Concetti Chiave
- Cassirer sviluppa una filosofia delle forme simboliche, analizzando le attività dello spirito come basi della cultura umana.
- La funzione simbolica permette la creazione di linguaggio e mito, sintetizzando significati attraverso suoni e immagini.
- La realtà è vista come un intreccio simbolico di soggetto e oggetto, in contrasto con la visione kantiana di oggetto universale.
- Per Cassirer e Husserl, la coscienza è il principio che oggettiva e determina l'essenza dell'essere, ma con approcci differenti.
- Cassirer considera la scienza come l'apice della razionalità, mentre Husserl critica la scienza moderna per aver separato soggetto e mondo.
Il progetto filosofico di Cassirer prevedeva la costruzione di una filosofia delle forme simboliche, vale a dire un’indagine sulle attività formatrici dello spirito, che sono la base del mondo culturale dell’uomo; egli parte infatti dalla convinzione secondo cui alla base dell’espressione culturale operi, quale condizione trascendentale di possibilità di tale espressione, una funzione della coscienza, appunto denominata funzione simbolica. Con il concetto di cultura, Cassirer fa essenzialmente riferimento al linguaggio e al mito, entrambe espressioni culturali costruite a partire da simboli, l’uno composto di parole riferite a pensieri e sentimenti, l’altro composto di immagini rappresentanti certe rappresentazioni della realtà; il simbolo è la sintesi tra un contenuto ideale, cioè un significato e un segno sensibile, che può essere un suono, un’immagine, in generale una determinazione sensibile.
La funzione simbolica dà sempre luogo ad una determinata configurazione della realtà, in quanto il linguaggio, il mito, il sapere scientifico hanno sempre un compito ben preciso, cioè quello di “nominare” la realtà, di “rappresentarcela”, da attribuirgli uno senso, un significato, un valore: essi generano, producono una certa rappresentazione comunicabile della realtà, tendono alla sua oggettivazione. La realtà non è, quindi, kantianamente intesa quale universale oggetto dato e colto dall’intuizione sensibile, al quale si applicano successivamente le forme del soggetto, essa è invece già l’intreccio simbolico di soggetto ed oggetto, la strutturazione simbolica della coscienza. Per Husserl, come per Cassirer, la coscienza non è mai distante dalla realtà, bensì essa è sempre in-tenzione, apertura ontologica alla realtà; per entrambi, la coscienza è trascendenza, il cui vissuto esperienziale viene da Husserl suddiviso in atto noetico (o intenzionale), con il quale essa si dirige verso l’oggetto («il pensare, il percepire, il desiderare»), e il contenuto noematico, cioè il contenuto della coscienza stessa («il pensato, il percepito, il desiderato»), l’oggetto dell’intenzione. Nonostante l’oggetto permanga trascendente rispetto alla coscienza, fuori di essa, secondo Husserl esso trova il proprio significato, il suo valore soltanto in relazione al soggetto; nella fenomenologia husserliana la soggettività si configura come principio fondativo della oggettività della realtà: la coscienza intenzionale, attraverso l’intuizione eidetica, assume il compito di dare senso e significato al mondo, di determinare ontologicamente la natura essenziale dell’oggetto e, viceversa, l’oggetto è sempre posto in una condizione di determinazione, non permane indipendente ma in una costante relazione, rimanda sempre a ciò che lo costituisce in maniera determinata, ovvero alla coscienza intenzionale. Cassirer ed Husserl sono accomunati dal ritenere la coscienza, simbolica in un caso, intenzionale nell’altro, l’unico principio a partire dal quale l’essere si oggettiva, si determina nella sua vera essenza: in termini kantiani, essa è la condizione trascendentale di conoscibilità e di comunicabilità dell’essere, qualità che non gli appartengono direttamente, ma che sussistono esclusivamente nella sua relazione con la coscienza. Comunque tra i due sussistono evidenti differenti di vedute: l’uno progetta uno studio del mondo culturale, mentre la fenomenologia si apre all’intero mondo della conoscenza eidetica, inoltre, essi mantengono una speculare visione della scienza, se per Cassirer il discorso scientifico è la forma più elevata di razionalità, per Husserl la scienza moderna è il motore di tutte quelle matematizzazioni e tecnicizzazioni che hanno scisso il soggetto dal mondo che ha dinnanzi, ovvero dal suo autentico significato, hanno privato la soggettività della sua centralità nella comprensione del mondo.Domande da interrogazione
- Qual è l'obiettivo principale del progetto filosofico di Cassirer?
- Come Cassirer definisce il concetto di cultura?
- In che modo la funzione simbolica influenza la percezione della realtà secondo Cassirer?
- Qual è la differenza principale tra la visione di Cassirer e quella di Husserl riguardo alla coscienza?
- Come Cassirer e Husserl vedono il ruolo della scienza moderna?
Il progetto filosofico di Cassirer mira a costruire una filosofia delle forme simboliche, indagando le attività formatrici dello spirito che costituiscono la base del mondo culturale umano, attraverso la funzione simbolica della coscienza.
Cassirer definisce la cultura essenzialmente attraverso il linguaggio e il mito, entrambi espressioni culturali costruite a partire da simboli, che rappresentano e danno significato alla realtà.
La funzione simbolica crea una configurazione determinata della realtà, poiché il linguaggio, il mito e il sapere scientifico "nominano" e rappresentano la realtà, attribuendole senso, significato e valore, tendendo alla sua oggettivazione.
Cassirer vede la coscienza come simbolica, mentre Husserl la considera intenzionale; entrambi la vedono come principio fondativo dell'oggettività, ma differiscono nel loro approccio alla scienza e alla conoscenza eidetica.
Cassirer considera il discorso scientifico come la forma più elevata di razionalità, mentre Husserl critica la scienza moderna per aver separato il soggetto dal mondo, privando la soggettività della sua centralità nella comprensione del mondo.