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Concetti Chiave

  • L'esistenzialismo è definito come la dottrina per cui l'esistenza precede l'essenza, negando una natura umana predefinita.
  • Considerato un umanismo ateo, l'uomo è libero ma condannato a inventarsi nella solitudine della sua libertà.
  • L'uomo è responsabile delle sue azioni, senza essenze o valori predefiniti, ma può decidere anche azioni considerate inumane.
  • Il progetto fondamentale dell'uomo è totalitario e inevitabilmente destinato allo scacco a causa della sua natura finita.
  • Heidegger critica l'interpretazione dell'esistenzialismo, sostenendo che l'uomo è storicamente situato e condizionato da una dimensione d'essere.

Indice

  1. Definizione dell'esistenzialismo
  2. Libertà e responsabilità umana
  3. Progetto totalitario dell'uomo
  4. Critica di Heidegger all'esistenzialismo

Definizione dell'esistenzialismo

L’esistenzialismo viene definito come la dottrina per la quale «l’esistenza precede l’essenza», nel senso che «l’uomo esiste innanzi tutto, si trova, sorge nel mondo, e che si definisce dopo. […] Così non c’è una natura umana, poiché non c’è un Dio che la concepisca». L’esistenzialismo come umanismo è dunque ateismo; l’uomo è «condannato, perché non si è creato da solo, e ciò non di meno libero, perché una volta gettato nel mondo è responsabile di tutto quanto fa».

Libertà e responsabilità umana

Condannato a vivere la sua condizione senza appoggio né aiuto, è costretto a «inventarsi» nella solitudine della sua libertà. L’esistenzialismo esce così definito come un pessimismo della teoria (→nichilismo) e un ottimismo dell’azione: l’uomo può farsi da sé, quindi può farsi qualsiasi cosa; non esistono essenze, valori o norme che predispongano o guidino il suo farsi, ma non esiste neppure un limite di questo farsi, un non-possibile che delimiti in avanzo le sue possibilità.

Progetto totalitario dell'uomo

Non essendoci nulla che possa sottrarsi alla sua libertà e alla sua responsabilità, il progetto fondamentale dell’uomo è un progetto totalitario: decide non solo dell’essere di chi lo sceglie ma anche dell’essere degli altri e della totalità del mondo; perciò, posso anche decidere ciò che appare «inumano» (guerre, torture, campi di concentramento), ma «non ci sono situazioni disumane», in quanto la mia libera decisione è umana e «scegliendomi, io scelgo l’uomo». Il progetto fondamentale può essere ad ogni momento mutato o distrutto: e per il suo carattere totalitario è inevitabilmente destinato allo scacco, perché l’uomo non è Dio, cioè non dispone di un’infinita potenza per realizzarlo; la morte è nullificazione assoluta delle possibilità, ci ricorda l’inconsistenza delle azioni umane e la loro equivalenza: non c’è alcuna condizione di fatto o di valore che possa comunque orientare la scelta di essi o servire a giudicarla. «È la stessa cosa, in fondo, ubriacarsi in solitudine o condurre i popoli».

Critica di Heidegger all'esistenzialismo

Heidegger rifiuta questa interpretazione dell’esistenzialismo, perseguendo invece l’obiettivo di porsi su un piano in cui c’è principalmente l’essere: contro il rischio di rapportare tutta la realtà all'uomo e alla sua libertà, egli difende una concezione in cui l’uomo, in quanto sempre storicamente “situato”, è sempre anche condizionato, «gettato» in una dimensione d’essere di cui non è completamente padrone.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la definizione principale dell'esistenzialismo secondo il testo?
  2. L'esistenzialismo è definito come la dottrina per cui «l’esistenza precede l’essenza», implicando che l'uomo esiste prima di definirsi e non c'è una natura umana predefinita.

  3. Come viene descritto il ruolo della libertà e responsabilità umana nell'esistenzialismo?
  4. L'uomo è descritto come «condannato» a vivere senza appoggio, ma libero e responsabile di tutto ciò che fa, costretto a «inventarsi» nella solitudine della sua libertà.

  5. Qual è la critica di Heidegger all'interpretazione dell'esistenzialismo presentata nel testo?
  6. Heidegger rifiuta l'interpretazione che rapporta tutta la realtà all'uomo e alla sua libertà, sostenendo che l'uomo è sempre storicamente situato e condizionato, non completamente padrone della sua dimensione d'essere.

Domande e risposte

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