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Concetti Chiave

  • Il daimon socratico rappresenta un agente della necessità e della giustizia cosmica, distinto dall'angelo che originariamente era una creatura libera.
  • Nei testi classici, il demone è spesso visto come un guardiano delle opere umane, senza mai diventare un intercessore con il divino, ma piuttosto un ministro dell'ordine cosmico.
  • Il rapporto tra daimon e destino è centrale: il daimon assegna il destino all'anima, connettendo il divino all'umano, senza influenzare la felicità della vita.
  • Angelo e demone incarnano due istanze contraddittorie: l'angelo cerca la libertà dai vincoli, mentre il demone è inevitabilmente legato alla necessità e al destino.
  • Secondo Cacciari, la lotta tra angelo e demone è illusoria, poiché entrambi sono coinvolti in una tragica ricerca di libertà che si rivela vana.

Cacciari - Demoni e Ananke

Il daimon socratico si inserisce nel contesto della lotta tra “angelo e demone”, per rimuovere il pericolo che segnala un’origine comune e affinità tra le due figure. Il demone è l’inviato della necessità, destinale, della giustizia cosmica; l’angelo, almeno in origine, è stato una creatura libera. La storia del demone nel mondo classico vede esplicitamente o la contrapposizione radicale tra le due figure, oppure l’assorbimento inevitabile della figura dell’angelo in quella del demone.


In Omero, il demone si distingue dal Dio in quanto non è individuato nel culto e nel mito ma è indistinto agente divino agente in determinate circostanze. È un effetto, una potenza. In Esiodo, invece, i demoni sono guardiani degli uomini mortali e delle loro opere, esponenti delle due originarie razze in cui vennero creati gli uomini (aurea e argentea), quindi di due classi, senza assumere mai il ruolo di intercessione con il divino, meramente i ministri della giustizia cosmica. Il rapporto imprescindibile è tra daimon e destino. Non solo in senso personalistico di “distributore di sorte”, ma anche dal punto di vista etimologico: mentre moira è la concezione legata maggiormente al ruolo assegnato all’uomo, daimon è l’assegnatore. Ciò si dimostra anche in Platone, nel mito in cui l’anima di ciascuno di noi, prima della nascita, sceglie un proprio daimon-destino, cioè un tipo di vita da cui non potrà derogare. Il demone garante non determina la felicità del vivere, quanto piuttosto la propria scelta iniziale, connettendo il piano divino a quello umano colmandone lo iato, come custode della scelta compiuta dall’anima. Per Cacciare, dunque, il demone socratico non è null’altro che il supremo garante del destino irrevocabile, la voce del daimon non potrà mai discordarsi da ciò che l’anima ha deciso. È ministro di ananke.
È allora impossibile la composizione tra angelo e demone. Nel primo emergono sempre due istanze contradditorie, cioè natura separata dall’anima e ma libra dalla legge della necessità inderogabile, di cui il demone è invece ministro. L’angelo intercede, aiuta e soccorre l’uomo, è coinvolto nella lotta dell’anima che tenta di liberarsi dai vincoli della necessità. Nell’angelo si sposano le due esigenze contraddittorie di natura esterna all’anima e libertà dalla necessità. È in tal radice che l’angelo di distingue dal daimon, non nella funzione quanto nell’inesorabile appartenenza del demonio al regno del destino, a cui l’angelo è estraneo. Non possiamo derogare dal demone, mentre l’angelo tenta di trasfigurare l’anima e di liberarsi dalla sua parte demoniaca-necessaria. Il demone è indifferente, nel suo intervento di farci recitare la parte scelta dall’anima. L’angelo è promotore della libertà, mentre il destino del demone è di essere una marionetta, predestinato a incatenare altri predestinati. La lotta tra le due figure è del tutto illusoria, in quanto angelo e uomo sono entrambi coinvolti in un’inutile tragedia di illusoria libertà.
La vicenda di Cacciari si scontra però con la vicenda di Socrate, in cui mai appare un daimon passivo e fedele esecutore del destino.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo del demone nel contesto classico secondo Cacciari?
  2. Il demone è visto come l'inviato della necessità e della giustizia cosmica, un agente divino indistinto che agisce in determinate circostanze, senza mai assumere il ruolo di intercessione con il divino.

  3. Come si differenziano l'angelo e il demone nella visione di Cacciari?
  4. L'angelo è una creatura libera che intercede e aiuta l'uomo, mentre il demone è legato al destino e alla necessità inderogabile, agendo come garante del destino irrevocabile scelto dall'anima.

  5. Qual è la relazione tra daimon e destino secondo il testo?
  6. Il daimon è l'assegnatore del destino, con un legame imprescindibile con esso, garantendo la scelta iniziale dell'anima e colmando lo iato tra il piano divino e umano.

  7. In che modo la figura del demone socratico si differenzia nella vicenda di Socrate?
  8. Nella vicenda di Socrate, il daimon non appare mai come un passivo esecutore del destino, suggerendo una visione più attiva e meno predestinata rispetto alla concezione classica.

Domande e risposte

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