rilke sembra una singolare possibilità per l’uomo per un autentico auto-riconoscimento. Non solo di porsi come al di fuori della realtà, del mondo che lo circonda, ma potrebbe addirittura in certo modo porsi al di fuori anche di se stesso, guardarsi da spettatore col prestito degli occhi di un altro. Con esiti che potrebbero però essere amari.

La natura dell'uomo

In prima istanza l’uomo apparirà come un essere indiscutibilmente potente, in cui confluiscono le energie cosmiche, non solo perché egli può disporne come gli aggrada, ma perché è straordinariamente ricettivo ma insieme incredibilmente reattivo, dunque può non solo mettere ordine nel mondo, ma essere addirittura punto decisivo di riferimento per il cosmo nella sua interezza. L’uomo ha realizzato fatti straordinari, ha edificato opere di magica potenza, ha compiuto e posto in essere prestazioni sorprendenti. In realtà non potrebbe però sfuggirgli il dramma antropologico. La forza e fecondità umana non possono comunque occultare un’enorme confusione (Verworrenheit). L’uomo è in realtà un essere smarrito. Basti pensare ai quattro modelli vincenti di filosofia della storia: pessimista-conservatore che rimpiange l’Eden perduto; utopico-ottimista che vede il nuovo Eden solo in un indeterminato futuro; intermedio, che vede invece la storia caratterizzata da movimenti ondulatori e cadute provvisorie; il radicalmente scettico, per cui la storia non ha alcun senso intelligibile ma è puro caos. Lo sgomento dell’angelo e del suo sguardo rivolto all’umano per il carico di irragionevolezza che annebbia e oscura la vicenda umana non potrebbe più a quel punto essere dissolto. L’uomo visto dall’angelo ha bisogno, nella sua disperata e irrisolta confusione, dell’angelo.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo degli angeli nella vita umana secondo il testo?
  2. Gli angeli guidano gli esseri umani attraverso la vita reale, non per immunizzarli dalle disgrazie, ma per tutelarne la salvezza eterna e fungere da mediatori soteriologici.

  3. Come gli angeli comunicano con gli esseri umani?
  4. Gli angeli parlano al cuore umano del comando di Dio e decodificano la liturgia celeste, facendo risuonare queste parole nella coscienza e nel cuore umani.

  5. Qual è la visione di Guardini sull'ordine dell'universo umano?
  6. Guardini si interroga se l'universo umano sia in ordine o se il disordine e la confusione siano tratti caratteristici dell'essenza umana.

  7. Come un angelo può aiutare l'uomo a riconoscere se stesso?
  8. Un angelo, essendo distaccato e libero dai pregiudizi umani, può emettere un giudizio ponderato sull'uomo, aiutandolo a vedersi con occhi esterni per un autentico auto-riconoscimento.

  9. Qual è la condizione dell'uomo vista dall'angelo?
  10. L'uomo appare potente e ricettivo, ma anche smarrito e confuso, con un dramma antropologico che non può essere nascosto dalla sua forza e fecondità.

Domande e risposte

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