Concetti Chiave
- Henri Bergson, nato a Parigi nel 1859, si distacca dalle sue origini ebree avvicinandosi al cattolicesimo, pur non convertendosi mai, e raggiunge una fama internazionale che gli vale il premio Nobel per la letteratura nel 1924.
- Nel "Saggio sui Dati Immediati della Coscienza", Bergson distingue tra il tempo scientifico, spazializzabile e reversibile, e il tempo della vita, o durata, che è interiore, qualitativo e irreversibile.
- "Materia e Memoria" esplora il rapporto tra memoria e percezione, distinguendo tra memoria pura e ricordo-immagine, e come la percezione seleziona i ricordi utili all'azione.
- In "Evoluzione Creatrice", Bergson estende il concetto di durata alla natura, descrivendo un'evoluzione non lineare dove l'uomo e la natura sono liberi, ma la natura non deve scegliere come l'uomo.
- Bergson critica il determinismo e il finalismo, introducendo l'idea di élan vital, un'energia creativa universale che spinge la vita e l'evoluzione, proponendo una visione dinamica della realtà.
Indice
Origini e riconoscimenti
Nasce a Parigi nel 1859 da una famiglia ebrea anche se sene discosta per avvicinarsi al cattolicesimo al quale però non si convertirà mai perché sentiva che la sua scelta sarebbe apparsa di convenienza per sfuggire alla discriminazione nazista. Raggiunge una grande popolarità, anche tra le persone comuni e l’alta borghesia, nel ’24 riceve il premio Nobel per la letterature e quando i nazisti invaderanno Parigi, proprio grazie alla sua grande fama e rilevanza internazionale, non lo schedano come ebreo, ciononostante lui si presenta volontariamente alla registrazione. Nel saggio Durata e Simultaneità entrò in conflitto con Einstein e la sua teoria della relatività ma, a seguito di un incontro tra i due, decise di non pubblicarlo.
Filosofia e spiritualismo
La sua è una filosofia di rottura con il positivismo la cui visione, in particolare quella di Spencer, era in voga all’epoca e aveva gettato le basi per l’imperialismo. Le verità della scienza a seguito dei fatti contemporanei vengono messi in discussione e l’uomo cerca più del dato concreto e ne contrappone un’auscultazione interiore e una ricerca dentro di se (sulla scia dell’Idealismo, Pascal, Cartesio, Spinoza, Sant’Agostino, Plotino che aveva una forte attenzione per il soggetto, l’Io, la coscienza o lo spirito). Lo Spiritualismo ha delle componenti religiose che si possono sentire anche nel pensiero di Bergson, anche se mai citate direttamente.
Tempo della scienza e della vita
Opera scritta nel 1889. Introduce la distinzione tra il tempo della scienza e il tempo della vita. Il tempo della scienza è formato da istanti tutti uguali dal punto di vista qualitativo e si distinguono solo dal punto di vista quantitativo. Ha una dimensione spazializzata (per esempio nella linea del tempo) ed è reversibile, cioè un’esperienza può essere ripetuta. E’ rappresentabile con una collana di perle, fatte tutte allo stesso modo, chiuse in se’ stesse anche se fanno parte di un continuum come gli istanti che compongono il tempo della scienza
Il tempo della vita, che prende anche il nome di durata, invece è formato da istanti diversi sia sotto il punto di vista quantitativo che qualitativo. Non può essere spazializzato ma si tratta di un tempo interiore e puro. E’ irreversibile e quindi non può essere ripetuto sia da un individuo che dalla società. E’ rappresentabile con un gomitolo di lana o una valanga poiché all’interno di entrambe è contenuto tutta la lana o tutta la neve, così come all’interno della durata è contenuto tutto il tempo della nostra vita da quando siamo nati anche se non lo ricordiamo.
Durata e creazione del sé
Per Bergson essere significa mutare, mutare significa maturare che significa creare indefinitamente se stessi. Il nostro passato, anche se non lo ricordiamo, fa parte della nostra durata e quindi fa di noi quello che siamo. L’ambiente ci influenza, non in maniera meccanica ma ne ricaviamo qualcosa di personale, ma siamo noi a creare noi stessi con le nostre scelte che sono libere, entro i limiti che gli impone la durata. Bergson descrive la vita come conservazione totale (della nostra durata) e creazione totale (siamo liberi di creare noi stessi).
E’ la nostra anima a determinare se stessa e quindi non possiamo usare i rapporti causa-effetto per giustificare le nostre azioni: se un sentimento ‘ci fa agire’ è perché ha assunto una profondità tale da cambiare la nostra anima interamente in quel sentimento. Quindi lei agisce, nei confini imposti dalla durata, sempre in modo libero.
Memoria e percezione
In quest’opera del ’96 descrive tre concetti fondamentali: la memoria, il ricordo e percezione.
La memoria è la coscienza, cioè la memoria pura, tutto il nostro passato che ricordiamo o no. Il ricordo invece è il ricordo-immagine, è la materializzazione di un immagine del passato ad opera del cervello. La memoria è più oblio che ricordo poiché sulla maggioranza della memoria solo pochi istanti divengono ricordi-immagine. Quello che si trasforma in ricordo è determinato dalla percezione: seleziona infatti ciò che è utile all’azione.
Mentre la memoria è lo spirito la materia è il corpo. La prima può essere compresa solo con la durata perché non è spaziale, indivisibile e vivente mentre il corpo può essere studiato dal tempo della scienza che è invece spazializzabile e divisibile.
Durata nella natura
In questa opera del 1907 Belgson, sotto l’influenza del pensiero di Schelling, estende la durata anche al mondo della natura, perché anche lei è vita. Sia l’uomo che la natura sono liberi ma, mentre l’uomo quando sceglie vede decadute le altre possibilità, la natura non deve scegliere. La rappresentazione della durata dell’uomo è una linea che, seppur spezzata, è continua; quella della natura invece è un fascio di steli che vanno in direzioni differenti: quelle che per noi sarebbero scelte, per lei sono solo diramazioni differenti dell’evoluzione che hanno portato a specie differenti.
La prima divergenza è quella che ha diviso piante e animali perché alcuni producono in modo autonomo ciò di cui hanno bisogno mentre gli altri hanno dovuto imparare a spostarsi e cercare il cibo. Gli animali a loro volta si sono divisi in artropodi e vertebrati: gli insetti, con le api, sono l’apice della linea evolutiva dei primi mentre i vertebrati si sono divisi ancora fino ad arrivare all’uomo. Alcune linee evolutive non hanno portato ad ulteriori diramazioni come gli echinodermi e i molluschi. Gli uomini si differenziano dagli altri animali che usano in modo dominante l’istinto, mentre noi adoperiamo l’intelligenza.
Determinismo e finalismo
I deterministi con il meccanicismo negano la libertà, tutto è regolato da un meccanismo di causa-effetto. I finalisti invece vedono le cause come cause finali a cui tutta la realtà tende, la realtà è controllata da un disegno.
Bergson le reputa sbagliate entrambe e per provarlo fa l’esempio di un mucchio di limatura di ferro. Immagina che una mano invisibile venga inserita nella limatura e che questa quindi veda formarsi una concavità a forma di mano. I meccanicisti affermeranno che la concavità è stata generata dall’azione che le particelle di limatura hanno esercitato sulle loro vicine. I finalisti invece vedranno il disegno della mano in cui le particelle si sono disposte ma nessuno dei due ha compreso la vera causa dell’evento cioè l’azione unitaria e invisibile. Questa azione è l’élan vital (soffio vitale) o evoluzione creatrice, si tratta di una vis a tergo o forza alle spalle, che spinge tutto alla vita. Questa energia accomuna tutto l’universo.
Anche la vita dell’uomo è uno sforzo creativo perché la vita è continua creazione di noi stessi.
Istinto e intelligenza
Istinto e intelligenza sono distinti ma hanno qualcosa che gli accomuna. L’istinto è definito come la capacità di costruire e usare strumenti organizzati, cioè gli organi del proprio corpo. L’intelligenza invece è la capacità di costruire e usare strumenti artificiali.
La scienza non è in grado di capire la vita così come il cinema non è in grado di riprodurla perché in realtà un film è composto di attimi divisi tra di loro. L’intelligenza, che lavora con la materia, è in grado di comprendere la scienza mentre si può tornare all’istinto con l’intuizione estetica dell’artista. Nel periodo di Bergson si ha una sproporzione tra corpo e anima, perché ci si basa troppo sulla scienza, ma c’è bisogno di tornare anche all’istinto che esplora quelle parti della conoscenza che la scienza non può studiare. C’è bisogno di un ‘supplemento di anima’ quindi di una nuova metafisica esistenziale, il misticismo.
Società e religione
Bergson individua due tipi di società, morale e religione strettamente collegati:
o Società chiusa e aperta: Nelle società chiuse l’individuo ha poco spazio e deve agire come parte del tutto. Quello che conta è andare in consonanza con il tutto, più delle scelte individuali che da sole cambiano il corso delle cose.
Nella società aperta invece si dà spazio agli individui e il progresso segue le vie che gli si prospettano di fronte cioè segue dei cambiamenti.
o Morale della obbligazione e morale assoluta: ad una società chiusa corrisponde una morale dell’obbligazione in cui gli individui sono obbligati a seguire comportamenti e valori tesi alla conservazione del gruppo sociale. Secondo la morale assoluta invece gli individui non sottostanno ad alcuni canoni o valori ma li fondano (come i santi cattolici, i profeti ebrei e i saggi dell’antica Grecia).
o Religione statica e dinamica: in una società chiusa si avrà una religione statica, rappresentazione di una forma di difesa che la vita mette in atto verso l’intelligenza che, di fronte alla fragilità dell’uomo di fronte alla natura verso cui l’uomo prova angoscia per un futuro che non può prevedere, mette in luce tutti i peggiori futuri possibili. Per difendersi l’uomo, con la funzione fabulatrice, inventa la religione che è quindi limitata e chiusa. La religione dinamica invece è il misticismo. Come nell’estasi di Plotino, lo spirito esce dal corpo per unirsi sentirsi tutt’uno con Dio, in modo non razionale. L’esistenza del misticismo è l’unica prova dell’esistenza di Dio perché una forma di misticismo è presente in tutte le forme religiose. Il mistico è un individuo privilegiato e geniale. Il misticismo dei mistici cristiani è superiore a quello delle altre religioni perché si basa sull’amore che è simbolo dello slancio creatore.
Bergson auspica l’avvento di un genio mistico che fornisca il supplemento di spirito di cui il mondo ha bisogno.
Domande da interrogazione
- Qual è la distinzione tra il tempo della scienza e il tempo della vita secondo Bergson?
- Come Bergson descrive il concetto di memoria?
- Cosa rappresenta l'Élan Vital nella filosofia di Bergson?
- Qual è la differenza tra società chiusa e aperta secondo Bergson?
- Come Bergson vede il ruolo del misticismo nella società?
Bergson distingue tra il tempo della scienza, che è spazializzato, reversibile e composto da istanti uguali, e il tempo della vita, o durata, che è interiore, irreversibile e composto da istanti qualitativamente diversi.
Bergson descrive la memoria come la coscienza o memoria pura, che include tutto il nostro passato, mentre il ricordo è la materializzazione di un'immagine del passato operata dal cervello, selezionata dalla percezione per la sua utilità all'azione.
L'Élan Vital è una forza vitale unitaria e invisibile che spinge tutto verso la vita, opponendosi sia al meccanicismo che al finalismo, e rappresenta l'evoluzione creatrice che accomuna tutto l'universo.
Nelle società chiuse, l'individuo agisce come parte del tutto, seguendo una morale dell'obbligazione, mentre nelle società aperte si dà spazio agli individui, che seguono una morale assoluta e il progresso avviene attraverso cambiamenti.
Bergson vede il misticismo come un supplemento di anima necessario per bilanciare la sproporzione tra corpo e anima, e auspica l'avvento di un genio mistico che fornisca lo spirito di cui il mondo ha bisogno.