Concetti Chiave
- Massimo Cacciari critica l'idea di una dialettica polare tra l'Angelo della fede e l'Angelo della religione, sostenendo che non esista un'autonomia tra i due.
- Cacciari evidenzia l'antinomia insuperabile degli angeli biblici, legata alla loro origine pagana, rendendo impossibile una netta separazione tra fede e religione.
- L'analisi di Cacciari mostra come l'iconografia e l'etimologia legano indissolubilmente l'angelo biblico a quello pagano, sfidando le teorie dialettiche tradizionali.
- L'angelo biblico è visto da Cacciari come intrappolato nella necessità, minando l'idea della sua libertà creaturale e connettendo la sua essenza a rappresentazioni demoniache pagane.
- Cacciari problematizza la possibilità di alterità tra gli angeli, affermando che ogni tentativo di separazione si scontra con la loro intrinseca connessione e continuità.
Indice
L'impossibilità della dialettica polare
Massimo Cacciari sostiene l’impossibilità della dialettica polare postulata da Guardini, così come è impossibile l’alternativa dell’alterità radicale. Nessun confronto e nemmeno alcuna autonomia tra Angelo della fede e Angelo della religione è ipotizzabile.
L'angelo biblico e la sua antinomia
Cacciari fa riferimento agli angeli di Dante, che per Guardini sono assolutamente cristiani oltre la trasfigurazione poetica (esempio appunto di dialettica polare), quando invece condurrebbero ad un vicolo cieco, perché Guardini non avrebbe sospettato l’insuperabile antinomicità delle loro figure. L’angelo biblico è antimonico, fatto che si riflette prima di tutto nell’incapacità di svincolarsi dal ricordo pagano-politeista. È una parentela indissolubile, se non vera e propria dipendenza, di fatto una sovrapposizione. In tal senso quindi è la stessa dialettica a dissolversi, perché non c’è spazio alcun per contraddizione radicale o polarità.
La continuità tra fede e religione
L’angelologia tradizionale si avvita su se stessa, le opposizioni tra i due angeli sono del tutto apparenti e non toccano la continuità di fondo che li lega. L’esito dell’analisi e dello smascheramento dell’angelologia biblica è evidente in un legame stretto di continuità tra fede e immagine religiosa, soprattutto nell’iconografia, ma anche etimologica.
Il problema della libertà e necessità
Al di là della convergenza etimologia e sovrapposizione iconografica, il collegamento è tale da inibire l’autonomia dell’Angelo biblico. L’angelo è una creatura dalla natura libera, questo è l’elemento che emerge chiaramente dalla Bibbia, ma per Cacciari gli angeli visti in tal modo sono “sotto il segno demonico della necessità”. È un problema metafisico-teologico essenziale, cioè che le rappresentazioni cristiane dell’angelo avvengono negando la tesi fondamentale dell’angelologia biblica. Il pagano, nella necessità, continua così a vivere eternamente come presupposto tolto-rammemorato della figura della rivelazione. L’angelologia è prova del rapporto vivente tra fede e religiosità pagana, al punto tale che si può affermare la sconfitta dell’Angelo della rivelazione, assorbito indistinguibilmente nell’Angelo della religione, che continua così a vivere come suo presupposto. L’angelo concentra in sé tale dissidio senza poterlo mai risolvere, che genera la totale illusione delle teorie dialettiche che pretendono di purificare l’angelologia cristiana dai suoi legami religiosi. Accade invece l’opposto, con l’Angelo del religioso che intacca l’Angelo della fede, garantendosi così sopravvivenza. L’unica soluzione per guarire l’Angelo della fede sarebbe eliminarlo totalmente.
La libertà dell'angelo e la necessità
Il noto teorico si gioca intorno al problema della libertà-necessità, cioè come coniugare, se non antinomicamente, queste due dimensione. Un angelo come quello biblico, decisosi in modo definitivo anche contro Dio, non si è forse consegnato e condannato alla necessità? Per il diavolo non c’è più conversione possibile, ma è allora ancora creatura libera oppure si entra nella logica (superstiziosa) del bene-male? Questo è il problema dell’angelologia: la costituzione dell’essenza angelica ab origine su tale necessità. Come si può immaginare la libertà dell’Angelo della fede se la sua figura ha origine dalle raffigurazioni demoniache-astrali del pagano? L’incompatibilità è strutturale: visione della libertà, necessità di fatto. È proprio la decisione iniziale dell’angelo ad aver determinato il suo destino nell’impossibile conversione di Satana. Ciò pietrifica l’essenza dell’angelo nel rapporto con l’uomo nell’obbligo della bontà. La libertà dell’angelo è durata un solo istante, quello della decisione originaria e successiva caduta. Una scelta irreversibile, che non permette di districare la figura angelica dalla necessità. Tutti gli sforzi teoretici di instaurare alterità o opposizione tra i due angeli sono vani.
L'alterità esistenziale secondo Guardini
Guardini potrebbe certo ribattere rivendicando l’alterità esistenziale tra Angelo della fede e Angelo della religione, sostenendo il tema del rapporto libertà-destino. L’alterità della fede è eminentemente esistenziale, non si può rintracciare muovendosi soltanto sul terreno di una pura e semplice comparazione di testi. La libertà creaturale dell’Angelo è sigillata e conchiusa, ma, nella singolare necessità dell’amore assoluto che nel mentre sequestra la libertà, in realtà la libera nella sua pienezza e le permette davvero di decollare. Credere non significa che tutto debba risolversi in armonia. È una fede tragica, che sopporta che nella stessa vita umana vi siano delle realtà le quali cozzano l’una contro l’altra. Accettare questa giustapposizione, prenderla su di sé, significa fede. Fedeltà alla realtà, a cui appartiene anche la fede nell’Angelo, una fede in cui anche antinomie dell’angelologia riproposte da Cacciari trovano luce.
Domande da interrogazione
- Qual è la posizione di Massimo Cacciari riguardo alla dialettica polare postulata da Guardini?
- Come Cacciari interpreta la figura degli angeli di Dante rispetto alla visione di Guardini?
- Qual è il problema metafisico-teologico essenziale secondo Cacciari riguardo agli angeli?
- In che modo Cacciari vede la relazione tra l'Angelo della fede e l'Angelo della religione?
- Qual è la soluzione proposta da Cacciari per risolvere il dissidio tra l'Angelo della fede e l'Angelo della religione?
Massimo Cacciari sostiene l'impossibilità della dialettica polare tra l'Angelo della fede e l'Angelo della religione, ritenendo che non ci sia spazio per una contraddizione radicale o polarità tra di essi.
Cacciari ritiene che gli angeli di Dante, considerati da Guardini come assolutamente cristiani, conducano invece a un vicolo cieco, poiché Guardini non avrebbe riconosciuto l'insuperabile antinomicità delle loro figure.
Il problema essenziale è che le rappresentazioni cristiane degli angeli negano la tesi fondamentale dell'angelologia biblica, con l'angelo biblico che è visto sotto il segno demonico della necessità.
Cacciari vede una continuità indissolubile tra l'Angelo della fede e l'Angelo della religione, con quest'ultimo che intacca e assorbe il primo, garantendosi così sopravvivenza.
Cacciari suggerisce che l'unica soluzione per guarire l'Angelo della fede sarebbe eliminarlo totalmente, poiché le teorie dialettiche non riescono a purificare l'angelologia cristiana dai suoi legami religiosi.